OGGI PARLIAMO DELLA GRECIA

O meglio, del tentativo della Turchia di invadere la Grecia (sono solo io a ricordare il 1° settembre 1939?) . Riporto un articolo pescato in rete, il primo che mi è capitato sottomano.

Profughi respinti. Spari e violenza al confine tra Turchia e Grecia, è battaglia/ Video

Come annunciato ieri da Ankara, questa notte sono arrivati i primi uomini del battaglione delle forze speciali turche a cui è stato dato l’ordine di “contrastare” il respingimento di migranti da parte delle forze armate di Atene [clandestini, signor giornalista, si chiamano clandestini]. Fin dall’alba i militari della mezzaluna hanno attaccato con candelotti stordenti, fumogeni e lacrimogeni il posto di polizia greco e l’intera linea di confine. Immagini girate dai militari di Atene mostrano il fitto lancio dal versante turco.
L’operazione di Ankara, che al momento assume i contorni di un’azione di disturbo, [a me veramente l’attacco armato ai confini di uno stato sembra un’azione di guerra, non di disturbo] osservata da questa parte del confine sembra come una provocazione a cui per il momento Atene non risponde. Dalle torrette i militari greci sostengono di avere avvistato diversi piccoli droni “con cui i turchi coordinano i lanci e dirigono il tiro”.
I migranti vengono tenuti nella retrovia, in attesa dell’ordine di prendere d’assalto la barriera metallica. “Abbiamo visto – spiega una fonte del governo greco – che dietro alla cortina di fumo i militari turchi consegnano cesoie e frese ai profughi, così che possano aprirsi un varco verso la Grecia”.
Le operazioni turche, scattate alle prime luci dell’alba, presagiscono una serie di azioni analoghe lungo tutti i 212 chilometri di frontiera.
L’esercito greco viene dunque messo sotto pressione, con il crescente rischio di incidenti che possano far precipitare la situazione sul campo tra i due Paesi.
Proprio al tramonto, quando la giornata sembrava chiudersi meglio di come era cominciata, senza altri spari né lanci di fumogeni, dal versante turco del confine è ripreso la fitta esplosione di colpi, in un’escalation che fa salire la tensione, rischiando seri incidenti tra due Paesi comunque alleati nella Nato. [questo è ciò che succede quando si tiene una faina nel pollaio]
ef
Come mostra uno dei video diffusi dalle guardie di confine di Atene, oltre a fumogeni e granate stordenti indirizzati contro i militari greci, sono stati sentite almeno tre scariche di mitra. Nessuno è rimasto colpito ma perfino il militare che stava riprendendo i fumogeni è stato colto di sorpresa lasciando cadere la videocamera.
La Turchia ha allestito una tendopoli per i profughi [è documentato che siano profughi?] che vengono spinti fino alla barriera, a dimostrazione di come al momento non vi sia l’intenzione di riaccompagnarli indietro.
Nel corso della giornata sono stati rinvenuti sui terreni a ridosso della barriera metallica diversi candelotti lanciati dal territorio turco. Secondo la polizia greca sono stati lanciati dai “colleghi” turchi dispiegati a Edirne. Alcuni dei proiettili sono stati fotografati, dopo verifiche incrociate svolte anche da “Avvenire”, non ci sono molti dubbi che si tratti di dotazioni turche.
In uno di questi è chiaramente scritto di “non usare contro le persone” poiché si tratta di esplodenti contenenti sostanze nocive che dovrebbero essere adoperati solo a distanza per creare cortine fumogene lontane dagli assembramenti. Invece sono stati scagliati all’interno del perimetro del posto di frontiera greco costringendo i militari a indossare per tutto il giorno le maschere antigas.
In un nuovo video diffuso dalle autorità greche, si vedono militari turchi picchiare selvaggiamente alcuni migranti. L’aggressione, secondo le fonti, sarebbe avvenuta a poca distanza dalla barriera tra i due Paesi. Secondo l’Esercito di Atene, le forze speciali di Ankara per tutto il giorno hanno spinto i profughi a continuare a dare l’assalto al posto di frontiera per sfondare le barriere ed entrare in Grecia. Chi si rifiuta o arretra viene spinto di nuovo in avanti.
Sui due lati è attiva una guerra di propaganda che rende sempre più difficile il lavoro dei cronisti. Ai giornalisti è infatti impedito di arrivare a pochi metri dagli scontri, e chi ci prova viene immediatamente riportato indietro dai militari, rendendo più complicata la verifica sul campo delle informazioni [ragazzo, nelle sone di battaglia è sempre vietato entraguerrare. Se lo fai, è a tuo rischio e pericolo, e se ci lasci le penne non mandare poi la mamma a frignare. Oltre a quell’altra roba lì, neanche la guerra è un pranzo di gala].

Nello Scavo, inviato a Kastanies (confine greco-turco) venerdì 6 marzo 2020, qui.

Comunque tranquilli, che adesso ci pensa la nostra amata Europa a sistemare tutto.

barbara