LA SIGNORA RENATA

Sessant’anni fa, con la gloriosa divisa dell’esercito israeliano
mamma soldatessa
e oggi
Renata 19
Come aspettarsi di meno, del resto, dalla compagna di vita di quest’uomo qui?
Poi magari leggi un po’ di riflessioni qui, e vai a dare un’occhiata anche qui, dove trovi anche il video. Aggiungo un’annotazione: quarant’anni fa – oggi non so – i fascisti duri e puri milanesi venivano chiamati sanbabilini, dal nome della piazza sede dei loro incontri. Oggi è esattamente in quella piazza che, anno dopo anno, si ritrovano ogni 25 aprile i propallisti duri e puri per urlare il loro odio velenoso contro Israele e contro la Brigata Ebraica che ha contribuito alla nostra liberazione e alla sconfitta del nazifascismo: vorrà dire qualcosa?

barbara

Una risposta

  1. vorrà dire qualcosa?

    Eeeeh, lo vuol dire a chi lo capisce.
    Ma quando sono iniziate le contestazioni alla Brigata Ebraica? E, soprattutto, in pochi ne hanno sentito parlare prima di tempi recenti: prima non veniva ricordata?

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  2. i fascisti duri e puri milanesi (…) vorrà dire qualcosa?

    Imho, che molti credono che per essere antifascisti basti solo indossare una camicia di colore diverso dal nero, preferibilmente rossa o arcobaleno, senza la fatica di dover cambiare tutti gli altri comportamenti.

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  3. Non ho il piacere di conoscere la signora Renata, ma ho il piacere di conoscere la figlia, che ha molte doti, fra cui quelle di essere una splendida cuoca. Poiché in genere in questo le madri sono meglio delle figlie, mi immagino la cucina di Renata come paradisiaca.

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    • Io ho avuto l’onore di conoscere anche la signora Renata, a cena a casa della figlia la sera del mio drammatico investimento a Roma; poi la volta successiva (quella in tu mi hai chiamata e hai chiesto dove fossi e io, disperata, ho risposto “non lo so!!!!”), in cui l’ho avuta come eccezionale guida nel ghetto.
      Quanto alla tua considerazione finale, ho in effetti conosciuto due cuoche eccezionali, una collega e una signora da cui ho fatto la baby sitter alla pari a Cortina durante le vacanze, le cui madri erano cuoche perfino superiori a loro. Nel caso specifico però non lo so se la figlia sia superabile. Quanto a me, è un vero peccato che io non abbia un fratello, perché se lo avessi, mia cognata sarebbe forse l’unica donna al mondo che mai e poi mai e poi mai avrebbe rischiato di sentirsi dire “ah, ma come cucinava mia madre…” Peccato che tu non abbia mai avuto modo di verificare le mie doti (però una volta potreste venire tutti quanti qua per il pranzo di redazione).

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        • La prima frase è vera, con qualche riserva. Per la seconda stendiamo un velo pietoso, potrei raccontarne da qui all’eternità. Ricordo ancora con raccapriccio la volta che ha fatto i fiori di zucca in pastella e poi ho dovuto passare l’intera notte a bere: quattro litri di acqua, ho dovuto buttare giù. O la volta che voleva fare le patate al forno ma se n’è dimenticata e le è tornato in mente solo al momento di apparecchiare, e allora per rimediare ha messo il forno a 300°. Non una sposina ventenne alle prime armi, ma una con mezzo secolo di “esperienza” sulle spalle. La cottura della pasta invece era imposta da mio padre: spaghetti fini un quarto d’ora, un po’ più grossi venti minuti, pasta corta da trenta a quaranta minuti. Una volta che volevo toglierla dopo venti minuti mi ha urlato, con gli occhi fuori dalla testa: “Io non voglio diventare tubercoloso per colpa tua!” Vabbè, io per fortuna ho l’abitudine di deviare dai percorsi tracciati.

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        • Finalmente. Erano secoli che aspettavo di poter dire la mia sull’aglio, ma non ce n’era mai l’occasione. Cominciamo con l’aglio incamiciato. Nessuno si offenda, è la cazzata più grossa dopo la terra piatta. Io sfido chiunque, dal sig.Cracco al portinaio della casa accanto, a dirmi in degustazione se l’aglio era incamiciato oppure no. Sfido anche gli stessi a dirmi se ho messo l’aglio per pochi secondi e poi l’ho tolto, come suggeriscono di fare in tanti. Invece, bisogna avere il coraggio di metterlo come ingrediente, ossia tritato. Perché coraggio? perché se eccedi rovini tutto. Non sto parlando, ovviamente, degli spaghetti aglio e olio: ci mancherebbe che non ci fosse l’aglio. Cito due casi: uno è il sugo di cozze. Non sarete così tanardi da non metterci l’aglio tritato, spero. L’altro è una serie di casi, classificabili come “ripieni”, di carne o di pesce. Io modestamente faccio degli involtini di carne che ve li sognate, anche perché, a proposito di mamme, anch’io me li sogno, quelli che faceva la mamma. L’aglio ci va in misura chirurgica, perché eccedere è disastroso. Ma ci va.

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        • Naturalmente “troppo aglio non esiste” non significa che non esistano limiti, chiaro che si fa una padella di patate arrosto insaporite con l’aglio, non una padella di aglio insaporito con un po’ di patate, e questo vale per tutto, dalla rucola alla spruzzata di limone al peperoncino che qualcuno mette in misura tale da assassinare il sapore della pietanza. Chiarito questo, dove ci va, va messo e si deve sentire. Quando leggo di lasciare la camicia o di togliere l’anima o di toglierlo dopo sedici secondi e quattro decimi mi vengono le sgrìsoe. Io, per non rischiare di trovarmi senza, lo conservo sott’olio, per la precisione due vasetti, uno con spicchi interi e uno tritati. Poi ultimamente ho preso a dedicarmi alle creme: crema d’aglio normale, crema d’aglio rosso, crema d’aglio col prezzemolo (per i fondi di carciofo) crema d’aglio col peperoncino per gli spaghetti. Nel minestrone metto gli spicchi interi e quelli che mi arrivano nel piatto me li mangio con gusto.
          Le cozze credo che non abbiano problemi a entrare in casa di Rachel, né in quella di sua madre.

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        • Ah, dimenticavo, Lo metto anche crudo nell’insalata. E ho fatto l’olio aromatizzato all’aglio. E quello al peperoncino, e al limone, e all’alloro e pepe rosa. E una mezza dozzina di varietà di sali aromatizzati, in cui l’aglio è quasi sempre presente, a volte come ingrediente fondamentale, a volte come ritocchino.

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  4. Appena ho visto la foto della Signora in divisa….Ma è la mamma di Rachel !
    Azzeccato…mi ricordavo di quell’ articolo…

    E poi…dall’ articolo che parlava ..di Papone, poi quello di Torre di Babele..e due..non poteva mancare..quello di Allegro furioso..e siamo a tre!
    Il tre..mi piace! Lo ritrovo spesso in diverse occasioni…E Sophie…dal cognome ebraico
    credo…unico in Francia..ce ne sono piu’ del mio…Beh…lei mi disse sei uguale a Monique..la madre. Anche lei ..si ritrova spesso a manifestare..quel 3…es. 3 lampade..3
    piante..etc…così io…non ci avevo pensato..se non in occasione..di regalare qualcosa..
    1 importante..o 3.

    Gli Articoli…in maniera diversa, sono tutti e 3 importanti..
    Ogni aggiunta..critica, conferma non sono necessarie, come dicevo ..per quello che rappresentano sono validi…Il Papone…da film avvincente..Torre di Babele..l’ amara constatazione…della piccolezza umana, che deve essere controbattuta…l’ Allegro furioso.. poche parole ..ma che arrivano.
    La testimonianza ..di un passato da ricordare, il valore, il grande senso di umanità..la
    lotta per la vita..un’ ideale. Uomo di valore..
    E..i due che seguono..un Grazie per il loro impegno…da prima pagina, voce che si fà
    sentire..
    Grazie ancora …

    X Rachel….
    Io…sono riconosciuto…A seconda del tipo di rapporto..più o meno confidenziale..
    Ciao!..Bacioni….Arrivederci..un baciotto….A presto…baci..Ma..nel darli sono un pò tirchio..
    forse timido…E..qui mi ricordo..la mia + cara amica…al momento del saluto..mi richiamava
    indietro…Bacio !…Ma ..credo che anche lei mi assomigliava..” una falsa..rustica ”.
    Allora…Rachel…Dai dei baci da parte mia alla mamma…” te li manda ..Marco..”
    fai..tu…1 all’ italiana..3 alla francese…4 alla russa.
    Anche di piu’….se vuoi! Non vorrei…che arrivassero evaporati! .
    PS..essendo un pò..acciaccato…non vengo coinvolto ..ad una capatina a Roma..lasciamo stare le pizza…tutte buone!..” Nel ghetto…” veloce..e un’ aggiunta di
    altro..non guasta..naturalmente ..fritto! E..se te lo ricordi…ti ho ricordato..” quel negozio
    che fà angolo..” e piccolo…prevalentemente cuociono ..un dolce con mandorle..tanti
    canditi..a volte..un pò bruciacchiati..ma questo non diminuisce la goduria!
    E’ gestito da ”3” signore,,due piu’ attempate..l’ altra piu’ giovane.
    Sò gaiarde..e se sente bene che sò romane.. Tutto quello che hanno..non arriva a fine
    mattina….
    Ho mangiato bene anche un quella trattoria..piccola..ma ben apprezzata.

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