DUE POESIE

L’OLOCAUSTO? GRANDE RAPINA!

Le meraviglie di Vienna, Praga e Leopoli
non riescono proprio a incantarmi;
osservo opere d’ingegno – appaiono Lager,
vagoni… Non è dato dirsi addio…

Noi siamo stati sotto l’impero austro-ungarico,
si andava a scuola, si lavorava, si costruiva;
questi, invece, ai forni ci hanno condannati,
“assicurandosi” in tal modo una buona vita.

Ci sono vie di Ebrei, ma non ci sono Ebrei:
questa contraddizione interna
tutti vi tormenta! Nella Giudea, a casa, qui
impazza l’eterno “Farli fuori TUTTIIIIIII!”.

24 aprile 2017, Giornata del Ricordo dell’Olocausto (in Israele)

ASSASSINIO DELL’AMICIZIA

Убийство дружбы

Quando ammazzano un amico, lui resta
con te fino alla morte. Tace la morte.
Lei, infatti, sa che la battaglia è persa,
ché il ricordo è come faro nella notte.

Ma quando se stesso uccide in te l’amico,
esulta allor la morte! Senza perdite, chissà?!
Tirandosi, nell’agitazione, un lembo del vestito,
deposta la falce accanto, “Okkèj!” lei dirà.

L’assassinio dell’amicizia l’assassinio fa dilagare:
cadono mogli, cadono figli e ogni vivente;
questa è morte per orrore! NON ammazzare!
Di tutti i dolori atroci è questo il più cocente.

di Ivan Navi, traduzione dal russo di Augusto Fonseca.

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