Peduel
si trova qui,
oltre la “mitica” linea verde, quella che gli ignoranti della storia di Israele chiamano “i confini del ‘67” – quelli oltre i quali Israele dovrebbe ritirarsi, chiamando in causa una risoluzione Onu, la 242, che nessuno di loro ha mai letto – mentre chi la storia la conosce e ci tiene a ricordarla, li chiama “i confini di Auschwitz”. Due parole dunque per chi, traviato dalla propaganda, ignorasse e volesse smettere di ignorare, la questione della “linea verde”. Quando, nel corso della guerra di liberazione scatenata contro il neonato stato di Israele da sette eserciti arabi, Israele stava rischiando di vincere, l’intera diplomazia mondiale si è mobilitata per fermare la guerra, così come avrebbe fatto da quel momento in poi in tutte le guerre combattute da Israele, comprese le operazioni – non vere e proprie guerre – in Libano e a Gaza, in modo da impedire a Israele di giungere a una vittoria veramente schiacciante, che potesse mettere definitivamente fine alle illusioni dei suoi nemici di poterla distruggere. Accadde dunque nel 1949 che Israele fu costretta a fermarsi, e furono tracciate sulla mappa della regione le linee armistiziali, ossia quelle lungo le quali i vari eserciti si erano fermati al momento del cessate il fuoco. Quelle linee furono tracciate con una matita verde. Qualcuno potrà restare deluso dalla banalità della cosa, ma il significato di “linea verde” è tutto qui: una linea tracciata con una matita verde. Quindi questa linea è del 1949, e non del 1967, e non ha alcuna valenza politica. Avrebbe potuto averla, per iniziare da lì, dalle linee armistiziali, un negoziato per definire i confini entro cui vivere in pace, se gli arabi avessero accettato la risoluzione Onu 242, ma l’intera Lega Araba l’ha rifiutata con i famosi – per chi conosce la storia – Tre no di Khartoum (1 settembre 1967): no al riconoscimento, no al negoziato, no alla pace. Eh già: anche quella di Israele che ignora le risoluzioni Onu è una pura leggenda: Israele è stata costretta a rifiutare la risoluzione a causa del rifiuto arabo. E il motivo per cui Abba Eban, nel 1969, definì quelle linee “i confini di Auschwitz” è reso chiarissimo dagli eventi del 1967, quelli in cui Israele poté sopravvivere al nuovo attacco congiunto unicamente grazie alla decisione di prevenire i nemici, attaccando con qualche ora di anticipo: quei confini racchiudono un ghetto che rende possibile l’annientamento totale.
E torniamo ora a Peduel. A Peduel si trova quella che viene chiamata la terrazza (o il balcone) di Sharon, che è questa,
preceduta da questo cippo che riporta alcuni versi della Bibbia.
Qui Sharon era solito portare i politici stranieri, quelli che si riempiono la bocca con la parola “restituzione” (termine peraltro del tutto improprio, dato che fino al 1967 quel territorio era occupato – ILLEGALMENTE! – dalla Giordania, e prima della Giordania faceva parte del protettorato britannico, e prima del protettorato britannico faceva parte dell’impero ottomano. Quindi ai palestinesi potrebbe essere al massimo regalato, non certo restituito, dato che mai lo hanno posseduto). Li portava qui perché potessero toccare con mano che cosa significherebbe dare questo territorio in mano a chi non desidera altro che la distruzione di Israele: da qui si domina (leggi: si può raggiungere anche con armi relativamente poco potenti) l’intera valle
Quel giorno c’era foschia, e la visibilità era molto ridotta, tuttavia si può chiaramente distinguere, di fronte a noi, Tel Aviv,
e più a sinistra Lod, con l’aeroporto Ben Gurion.
Con la foschia, e con la foto ridotta a poco più del 10% dell’originale, se non si sa dove cercare è difficile individuarla, ma in quest’altra immagine, ritagliata e lasciata alle dimensioni originarie, si può vederla chiaramente:
la torre di controllo dell’aeroporto. Tutto, per così dire, a un tiro di schioppo. E qui si può avere un’idea delle posizioni e delle distanze:
una decina di miglia nel punto più stretto come si vede, da un’altra prospettiva, in quest’altra carta,
e in quest’altra ancora con le distanze espresse in chilometri.
Regalare queste alture (esattamente come quelle del Golan) a chi non ha mai nascosto il progetto di annientamento di Israele e di tutti i suoi abitanti ebrei, sarebbe peggio che un suicidio: sarebbe un immane crimine contro l’umanità.
barbara
Direi di piùùùù… come tagliarselo per fare dispetto alla moglie!!!
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Scusa, ma non colgo il nesso: in questo caso quale sarebbe la moglie a cui fare dispetto? (e, a parte questo, tagliarselo sarebbe di più di un genocidio? Non nego che l’attrezzo in questione un qualche valore lo abbia, ma non ti sembra di esagerare?)
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Era riferito al finale (che ti riporto)…
” (…)Regalare queste alture (esattamente come quelle del Golan) a chi non ha mai nascosto il progetto di annientamento di Israele e di tutti i suoi abitanti ebrei, sarebbe peggio che un suicidio: sarebbe un immane crimine contro l’umanità”
A questo mi riferivo… e, dalle mie parti, di “queste faccende” – Golan – se ne parla da poco dopo l’11 giugno 1967 – dicesi millenovecentosessantasette!!!
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Continuo a non capire il nesso: ci castriamo delle alture per fare dispetto a chi?
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Barbaraaaaa… esattamente il contrariooooo… GUAI RESTITUIRE UN SOLO CM DI TERRITORIO, in particolare le alture del Golan!!!… E MAI SCENDERE A PATTI PER GERUSALEMME!
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Tesorodolce, è esattamente quello che ho scritto io; quello che sto continuando a non capire è il nesso col “tagliarselo per fare dispetto alla moglie”. Il “tagliarselo” c’è, ma la moglie? Il dispetto?
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Appunto… tautologico… dire onu è come dire inefficienza, incapacità, malafede, ottusità (ma generalmente accompagnata da totale MALAFEDE, sic!), tendenziosità e via elencando. Come disse uno, accopparci può anche andarci bene (nemmeno per sogno), ma metterci da soli il cappio intorno al collo, questo no… QUESTO è COMPITO DEL BOIA… E a questo vorrebbe arrivare la nefasta organizzazione. E non essersi liberati per troppo permissivismo e buonismo di questa deleteria dis-organizzazione per decenni (porgere troppo spesso l’altra guancia, insomma), sempre nella speranza che controparte (leggi: mondo=onu) riconoscesse la buona volontà d’Israele mirata alla pace, è stato solo comodamente interpretato come segno di debolezza. Che è poi quello che sta succedendo con la marionetta kim, quello dai capelli incerti e improbabili, al quale (con padre e nonno) da oltre mezzo secolo avrebbero dovuto essere tarpate le ali!
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Per chiudere: il mio era solo un rafforzativo di quanto avevi esposto!
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Quello che preme la sicurezza di Israele.
ONU…E Associati ..possono suggerire, ma non decidere ciò che deve fare una Nazione o
come e guarda caso ogni volta che entra e lo fanno entrare Israele e il ” loro protettorato
arabo palestinese…per altre realtà sempre inconcludenti.
Qualsiasi cosa possono asserire i capi palestinesi è sempre mirata in richieste, nelle promesse…sempre in double face…nelle istituzioni vittime..tornano a casa incitamento per
comportarsi come carnefici. E’ sempre stato manifesto…che la storia dei due stati..non ha
riscontro…basta gli arrivi di somme colossali…che poi finiscono per essere adoperati per
il loro scopo di sempre…distruggere Israele…allora armi…sempre piu’ sofisticate..e tutto
il resto che è collegato al terrorismo.
E…naturalmente i soldi…servono per i capi. garantendo loro una vita sicura ed agiata..e
così anche i loro conti e stipendi crescono…e così a seguire nei livelli inferiori.
Al popolo…un pò di spiccioli…le varie ricostruzioni..approvvigionamenti..” da strabuzzare ”
arrivano sempre.
Riallacciando un pò di quello detto sopra…ONU associati dovrebbero limitare i loro interventi , la cosa và troppo alla lunga e con i loro interventi mai equi e non risolutivi non
fanno altro che sostenere il terrorismo..” non vi può essere un’ altro termine..” giustificando
e sostenendo le due parti arabe in questione che si sentono quasi autorizzate nelle loro
azioni .La loro forza arriva dal sostentamento bellico dell’ Iran, supporter occidentali..e
arabi. Mentre il consenso degli altri paesi arabi e’ diminuito rispetto ai tempi passati.
IL discorso si indirizza…sempre e verso Israele come entità da annullare..e tutto il loro
agire è indirizzato a questo scopo.
.Israele con i suoi rappresentanti è continuamente costretto ad esporre fatti, dati..situazioni che con il tempo c’ è sempre qualcuno che apporta variazioni.ma sempre
a scapito di Israele fino a riscriverne la storia.
Qui…è in ballo la sicurezza di Israele..la zona filtro rappresentata dalle alture per questa è
essenziale.
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L’Onu, più che altro, dovrebbe sparire.
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Infatti… NON è mai troppo tardi… Ma il tempo stringe… troppi guasti “a senso unico” ha già provocato in M.O. da decenniiiiiii…
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Li ha provocati dappertutto, in Ruanda, nel Congo, in Bosnia…
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Israele ha già regalato Gaza ed ha fatto male. Regalare anche la Giudea e la Samaria, prima che un errore, sarebbe un crimine.
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E ha regalato il Sinai che adesso è territorio dell’ISIS, e ha regalato quasi tutta Hebron dove ti entrano direttamente in casa dalle finestre per sgozzarti nel letto, e ha regalato (dato che è vero che era richiesto da una risoluzione Onu, ma la stessa richiedeva che prima cessassero gli attacchi terroristici, cosa che non era avvenuta, e quindi, anche se non era casa loro, si può considerare un regalo) la fascia di sicurezza del Libano, dove è immediatamente subentrata la Siria oggi manovrata dall’Iran… Se cedono ancora un solo centimetro di terra, vado lì e li castro con le mie mani.
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panorama molto simile si può vedere da Neve Daniele, altro insediamento “illegale”, nel Gush Etzion, e pare che persino Carter, dopo esserci andato nel 2009, abbia riconosciuto che rimarrà per sempre in Israele.
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Se l’ha detto, deve però essersene dimenticato piuttosto in fretta…
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probabile, però ho fatto una breve ricerca e ho trovato un video della sua visita che ne conferma le parole:
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Grazie (non è che dubitassi della tua affermazione, comunque…). Certo è che affermare che un piccolo insediamento a ridosso della linea verde a popolazione interamente israeliana dovrà restare a Israele, non è la stessa cosa che accorgersi che da in cima a quelle alture domini la valle del Giordano da una parte e la valle da lì al mare dall’altra, e che darle in mano a chi coltiva propositi genocidi non è un’ipotesi praticabile.
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altro aneddoto che mostra quanto la “linea verde” sia vicina all’aeroporto Ben Gurion: a febbraio, appena atterrati, sul cellulare che io e tutti gli altri passeggeri abbiamo acceso appena scesi dall’aereo, è arrivato il consueto sms di quando vai all’estero che ti avvisa dei costi del roaming etc.
Peccato solo che non era di una compagnia israeliana, ma di Jawwal, e quindi “welcome to Palestine”!
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Quando invece ti avvicini al mar Morto ricevi il benvenuto in Giordania. Comunque sì, il “confine” è veramente, e letteralmente, a un tiro di schioppo.
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