CARA GRETA, ABBIAMO DUE PAROLE DA DIRTI

Alberto Barone

Pubblichiamo la petizione sul clima curata dal prof. Uberto Crescenti, Professore Ordinario di Geologia Applicata, in collaborazione con scienziati di fama internazionale, che smentisce le tesi degli ambientalisti di tutto il mondo.

Al Presidente della Repubblica

Al Presidente del Senato

Al Presidente della Camera dei Deputati

Al Presidente del Consiglio

PETIZIONE SUL RISCALDAMENTO GLOBALE ANTROPICO

I sottoscritti, cittadini e uomini di scienza, rivolgono un caloroso invito ai responsabili politici affinché siano adottate politiche di protezione dell’ambiente coerenti con le conoscenze scientifiche. In particolare, è urgente combattere l’inquinamento ove esso si presenti, secondo le indicazioni della scienza migliore. A tale proposito è deplorevole il ritardo con cui viene utilizzato il patrimonio di conoscenze messe a disposizione dal mondo della ricerca e destinate alla riduzione delle emissioni antropiche inquinanti diffusamente presenti nei sistemi ambientali sia continentali che marini.

Bisogna però essere consapevoli che l’anidride carbonica di per sé non è un agente inquinante. Al contrario essa è indispensabile per la vita sul nostro pianeta.

Negli ultimi decenni si è diffusa una tesi secondo la quale il riscaldamento della superficie terrestre di circa 0.9°C osservato a partire dal 1850 sarebbe anomalo e causato esclusivamente dalle attività antropiche, in particolare dalle immissioni in atmosfera di CO2 proveniente dall’utilizzo dei combustibili fossili. Questa è la tesi del riscaldamento globale antropico promossa dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazione Unite, le cui conseguenze sarebbero modificazioni ambientali così gravi da paventare enormi danni in un imminente futuro, a meno che drastiche e costose misure di mitigazione non vengano immediatamente adottate. A tale proposito, numerose nazioni del mondo hanno aderito a programmi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sono pressate, anche da una martellante propaganda, ad adottare programmi sempre più esigenti dalla cui attuazione, che comporta pesanti oneri sulle economie dei singoli Stati aderenti, dipenderebbe il controllo del clima e, quindi, la “salvezza” del pianeta.

L’origine antropica del riscaldamento globale è però una congettura non dimostrata, dedotta solo da alcuni modelli climatici, cioè complessi programmi al computer, chiamati General Circulation Models. Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l’esistenza di una variabilità climatica naturale che i modelli non sono in grado di riprodurre. Tale variabilità naturale spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato dal 1850. La responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell’ultimo secolo è quindi ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non sono realistiche.

Il clima è il sistema più complesso presente sul nostro pianeta, per cui occorre affrontarlo con metodi adeguati e coerenti al suo livello di complessità. I modelli di simulazione climatica non riproducono la variabilità naturale osservata del clima e, in modo particolare, non ricostruiscono i periodi caldi degli ultimi 10.000 anni. Questi si sono ripetuti ogni mille anni circa e includono il ben noto Periodo Caldo Medioevale, il Periodo Caldo Romano, ed in genere ampi periodi caldi durante l’Ottimo dell’Olocene. Questi periodi del passato sono stati anche più caldi del periodo presente, nonostante la concentrazione di CO2 fosse più bassa dell’attuale, mentre sono correlati ai cicli millenari dell’attività solare. Questi effetti non sono riprodotti dai modelli.

Va ricordato che il riscaldamento osservato dal 1900 ad oggi è in realtà iniziato nel 1700, cioè al minimo della Piccola Era Glaciale, il periodo più freddo degli ultimi 10.000 anni (corrispondente a quel minimo millenario di attività solare che gli astrofisici chiamano Minimo Solare di Maunder). Da allora a oggi l’attività solare, seguendo il suo ciclo millenario, è aumentata riscaldando la superficie terrestre. Inoltre, i modelli falliscono nel riprodurre le note oscillazioni climatiche di circa 60 anni. Queste sono state responsabili, ad esempio, di un periodo di riscaldamento (1850-1880) seguito da un periodo di raffreddamento (1880-1910), da un riscaldamento (1910-40), ancora da un raffreddamento (1940-70) e da un nuovo periodo di riscaldamento (1970-2000) simile a quello osservato 60 anni prima. Gli anni successivi (2000-2019) hanno visto non l’aumento previsto dai modelli di circa 0.2°C per decennio, ma una sostanziale stabilità climatica che è stata sporadicamente interrotta dalle rapide oscillazioni naturali dell’oceano Pacifico equatoriale, conosciute come l’El Nino Southern Oscillations, come quella che ha indotto il riscaldamento momentaneo tra il 2015 e il 2016.

Gli organi d’informazione affermano anche che gli eventi estremi, come ad esempio uragani e cicloni, sono aumentati in modo preoccupante. Viceversa, questi eventi, come molti sistemi climatici, sono modulati dal suddetto ciclo di 60 anni. Se ad esempio si considerano i dati ufficiali dal 1880 riguardo i cicloni atlantici tropicali abbattutisi sul Nord America, in essi appare una forte oscillazione di 60 anni, correlata con l’oscillazione termica dell’Oceano Atlantico chiamata Atlantic Multidecadal Oscillation. I picchi osservati per decade sono tra loro compatibili negli anni 1880-90, 1940-50 e 1995-2005. Dal 2005 al 2015 il numero dei cicloni è diminuito seguendo appunto il suddetto ciclo. Quindi, nel periodo 1880-2015, tra numero di cicloni (che oscilla) e CO2 (che aumenta monotonicamente) non vi è alcuna correlazione.

Il sistema climatico non è ancora sufficientemente compreso. Anche se è vero che la CO2 è un gas serra, secondo lo stesso IPCC la sensibilità climatica ad un suo aumento nell’atmosfera è ancora estremamente incerta. Si stima che un raddoppio della concentrazione di CO2 atmosferica, dai circa 300 ppm preindustriali a 600 ppm, possa innalzare la temperatura media del pianeta da un minimo di 1°C fino a un massimo di 5°C. Questa incertezza è enorme. In ogni caso, molti studi recenti basati su dati sperimentali stimano che la sensibilità climatica alla CO2 sia notevolmente più bassa di quella stimata dai modelli IPCC.

Allora, è scientificamente non realistico attribuire all’uomo la responsabilità del riscaldamento osservato dal secolo passato ad oggi. Le previsioni allarmistiche avanzate, pertanto, non sono credibili, essendo esse fondate su modelli i cui risultati sono in contraddizione coi dati sperimentali. Tutte le evidenze suggeriscono che questi modelli sovrastimano il contributo antropico e sottostimano la variabilità climatica naturale, soprattutto quella indotta dal sole, dalla luna, e dalle oscillazioni oceaniche.

Infine, gli organi d’informazione diffondono il messaggio secondo cui, in ordine alla causa antropica dell’attuale cambiamento climatico, vi sarebbe un quasi unanime consenso tra gli scienziati e che quindi il dibattito scientifico sarebbe chiuso. Tuttavia, innanzitutto bisogna essere consapevoli che il metodo scientifico impone che siano i fatti, e non il numero di aderenti, che fanno di una congettura una teoria scientifica consolidata.

In ogni caso, lo stesso preteso consenso non sussiste. Infatti, c’è una notevole variabilità di opinioni tra gli specialisti – climatologi, meteorologi, geologi, geofisici, astrofisici – molti dei quali riconoscono un contributo naturale importante al riscaldamento globale osservato dal periodo preindustriale ed anche dal dopoguerra ad oggi. Ci sono state anche petizioni sottoscritte da migliaia di scienziati che hanno espresso dissenso con la congettura del riscaldamento globale antropico. Tra queste si ricordano quella promossa nel 2007 dal fisico F. Seitz, già presidente della National Academy of Sciences americana, e quella promossa dal Non-governmental International Panel on Climate Change (NIPCC) il cui rapporto del 2009 conclude che «La natura, non l’attività dell’Uomo governa il clima».

In conclusione, posta la cruciale importanza che hanno i combustibili fossili per l’approvvigionamento energetico dell’umanità, suggeriamo che non si aderisca a politiche di riduzione acritica della immissione di anidride carbonica in atmosfera con l’illusoria pretesa di governare il clima.

Roma, 17 Giugno 2019

COMITATO PROMOTORE

Uberto Crescenti, Professore Emerito di Geologia Applicata, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara, già Magnifico Rettore e Presidente della Società Geologica Italiana.

Giuliano Panza, Professore di Sismologia, Università di Trieste, Accademico dei Lincei e dell’Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL, Premio Internazionale 2018 dell’American Geophysical Union.

Alberto Prestininzi, Professore di Geologia Applicata, Università La Sapienza, Roma, già Scientific Editor in Chief della rivista internazionale IJEGE e Direttore del Centro di Ricerca Previsione e Controllo Rischi Geologici.

Franco Prodi, Professore di Fisica dell’Atmosfera, Università di Ferrara.

Franco Battaglia, Professore di Chimica Fisica, Università di Modena; Movimento Galileo 2001.

Mario Giaccio, Professore di Tecnologia ed Economia delle Fonti di Energia, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara, già Preside della Facoltà di Economia.

Enrico Miccadei, Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Nicola Scafetta, Professore di Fisica dell’Atmosfera e Oceanografia, Università Federico II, Napoli.

FIRMATARI

Antonino Zichichi, Professore Emerito di Fisica, Università di Bologna, Fondatore e Presidente del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice.

Renato Angelo Ricci, Professore Emerito di Fisica, Università di Padova, già Presidente della Società Italiana di Fisica e della Società Europea di Fisica; Movimento Galileo 2001.

Aurelio Misiti, Professore di Ingegneria Sanitaria-Ambientale, Univesità la Sapienza, Roma.

Antonio Brambati, Professore di Sedimentologia, Università di Trieste, Responsabile Progetto Paleoclima-mare del PNRA, già Presidente Commissione Nazionale di Oceanografia.

Cesare Barbieri, Professore Emerito di Astronomia, Università di Padova.

Sergio Bartalucci, Fisico, Presidente Associazione Scienziati e Tecnolgi per la Ricerca Italiana.

Antonio Bianchini, Professore di Astronomia, Università di Padova.

Paolo Bonifazi, già Direttore Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario, Istituto Nazionale Astrofisica.

Francesca Bozzano, Professore di Geologia Applicata, Università Sapienza di Roma, Direttore del Centro di Ricerca CERI.

Marcello Buccolini, Professore di Geomorfologia, Università Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Paolo Budetta, Professore di Geologia Applicata, Università di Napoli.

Monia Calista, Ricercatore di Geologia Applicata, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Giovanni Carboni, Professore di Fisica, Università Tor Vergata, Roma; Movimento Galileo 2001.

Franco Casali, Professore di Fisica, Università di Bologna e Accademia delle Scienze di Bologna.

Giuliano Ceradelli, Ingegnere e climatologo, ALDAI.

Domenico Corradini, Professore di Geologia Storica, Università di Modena.

Fulvio Crisciani, Professore di Fluidodinamica Geofisica, Università di Trieste e Istituto Scienze Marine, Cnr, Trieste.

Carlo Esposito, Professore di Telerilevamento, Università La Sapienza, Roma.

Mario Floris, Professore di Telerilevamento, Università di Padova.

Gianni Fochi, Chimico, Scuola Normale Superiore di Pisa; giornalista scientifico.

Mario Gaeta, Professore di Vulcanologia, Università La Sapienza, Roma.

Giuseppe Gambolati, Fellow della American Geophysica Union, Professore di Metodi Numerici, Università di Padova.

Rinaldo Genevois, Professore di Geologia Applicata, Università di Padova.

Carlo Lombardi, Professore di Impianti nucleari, Politecnico di Milano.

Luigi Marino, Geologo, Centro Ricerca Previsione e Controllo Rischi Geologici, Università La Sapienza, Roma.

Salvatore Martino, Professore di Microzonazione sismica, Università La Sapienza, Roma.

Paolo Mazzanti, Professore di Interferometria satellitare, Università La Sapienza, Roma.

Adriano Mazzarella, Professore di Meteorologia e Climatologia, Università di Napoli.

Carlo Merli, Professore di Tecnologie Ambientali, Università La Sapienza, Roma.

Alberto Mirandola, Professore di Energetica Applicata e Presidente Dottorato di Ricerca in Energetica, Università di Padova.

Renzo Mosetti, Professore di Oceanografia, Università di Trieste, già Direttore del Dipartimento di Oceanografia, Istituto OGS, Trieste.

Daniela Novembre, Ricercatore in Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogiche-petrografiche, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Sergio Ortolani, Professore di Astronomia e Astrofisica, Università di Padova.

Antonio Pasculli, Ricercatore di Geologia Applicata, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Ernesto Pedrocchi, Professore Emerito di Energetica, Politecnico di Milano.

Tommaso Piacentini, Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Guido Possa, Ingegnere nucleare, già Vice Ministro Miur.

Mario Luigi Rainone, Professore di Geologia Applicata, Università di Chieti-Pescara.

Francesca Quercia, Geologo, Dirigente di ricerca, Ispra.

Giancarlo Ruocco, Professore di Struttura della Materia, Università La Sapienza, Roma.

Sergio Rusi, Professore di Idrogeologia, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Massimo Salleolini, Professore di Idrogeologia Applicata e Idrologia Ambientale, Università di Siena.

Emanuele Scalcione, Responsabile Servizio Agrometeorologico Regionale Alsia, Basilicata.

Nicola Sciarra, Professore di Geologia Applicata, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Leonello Serva, Geologo, Direttore Servizi Geologici d’Italia; Movimento Galileo 2001.

Luigi Stedile, Geologo, Centro Ricerca Revisione e Controllo Rischi Geologici, Università La Sapienza, Roma.

Giorgio Trenta, Fisico e Medico, Presidente Emerito dell’Associazione Italiana di Radioprotezione Medica; Movimento Galileo 2001.

Gianluca Valenzise, Dirigente di Ricerca, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma.

Corrado Venturini, Professore di Geologia Strutturale, Università di Bologna.

Franco Zavatti, Ricercatore di Astronomia, Univesità di Bologna.

Achille Balduzzi, Geologo, Agip-Eni.

Claudio Borri, Professore di Scienze delle Costruzioni, Università di Firenze, Coordinatore del Dottorato Internazionale in Ingegneria Civile.

Pino Cippitelli, Geologo Agip-Eni.

Franco Di Cesare, Dirigente, Agip-Eni.

Serena Doria, Ricercatore di Probabilità e Statistica Matematica, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Enzo Siviero, Professore di Ponti, Università di Venezia, Rettore dell’Università e- Campus.

Pietro Agostini, Ingegnere, Associazione Scienziati e Tecnolgi per la Ricerca Italiana.

Donato Barone, Ingegnere.

Roberto Bonucchi, Insegnante.

Gianfranco Brignoli, Geologo.

Alessandro Chiaudani, Ph.D. agronomo, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Antonio Clemente, Ricercatore di Urbanistica, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Luigi Fressoia, Architetto urbanista, Perugia.

Sabino Gallo, Ingegnere nucleare.

Daniela Giannessi, Primo Ricercatore, Ipcf-Cnr, Pisa.

Roberto Grassi, Ingegnere, Amministratore G&G, Roma.

Alberto Lagi, Ingegnere, Presidente di Società Ripristino Impianti Complessi Danneggiati.

Luciano Lepori, Ricercatore Ipcf-Cnr, Pisa.

Roberto Madrigali, Metereologo.

Ludovica Manusardi, Fisico nucleare e Giornalista scientifico, Ugis.

Maria Massullo, Tecnologa, Enea-Casaccia, Roma.

Enrico Matteoli, Primo Ricercatore, Ipcf-Cnr, Pisa.

Gabriella Mincione, Professore di Scienze e Tecniche di Medicina di Laboratorio, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

Massimo Pallotta, Primo Tecnologo, Istituto Nazionale Fisica Nucleare.

Enzo Pennetta, Professore di Scienze naturali e divulgatore scientifico.

Nunzia Radatti, Chimico, Sogin.

Vincenzo Romanello, Ingegnere nucleare, Centro Ricerca, Rez, Repubblica Ceca.

Alberto Rota, Ingegnere, Ricercatore presso Cise e Enel.

Massimo Sepielli, Direttore di Ricerca, Enea, Roma.

Ugo Spezia, Ingegnere, Responsabile Sicurezza Industriale, Sogin; Movimento Galileo 2001.

Emilio Stefani, Professore di Patologia vegetale, Università di Modena.

Umberto Tirelli, Visiting Senior Scientist, Istituto Tumori d’Aviano; Movimento Galileo 2001.

Roberto Vacca, Ingegnere e scrittore scientifico.

E dunque, cara piccola stupida bambina ignorante, smettila di farti manipolare e sfruttare da un branco di loschi figuri, smettila di prestarti a fare la gallina dalle uova d’oro e torna sui banchi di scuola. Elementare, possibilmente, perché il livello delle tue conoscenze è quello.

barbara

Una risposta

  1. Il compianto Michel Crichton scrisse un romanzo su queste cose. Si intitola State of fear (Stato di paura). Lo consiglio, in funzione anti-Greta.
    (Comunque il verbo “paventare” non significa quello che pensano gli estensori dell’appello)

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      • Interessante, restando al Verbo papale, tutto il riferimento al costo e al prezzo del carbonio: tu hai idea di quanto possa costare al chilo? O forse di vende a litri? A metri? Boh. Comunque anche per una eventuale tassa sulle preghiere bisognerebbe prima sapere a quanto vengono al chilo per poter poi fare un calcolo esatto.

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        • magari Franz non lo sa, ma le decine di società per il commercio delle quote di emissioni sorte come funghi intorno alle associazioni ambientaliste lo sanno, oh se lo sanno quanto valgono al kg il carbonio e i suoi composti…. e grazie al protocollo di Kyoto hanno anche un prezzario internazionale e un meraviglioso mercato a quantità fissa, in cui lucrare in ogni transazione.

          quando si dice che la fuffa non rende si guarda nella direzione sbagliata, tante volte

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        • UUUUHHHHHHHH! Ho letto che viene sui 5-6 euro la tonnellata! E che vogliono farlo arrivare al centinaio. Allora me ne compro un centinaio di tonnellate con 500 euro e quando sale me lo rivendo e incasso 10.000 euro! Che figata!

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  2. Il fatto che siano dei “professoroni”(per dirla alla Salvini) ad aver firmato questa petizione, non vuol dire che abbiano ragione nel negare il ruolo dell’impatto umano(riconosciuto dalla comunità scientifica, eccetto pochi “negazionisti” che non sono finora riusciti a dimostrare le proprie tesi) nei cambiamenti climatici.

    Greta è insopportabile per altri motivi, perché protesta contro i “potenti della terra” come se avessero la soluzione facile e definitiva al global warming, e non la volessero mettere in atto solo per avidità e malvagità, quando invece la soluzione semplice non ce l’ha nessuno!

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    • Greta e’ insopportabile perché lei non protesta contro i potenti, lei e’ dalla loro parte in questa commedia (basta vedere come l’hanno accolta Mattarella, Juncker e papa Francesco).

      Che poi l’inquinamento sia un problema, mi pare ovvio.

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    • Trovo che l’uso del termine negazionista sia improprio e malizioso. In realtà, se aumenta la temperatura, o se i gravi cadono verso il basso, o se si alternano il giorno e la notte, è onere di eventuali sostenitori dell’origine antropica di questi fenomeni dimostrare le loro tesi.
      Non è del resto un caso che il custode vaticano delle Verità Rivelate tratti anche questa materia come un dogma. D’altra parte, per un suo predecessore, per il quale è in corso il processo di canonizzazione, la qualifica di negazionista dell’olocausto è persino benevola.

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      • Negazionista ormai sta diventando come fascista: se neghi che quello che dico io sia vero ti becchi immediatamente l’etichetta. E naturalmente verificare se quello che dico io sia una realtà documentata e incontrovertibile è cosa del tutto superflua.

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    • Dato che i cambiamenti climatici sono documentati da milioni di anni, credo che toccherebbe agli altri “professoroni”, ivi inclusa la signorina Greta più tutti gli altri che per disquisire sulla materia non hanno mezza briciola di titolo, dimostrare di avere ragione.
      Greta è insopportabile perché è stupida, ignorante, dice cazzate ed è uno stupido robottino manovrato da loschi figuri.

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  3. Oddio, Greta la lascerei perdere. Però, per quanto mi è dato di capire, di indizi (anche se non abbiamo ancora evidenza inoppugnabile) a favore dell’effetto serra cominciano ad essercene parecchi, e lo spazio per ipotesi alternative sembra ridursi sempre di più. I cicli dell’attività solare durano 11 anni, per cui nella mia vita ne sono passati 5, questo è il primo nel quale il clima cambia con tanta rapidità. Se qualche scienziato vuole sostenere che è l’attività solare ad esser responsabilie del riscaldamento globale, dovrebbe portare dati che dimostrino un sostanziale aumento del’attività solare nell’ultimo decennio rispetto ai decenni passati.
    Che le oscillazioni oceaniche possano contribuire alla temperatura media del pianeta, mi sembra improbabile, anche non ho difficoltà a credre che possono fare variare, anche significativamente, le temperature medie di zone particolari (innalzandole per alcuni posti, alzandole in altri, ma lasciando la media planetaria pressochè inalterata).
    E’, invece, interessante come la stragrande maggioranza dei firmatari di questa petizione siano geologi, campo scientifico, oltre a non essere famoso per le competenze in fatto di dinamiche terminche atmosferiche (dove i meteorologi. spesso di estrazione fisica, forse vanno ascoltati di più), strettamente legato, sia come finanziamenti che come sbocchi professionali, all’estrazione in generale e a quella di carburante in particolare.
    Fra l’altro, mi sembra che la petizione sorvoli sull’idea che, al riscaldamento globale concorrano, oltre alla CO2 di generazione antropica, il calore stesso prodotto dalle attività antropiche (che si disperde molto meno a causa dell’effetto serra, e si è quintuplicato dall’inizio dell’era industriale, mi sembra), e al CO2, al metano, al vapore e altri gas serra di altra origine (per esempio il vapore di evaporazione delle acque marine, che aumenta con l’aumento della temperatura, e il metano liberato dal permafrost siberiano che si sta sciogliendo) che aumenta a causa dell’amento di temperatura, e che amplificano notevolmente il risultato delle attività antropiche.
    In ogni caso, qui in Europa, a differenza degli Stati Uniti, il principio di precauzione gode ancora di una qualche considerazione. E, secondo me, con buone ragioni.
    Al meccanismo delle quote comunque, non credo molto.

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    • Non sono molto d’accordo (no, non sto insinuando che tu “parta da presupposti sbagliati”: abbiamo semplicemente punti di vista diversi!). Non sono in grado, per totale mancanza di competenza, di controbattere punto per punto le tue affermazioni, ma pur nella mia incompetenza posso notare che gli estensori del testo affermano che la CO2 ha un impatto molto modesto sul riscaldamento globale, e tu dici che sul riscaldamento globale intervengono molti altri fattori: cioè confermi, anche se lo esprimi in modo diverso, quello che hanno detto loro. Greta invece spara unicamente contro la CO2, vuole che i politici si mobilitino per arrivare a “0 emissioni di CO2”, e un’infinità di polli ripetono a pappagallo questo delirante mantra del tutto fuori dal mondo.
      Poi dici che di quei cicli di 11 anni ne hai vissuti 5 (io uno di più) e questo è il primo “nel quale il clima cambia con tanta rapidità”: intendi dire che rispetto a 11 anni fa ci sono stati cambiamenti radicali nelle attività umane? Ci sono dati certi che lo documentano? Voglio dire, sia dei radicali cambiamenti nelle attività umane, sia dei rapidi cambiamenti climatici, sia del fatto che questo non sia mai successo prima?
      Quanto al “chi deve dimostrare cosa”, non essendo legata agli ambienti scientifici, ignoro quali documenti abbia portato ognuna delle parti in causa; facendo un ragionamento molto terra terra mi verrebbe da dire che, essendo noto che da sempre il clima cambia per conto suo, l’onere della prova dovrebbe ricadere soprattutto su chi propone spiegazioni diverse (sia ben chiaro, nessuno si sogna di affermare che le attività umane non abbiano alcun impatto; va però stabilito se questo impatto sia determinante oppure no), soprattutto considerando che una riduzione delle emissioni comporterebbe radicali cambiamenti dello stile di vita (e la riduzione sarebbe comunque infinitesimale, se si considera che i comportamenti peggiori si hanno in Cina e altre parti su cui è impossibile intervenire) e con costi economici stratosferici. Se poi a suo tempo gli amanti del pianeta non si fossero messi d’impegno a bloccare il nucleare – oltretutto manomettendo un referendum che chiedeva tutt’altro – magari la situazione oggi sarebbe decisamente migliore.

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  4. In effetti, uno dei punti che mi rendono più scettico sulla petizione, è che le basi delle affermazioni ivi riportate non sono chiare (non è indicato uno straccio di fonte). Rispondo più brevemente che posso alle tue domande, se poi ti interessa o hai perplessità che vuoi discutere o condividere possiamo proseguire con altri commenti (non c’è niente di meglio che un po’ di sano scetticismo e curiosità, per avvicinarsi alla verità). Quando dico che il clima cambia con più rapidità, intendo che il caldo aumenta sempre pià in fretta. Ci sono tre o quattro organizzazioni che misurano la temperatura media del mondo e pubblicano i grafici sui loro siti; te ne indico uno per comodità https://www.climate.gov/news-features/understanding-climate/climate-change-global-temperature. Il fenomeno non è egualmente accentuato d’appertutto, ma in Italia, negli ultimi 20 anni, il tempo si è scaldato, in media parecchio, soprattutto al Nord. Ne frattempo, il consumo di energia umano è aumentato (puoi trovare dei grafici qui https://www.rivistaenergia.it/2019/05/realta-e-illusioni-lalbum-fotografico-2000-2018/) ma in realtà, anche se fosse rimasto uguale a quello di 20 anni fa, causerebbe comunque il riscaldamento globale, allo stesso modo in cui un fornello acceso al minimo sotto una pentola piena di acqua, ad un certo punto, improvvisamente, ne provoca l’ebollizione senza che l’attività del fornello sia cambiata di una virgola. Fino a quel momento, l’acqua della pentola evapora così lentamente da accorgersene a malapena, ma da quel momento in poi, l’evaporazione dventa improvvisamente più veloce.
    Circa gli altri effetti che menzionavo, non sono spiegazioni alternative, sono conseguenze del riscaldamento e del CO2 prodotti da noi, che ne amplificano gli effetti (insomma, produci un chilo di CO2, e la terra si scalda per 3 perchè il calore fa evaporare acqua, libera metano dal pergelisol, ecc.). L’entità di questi effetti che io sappia, non è ancora studiata a fondo, ma direi che non alleviano la situazione.
    Un solo appunto: nel decidere a cosa credere e a cosa no, penso sia più facile avvicinarsi alla verità basarndosi su ciò che si ritiene più verosimile, che sull’impatto di una notizia sul nostro stile di vita. Comunque ciascuno ha diritto a scegliersi le proprie oprinioni come crede, e non sarò certo io a contestare il tuo.

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  5. Come già detto, non ho competenze che mi permettano di farmi un’idea personale su come stiano le cose. Semplicemente vedo che la comunità scientifica non è affatto unanime, che fisici come Rubbia e Zichichi smentiscono nettamente le affermazioni dei sostenitori del catastrofico riscaldamento globale e delle cause antropiche, con dati la cui validità non sono in grado di valutare, ma che mi sembra ragionevole supporre non siano campati in aria. Tutto questo fa sì che non sia disposta a prendere per oro colato quello che dice una parte, e meno che mai le dichiarazioni di una ragazzina che ha ampiamente dimostrato di non sapere neppure di che cosa sta parlando, di non essere in grado di rispondere alla più semplice delle domande ma solo di leggere i foglietti pieni di banalità che altri le hanno preparato. Aggiungo che da decenni gli “esperti” fanno previsioni, che più che previsioni sembrano profezie, sulle catastrofi che ci attendono con scadenze ben precise, accuratamente e scientificamente calcolate (ti ricordi la previsione di 12 miliardi di abitanti sulla Terra previsti per il 1980?). Ebbene, non una di queste profezie si è mai realizzata. Non una.
    Anch’io cerco di capire che cosa sia più verosimile, e mi sembra verosimile che la verità si trovi in un qualche punto fra le affermazioni dei catastrofisti e quelli che escludono qualunque influenza dell’attività umana. Però sensibilmente più vicino a questi ultimi.

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  6. Mi sembra che tu abbia un qualche tipo di fascinazione negativa per questa Greta, personaggio per cui devo dire che ho un interesse così scarso da avere solo una vaga percezione del fatto che si interessa di tematiche ambientali, e la netta impressione che, nel perseguirli, generi più inquinamento di quanto riuscirà a prevenirne. Il riscaldamento globale, invece è un argomento che prendo abbastanza seriamente, e onestamente parlare di dati ambientali sentirmi rispondere di Greta, mi disorienta un po’.
    Mi parli anche di profezie, altro campo di cui non mi interesso moltissimo. Io sono contentrato sul capire ciò che sta succedendo adesso, e avvicinarsi il più possibile al capire come mai.
    Ad ogni modo, per tutti noi è normalissimo prendere decisioni serie sulla base di informazioni la cui correttezza non siamo in grado di valutare (a cominciare dall’elenco degli ingredienti delle cibarie che scegliamo al supermecato, visto che, generalmente non siamo analisti i laboratorio e quando lo siamo, non ci portiamo comunque il laboratorio al supermercato). Di solito, quello che è importante, è saper leggere, e di norma si comincia prendendo per buono quello che si legge, a meno che qualcuno (i NAS, nell’esempio ella nostra spesa) non ci venga a dimostrare che le informazioni sono false. Poi puoi decidere di non leggere i grafici, o di leggerli e cercare se ne trovi altri che li confutano, di leggerli, prenderli momentaneamente per buoni e ragionarci su finchè non trovi motivo di dubitarne. Dire “non ho le competenze”, è nascondersi dietro un dito.
    Mi sembra che, nelle tue valutazioni, tu ti stia basando sulla fama di chi sostiene le varie posizioni che non sulla loro cognizione di causa, e forse anche sulla vicinanza fra le opinioni che esprimono e ciò che preferiresti sentirti dire. I curriculum vitae di Rubbia e Zichichi sono di pubblico dominio, e penso tu possa valutare da te se la loro esperienza in fatto di tematiche ambientali possano essere considerati degli esperti. La mia impressione, onestamente, è che tu non lo abbia fatto… Sicuramente, fra ciò che ha dichiarato Rubbia sull’andamento della temperatura del mondo in una recente intervista e i grafici che ho visto e ti ho indicato ci sono delle discrepanze. Come ce ne sono fra le affermazioni che dicono che Carola Rakete sia come Antigone, e i Bignami che dicono che Antigone è una principessa tebana che si è fatta murare viva per cercare di seppellire il fratello, la cui sepoltura era vietata dal tiranno locale. C’è veramente bisogno di essere esperti del mondo classico per valutare se le affermazioni dei professori stiano in piedi?

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    • Allora, andando con ordine.
      Greta. No, non ho alcuna sorta di “fascinazione negativa”. Semplicemente detesto i santini, si chiamino Greta, Carola o Oriana Fallaci con la sua leggenda del chador eroicamente tolto davanti a Khomeini. Ora, Greta è la seconda parola del tuo primo commento: se tu non l’avessi chiamata in causa nel tuo commento, non sarebbe comparsa nelle mie risposte.
      Profezie: mi hai proposto due link, che io ho guardato, uno dei quali, come tutti gli studi appartenenti alla corrente catastrofista, fa delle previsioni, che arrivano fino al 2040. Queste sono profezie, e tutte quelle formulate finora si sono sistematicamente dimostrate errate. Se le profezie non ti interessano, non dovresti propormi studi che le formulano.
      I grafici. Come ben sai ci sono, in tutti i campi, grafici che “dimostrano” una data cosa, grafici che ne “dimostrano” una diversa e addirittura grafici che “dimostrano” l’esatto contrario. Dici che faccio male a nutrire qualche modesta dose di scetticismo quando mi si garantisce che questo qui però rappresenta l’assoluta verità, garantito al 7000%?
      “Non ho le competenze”. Non mi sono nascosta dietro nessunissimo dito. Se vedo due grafici diversi sulla stessa questione NON HO COMPETENZE per stabilire quale sia corretto e quale no. E non ho l’abitudine di millantare conoscenze e competenze che non ho, quindi chiarisco, a scanso di equivoci, che non ho competenze sufficienti per stabilire quale sia la verità, ammesso che ce ne sia una in questo campo. Ma siccome non sono analfabeta, né integrale né funzionale, ho conoscenze di base sufficienti a fare un ragionamento su quanto mi viene proposto. E quindi se mi si dice che il bicarbonato cura il cancro so che è una truffa. Se mi si dice che l’omeopatia è in grado di curare so che è una truffa. Se mi si dice che i vaccini fanno male so che è un criminale terrorismo psicologico. Se due scienziati di uno stesso indirizzo scientifico fanno affermazioni contrastanti, in base alle mie conoscenze – che NON sono competenze specifiche – stabilisco quale mi sembra più attendibile. E se mi dici che quei dati sono sbagliati posso benissimo cambiare idea, però a questo punto, per convincermi che ha sbagliato quello scienziato e che ho sbagliato io a credergli, esigo prove inoppugnabili, non un grafico diverso fatto da uno scienziato diverso con una interpretazione diversa che dica anche lui quello che dici tu.
      Rubbia e Zichichi. Uno degli argomenti che usi per negare validità al documento che ho postato è che la stragrande maggioranza dei firmatari non sono fisici, dal che sembrerebbe di poter desumere che per sapere se ciò che viene detto è valido, è importante sapere chi è che lo dice. Dopodiché io ti presento due fisici, oltretutto di altissimo livello, che affermano le stesse cose di quel documento, e a questo punto salti fuori a dire che io mi sto basando sulla fama di chi fa una determinata affermazione. Dimenticando – eppure bastava un’occhiata un po’ più su per controllare – che mi sono basata UNICAMENTE sulla qualifica professionale. Per la precisione quella che TU hai chiamato in causa, quella che per smentire quanto detto nel documento ti andava bene mentre per confermare non ti va più bene per niente. Non sarebbe male che ti mettessi d’accordo con te stesso, non trovi?

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  7. Scusa Barbara, ma anche se Rubbia e Zichichi sono fisici di prima grandezza, la loro specialità è la fisica delle particelle (e un pochino anche la fisica atomica, almeno per Rubbia, mi pare di capire): la climatologia e la meteorologia, semplicemente, non sono i loro campi. Per inciso, meteorologia e climatologia sono discipline per cui il premio Nobel non esiste, per cui quest’ultimo non è indicazione di competenze particolari in materia. Cercando fra i vincitori del Crafoord Prize per le geoscienze, forse riesci a trovare qualcuno più competente nelle discipline di cui stiamo parlando.
    Quello che mi racconti di aver visto sull’articolo che ti ho indicato, è piuttosto diverso da ciò che mi sembrava di averci letto, per cui sono tornato sulla pagina a controllare. Ora come quando te l’ho consitliata, mii pare proprio contenga solo misurazioni e dati che arrivano fino al 2017 (le cui fonti, riportate nello stesso articolo, sono la società meteorologica americana e il National Centers for Environmental Information, delle cui rilevazioni cui tenderei a fidarmi, visto che come si misura la temperatura dovrebbero saperlo; delle previsioni del tempo, sappiamo già che non c’è da fidarsi molto, in generale, ma quelle non te le ho indicate).
    Se mi mandi il link esatto all’articolo su cui hai letto le previsioni catrastofiste, possiamo cercare di capire come mai tu abbia trovato cose così diverse da quelle che mi sembrava di averti indicato.
    L’altro articolo cui ti ho indirizzato, il cui grafico, semplicemente, dà la fotografia dei consumi energetici degli ultimi venti anni, e il rapporto è redatto dall’ACI, ente notoriamente non catastrofista e interessato a non esserlo. Insomma, sono perfettamente in pace con me stesso…

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    • Il link è quello che hai messo lì tu, e lì ci sono previsioni fino al 2040.
      Ok, prendo atto che tu sei in pace con te stesso e ti informo che io sono in pacissima con me stessa. Tu hai esposto tutti i motivi per cui sei convinto che quella lettera sia una mezza ciofeca, io, da incompetente, ho cercato di esporre, evidentemente con scarso successo, i motivi per cui invece mi convince. In mancanza di nuovi argomenti da esporre, proporrei, se sei d’accordo, di aggiornare la discussione a quando emergerà un nuovo tema in cui tu dissenta dalle mie posizioni: ok?

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