In fuga da guerra, terrore, miseria. Laceri e macilenti. Senza neppure la forza di levare lo sguardo, senza il coraggio di emettere un fiato.
Identici agli ebrei braccati dai nazisti, strappati alle loro case,
caricati su carri bestiame,
inviati direttamente al gas quelli più deboli,
sfruttati, quelli più forti, fino allo sfinimento
o usati per gli esperimenti
e poi anche loro infilati in una camera a gas e cremati, o scaraventati in una fossa comune.
E i pochi sopravvissuti ridotti così.
Identici: stesso sterminio, stesso genocidio, stesso olocausto, stessa shoah, come ha insistentemente ripetuto il nostro sindaco in sinagoga in occasione della giornata della memoria: “È la stessa cosa, è la stessa cosa, è la stessa cosa”.
barbara