LO ZEVINO

Ossia il giovane nipote del grande Bruno Zevi e di Tullia Calabi in Zevi. Purtroppo non ha preso dal nonno. Ora ci spiega qual è il problema della sinistra: le furbate sporche che le gioca la destra per farla sembrare ipocrita, e siccome la sinistra è candida e ingenua, ci casca e si fa fregare.

Ipocrisie

‍‍24/07/2018

Nella destra sempre a caccia di legittimazione culturale, e persino morale, si va definendo un nuovo genere letterario: sull’ipocrisia della sinistra. Si tratta ancora di un’operazione di nicchia, ma poggia su solide basi di diffidenza diffusa e popolare. Gli ingredienti sono: un finto profugo/profuga, una località di villeggiatura preferibilmente trendy, un personaggio noto dal conto in banca abbastanza pingue. Il provocatore – di questi tempi si direbbe: l’agente provocatore, che fa più sbirro – chiama o contatta il personaggio suddetto, e mentre quello si sta facendo lo shampoo, o parcheggia la macchina, oppure accompagna la moglie alla stazione e risponde al direttore oppure alla zia malata d’Alzheimer, a bruciapelo gli domanda: te lo prendi un migrante a casa tua? Se il malcapitato è sufficientemente reattivo e paraculo, a tono replica: ma certo, ho già preparato il letto in attesa della tua telefonata, se mi dai un attimo segno l’indirizzo e lo vengo a prendere. Fammi sapere se serve anche una seconda stanza che caccio mia moglie. Ma se invece esita – che ne so, magari non ha una stanza libera oppure ha un cane che in vecchiaia è diventato scontroso – allora è fregato. Il giorno dopo si scoprirà protagonista di un articolo su un giornaletto di destra, in calo di copie e che paga stipendi da fame ad aspiranti giornalisti d’assalto della nouvelle droite, con tanto di foto; se è sfigato, potrebbe addirittura finire sulla pagina Facebook di Salvini o di qualche altro capopopolo dei nostri tempi. Foto e video assicurati. Se poi lo beccano con l’orologio della laurea, quel Rolex comprato dalla nonna e poi indossato senza pensarci (una revisione in vent’anni, il Rolex, che io non possiedo, funziona molto bene), la frittata è completa. Il nostro uomo è assurto automaticamente a simbolo dell’ipocrisia della sinistra. Reietto del nostro tempo, non può più parlare, a meno di non appoggiare apertamente l’affondamento in mare dei barconi della speranza.
Intendiamoci: la sinistra e soprattutto i suoi dirigenti sono parsi, spesso giustamente, ipocriti e moralisti. Hanno ignorato le paure delle persone e hanno puntato il dito senza mettersi nei panni di chi sta peggio. E si sono fatti gli affari propri mentre la sconfitta franava inesorabile e meritata su un’intera tradizione politica. Ma se questo è il livello del dibattito le cose non possono che andare peggio, molto peggio. Con o senza Rolex, con o senza Capalbio.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas, su Pagine ebraiche, ‍‍24/07/2018

Si notino le note di colore: il giornale di destra che paga stipendi da fame, perché il destro è negriero nell’anima, e non può fare a meno di comportarsi da negriero in ogni suo aspetto della vita quotidiana. E vuole con tutto se stesso l’affondamento dei barconi in mare, perché il destro è cattivo, ma proprio cattivo dentro, a differenza del sinistro che è buono dentro e fuori, oltre che moralmente e antropologicamente superiore. I “barconi della speranza”, si prega di tenerlo presente, come quello raffigurato in fondo a questo post. È talmente scemo, povero Zevino, che fa perfino quasi tenerezza.
NOTA: l’articolo, come si può vedere, è di due mesi fa; non l’ho postato prima perché c’era sempre qualcos’altro di più urgente. Non c’è un motivo particolare per pubblicarlo oggi, tranne il fatto che per quello che avevo intenzione di fare oggi mi manca ancora un po’, e quindi lo dovrò fare domani.
Tobia-Zevi
barbara

Una risposta

      • io credo che in questa barzelletta ci sia più di un fondo di verità.

        Italia 1970 circa
        Berto vuole diventare comunista e quindi si reca alla locale sede del PCI per parlare con il segretario.

        S: Compagno Berto, se tu avessi due ville?
        B: Una a me ed una al partito per i lavoratori.

        S: Bravo Berto, e se avessi due yatch?
        B: Uno a me ed uno al partito per i lavoratori.

        S: Bravo Berto, e se avessi due ferrari?
        B: Una a me ed una al partito per i lavoratori.

        S: Bravo Berto, e se avessi due motociclette?
        B: Una a me ed una al partito per i lavoratori.

        S: Bravo Berto, e se avessi due biciclette?
        B: Me le tengo.
        S: ma perché Berto?
        B: quelle le ho davvero.

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        • Ho conosciuto un vecchio
          ricco, ma avaro: avaro a un punto tale
          che guarda i soldi nello specchio
          per veder raddoppiato il capitale.

          Allora dice: – Quelli li do via
          perché ci faccio la beneficenza;
          ma questi me li tengo per prudenza… –
          E li ripone nella scrivania.

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  1. Pingback: prenderesti un migrante a casa tua? | Cavolate in libertà

  2. Aggiungo qui un commento che ho lasciato da Shevathas.
    Mi accorgo solo adesso di un inciso a cui non avevo fatto caso in prima lettura: “il rolex che io non possiedo“: che sia ben chiaro che gli ipocriti, sì, effettivamente ci sono, ma che non vi venga in mente di mettermi nel mazzo. E sia chiaro anche che se un comunista ha il Rolex, è perché glielo ha regalato la nonna per la laurea (la mia mi ha regalato quindicimila lire con cui ho comprato una gonna che dopo quarantadue anni ancora possiedo e porto).

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  3. E’ vero…altra sartoria, specialmente se tenuti di conto i capi di vestiario sono indistruttibili
    e..la fortuna del fisico che ha retto nel tempo..grazie al DNA !.E così un bel ricordo che vive ancora anche materialmente.

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  4. ma poi non so se avete notato la finezza (che mostra in tutto il suo marciume lo snobismo intellettuale e morale dei sinistri), quando scrive: “Nella destra sempre a caccia di legittimazione culturale, e persino morale (…)”
    Dio mi scampi, questa destra vuole addirittura una legittimazione MORALE?!?! oh, morale, roba grossa, roba da dannazione e redenzione….
    detto da quelli che fanno una colpa il nascere nella classe socioeconomica sbagliata, da quelli per cui l’individuo non esiste ma esistono soltanto i suoi rapporti sociali e la sua casellina anonima nel meccanismo cieco dello stato. gente che nemmeno sa cosa significano moralità e dignità, ma si sente comunque più dignitosa e moralmente superiore al fetido bifolco populista (bello il nuovo insulto, mancava) e fascista, diciamocelo pure.

    vale a dire che, come scrive Barbara nel commento, il destro è moralmente ingiustificabile, sporco e cattivo a prescindere, e lo sarà per sempre, visto che la ricerca di una legittimazione morale (!) è vista con affettuoso sospetto, e una sua eventuale riuscita vissuta col vero raccapriccio che coglie l’Oplita del Bene di fronte a un lavoratore sfruttato, o a un cassonetto per la plastica con dentro due lattine, o a un pallone da calcio fatto in Bangladesh che costa più di 15 euri…..

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