QUATTRO DIALOGHI

Postati tanti anni fa nell’altro blog, e scritti tanti anni prima ancora; il sottotitolo potrebbe essere “Questa sono io”. Anche il mio interlocutore esiste realmente, e il ritratto che emerge da questi dialoghi è assolutamente fedele.

TERRA

“Chi sei?”
“Io sono la terra. La terra che tu puoi calpestare, e lei non protesterà, ma non la puoi ignorare perché in qualunque momento può spalancarsi e inghiottirti. Sono la terra che nutre le radici e ne fa crescere i frutti di cui tu puoi nutrirti, ma non puoi violarla, o si vendicherà. Sono la terra ricca di tutti i tesori: posso darti oro e argento, ferro e rame, carbone e petrolio, rubini e diamanti, e tu ne potrai prendere quanti ne vorrai, ma bada, dovrai estrarli con molta, molta delicatezza, o tutti i tesori della terra franeranno su di te e ti sommergeranno, e per te non vi sarà scampo. Dal mio corpo scaturiscono i terremoti e nel mio ventre affondano le radici dei vulcani: non scherzare con loro, o avrai a pentirtene. Nel mio centro brucia un fuoco, che si estinguerà solo con me: non lo devi temere, è da lui che provengono la mia forza e la mia vita. Sono la terra grassa e fertile, che nutre l’intera umanità e sopporta la sua ingratitudine. Sono la terra che dà vita alla vita, ma stai attento: se la rifiuterai, lei ti punirà. E tu chi sei?”
“Io sono colui che vive al di sopra della terra, che tenta di volare con le aquile, che non osa sottrarre i tesori per timore che non gli siano destinati. Io sono colui che ammira e non coglie. Io, forse, sono troppo lontano da Adamo e non sono stato tratto dalla terra”

ARIA

“Chi sei?”
“Io sono l’aria. L’aria che ti fu insufflata quando per primo abitasti la terra, e da golem di terra ti trasformò in essere umano. L’aria che nutre i tuoi polmoni e mantiene viva in te la vita. L’aria che accarezza il tuo viso e sfiora il tuo corpo, e scompiglia malandrina i tuoi capelli. L’aria che solleva le gonne alle ragazze, donandoti una fuggitiva visione di fresca pelle. Posso spingere la tua barca e farti arrivare in porto sano e salvo, ma non mi devi sfidare, o affogherai miseramente senza il tempo di dire amen. Porto le nubi e la pioggia a dissetare i campi, ma non mi si deve fare arrabbiare, o scatenerò tempeste e uragani, cicloni e tornado e distruggerò ogni cosa sul mio cammino. Posso far stormire le fronde e scoperchiare le case, far fremere le ali delle farfalle o sradicare alberi secolari, perché il mio umore è bizzarro: bisogna conoscermi bene, e non prendermi alla leggera, se non si vogliono avere guai. Io so far piangere i tuoi occhi, e so asciugare le lacrime sul tuo viso, perché molti e vari sono i miei sentimenti. Potrai nutrirti di me quanto vorrai, perché grande è la mia generosità, potrai chiamarmi se vorrai fare il gioco della camicia, perché grande è la mia allegria, potrai cercarmi ovunque e ovunque mi troverai, perché grande è la mia anima, potrai interrogarmi, e sempre avrai risposta, perché grande è la mia fantasia. Solo una cosa non potrai fare mai: dimenticarmi, perché immediatamente ne morirai. E tu chi sei?”
“No, io, io sono uno che con l’aria non va tanto d’accordo. Anzi, mi sono anche fatto venire l’asma per non rischiare di respirarne troppa”.

ACQUA

“Chi sei?”
“Io sono l’acqua. L’acqua che ha accolto la vita prima che fosse vita e l’ha trasformata in vita. L’acqua che ha cullato il tuo minuscolo corpo e lo ha cresciuto fino a farlo diventare il corpo di un uomo. L’acqua che scorre lenta e piana e ti mormora storie senza fine, ma tu dovrai saperle ascoltare, o ti smarrirai nella foresta della vita. L’acqua che sa accarezzare il tuo corpo, ma non dovrai tentare di afferrarla, perché ti sfuggirà per sempre e non la ritroverai mai più. Io sono l’acqua che ti disseta, ma mi dovrai sorbire nella giusta misura: se ne prenderai troppa ti soffocherai, se troppo poca morirai. Ti posso cullare ma ti posso anche travolgere e spazzare via senza pietà, dipenderà solo da te salvarti e godere della mia frescura o perderti per sempre nelle mie rapide, non dovrai commettere errori o sarai perduto per sempre. Io nutro la terra e la rendo fertile e travolgo e spazzo via i villaggi; io do la vita e tolgo la vita, non a mio capriccio, ma secondo leggi inesorabili. Io sono colei che purifica col solo contatto, ma non mi si deve sporcare, o sporcherò a mia volta. Non mi si deve incatenare, o romperò ogni argine, non mi si deve sfidare, perché sarò sempre io la più forte, non dimenticarlo mai. Io do forza e calore, do energia e produco la luce. Con me si può giocare, ma non si deve sbagliare il momento, e non si deve sbagliare il gioco: il prezzo da pagare potrebbe essere molto alto. Io creo sublimi visioni e immani devastazioni, perché in me è la forza che tutto crea e tutto distrugge. In me ti puoi muovere, da me puoi lasciarti cullare, ma devi sapermi seguire, o ti sommergerò senza pietà. E tu chi sei?”
“No io, scusami, ma io non vado tanto d’accordo con te, io non amo lasciarmi cullare da te. In effetti mi piaci, mi affascini, ma preferisco non fidarmi troppo, sai, non si sa mai”.

FUOCO

“Chi sei?”
“Io sono il fuoco. Il fuoco che scalda il tuo corpo e scalda la tua anima e lenisce le ferite del tuo corpo e della tua anima. Io sono il cuore del sole e della terra e degli astri tutti. Per secoli e millenni e migliaia di millenni gli uomini hanno tentato di imprigionarmi. Alla fine hanno creduto di esserci riusciti, e per un po’ io glielo lascio credere, ma prima o poi fuggo e mi dirigo dove meno se lo aspettano. Per secoli e millenni e migliaia di millenni hanno tentato di domarmi, e alla fine anche questo hanno creduto di essere riusciti a farlo. E anche questo per un po’ glielo lascio credere, ma prima o poi mi ribello, poiché non sopporto catene. Io tengo lontani da te gli animali pericolosi e i fantasmi che turbano la tua mente. Da me nascono scintille che illuminano i tuoi occhi e il tuo spirito. Io scaldo il tuo sonno nelle gelide notti invernali e accompagno i tuoi sogni. Io rischiaro la tua via affinché tu non ti perda per selve oscure e rendo sacri i giorni di festa. Tale è la mia potenza che i popoli delle foreste mi credono un dio e mi adorano e mi pregano. Gli uomini delle macchine non mi credono un dio, ma hanno bisogno di me quanto quelli che essi chiamano “primitivi”. Io sono ovunque e sono il motore di ogni cosa, senza il mio calore nessuna cosa funzionerebbe sulla terra, e la vita stessa scomparirebbe. Io sono dunque il tuo calore e la tua fonte di vita. Forse potrei dire che io sono la tua vita stessa. E tu chi sei?”
“Ecco io, vedi, io sono un uomo dimezzato. Il mio spirito ti ama e ti cerca e ti desidera, ma il mio corpo ti teme, ha paura di restarne bruciato, e così il mio corpo e il mio spirito sono sempre lontani l’uno dall’altro”.
“Allora lascia che il tuo spirito sia completamente compenetrato da me. Quando ciò sarà avvenuto, il tuo corpo e il tuo spirito si riuniranno”.
“Ma non è facile”.
“No, non lo è. Ma nessuna cosa è facile su questa terra. E se tu vuoi vivere, e non solo sopravvivere, non hai altra scelta”.
“Ma tu sei pericoloso”.
“Sì, lo sono. Ma chi ha paura del pericolo non possiederà la vita”.

barbara

    • Lo sai che non sei mai pedante, e meno che mai quando tratti di musica e di letteratura. Nel post mi interessava la danza con la rappresentazione delle fiamme, ma naturalmente mi va benissimo che sia stata aggiunta questa perla, con la cui esecuzione ovviamente il mio video non è neppure lontanamente paragonabile.

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