E la GAP, azienda di abbigliamento, ha lanciato la sua campagna per i bambini che vanno a scuola.
Naturalmente, e giustamente, ha suscitato una marea di critiche la bambina con l’hijab: non ci hanno sempre raccontato la storiella che l’hijab è una scelta? E che razza di scelta sarebbe da parte di una bambina di dieci anni? I bambini, da che mondo è mondo, vogliono essere uguali a tutti gli altri e qui ci vogliono raccontare di una bambina che, in mezzo a bambine coi capelli gioiosamente al vento, SCEGLIE di averli coperti, coprendo contemporaneamente anche una parte delle guance e il collo?! LORO potranno forse provare a raccontarci di avere voluto rappresentare una scena di integrazione e armonia, NOI sappiamo che tutto ciò che hanno fatto è stato di leccare il culo agli islamici.
Oltre a questo però io vedo anche alcune altre cose; nella prima immagine ci sono otto bambine: quelle bianche sono due, una seminascosta e una “sotto”: dobbiamo dedurne che non solo le razze esistono, ma che esistono anche razze superiori e razze inferiori e che la razza bianca è irrimediabilmente inferiore? Se la campagna pubblicitaria vuole essere rappresentativa di tutte le popolazioni mondiali, perché non ci sono né asiatici gialli né pellerossa? In entrambe le prime due immagini, la bambina con l’hijab è al centro: perché? In nessuna delle tre immagini compaiono tutti i bambini, ma la bambina con l’hijab e quella coi caratteri più spiccatamente negroidi, uniche fra tutti, compaiono in tutte e tre. In tutto, nelle immagini della campagna pubblicitaria, compaiono dieci persone, otto femmine e due maschi: wishful thinking di futuro islamicamente corretto con quattro mogli per ciascun maschio? Wishful thinking di mondo senza uomini – giusto quel paio per i lavori pesanti – in omaggio alle pseudo-femministe al napalm?
Concludendo: FATE SCHIFO.
barbara