che cosa fa un buon padre musulmano, preoccupato per la sua educazione? Semplice: la violenta. Naturalmente potrebbe ucciderla, e non è detto che poi non lo faccia, ma prima si preoccupa giustamente di educarla, in modo che impari bene come si deve comportare una buona figlia musulmana. Poi succede che la figlia scappa, si rivolge alla polizia (essendosi così scandalosamente occidentalizzata, ha anche idea di cosa fare in questi casi) e il padre viene arrestato con l’accusa di stupro e incesto. E lui non capisce, non si capacita di quell’accusa assurda: che cosa c’è di male a esercitare i propri diritti di padre conformemente alla sharia?! Poi tenta di negare, ma il test del DNA lo inchioda, e allora cosa fa? Spiega che si sbagliano tutti, che non è così che funziona: lui è stato seduto sul letto della figlia per parlare con lei e il suo DNA si è trasferito su di lei per contatto indiretto, ecco, è così che sono andate le cose.
Se invece si tratta di una qualche piccola marachella infantile, un peccato veniale, come diciamo noi infedeli, allora sarà sufficiente una punizione simbolica, così:
NOTA: poiché il video non è più disponibile, e non sembrano esistere altre copie, lo descrivo: c’è un bambino sui quattro-cinque anni che il padre, con la faccia coperta dalla keffiyah, prende, lo mette su una specie di piedistallo sopra il tavolo e gli infila la testa in un cappio che pende dal soffitto, mentre il bambino urla disperatamente e tenta con tutta la sua forza di divincolarsi. Una volta infilata la testa nel cappio, il padre, pur continuando a sostenerlo, lo lascia però pendere un po’ (alla fine del video il viso del bambino è un po’ paonazzo) mentre il bambino continua a urlare; segue uno scambio che dai toni sembra qualcosa come “giura che non lo farai più” con risposta del bambino e successive ulteriori e sempre più perentorie richieste di conferma. Alla fine lo tira giù e il bambino si accascia sfinito, mentre in sottofondo si sente una divertita risata femminile.
Poi volendo ci sarebbe la pakistana sgozzata perché voleva sposare un italiano, ma a queste storie qui siamo ben abituati, in Italia. (Com’è che…? Ah sì: risorse) E prossimamente su questo schermo…
barbara