MIO PADRE IN UNA SCATOLA DA SCARPE

Sembrerebbe una storia che scorre piana, questa. Non senza qualche increspatura, certo: siamo in terra di camorra, dove si può finire sparati per uno sguardo; come potrebbero non esserci increspature? Ma tutto quello che vuole Michele è una vita semplice, senza pretese, sempre attento a evitare le vie che incrociano altre vie pericolose, e riesce a costruirsela: la scuola, l’amore, il matrimonio, un lavoro sicuro e pulito, i figli, i nipoti, un bell’orto da curare nel tempo libero. Eppure lo percepisci chiaramente che la bufera arriverà, lo annusi a ogni pagina. E ad un certo punto sai con certezza che si sta preparando, che sta per arrivare, come quando esci di casa e dici: arriva la neve. Non vedi niente di diverso dal giorno prima, non senti niente di diverso, eppure sai che la neve sta per arrivare. E infatti arriva. E nonostante fossi preparato fin dalla prima pagina, non arrivi a capire l’esatto significato del titolo fino a quando lei, la scatola, non compare in scena.
È un libro che ti lascia l’amaro in bocca, questo, perché non c’è il lieto fine. E non c’è neppure, a differenza dei gialli, la catarsi della soluzione del mistero. Perché questo non è un giallo: è fatto a forma di romanzo, ma racconta una storia vera, e nella vita vera non sempre la catarsi è garantita. E sicuramente non è prevista la catarsi nelle mille e mille altre storie vere, identiche a questa, di mafia e di camorra. Ma nonostante l’amaro è un libro che è bene leggere: lo dobbiamo a tutte le vittime innocenti, morte di mafia, e poi di nuovo morte di omertà, e poi ancora una volta morte di complicità – per paura o per interesse – delle istituzioni che dovrebbero proteggerle. Non aggiungiamo anche la quarta morte con la nostra indifferenza. E poi è anche un libro che è bello leggere perché ha una bellissima scrittura. E ancora, perché Giulio Cavalli, l’autore, è uno che per la sua guerra alla mafia rischia la vita, e infatti vive sotto scorta. C’è anche un video, con un’intervista alla figlia di Michele: non lo metto, perché se qualcuno che non lo conosce volesse leggerlo, gli guasterebbe il piacere della lettura anticipandogli la fine, ma chi lo volesse comunque guardare lo può trovare qui.

Giulio Cavalli, Mio padre in una scatola da scarpe, Rizzoli
mio padre in una scatola di scarpe
barbara