Ori è la diciannovenne israeliana stuprata e assassinata a coltellate, fatta praticamente a pezzi, qualche giorno fa.
In questi giorni non ne ho scritto, perché ci sono cose che dici no, è troppo, non ce la faccio. Poi ti fai forza e ti imponi di farlo, perché glielo devi. Almeno questo glielo devi, e dunque eccomi. Riporto alcuni pezzi di persone che hanno saputo dire molto meglio di me quello che va detto.
Sull’assassinio di Ori Ansbacher da parte di un terrorista palestinese a Gerusalemme risultano ancora non pervenuti:
– l’Unione Europea, sempre rapida nel condannare la costruzione di nuove case israeliane
– l’Onu, sempre riunita in sessione d’emergenza quando Israele uccide un terrorista
– i giornali, sempre pronti a far spazio ai terroristi morti sul confine di Gaza e alla pin-up Ahed Tamimi
– Papa Francesco, sempre distratto quando Israele subisce un terribile lutto
– Abu Mazen e i “palestinesi moderati”, sempre generosi nel fare bonifici ai terroristi con i soldi europei
– il mondo islamico, sempre pronto a nascondere terroristi in una loro moschea
– le femministe, sempre in cerca di un femminicidio tranne quando c’è di mezzo una ragazza israeliana
Buona visione del più agghiacciante film di successo della storia: l’antisemitismo che uccide.
Giulio Meotti
I MANDANTI
Chi sono i mandati del brutale assassinio di Ori Ansbacher? Prima di tutto Hamas e l’Autorità Palestinese che per decenni hanno fomentato il clima di odio virulento nei confronti degli ebrei israeliani, poi subito dopo l’Europa, l’Europa pro palestinese dalla fine della Guerra dei Sei Giorni del 1967, che progressivamente si è inchinata ai desiderata arabi e islamici, l’Europa che ogni volta che Israele si difende le da addosso accusandola di crimini contro l’umanità, l’Europa che mette i bollo su i prodotti che escono dalla Cisgiordania, l’Europa delle ONG per i diritti umani, come Amnesty International che accusa Israele di occupare abusivamente territori che le vennero conferiti dal Mandato Britannico per la Palestina, l’Europa che all’ONU vota sempre con i paesi islamici, satrapie, dittature, teocrazie, contro l’unica democrazia Mediorientale, e con l’UNESCO quando sottrae agli ebrei la loro storia millenaria da Gerusalemme e da Hebron, imponendo a luoghi storicamente ebraici, nomi islamici, l’Europa che non rende illegale il movimento antisemita BDS, l’Europa che fa affari con l’Iran e cerca di aggirare le sanzioni americane.
Insieme a loro tutti quegli “intellettuali”, politici, giornalisti, che non hanno fatto e non fanno altro che criminalizzare Israele, mentre al contempo sono teneri con regimi assassini e nemici della libertà, e tra di loro non pochi ebrei con il cervello distrutto dalla metastasi ideologica che gli ha fatto scambiare i terroristi per vittime e chi si difende dalla loro cieca violenza per carnefici.
Questi sono i mandanti. Teniamolo bene a mente.
Niram Ferretti
Ora un po’ di conti, che non fanno mai male.
DUEMILAQUATTROCENTO EURO AL MESE.
Questo è lo stipendio che Hamas pagherà ad Arafat Aryah, il palestinese che ha sgozzato la ragazza diciannovenne ebrea Ori Ansbacher dopo averla violentata e deturpatone il corpo con dodici coltellate.
Israele farà (forse) saltare in aria la casa del terrorista ma Hamas ne costruirà una nuova e più moderna.
Anche i genitori prenderanno una pensione a vita.
Uccidere gli ebrei conviene tutto sommato.
Nelle carceri Israeliane molti palestinesi si sono laureati studiando nelle università israeliane.
Una volta scontata la pena usciranno con tanti soldi in tasca, una casa nuova ed una bella laurea.
Si uccidere ebrei conviene.
Da dove vengono tutti questi soldi?
Dalle vostre buste paga.
La Guerra Santa costa.
L’Italia e la UE mandano e hanno mandato miliardi di euro alla Palestina.
Miliardi con i quali non è stata mai costruita una strada, una scuola, una fabbrica o un ospedale.
Miliardi usati per costruire migliaia di tunnel in cemento per invadere Israele.
Miliardi usati per armare terroristi e per pagare loro una pensione d’oro.
Si, la Guerra Santa costa.
Costa tanto.
12.000 shekels è la pensione minima per un terrorista palestinese; pari a circa 2.400 euro.
Se considerate che in Palestina un buon stipendio è 300 euro…..
Si, decisamente si.
È stato un ottimo affare uccidere la obiettrice di coscienza e volontaria del servizio civile Ori Ansbacher. 19 anni.
Riposi in pace.
Noi non riusciamo a trovar pace oggi.
Buona giornata Italia da un paese in lutto. (qui)
LA BELVA DELLO ZOO DI GERUSALEMME
Il corpo nudo, spezzato, dell’israeliana Ori Ansbacher lo hanno ritrovato vicino allo zoo di Gerusalemme. Già arrestato l’animale scappato dal parco e che l’ha uccisa, un palestinese di Hebron.
Se l’Onu, pronto a scomodarsi per difendere il burqa in quanto rientra fra i “diritti delle donne”, non condanna entro le prossime ore questo delitto che non ha nome, da quanto è indicibile, suggerisco di andare a prendere un paio di funzionari di alto grado delle Nazioni Unite e metterci loro dentro allo zoo. Scommetto che neanche i lama si degnerebbero di sputargli in faccia.
Giulio Meotti
La belva.
Ho guardato e riguardato il volto del terrorista palestinese che ha violentato e ucciso Ori Ansbacher, questo sorriso inerte, inebetito. E non ho visto niente. Poi mi sono ricordato quanto aveva raccontato Francesco De Rosa, il comandante dell’Achille Lauro che nel 1985 fu dirottata da un commando di terroristi palestinesi. Di Abu Abbas e dei suoi uomini, che gettarono in mare un passeggero ebreo in carrozzella, Leon Klinghoffer, De Rosa ricordava il sorriso. “Un sorriso maligno, che mi ha accompagnato sempre”. Eccolo qui.
Giulio Meotti
Ma anche Cesare Battisti. O Angelo Izzo.
Sicuramente molti di voi avranno visto qualche immagine di funerali palestinesi, in cui i dolenti si divertono a sparacchiare in giro, così, tanto per gradire. I funerali israeliani, in mezzo al dolore più atroce per il crimine più efferato, si svolgono così.
E infine un pensiero riconoscente all’eroe che ha permesso la cattura dell’assassino. Grazie Rambo!
barbara
ERRATA CORRIGE: il nome “Rambo” che avevo trovato in un articolo era evidentemente un attributo, non il suo vero nome, che è in realtà Zili.