Ripesco questo gioiellino di tre anni e mezzo fa.
All’inizio vennero a fucilare i comunisti persiani
Non dissi nulla perché non ero persiano
Poi decapitarono Daniel Pearl
E non dissi niente, non ero mica un giornalista
Poi accoltellarono Theo Van Gogh
Tacqui, che non ero un regista
Poi sterminarono i darfuri
Son forse un negro, io?
Seppellirono vivi gli yazidi
Avevo tanti difetti, ma non ero zoroastriano…
Crocefissero i caldei
Ma avevo ben altro di cui occuparmi.
Infine vennero a prendere me
Ma era rimasto solo di Battista:
“Tocca capirli, cos’altro posson fare? La colpa è nostra. E dei gasdotti. Serve il dialogo.”
Dissi loro: “decapitate lui!”
“Ehi, siam jihadisti, mica scemi. Lui ci serve così. Alla fine, se mai. Dulcis in fundo.”
Vanni Frediani
Immagino che adesso questo delizioso divertissement a carico del braccio destro del Lìder Maximo, anche se il Nostro ha deciso di non voler essere ministro, sarà diventato vilipendio alle autorità dello stato, ma in nome della libertà di parola sono pronta a offrire il collo al boia amico del signor Alessandro-il-grande Di Battista. Il quale va a votare e sbaglia seggio.
È perché ha cambiato casa, dice, e il comune non gli ha mandato l’indicazione del nuovo seggio: ma lui, ha provveduto a comunicare in comune che ha cambiato casa?
barbara