A VOLTE I PESCI CANTANO

A proposito di Sand Creek, mi è venuto voglia di riproporre questo post, pubblicato nell’altro blog un po’ di anni fa.

In risposta al mio post Mongoloide l’amico Paolo mi ha mandato questa cosa, che mi ha autorizzata a pubblicare. Eccola, senza alcun commento, perché ogni parola aggiunta avrebbe solo l’effetto di sporcarla.

Qualche anno fa ho fatto il volontario alla protezione civile, e quando l’unitalsi ha chiesto se c’era qualcuno di noi disposto a fare l’accompagnatore ai ragazzi disabili mi sono proposto ed ho trascorso 15 giorni in un albergo di Vasto con Andrea, un ragazzo tetraplegico e con “Angelotto”, Angelo, un bambino di 42 anni affetto dalla sindrome di Down. Quello che ti invito a leggere non è un racconto, anche se l’ho pubblicato sotto questa forma in un blog, ma una giornata-tipo di quella vacanza.
Ho intercalato il racconto con i versi di Sank Creek di De Andrè perché mi è sembrato il sottofondo giusto per quella atmosfera.

Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura…

-Pà

-Non hai sonno?
-Andrè, lo avrei, ma tu mi chiami ogni 2 minuti.
-È che io non dormo mai. Se muovi solo gli occhi e tutto il resto rimane fermo non ti stanchi mica. Al massimo hai un po’ di dormiveglia ogni tanto, poi stai sveglio.

… sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura.

-Pà, hai visto mia madre? È alta più di un metro e ottanta e io ero grosso come lei. Quando mi hanno tirato fuori pesavo quasi sei chili.

Fu un generale di vent’anni occhi turchini e giacca uguale…

-Forse un ginecologo più esperto non si sarebbe fidato dei fianchi così larghi ed avrebbe tentato il cesareo subito invece di prendere il forcipe e cercare di tirarmi fuori a pezzi.

Fu un generale di vent’anni figlio di un temporale…

-Ed a pagarla non è stato condannato nessuno.

c’è un dollaro d’argento sul fondo del Sand Creek.

-Pà

-Mi accendi la tv?
-Cazzo, Andrè, sono le tre.
-Meglio, che a quest’ora ci stanno i canali privati coi siti porno. Fanno vedere le lesbiche che se la leccano a vicenda.
-Sì, così poi te ngrifi.
-E a che mi serve? Potessi muovere una mano almeno mi farei una sega. Non posso muovere nemmeno un dito per il telecomando.  Perché non inventano qualcosa che risponda agli impulsi della mente? Ecco, quella la muovo bene. Pà, dici che prima o poi un casco collegato alla tv o al pc non lo inventano?

…chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì,
a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek.

-Eppure in teoria una cosa del genere si può fare, pensa a come si velocizzerebbe l’informatica usando la mente al posto della tastiera. Lo dice pure mia madre. Lo sai che sono perito elettronico?

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso un lampo in un orecchio, nell’altro il paradiso…

-È perito elettronico pure tua madre?
-No, ma è come se lo fosse. In pratica con me ha ricominciato tutto daccapo, come credi che io abbia imparato a leggere? Facevamo così: lei leggeva e io imparavo, poi lei indicava e io leggevo, poi io dettavo e lei scriveva. Dalla prima elementare alla maturità. Sono uno dei pochi al mondo che sa leggere ma non sa scrivere, quando vedo qualcuno che scrive mi chiedo sempre che calligrafia avrei avuto io.
-Chi ti dice che sia una disgrazia? Magari ne avevi una da schifo come la mia…
-Ma lo sai che alla maturità mi hanno dato sessanta sessantesimi? Che imbecilli!
-Volevi di più?
-No volevo quello che meritavo, al massimo quaranta su sessanta, i punti in più li hanno dati alla mia sedia a rotelle.
-Forse perché si sono accorti che come perito elettronico vale più di te.
-Ahahahahahahahaha, che stronzone che sei Pà.
-Andrè, perché non provi a dormire un po’?
-Ok, ti lascio dormire, và.

Mi lascia dormire. Ma chi dorme più? Mica ti concilia il sonno pensare che per qualcuno il sogno più irrealizzabile non è vincere 100 miliardi al superenalotto, scoparsi la Bellucci o diventare il padrone dell’universo ma è poter muovere un dito. Cazzo: un dito!

le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l’albero della neve
fiorì di stelle rosse.

Prima stavamo ognuno in una stanza, poi Andrea mi ha chiesto se poteva trasferire il suo letto nella mia ed Angelotto ha detto “pueio”. Ora stiamo qui pigiati come tre sardine e ci sono due stanze vuote. Andrea ha 25 anni e l’insonnia di un settantenne. Sento russare e so benissimo di chi si tratta. Angelotto non dorme: la sera si infila la maglia che gli ha regalato Totti, muore e resuscita il giorno dopo. Ha 42 anni e tutto il resto di una creatura di tre, fiducia nel mondo compresa.

…ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek.

E io sto sveglio e spero che mi venga un po’ di sonno e che magari anche altre cose possano addormentarsi per un po’, perché ci sono dei rimpianti che nessuno sa che esistono ma che stanno sempre svegli. Immaginare come potrebbe essere la propria calligrafia per esempio, o cosa si prova ad avere il senso del tatto. Oppure se si è mai addormentato o ha tirato per un momento il fiato almeno uno dei milioni di minuti della vita di quella donna mansueta e sontuosa che negli ultimi 25 anni sono diventati proprietà incessante di suo figlio.  E ci sono pure delle domande che non possono dormire perché hanno risposte che non esistono.

-Pà, cosa è il tatto? E io non so rispondere perché nessuno può spiegare il colore ad un cieco o il rumore ad un sordo.

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c’erano solo cani e fumo e tende capovolte…

Stamattina tira un po’ di vento ed in spiaggia non ce li porto. Ci sistemiamo in giardino, compro il Corriere dello Sport e dico ad Angelotto di sfogliarlo davanti agli occhi di Andrea per farsi leggere le ultime su Totti, così mi sdraio e vedo di recuperare un po’ di sonno. Ma Angelotto ha il muso un po’ lungo. Ieri sera Graziella, l’assistente sociale che lo ha portato qui è andata via senza venirlo a salutare in camera come aveva promesso.
-Embè? Che problema c’è? La chiamiamo al cellulare.
Graziella è giovane e sorridente. Angelotto la ama come si può amare un incrocio fra l’angelo custode e la fata turchina, solo che sto cavolo di numero di cellulare di Graziella io non ne l’ho. Però ho quello di AnnA e lo faccio. La chiamo “Graziella” e gliela passo, lei capisce al volo.
-Ciao Angelotto, che mi dici?
-Tto bene, Cattiè. Mauizzio parla, parla parla, Andea chiama, chiacchera e chiama, Gianni cammina cammina cammina…
-E Paolo che fa?
-Paolo? Ahahaha Paolo dorme, dorme, dorme… ahahahah dorme…
Passa una ragazza in tanga. È bionda e abbronzata, due gambe come due autostrade ed un culo da infarto. Angelotto la guarda senza vederla e Andrea le lascia gli occhi appiccicati addosso. Io sento che incazzarmi un po’ con qualcuno mi farebbe bene, ma con chi me la prendo?

…tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Paolo V.


 

L’ALTRO TRAGICO 29 NOVEMBRE

Parlo di quello del 1947, in cui all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite fu approvata la risoluzione 181 per la partizione della Palestina: tragico per l’antichissimo popolo palestinese (PALESTINESI CHI) che con quella tragica risoluzione fu depredato della sua antichissima patria, lo Stato di Palestina, appunto. E già è lodevole che tutto il mondo civile commemori questa tragedia, in piena solidarietà col povero antichissimo popolo palestinese, ma ciò che veramente ci allarga il cuore è sapere che tale tragedia trova il giusto spazio proprio là dove è stata perpetrata, ossia all’ONU, commemorata con l’augusta presenza del segretario generale signor Kofi Annan (già con le mani sporche di sangue ruandese*), in una solenne cerimonia in cui fanno bella mostra di sé le carte geografiche in cui lo stato di Israele è scomparso a favore di quello di Palestina, leggere e guardare per credere: Giornata di solidarietà col popolo palestinese.

*Forse non tutti sanno che nel gennaio 1994 il generale Dallaire, comandante delle forze ONU in Ruanda, inviò a Kofi Annan, all’epoca capo delle missioni di pace dell’ONU, l’informazione che era imminente la messa in atto di un genocidio: Kofi Annan scelse di non intervenire. Tre anni e mezzo (e un milione di morti) più tardi Kofi Annan, diventato nel frattempo segretario generale dell’ONU, impedì al generale Dallaire di testimoniare in proposito (a chi volesse saperne di più sul genocidio in Ruanda, suggerisco il bellissimo e agghiacciante “Desideriamo informarla che domani verremo uccisi con le nostre famiglie” di Philip Gourevitch, Einaudi).

barbara

QUANDO IL SAND CREEK SI TINSE DI ROSSO

IL MASSACRO DI SAND CREEK

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Nel 1864 tra la popolazione della frontiera americana si creò un clima di paura e di tensione, la causa era la sommossa iniziata dai Sioux nel 1862 in Minnesota. Nella primavera di quello stesso anno nel Colorado alcune bande di Sioux, di Cheyenne e di Arapaho effettuarono delle rapine e dei saccheggi, dando molto filo da torcere ai bianchi, facendo iniziare così le prime scaramucce tra la Cavalleria dei Volontari del Colorado e i cacciatori Cheyenne.
In autunno i capi Cheyenne risposero favorevolmente ai “sondaggi di pace” del governatore John Evans, mettendosi sotto la protezione del maggiore Wynkoop (Uomo Bianco Alto) a Fort Lyon.
meeting
Uomo Bianco Alto aveva rapporti amichevoli con i Cheyenne, procurando la disapprovazione di alcuni ufficiali militari del Colorado. Così dopo essere stato accusato e rimproverato di far ”comandare gli indiani”, fu sostituito dal maggiore Scott J. Anthony, un ufficiale dei Volontari del Colorado.
Il governatore Evans affidò a John Chivington la “campagna di pacificazione”.
Chiving1
Chivington era un protestante metodista, alto quasi 2 metri e molto robusto, un tipo spaccone e arrogante, ogni qualvolta che incontrava un bianco, lo esortava a uccidere tutti gli indiani sia piccoli che grandi, era poi un personaggio molto conosciuto nella frontiera, famoso tra i cercatori d’oro e gli allevatori.
Il governo, impegnato nella Guerra di Secessione, non aveva modo di occuparsi della frontiera, ed erano quindi gli uomini del calibro di Chivington a rappresentare la legge e il governo nei sperduti territori del lontano West.
Le autorità locali per tutelare pionieri, cercatori d’oro, coloni, agricoltori, dalle scorrerie degli indiani che stavano diventando “sempre più fastidiosi”, non sentendosi sicuri con l’esercito, fecero ricorso ai reparti dei volontari, vigilantes reclutati sul posto, milizie improvvisate, avventurieri, disertori fuggiti dal fronte della guerra che stava imperversando.
Nel frattempo Chivington rifiutò indignato il brevetto di ufficiale cappellano che il governo gli offrì, così chiese ed ottenne un grado di combattente di capitano, che in poco tempo trasformò in colonnello, diventando il comandante dell’intero reggimento.
Fu per il suo odio sviscerato che provava contro gli uomini dalla pelle rossa che Chivington si fece la nomina di “cacciatore di indiani”.
Così quando gli attacchi e le scorrerie di alcuni indiani ostili divennero più frequenti contro pionieri e carovane che percorrevano il sentiero delle Smoky Hills, fu al colonnello Chivington con il suo 3° reggimento di Volontari che il governatore Evans si rivolse.
Evans emanò un decreto promettendo terre e denaro a chiunque uccideva un indiano.
Questo era un invito che Chivington ed i suoi non si fecero certo ripetere.
Nel forte c’era una piccola guarnigione di soldati, tra cui alcuni ufficiali regolari. Questi fecero notare a Chivington che non tutti gli indiani erano nemici, in particolar modo la tribù Cheyenne di Motavato (Pentola Nera) che si trovava accampata a circa 60 km. dal forte.
Pentola Nera
Pentola Nera era un capo pacifico e credeva molto nella parola dell’uomo bianco, aveva anche firmato la pace pochi mesi prima con l’esercito, consentendo così il transito dei carri che passavano attraverso il suo territorio. Ma questo a Chivington non interessava più di tanto, ed iniziò ad infuriarsi e ad accusare ufficiali e soldati che non erano d’accordo con lui dicendo che erano dei codardi e dei traditori. In particolar modo inveì contro il capitano Silas Soule, il tenente Joseph Cramer e il tenente James Condor. Agitando il pugno vicino alla faccia del tenente Cramer disse: odio tutti coloro che simpatizzano per gli indiani, bisogna sterminarli tutti, è il dovere di ogni patriota americano. Tutto questo tra gli applausi dei suoi volontari.
Per non ritrovarsi davanti ad una corte marziale i tre ufficiali dovettero partecipare loro malgrado alla spedizione. Essi comunque ordinarono ai loro uomini di sparare solo per difendersi.
Era la sera del 28 novembre 1864 quando l’ex predicatore metodista con più di 700 uomini al suo seguito uscì da Fort Lyon per andare a “caccia di indiani”. Chivington dando la carica ai suoi uomini disse: “uccidete qualsiasi indiano che incontrate sulla vostra strada”.
Il villaggio di Caldaia Nera si trovava in un ansa del Sand Creek, il suo tipì era situato quasi al centro, ad ovest c’erano Antilope Bianca e Copricapo di Guerra con la loro gente. Sull’altro versante, quello orientale c’era il campo arapaho di Mano Sinistra. Complessivamente vi si trovavano quasi 600 persone, la maggior parte di loro erano donne, bambini ed anziani.
Quasi tutti i guerrieri si trovavano lontani, a caccia di bisonti, come gli era stato suggerito dal maggiore Anthony.
Alle prime luci dell’alba la colonna raggiunse il villaggio, nell’accampamento nessuno si immaginava che cosa stesse per accadere, d’improvviso i Cheyenne si svegliarono con il rumore dei cavalli al galoppo. Si scorsero i primi soldati e tra la gente si diffuse subito il panico.
Sand Creek dis
Donna Sacra, moglie di Pentola Nera fu una delle prime persone ad avvistare i soldati, iniziò così ad urlare fortemente per dare l’allarme al villaggio. Pentola Nera si trovava nel suo tipì, sentendo la moglie urlare uscì all’aperto e vide i soldati che avanzavano, fermamente convinto delle rassicurazioni avute dal magg. Anthony, cercò di calmare la sua gente e innalzò la bandiera americana, lo stesso vessillo che gli era stato offerto in segno di amicizia dai soldati al momento della firma.
Caldaia Nera attendeva protezione, ma le prime bordate scoppiarono. Quando gli fu chiaro che i soldati erano venuti per uccidere, si scagliò contro di loro a mani nude, ma alcuni suoi guerrieri riuscirono a metterlo fortunatamente in salvo.
Un vecchio settantenne, Antilope Bianca, anche lui disarmato, invece di fuggire disse ai pochi guerrieri rimasti che tutto ciò era colpa loro, di loro vecchi che si erano fidati della parola dell’uomo bianco. Andò incontro al comandante dei soldati (testimonianza di Beckwourth, la guida che si trovava al fianco di Chivington), tenendo bene le mani alzate e dicendo chiaramente in lingua americana: fermatevi, fermatevi… egli si fermò e incrociò le braccia. Una pallottola lo prese in faccia, prima di spirare intonò il suo canto di morte: niente vive per sempre sola la terra e i monti sono eterni…
Nel frattempo anche Mano Sinistra e gli Arapaho cercarono di raggiungere la bandiera di Pentola Nera, fermandosi davanti ai soldati con le braccia incrociate disse che non voleva combattere contro i suoi amici bianchi.
Morì fucilato anche lui sotto i colpi dei volontari.
Ci furono molte scene raccapriccianti in tutto il campo, la maggior parte degli uomini di Chivington erano completamente ubriachi e si lasciarono andare in una frenesia omicida, massacrando barbaramente tutti gli indiani che capitavano a tiro.
Non risparmiarono nessuno, si accanirono anche sui cadaveri mutilandoli e scotennandoli…
Ci furono diverse testimonianze, sia da parte dei bianchi che da parte degli indiani.
Coperta Grigia (John Smith l’interprete di Fort Lyon) riferì che dei soldati catturarono tre bambini e li condussero davanti a un gruppo di ufficiali. Il più grande aveva 8 anni, gli altri due avevano 4 e 5 anni, il tenente Harry Richmond disse: abbiamo l’ordine di ucciderli tutti, ne uccise uno sparandogli un colpo di pistola alla testa. Uccise anche gli altri due nonostante i pianti e le suppliche.
Robert Bent, figlio maggiore di William Bent (che prese in moglie una donna Cheyenne),
george bent&magpie
si trovò suo malgrado insieme a Chivington, vide cinque donne nascoste dietro un cumulo di sabbia, i soldati avanzarono verso di loro, uscirono fuori tirandosi su i vestiti per far capire che erano donne, chiesero pietà, i soldati le fucilarono.
Altre 30-40 donne si misero al riparo di un anfratto, mandarono fuori una bambina di 6 anni con una bandiera bianca attaccata a un bastoncino, fece pochi passi e un colpo di fucile la uccise. Poi uccisero anche tutte le donne che si erano nascoste nell’anfratto, senza opporre nessuna resistenza.
Tutti i morti che vide Robert Bent erano stati scotennati. Vide anche un certo numero di neonati uccisi con le loro mamme…
Il vecchio Tre Dita (uno dei sopravvissuti) raccontò che sua madre si mise sulle spalle il figlio più piccolo e correva verso il torrente tenendo per mano lo stesso Tre Dita, i soldati continuarono a sparare ugualmente, un proiettile la colpì alla spalla, nonostante fosse ferita riuscì a mettersi in salvo. Quando prese il bambino piccolo che portava sulle spalle si accorse che era morto, colpito da un proiettile. Anche suo marito venne ucciso quel giorno. In seguito lei andò a vivere con i Cheyenne del Nord e rimase con loro molti anni. Il vecchio Tre Dita non dimenticò mai quello che successe a lui ed a sua madre quel giorno al Torrente della Sabbia…
Un’altra donna, la moglie di Orso Nero portava una cicatrice nel posto in cui era stata colpita, per questo motivo la chiamavano Un Occhio Andato Insieme. Raccontò cose atroci sui soldati che uccidevano i bambini, portavano via le donne trattandole male. Ne uccisero la maggior parte, ma qualcuna riuscì a salvarsi e raccontò quello che successe.
Queste ed altre atrocità ancora furono commesse quella volta sul Torrente della Sabbia.
Nessun Cheyenne che riuscì a salvarsi dimenticò quello che vide laggiù quel giorno.
Era la Luna Cheyenne di Quando i Cervi Sono in Fregola…
La descrizione di Robert Bent su quello che fecero Chivington ed i suoi volontari venne confermato dal tenente James Connor. Il giorno dopo quando tornarono sul campo di battaglia (se battaglia si vuole chiamare) non vi era un solo corpo di uomo, donna o bambino a cui non fosse stato tolto lo scalpo, ed in molti casi i cadaveri erano mutilati in modo orrendo.
Un reggimento ben addestrato e disciplinato avrebbe potuto annientare sicuramente tutti gli indiani che quel giorno si trovavano sul Sand Creek. Fu grazie alla mancanza di disciplina, alle abbondanti bevute di whisky, ed alla scarsa precisione di tiro da parte dei volontari che quel giorno molti indiani riuscirono a mettersi in salvo.
Quando tutto fu finito sul campo vi erano 105 morti tra donne e bambini e 28 uomini.
Tombstone_Sand_Creek
Nel suo rapporto ufficiale Chivington disse di aver ucciso 400-500 guerrieri.
Tra le sue file vi furono 9 morti e 38 feriti, questo non per la reazione da parte indiana, ma a causa del tiro disordinato dei suoi volontari.
Rimasero uccisi i capi Antilope Bianca, Occhio Solo e Copricapo di Guerra. Mano Sinistra fu ferito da una pallottola ma riuscì a scamparla. Pentola Nera riuscì a salvarsi trovando un rifugio in un burrone, sua moglie Donna Sacra nonostante avesse 7 pallottole addosso riuscì a sopravvivere. Tra i cadaveri che i becchini bianchi andarono a seppellire nelle fosse comuni scavate accanto al Torrente della Sabbia (1 dollaro per ogni cadavere) c’era anche il corpo di Donna Gialla, la donna Cheyenne che il giovane Cavallo Pazzo salvò nel massacro di Blue Water Creek.
Dopo pochi giorni a Denver in ogni locale della città cui c’era uno spettacolo, c’era una presentazione al pubblico di uno degli “eroi”, uno dei reduci del Sand Creek, accompagnato da alcuni trofei di guerra, una lancia, una freccia, uno scalpo ancora completo di trecce da esibire, tra gli applausi ed i tono ironici dei signori e delle signore. Nei locali più malfamati erano riservati i trofei più raccapriccianti, i genitali maschili e femminili amputati ai cadaveri dei Cheyenne uccisi.
Per molti giorni dopo l’eccidio, le prostitute della città avevano promesso amore gratis a chi le avrebbe ricompensate con le capigliature sanguinanti dei selvaggi ed a tutti i reduci del Sand Creek che si fossero presentati nei bordelli esibendo lo scalpo con il pube tagliato via a una donna Cheyenne.
Ci volle diverso tempo, per far tornare Denver alla “normalità”.

Nel frattempo a Washington iniziarono a nascere dei forti dubbi sull’“impresa militare” compiuta da Chivington, e quando alcune testimonianze del massacro giunsero ad alcuni giornalisti dell’est, fu nominata una corte marziale per giudicare il “Colonnello”.
guerrier_testimone il testimone Edmond Guerrier

Per sfuggire alla giustizia militare Chivington rassegnò le dimissioni dall’incarico paramilitare.
Il governo allora nominò una commissione d’inchiesta civile presieduta da Kit Carson.
Ascoltarono i testimoni oculari, gli ufficiali di Fort Lyon che visitarono il villaggio dopo la strage, e i medici militari che esaminarono i cadaveri e soccorsero i feriti ancora vivi.
Tutti i rapporti militari sostennero chiaramente che non erano ferite da combattimento quelle trovate sui cadaveri, bensì colpi dati a vecchi inermi, a donne e bambini in fuga o riversi a terra già agonizzanti.
Per la commissione non ci furono dubbi.
Nel suo rapporto finale Carson scrisse che quello che successe a Sand Creek fu una strage premeditata, un massacro compiuto da vigliacchi.
Nessuna punizione fu inflitta a Chivington ed i suoi eroi.
Lui e il suo 3° reggimento di volontari si trasformarono in una vergogna nazionale.
Il colonnello se ne tornò nel suo nativo Ohio tentando la fortuna con la carriera politica, si fece eleggere assessore all’ordine pubblico.
In quanto a Pentola Nera, che teneva tanto alle relazioni amichevoli e che rispose favorevolmente ai sondaggi di pace, dopo aver visto quello che successe quel giorno al Sand Creek si rese conto che dell’uomo bianco non ci si poteva più fidare. Non gli fu concesso nessun risarcimento da parte del governo e fu ripudiato dai suoi guerrieri.
Pentola Nera insieme a sua moglie Donna Sacra, moriranno 4 anni più tardi nella battaglia sul fiume Washita.
Sotto la presidenza Clinton il Congresso degli Stati Uniti si è pronunciato nuovamente sull’eccidio del Sand Creek e sono state presentate le scuse ufficiali alla nazione indiana. Lo ha preteso Ben “Cavallo della Notte” Campbell , senatore indiano del Colorado. Tutto il Congresso si è schierato con lui. Erano presenti anche Colo, il delegato agli Indian Affairs ed il senatore Daniel Inonye nell’ufficio di Bill Clinton quando lo stesso presidente firmava il decreto legge che assegnava un fondo monetario per organizzare un gruppo di studio per trovare la zona precisa dove avvenne il massacro.
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Oltre a diventare parco nazionale
SandCr-site
fu prevista anche la costruzione di un monumento alla memoria.
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Per la ricerca furono incaricati indiani Cheyennes ed Arapaho. Il luogo si trova a circa 40 miglia a nord di Lamar. (fonte non più presente in rete)

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Here are some of the names of those reputed to have been killed at Sand Creek, according to various sources:

Vo-ke-cha/White Hat
Na-ko-ne-tum/Bear Skin or Robe
Na-ko-yu-sus/Wounded Bear
O-ko-che-voh-i-tan/Crow Necklace
No-ko-a-mine/Bear Feathers
Ne-sko-mo-ne/Two Lances
O-ne-mok-tan/Black Wolf
Vo-ki-ve-cum-se-mos-ta/White Antelope
E-se-ma-ki/One Eye
Ne-so-min-ni/Tall Bear
Co-kah-you-son-ne/Feather Head
On-ne-ma(hito)/Tall or Big Wolf
O-ka-cha-his-ta/Heap of Crows – killed were both a father and son of the same name, and the sons wife and children.
O-ko-che-vo-voi-se/Spotted Crow
Ma-pa-vin-iste/Standing Water
Make-ti-he/Big Head
Mah-she-ne-(ve)/Red Arm
No-ko-ist/Sitting Bear
Vou-ti-pat/Kiowa
Mak-o-wah/Big Shell
O-ne-ah-tah/Wolf Mule
Ve-hoe/White Man
Oh-to-mai-ha/Tall Bull
Mok-tow/Black Horse
Oh-co-mo-on-est/Yellow Wolf
No-veh-yah/Loser in the Race
Co-pe-pah/Coffee
Ta-ik-ha-seh/Cut Nose
Veh-yah-nak-hoh/Hog
No-ko-nis-seh/Lame Bear
Oh-tam-i-mi-neh/Dog Coming Up
Why-mih-est/Foot Tracks
One-vah-kies/Bob-Tail Wolf
Mo-ke-kah/Blue Crane
Ah-kah/Skunk
Ni-het/Mound Of Rocks
Vos-ti-o-kist/White Calf
Oh-e-vil/(Morning Star or Dull Knife, listed as Black Kettles brother)
Min-ne-no-ah/Whirlwind or Standing Bear
Mi-hah-min-est/Spirit Walking
Wost-sa-sa-mi/White Crane
Wi-can-noh/Forked Stick
O-hit-tan/Crow
Mah-hite/(Iron ?)
Mah-ki-mish-yov/Big Child
Man-i-tan/Red Paint
To-ha-voh-yest/White Faced Bull
No-ko-ny-u-/Kills Bear
No-ko-nih-tyes/Big Louse
O-ha-ni-no/Man On Hill
Mah-voh-ca-mist/White Beaver
Mah-in-ne-est/Turtle Following His Wife
Mak-iv-veya-tah/Wooden Leg
O-ma-ish-po/Big Smoke
Ne-o-mi-ve-yuh/Sand Hill
Mo-ha-yah/Elk AKA Cohoe
Van-nit-tah/Spanish Woman
O-tat-ta-wah/Blue Horse
Kingfisher
Cut Lip Bear
Smoke or Big Smoke
One Eye
Big Man
Cheyenne Chief Left Hand
Kah-makt/ Stick or Wood
Oh-no-mis-ta/Wolf That Hears
Co-se-to/Painted or Pointed Tomahawk
Ta-na-ha-ta/One Leg
O-tah-nis-to(te)/Bull That Hears
O-tah-nis-ta-to-ve/Seven Bulls
Mis-ti-mah/Big Owl
No-ko-i-yan/Bear Shield
Vo-ki-mok-tan/Black Antelope
O-to-a-yest-yet/Bull Neck
Sish-e-nue-it/Snake
Non-ne/Lame Man, White Bear or Curious Horn
O-ne-na-vist/Wolf Horn
Com-sev-vah/Shriveled Leg
O-ne-i-nis-to/Wolf That Speaks or
Howling Wolf
No-ko-i-kat/Little Bear
O-ne-mi-yesp/Flying Bird
Moh-sehna-vo-voit/Spotted Horse
Ish-ho-me-ne/Rising Sun
Wip-puh-tah/Empty Belly
Mah-oist/Red Sheath
Ak-kin-noht/Squirrel
Meh-on-ne/Making Road
O-ko-oh-tu-eh/Bull Pup,
Male Crow O-ye-kis/Man Who Peeps Over The Hill
O-ne-i-kit/Little wolf
Sa-wah-nah/Shawnee
Mok-tok-kah/Wolf Road
O-ha-va-man/Scabby Man
Ta-ne-vo/Arapahoe
A-st-yet/Bushy Head
Ca-sum-mi/Wolf Grey
Kah-i-nist-teh/Standing Skunk
Kast-yah/Lean Belly
No-ko-mi-kis/Old bear
Tah-vo-tuveh/Mad Bull
Vo-tou-yah/Tall Bird
No-ko-se-vist/? Bear
Es-toh/Stuffed Gut
Oh-mah/Little Beaver
Mah-hi-vist/Red Bird
Ve-hoe/White Man
O-ko-che-ut-tan-yuh/Male Crow
E-yo-vah-hi-heh/Yellow Woman
Min-hit-it-tan-yeh/Male Cherry
A-ya-ma-na-kuh/Bear Above
O-kin-neh/Smooth Face
No-ku-hist/(Possibly White Bear) (fonte non più presente in rete)

barbara

ENNESIMA TRUFFA GIUDAICOMASSONICA

Ariel Bloumstein fa lo strillone, vende giornali per strada.
Urla: “ennesima truffa giudaico-massonicaaaaaaaaaaa 37 VITTIMEEEEE, comprate l’Eco dell’Urbeeeee, solo 12€!!!!”. Al che naturalmente, il primo komplottaro antisemita che incontra, gli compra subito il giornale… E lui imperterrito continua: “Ennesima truffa giudaico massonicaaaaaaa 38 VITTIMEEEEEEEEEEEEEEEE!…

E adesso beccatevi quest’altra diavoleria giudaica: il jazz con l’arpa.

barbara

FANTASMAGORIE

Perché ogni tanto bisogna anche ricordare

FANTASMAgorie

Stendo un panno bianco, accendo una lanterna.
Muovo i miei attori tra l’uno e l’altra, proietto una vecchia pellicola, un frenetico movimento d’ombre.
Una danze di falene, attorno alla fiamma che le brucerà.
Levi amò Marie e generarono Isaac.
Isaac amò una deliziosa fanciulla: generarono Sara e David.
Sara sposò Geremia.
Sara e Geremia generò Hanna, Salomon e Jacob.
David conobbe Rachel e generarono Rebecca, Moshe e Jerico.
Da loro si generarono Lazarus, Olga, Irene, Emil, Johanna, Benjamin…
Agito la mia lanterna magica, proiettato sullo schermo della Storia una fantasmagoria, un rapido susseguirsi d’immagini, luci, colori e suoni; il pianto, il riso, le parole, dapprima infantili, di queste generazioni.
La loro voce, sempre più greve, durante la crescita.
Li faccio vivere, nella mia mente: apro mondi, confini e dimensioni che trascendono la placenta spazio-tempo in cui galleggiamo.
Vi ho portato su un sentiero – dei tanti – che si è biforcato all’origine di un bivio.
Per un attimo abbiamo percorso un tratto di strada sui passi di un altro mondo, qualcosa che poteva essere e non è stato.
Un parto che mai successe; l’aborto del bimbo chiamato futuro.
Levi non generò.
Marie non generò.
Levi morì, a Mauthausen.
Marie spirò ad Auschwitz.
Isaac in entrambi.
FANTASMA(gorie), insieme caotico di cose, concetti, elementi, pensieri, immagini, a confondere la mente di chi osserva, legge o ascolta.
Solo, purtroppo, un FANTASMA: immagine illusoria, ingannevole e fantastica di uno scenario immaginario dove è proiettato un film mai fatto.
Illusione, inganno e fantasia, uno scenario virtuale, “fantasmagoria” di una lanterna che proiettò solo ombre;
come quella dell’uomo “vaporizzato”, evaporato: molecole “spruzzate” sul muro, “spennellate” dall’esplosione di una bomba atomica sessant’anni fa, in una piccola città del Giappone.
Lanterna magica, generatrice d’ombre, tremule, sull’inconsistente trama, sul trasparente tessuto della Storia.
Una Storia che non fu mai. Uomini e donne che non furono mai.
Radici estirpate e rami tagliati, “disboscati” da chi uccise Levi e Marie.
Ma anche Isaac, Sara, David, Hanna, Salomon, e Jacob, Rebecca, Moshe e Jerico e…e…
Conserviamo la memoria.
Raccogliamo il racconto di chi ormai è quasi alla fine dei giorni che Dio gli ha donato.
Ascoltiamo i loro ultimi respiri, le parole che vengono da lontano.
Evocano FANTASMI: le voci di Levi, di Marie, il pianto di Isaac, il grido di Sara e David.
I grani di un rosario che si snoda come una lunga fila di spettri, in una nebbiosa brughiera: Inconsistenti, eterei, impalpabili.
Ora, per un attimo, esistono: io li ho chiamati.
La memoria, il ricordo, li può far restare: dimenticate e li cancellerete ancora una volta!
Israele ha perso molto più di una somma di parti, di una conta di teste, cancellate nei campi di concentramento.
Un buon motivo per gettare la “spada di Brenno” sul piatto della bilancia.
Scusate la digressione, ma io sono come la cartuccia d’inchiostro della stampante: spesso scrivo…”a getto”.
Non rispetto la logica degli argomenti e la coerenza dei tempi.
Ma da giullar qual sono, a corte debbo non solo far l’ilare ma, talvolta, anche far pensare.
La memoria, la memoria: solo con questa si entrerà nel “giardino dei Giusti”, nell’Agorà.
Giuseppe Fontana (lettera pubblicata nel forum di Magdi Allam)

Il mitico Beppe Fontana, la mitica penna del mitico Beppe Fontana: quanto ci mancano, quanto ci manca la sua capacità di dare vita anche a chi vita non ebbe.

barbara

 

ORA IO, SECONDO LA SUA LOGICA

boldrinascema
dovrei chiedere scusa a nome di tutte le donne perché il problema della scemitudine è un problema delle donne? Col piffero, cara boldrina! Col piffero che sono sceme le donne e col piffero che io chiedo scusa! Scusati tu, che della scemitudine sei la quintessenza. Eccheccazzo.
E per fare dispetto alla boldrina senti allora cosa fo: ti sparo una canzone antifemminista, ecco cosa fo.

barbara

BUONE NOTIZIE, RAGAZZE!

Ho letto un articolo interessantissimo, di cui voglio farvi partecipi. È un nuovo studio sull’orgasmo femminile, condotto da Nan Wise, neuroscienziata della Rutgers University, che ha portato a importanti scoperte. “La prima è che durante l’orgasmo le donne sono meno sensibili agli stimoli dolorosi – la loro abilità [abilità? ndb] nel sopportare un pizzicotto aumenta del 75%” e già questa, diciamolo, è una cosa che sicuramente cambierà la vita a tutte noi. Perché, diciamolo, quale uomo non ha l’abitudine di sbizzarrirsi in pizzicotti a raffica – non avendo nient’altro di meglio da fare – nel momento preciso in cui stiamo avendo un orgasmo? “La seconda scoperta è la demolizione di un luogo comune, secondo cui per raggiungere l’orgasmo, il cervello femminile debba spegnersi dalle preoccupazioni”. Ma ci pensate? Tutte noi lì ad aspettare, per poterci fare una sana scopata, che cessino tutte le guerre del pianeta, che sparisca la fame nel mondo, che zia Guendalina ci perdoni per quella rispostaccia che le abbiamo dato in un momento di nervosismo, che si riesca a fare la pace con la cugina con cui abbiamo litigato, che il datore di lavoro ci firmi il contratto a tempo indeterminato, che il mutuo della casa sia stato pagato fino all’ultima rata, che il tecnico sia venuto a sostituire il rubinetto malfuzionante della caldaia, che il veterinario ci abbia vaccinato il gatto, che nessun parente sia ammalato… e invece adesso possiamo scopare anche lo stesso! Dite la verità che vi state sentendo rinascere!

Ma quello che trovo veramente sorprendente, anzi stupefacente, è l’abnegazione di questa neuroscienziata, che chissà quanto tempo avrà passato appostata accanto ai letti degli scopanti, pronta a scattare quando parte l’orgasmo per mollare pizzicotti e misurare accuratamente il dolore provocato in modo da poterli confrontare col livello di dolorosità dei pizzicotti anorgasmici, e immagino la complessità delle tecniche messe a punto per far sì che i pizzicotti abbiano tutti la stessa identica forza. Per non parlare di quando l’orgasmo risulta troppo breve (sì, lo so, un orgasmo breve è una tragedia, ma a quanto pare esistono davvero, e con la realtà – non c’è niente da fare – bisogna fare i conti) e tocca dire “Spiacente, dovete rifare tutto da capo”. Il Nobel per la medicina, dovrebbero darle.

PS: ma lo saprà, questa, che cos’è un orgasmo?
Nan Wise
barbara

CHI VIENE PRIMA

nomi…

In vista della suddivisione della terra d’Israele, la Torah elenca i capifamiglia di ogni tribù, e per ognuno di loro mette il nome della famiglia, derivato dal nome del capofamiglia al quale viene aggiunta una “he” all’inizio ed una “yod” alla fine. Anche se grammaticalmente la cosa è necessaria (ad es. in italiano, da Levì abbiamo “i Leviti”, aggiungendo l’articolo, ossia la “he”, ed un suffisso di appartenenza), Rashì nota che la “he” e la “yod” fanno parte del Nome d D.o, cosa che giustifica il midràsh secondo il quale Ha-Qadòsh Barùkh Hu ha voluto associare loro il Suo Nome per testimoniarne la discendenza legittima.
Ma il Kelì Yaqàr nota un’apparente incongruenza: nel Nome di D.o la “yod” viene prima della “he”, mentre nei nomi delle famiglie è l’opposto!
La “yod” è parte della parola “ish”, uomo, mentre la “he” si ritrova in “ishà”, donna. Spiega il Kelì Yaqàr che nelle questioni inerenti la famiglia, e soprattutto la sua santità, la donna è più attenta dell’uomo; perciò è giusto che nei nomi delle famiglie la “he” preceda la “yod”.

Elia Richetti, rabbino (Moked, 13 luglio 2017)

Qualcuno è convinto che l’ebraismo sia una religione (cultura, organizzazione, sistema di vita…) straordinariamente maschilista: si sbaglia clamorosamente. Naturalmente ogni società è influenzata dall’ambiente in cui è inserita, e non è quindi difficile trovare ebrei maschilisti, e neanche società del passato maschiliste, ma l’ebraismo, così come è codificato nelle Scritture, ne è l’esatto contrario. Un esempio? La donna ha meno obblighi relativi alle preghiere, soprattutto per quelle legate a orari precisi (attenzione: ci sono preghiere che la donna non è tenuta a recitare, NON preghiere che le sia vietato recitare): in parte perché ha più impegni dell’uomo, ma in parte anche perché la preghiera serve a santificare, e la donna è già santa di suo. E chi avesse voglia di leggere con attenzione le Scritture, di esempi ne troverà in abbondanza.

barbara