Tornato, a 93 anni, per l’ennesima volta in Israele (ci era venuto per la prima volta nel 1949), ricevuto dal presidente Rivlin,
premiato con la medaglia “Raoul Wallenberg” per gli ebrei salvati dai suoi genitori durante l’occupazione tedesca, intervistato nel suo albergo,
e infine esibitosi in concerto, con una voce che certamente non è quella di mezzo secolo fa, ma che ancora si difende dignitosamente
e a cui la passione, nel cantare Sa jeunesse, “La sua giovinezza” riesce a tratti a restituire una forza inaspettata in un uomo di questa età.
Qui in italiano con qualche anno in meno (non pochissimi, comunque).
barbara
Ho sentito il discorso col pubblico al concerto di Tel Aviv in una successiva trasmissione su Galey TzHa”L e vi assicuro che sarebbe capace di essere anche lui presidente; autodidatta come lui, ho seguito la sua carriera per tanti anni, grazie anche all’essere stato allevato poliglotta dalla prima infanzia, con la radio a onde corte sempre accesa, ed avendo vissuto in Israele per quarant’anni l’ho capito perfettamente.
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E sicuramente, come presidente, avrebbe un aspetto più decoroso di quello del Grande Puffo.


Che è comunque meglio di quest’altro puffo
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Le voci giovani che cantano con lui!
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Riesce proprio a emozionare e coinvolgere tutti.
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Timbro di voce particolare. Nonostante il passare del tempo regge bene la scena mantenendo il pathos intatto.
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Ma pensa solo l’energia del restare lì in piedi un paio d’ore, guardalo solo quando prende il microfono quasi strappandolo…
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E…sono rimasti intatti, forti certi valori che appartenevano ai suoi genitori…
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