PRIMA VENNE IL VIDEO

Questo, nel 2014

Poi è arrivata la censura: le donne che, apprendendo che il loro feto era portatore della sindrome di Down avevano scelto di abortire, hanno trovato insopportabile che altre donne avessero invece deciso di metterlo al mondo, e fossero felici di averlo fatto, e avessero addirittura la sfrontatezza di dichiararlo pubblicamente: un autentico affronto, e hanno chiesto di censurarlo, richiesta prontamente accolta, con la splendida motivazione che “non può essere considerato come un messaggio d’interesse generale e la sua finalità può apparire ambigua e non suscitare un’adesione spontanea e consensuale”. Ma c’è di più: l’Authority infatti ritiene che il film possa “disturbare la coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto scelte diverse di vita personale” e per questo ha deciso di far scattare il divieto di trasmetterlo nelle reti televisive francesi. Il titolo di questa brutta storia potrebbe essere “C’era una volta la libertà di parola”. Hanno preteso il diritto di buttare nel bidone della spazzatura i figli imperfetti o quelli non graditi e lo hanno ottenuto: poteva bastare? No, non poteva: la dittatura del pensiero unico non ammette non dico dissenso, non dico obiezioni, ma neppure la possibilità di dire io ho fatto diversamente e ne sono contenta. Il solo sapere che esistono donne che hanno scelto strade diverse è sufficiente a turbarle, povere care, e quindi le devianti, le eretiche, le ignobili che hanno scelto di partorire vanno private della libertà di parola. In nome del progresso e della libertà, sia ben chiaro. In breve: se proprio proprio insisti ti permettiamo – almeno per il momento – di tenerti il tuo Down, poi però zitta e a cuccia.

Passa un po’ di tempo e arriva questo manifesto:
pro vita
non vieta, non condanna, non critica, mette semplicemente di fronte a un dato di fatto. E si scatena il finimondo: illegalità, attacco alla libertà, offesa… e chi più ne ha più ne metta: ancora una volta, il tuo diritto di parola vale fino a quando sei d’accordo con me, ed è un dato di fatto che nessuno, nei rispettivi stati, è mai stato privato della libertà di dichiararsi d’accordo con Mussolini, Stalin, Hitler, Pol Pot (a meno di non essere, in tutti e quattro gli stati, della razza sbagliata, ma questa è un’altra storia). Su questo delirio di onnipotenza dei detentori della Verità Unica non aggiungo commenti, ma vi mando a leggere le cose scritte da tre persone che sull’aborto hanno posizioni molto lontane dalle mie: uno, due, tre e quattro – l’ultimo l’ho linkato più che altro per il mio scambio, nei commenti, con un signore molto illuminato che sarebbe sì favorevole alla libertà di parola, ma a patto che non ne possa usufruire chiunque. Che probabilmente sarebbe anche per l’eliminazione di questo orrendo video clerico-bigotto che tenta di farvi il lavaggio del cervello istillandovi idee pericolosissime, disgustose e probabilmente anche illegali.

Concludo con una riflessione
oppression
e con questa fantastica chicca. Buona visione e buon divertimento.

barbara

Una risposta

    • Come giustamente fa presente uno dei blogger che ho linkato – che NON è contrario all’aborto – si vuole impedire che le donne siano informate, che sappiano che ci sono mamme di Down pienamente felici, che sappiano che cosa, esattamente, viene tirato fuori dal loro utero, non sia mai che una all’ultimo momento abbia un ripensamento e faccia marcia indietro. Ma, soprattutto, si vuole assassinare la libertà di parola per chiunque si allontani dal pensiero unico.
      Quanto alle argomentazioni, allucinante quella che il video non può essere considerato come un messaggio di interesse generale (non che le altre non lo siano, eh): mi chiedo se qualcuno abbia mai considerato un messaggio di interesse generale, prima di metterlo in circolazione, Via col Vento, o Casablanca, o Nuovo cinema Paradiso, o C’era una volta in America, o Altrimenti ci arrabbiamo.

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        • Beh, non so se ci sia una “origine” dell’aborto: credo sia più o meno sempre esistito – in parallelo all’infanticidio – per risolvere le gravidanze extraconiugali o quelle con già troppi figli sulle spalle. Mia madre raccontava sempre di una sua zia che aveva il marito che beveva e quindi incapace di controllarsi, e lei per disgrazia era mostruosamente fertile, sicché più o meno tutti i mesi restava incinta e tutti i mesi si infilava un ferro da calza e abortiva così. Poi c’erano i famosi decotti di prezzemolo, per restare al fai da te. Poi c’erano le levatrici, che lo hanno sempre fatto in tutti i tempi, per quanto indietro si risalga. Ovviamente sempre in modo clandestino, perché credo che in tutte le popolazioni e in tutte le culture sia sempre stato considerato un crimine.

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        • Negli stati liberali non è un’imposizione ma un ‘servizio’ offerto dalle cliniche di pianificazione familiare. Ti consiglio di leggere la storia di Marie Stopes, se non la conosci già. La Planned Parenthood ha origini dalla sua storia e dal manifesto della liberale Associazione eugenetica.

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  1. Grazie per i link. Per il resto ricordo una vecchia osservazione del Mastroviti. “è facile convincere la sinistra liberal a fare politiche fasciste a patto di presentarle con le parole adatte”. Faceva l’esempio della scuola dove l’illudere gli ignoranti di essere grandi dottori e quindi convincerli dell’inutilità dello studio, cosa molto più efficace del nascondere i libri, veniva chiamato didattica inclusiva, rispetto delle sensibilità e non discriminazione, perché se promuovi Berto che sa fare le divisioni e bocci Pierino che a malapena sa contare fino a dieci, stai discriminando Pierino; chi sei tu per decidere che Berto è meglio di Pierino? solo perché berto conosce tutto il programma scolastico e pierino no? Ma lo sai quanti hanno avuto successo pur bocciati a scuola (e qui il riferimento, falso, ad Albert Einstein).

    O proprio come il caso dei disabili. Parla di “Untermensch” e ti becchi, giustamente, del nazista. Parla di risparmiare ai bambini i disagi e la sofferenza legata alla disabilità, ai genitori il dolore straziante di dover assistere un figlio disabile, presenta casi estremamente bordeline, non un down ma casi in cui il bambino se partorito avrà sì e no pochissimi giorni di vita e passi da nazista a campione di sensibilità e chiunque metta in dubbio la tua sensibilità è solo perché è un senza cuore.
    Giova ricordare che fra i paesi che hanno avuto scandali per sterilizzazioni forzate ci sono anche Svezia e Svizzera (fonte wiki:https://it.wikipedia.org/wiki/Sterilizzazione_obbligatoria)

    Il mostrare cosa sia realmente il “grumo di cellule” di cui parlano le talebane della 194 offende la sensibilità perché mostra, brutalmente, la realtà e non la versione edulcorata che molti vogliono vedere.

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    • Come ha scritto qualcuno in un commento a un post precedente, fate quello che vi pare ma abbiate il coraggio di chiamarlo col suo nome. Ed è questo che si vuole fare: evitare che ci sia consapevolezza di quello che si sta facendo. Chiamano oppio dei popoli la religione, chiamano lavaggio del cervello per impedire di pensare le prediche dei preti, e loro cambiano nome alle cose per impedire che siano viste per quello che sono. Un grumetto di cellule è il punto nero che mi schiaccio fuori dalla faccia premendolo fra due unghie, il grano di miglio che mi faccio togliere dall’estetista, la righina di sangue che sputo lavandomi i denti quando ho le gengive infiammate, un niente che se non ci guardi neanche te ne accorgi. E cambiando il modo di presentare le cose, come dice Mastroviti da giustamente citato, cambia la tua posizione politica, il tuo grado di eticità, il tuo stato sociale. Insomma, i nostri illuminati progressisti sono degli autentici portatori di luce: dei luciferi!

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      • il bello è che la religione è l’oppio dei popoli od il faro dei popoli a seconda della convenienza;
        Il papa è contro l’aborto: “cloro al clero, l’italia non è il vaticano, paghi l’ici etc. etc.”
        il papa è pro migranti: “via il papa… perché non ascoltate il papa, se siete cattolici dovete fare quello che dice lui…”

        E questo per tantissime altre vicende “controverse”.

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