DAL GOLAN (14/2)

E naturalmente comincio dalla cosa più importante immortalata in questa foto presa a tradimento mentre mi stavo gustando quell’anguria che era la dolcezza fatta persona
barbara cocomero
(sì, l’anguria è una persona: qualcosa da ridire?)

Sul Golan sono stata diverse volte, ma questa è stata un’esperienza particolare perché ci siamo arrivati sulle jeep, inerpicandoci su sentieri rocciosi con buche e massi, in alcuni (brevi!) tratti con pendenze anche di 30°-40°. Quando siamo arrivati in cima (non so esattamente in quale punto delle Alture), con vista sulla Siria, si potevano distintamente sentire i rumori dei combattimenti in direzione di Damasco – che dista circa tre quarti d’ora d’auto, e abbiamo continuato a sentirli anche durante la sosta alla tappa successiva, alcune decine di chilometri più distante. A combattersi senza esclusione di colpi sono in questo momento circa 400 fazioni, e i Paesi direttamente o indirettamente coinvolti sono non meno di 50: questo andrebbe sempre fatto presente a chi ogni tanto si mette a dire che dobbiamo intervenire in Siria, dobbiamo aiutare la Siria, a invocare libertà per la Siria: intervenire come? Aiutare chi? Libertà da chi e a favore di chi? Qualcuno potrebbe pensare che “fintanto che si ammazzano fra di loro a noi va bene”, ma non è affatto così; Israele, per lo meno, non la pensa affatto così: dei vicini bellicosi e assetati di sangue alle porte di casa non sono esattamente la ricetta migliore per dormire sonni tranquilli, e gli avvenimenti di qualche settimana fa sono lì a dimostrarlo.

Avendo già fatto e pubblicato numerose foto in occasione delle visite precedenti, questa volta non ne ho fatte, tranne una, questa:
dal Golan
Quello che si vede là sotto, fotografato dall’autobus, è un villaggio israeliano: non credo occorra molta fantasia per immaginare che cosa succedeva quando questo territorio era in mano siriana, ossia fino al 1967 quando, con la Guerra dei Sei Giorni è stato liberato – in senso letterale: gli israeliani sono stati finalmente liberati dall’incubo dei cecchini siriani che sparavano fin dentro le finestre di villaggi e kibbutz, i pescatori israeliani sono stati liberati dall’incubo dei cecchini siriani che sparavano mentre pescavano, l’intero stato di Israele è stato liberato dall’incubo di un nemico feroce che incombeva su una parte cospicua dello stato e con la possibilità di invaderlo in qualunque momento in brevissimo tempo: ditelo a chi ciancia di restituzione! Ora, per fortuna, il pericolo non sussiste più, grazie all’annessione decisa dal parlamento israeliano nel 1981, e la difesa di Israele si combatte sul confine opposto. Che poi, a proposito di “restituzione” (come quella dei territori “occupati” o territori “palestinesi”, che dir si voglia), ci sarebbe da ricordare che questo territorio è ripetutamente ricordato nella Bibbia col nome di Bashan, fertilissimo grazie al terreno di origine vulcanica: anche qui, come in tutto il resto del Medio Oriente e del Nord Africa, gli arabi sono arrivati dopo, arabizzando e islamizzando a suon di invasioni e occupazioni e massacri e deportazioni e stupri etnici e conversioni più o meno forzate. DOPO.

Delle guerre fra Israele e Siria sono rimaste le mine, moltissime, messe da entrambe le parti del conflitto: spesso le strade sono costeggiate da sbarramenti con l’avviso di terreno minato; non vengono bonificate, oltre che per l’enorme costo e difficoltà dell’operazione, anche perché con pioggia e piccoli smottamenti le mine si spostano, sprofondano, complicando ulteriormente il compito. E sono rimaste le trincee, di cui tuttora, ogni tanto, occorre servirsi.

barbara

  1. Sono trent’anni che vorrei fare un viaggio in Israele, ogni volta, per una cosa o l’altra, non riesco … ma non dispero, ci andrò e sarà ancora più bello!
    intanto guardo le foto dei suoi bellissimi viaggi in questa stupenda terra d’Israele con capitale la meravigliosa, indivisibile, città di Gerusalemme!
    Saluti
    Gérard

    "Mi piace"

  2. Disseta…e pochissime calorie! Tanti anni fà..vada come vada ma voglio mangiarlo tutto..ossia metà di quelli grandi. Che goduria…tutto bene. Dovremmo ingombrare meno
    il frigo…per quelli grossi occorrono due ripiani.

    Ieri in fine pomeriggio ho ascoltato Pacifici alla radio. Canale…Radio Radicale, credo che lì possiamo ascoltare cose sensate, in generale.
    Lì ha parlato di Israele…un ripasso di cose ” tue..” che dobbiamo farle nostre.Tante..fino alle attuali .Riascoltandole si avverte come una ricarica interiore

    "Mi piace"

    • La chioma selvaggia è una conseguenza di quanto successo dieci mesi fa: ero andata dalla parrucchiera per la solita sistematina trimestrale; c’era un’altra tizia e me li ha fatti tagliare da lei, che mi ha fatto una tale castratura che ancora non mi sono ripresa dal trauma, e non sono più riuscita a lasciarmeli toccare. E pensare che mi aveva chiesto se li volevo molto corti e io avevo detto no no, giusto una sistemata per farli stare in ordine. La sua fortuna è stata che l’idea di guardarmi col doppio specchio mi è venuta alle undici di sera, se no giuro che andavo lì e la pestavo fino a mandarla all’ospedale. Praticamente andavano da mezzo a un centimetro, ci ho messo mesi prima di riassumere un aspetto umano.
      Non solo “tondo” è una forma, ma è la forma perfetta.

      "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...