OGGI PARLO DI MODA

E precisamente di Gaby Aghion, creatrice del marchio Chloè

(qui notizie dettagliate) che, essendo la moda l’ultima cosa al mondo a potermi interessare, non avevo mai sentito nominare. Così sono andata a cercarla e, incredibilmente, al contrario di quello che si vede normalmente in giro quando si parla di moda, ho visto parecchie cose belle: vestiti che hanno l’aspetto di vestiti e non di stracci
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abiti da cerimonia creati per coprire con eleganza e non per scoprire con volgarità
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cerim 3
cerim 4
scarpe degne di questo nome
scarpe
occhiali dall’aspetto umano
occhiali
premaman a forma di vestito e non di sacco
premaman
e se hai qualche chilo in più c’è qualcosa di carino anche per te.
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Ah, stavo quasi per dimenticare: Gaby Aghion e suo marito erano profughi. Di quelli che non esibiscono le chiavi di casa – magari di un tipo messo in commercio quarant’anni dopo il presunto abbandono della propria casa. Di quelli che non hanno un’agenzia miliardaria ad occuparsi di loro. Di quelli per i quali il mondo non si straccia le vesti. Di quelli che non passano la vita a frignare e a farsi mantenere e a seminare morte e distruzione. Di quelli che si rimboccano le maniche e affrontano la vita con decisione e con dignità. Come altri novecentomila
profughi ebrei
(qui) che il mondo continua a ignorare.

barbara

  1. beh scusa ma se non dai il pretesto alle agenzie per chiedere tanti godzillardi per fare del bene (soprattutto alle loro tasche), agli indignati in SPE di andare in piazza e urlare tutta la loro indignazione, magari con qualche cadaverino da mostrare, per sentirsi buoni di livello superiore mentre fanno casino, ed ai politici pretesti per dar randellate sui denti a chi sta loro sulle balle, ma cosa pretendi?
    [amaramente ironico]

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  2. Politically correct sarebbe non “e se hai qualche chilo in più” ma “se hai forme morbide” (giuro, ho visto pubblicità… così conciate).
    Hai evitato intenzionalmente di dire che ora sta succedendo in Europa qualcosa come quello avvenuto alla stilista citata?
    Ma, soprattutto, è vero quello che avevo sentito una ventina d’anni fa, che gli arabi che si sono trovati meglio sono proprio quelli che non si sono fatti abbindolare e sono rimasti in Israele (continuando a usare le chiavi di casa originali)? Mi avevano perfino parlato di un festival di musica araba che si teneva ad Haifa.

    Leggermente in tema, immagino che avrai sentito dell’intenzione del PD di candidare Rula Jebreal.

    Io no, forse perchè da qualche anno non vado più a votare…

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    • Premesso che amo il political incorrectness quasi quanto il tiramisù, e premesso che non tutte le donne grasse hanno delle curve, i termini politically correct di questo ambito, oltre che idioti come tutti, sono in più anche grotteschi. Prendi l’aggettivo maturo: un ragazzo maturo, uno scolaro maturo, è qualcosa di estremamente positivo; vediamo ora l’aggettivo maturo in ambito estetico: una pelle matura è una pelle vecchia, una pelle molto matura è una pelle decrepita, e se tu mi proponi una crema per pelli molto mature, anche se lo dici in maniera carina mi stai dando della decrepita!
      Di quelli in fuga dalla Francia ho già parlato, magari uno di questi giorni parlerò di quel 40% di ebrei inglesi pronti a fare le valigie se vince Corbyn. In Italia le cose non sono (ancora?) così tragiche, però conosco personalmente circa una ventina di persone (più il resto delle rispettive famiglie) che si sono trasferite in Israele.
      Dei “palestinesi” sì, quelli che stanno decisamente meglio di tutti sono quelli che si sono tenuti le chiavi originali insieme alla relativa serratura e alla porta che le sta intorno e alla casa che le sta dietro, evitando di lasciarsi abbindolare dagli appelli arabi.

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  3. Hanno candidato di peggio anche se non famosi. Se così vedremo dei bei duelli in certi
    dibattiti.

    Moda! Io..non ci stò dietro, cerco capi comodi. Jeans! Trovo ridicoli quelli che che sembrano dei fuseau..?…Insomma quelli molto stretti che fasciano le gambe..arti inferiori.
    Credo che non donino..mi riferisco agli uomini.. E così..certe giacche..mi ricordano ”Charlot”.
    Le donne! Manca un certo buongusto..che poi decreta l’ eleganza.
    Abiti corti..troppo! Bisogna avere delle belle gambe..Il seno…mezzo fuori..se alzano il braccio…lo agitano il seno..anche una sola parte esce all’ aria.
    Non è mostrare il corpo…che eleganza..e fascino aumentano..no! Credo che desti più
    ammirazione una donna dal bel portamento ..quel sottile fascino mentre cammina vestita
    con un ‘ abito che le stà bene facendo risaltare ma senza esagerare.E
    un tocco..spruzzata..
    di un buon profumo..il trucco sobrio..Il tacco..12..non è essenziale..a volte esalta..troppo
    la muscolatura del polpaccio.

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  4. Parlando da tizio che non capisce nulla di moda e non vuole saperne nulla (una pelliccia a strisce è sempre attuale) mi sembra una collezione all’insegna della sanità mentale, cosa rara di questi tempi, anche se ho sempre avuto la sensazione che gli abiti di alta moda mostrati nelle sfilate non avessero lo scopo di essere indossati o venduti ma solo di attirare l’attenzione sul marchio, tecnica “d’abbordaggio” discutibile ma probabilmente efficace.

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    • Di questa cosa qui https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2018/02/26/le-nuove-frontiere-della-moda/ (nei commenti c’è anche il video) pare sia stato venduto tutto. Vero che poi non è detto che uno indossi, però spendere migliaia di euro per un capo da lasciare poi nell’armadio solo per poter dire io ho comprato da X, non so se gente anche così fuori sia abituata a farla. A proposito di prezzi, comunque, qualcuno una dozzina d’anni fa mi ha detto di avere speso, diversi anni prima, 3000 euro per un capo di Chanel; per curiosità sono andata a cercare i prezzi di Chloè, e per ottimi capi ne ho trovati della metà, un quarto, un decimo di quello. Sempre inarrivabili per me, ma comunque non paragonabili a quelli.
      Pienamente d’accordo sulle pellicce a sctrisce

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      • Ho sbirciato quel link e mi sono ricordato di aver visto un servizio su quel… junk-defilè. Al di là del cattivo gusto e del turbamento, a me è venuto in mente il Bertran de Born descritto da Dante. Ammesso che lo stilista sapesse del passo della Divina Commedia, ovvio.

        Il problema dei tacchi è che sopra i sei centimetri poche donne ci sanno camminare con eleganza, sopra i sette pochissime, sopra gli otto nessuna.

        Ho conosciuto solo una donna che ha osato portare (nella vita di tutti i giorni) tacchi oltre otto: la mia “fidanzata” è a disagio già oltre i cinque. Eppure, a parte un po’ di pancettina, potrebbe sfilare pure lei e con i vestiti sopra raffigurati non riuscirebbe nemmeno a far capire che ce l’ha (sulla “pancetta” femminile si potrebbe aprire una discussione a parte. In certi quadri delle seconda metà dell’Ottocento i pittori non temevano di dipingere anche la “pancetta” delle loro modelle).

        Pienamente d’accordo sulle pellicce a sctrisce

        Sottoscrivo pure io (anche gattofilo dichiarato).

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        • Effettivamente

          (certo che con quella tartaruga scolpita e quel cazzettino grande mezzo dito, conferma in pieno le mie convinzioni sui superpalestrati. Vero che le dimensioni sono l’ultima cosa al mondo a potermi interessare, ma insomma, a tutto c’è un limite!)
          Ogni volta che vedo pubblicità che reclamizzano pancia piatta, dico ma voi siete scemi! Agli uomini sta bene la pancia piatta, da noi la coppettina DEVE esserci, eccheccazzo! E anche la panciottina da menopausa, dai, se non è esagerata ha anche lei il suo fascino.

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