AGGIORNAMENTO ISRAELE 25/03/19

Prevedibile. Prevedibile come la pioggia quando il cielo è coperto di nuvole nere. Dopo giorni e giorni di Gaza in fiamme contro hamas, che la feroce repressione (qui un piccolo assaggio
repressione Gaza
se avete sufficiente pelo sullo stomaco potete trovarne altri qui) non riesce a domare bisognava trovare una via d’uscita, che naturalmente è stata trovata, la solita di sempre: ripresa degli assalti contro il confine, ripresa dei lanci di palloncini incendiari col consueto corollario di terreni distrutti e qualche ferito, e infine la ripresa del lancio di missili. Il primo, all’alba di ieri, è caduto nel moshav Mishmeret , vicino a Kfar Saba, poco a sud di Natanya, qui
zona colpita
e ha centrato (che più “centrato” di così si muore) questa villetta
casa 1
casa 2
casa 3
casa 4
in cui sono rimaste ferite sette persone. Qui vista dall’alto.

Quelli delle ore successive sono arrivati qui.
zone colpite
Come previsto è immediatamente iniziata la risposta israeliana: confine con Gaza dichiarato “zona militare chiusa”, partenza dei carri armati verso il confine

(io li ho incrociati di giorno, nel dicembre del 2008, e avevano un effetto molto rassicurante, quello del tranquilli bambini, che adesso arriva papà e sistema tutto lui), decollo di questi gioiellini
caccia
per colpire tutte le centrali del terrore, un certo numero – per ora limitato – di riservisti richiamati, fermato il traffico ferroviario verso Be’er Sheva, fra Ashkelon e Sderot, e verso Ofakim e Netivot, le piste di atterraggio dell’aeroporto Ben Gurion sono state cambiate. In vari distretti intorno alla striscia di Gaza sono stati aperti i rifugi pubblici, sospese le lezioni e attività giovanili. E hamas può finalmente tirare il fiato: con Israele che bombarda, i crimini di hamas passano in secondo piano.

Voi comunque dormite pure i vostri sonni tranquilli, che i vostri soldi sono arrivati a destinazione.
soldi
Piace, bisogna che lo dica, la coincidenza, anche se la cosa era stata già programmata, della firma di Trump del riconoscimento della sovranità israeliana sulle alture del Golan.
Trump Golan 1
Trump US Israel
A chi ritenesse abusiva la presenza israeliana lì, ricordo che esse sono state conquistate nella guerra di difesa contro l’aggressione siriana nel 1967 (in guerra funziona così ragazzi, chi perde paga pegno. Fatevene una ragione), e che quando erano in mano siriana venivano usate dai cecchini per sparare dentro i kibbutz sottostanti e ai pescatori nel lago di Tiberiade. E oggi rappresentano l’unica possibilità per Israele di controllare e arginare le manovre offensive dell’Iran in territorio siriano. Ed è motivo di grande conforto avere a che fare con Donald Trump, dopo certi sordidi personaggi del passato.

E ricordiamoci che la conclusione, non importa quante volte si venga attaccati, sarà sempre questa.

barbara