che abbraccia tutto il mondo.
Sì, lo so che nella canzone è per lui che la vita è un girotondo mentre per lei si è fermata su di lui e adesso lo amerà per sempre,
ma nella realtà è la mia che abbraccia tutto il mondo (e non mi si venga a dire che gli amori che finiscono “non erano veri amori”: i miei lo sono, tutti. Diciamo che posso sostituire “non finirò di amarti mai” con “non finirò di amare mai” – magari così – e quadra tutto). Ecco, in quel momento, con le zampe infilate nel mar Morto, mi sentivo proprio così, capace di abbracciare tutto il mondo. Anche in questo momento, per la verità, mi sento così, e continuo ad abbracciarlo.
Tornando al mar Morto, questa è la piscina
che vi beccate perché è bellissima e tanto suggestiva, e questo è il panorama notturno dalla mia stanza:
quella illuminata è la passeggiata, e le luci che si intravvedono in lontananza sono quelle della Giordania.
NOTA TECNICA: per varie ragioni di quest’ultimo viaggio non ho ancora scritto quasi niente, e ora sono in partenza pe ril nuovo viaggio. Quindi, dato che di cose interessanti ce ne sono ancora parecchie, al ritorno (se gli arabi di Hebron mi fanno tornare viva) continuerò a raccontare di questo, e solo in seguito passerò all’altro.
POST SCRIPTUM: vi ho programmato un po’ di cosette, così non mi rischiate la crisi d’astinenza e non perdete l’abitudine di venire qui.
barbara