CONTINUANDO A DELIRARE

Qualcuno leggero, qualcuno pesante, qualcuno buffo, qualcuno tragico. Li metto così, in ordine sparso, come li ho raccattati.

Ho appena appreso di un caso veramente straordinario nella sua stupidità: in occasione della 500 miglia di Talladega, gara della serie automobilistica NASCAR (quella di ‘giorni di tuono’ con Tom Cruise, per intenderci) i meccanici di Darrell Wallace, unico pilota nero della serie trovano un ‘cappio’ penzolante dalla porta dei box.
Ovviamente parte la campagna di indignazione: gli organizzatori fanno tuoni, fulmini e saette, viene assegnata una scorta al pilota, arriva in pista il team prinicipal del pilota, l’ottantaduenne leggenda della NASCAR ‘King’ Richard Petty, che sfida il Coronavirus per sostenere il proprio pilota, si propongono per il colpevole dell’orrendo crimine punizioni che vanno dalla radiazione a vita alla crocifissione in sala mensa, ad indagare arriva persino l’FBI…
E alla fine dopo tante sbroccate si scopre che il’cappio’ nient’altro è che una corda da utilizzare per la chiusura dei box, che è stata installata già parecchi mesi fa ed è presente in molti dei box dell’autodromo…
No, non è un articolo di Lercio, allego qui il link che rivela l’assurdo finale di questa stupidissima storia (sul sito, se vi interessa potete seguire l’intera vicenda…)
https://www.italiaracing.net/Un-colossale-malinteso-che-aiuta-i-razzisti-il-cappio-a-Bubba-Wallace/241103/35 (qui)

Poi li voglio vedere quando il lupo arriverà davvero – perché il lupo c’è, poco ma sicuro, e garantito che prima o poi arriva – e non solo nessuno accorrerà più in aiuto, ma verranno pure spernacchiati.

Angelo Michele Imbriani

Ne ho lette tante in questi mesi sulla pagina di De Luca, ma questa le supera tutte: una signora (seriamente) vuole sapere che sintomi hanno gli asintomatici…

Embè, mi sembra giusto: se non mi spieghi che sintomi hanno, come faccio a riconoscerli e guardarmene.

Churchill giù, Lenin su  Pagliacci di tutto il mondo, unitevi

di Giovanni Sallusti

Le statue ormai sono il termometro della contemporaneità, dei suoi vezzi, delle sue psicosi. E per certificarne lo stato febbrile, basta la seguente immagine: Churchill giù, Lenin su. E la fine della storia, ma opposta a quella che Francis Fukuyama certificò con faciloneria liberal all’inizio degli anni Novanta: non l’eterno trionfo della democrazia liberale, ma il suo spettacolare suicidio pubblico.

Così, accade che mentre i teppisti cocchi dell’establishment intenti a devastare le città d’Occidente si accaniscono in nome dell’antirazzismo sul busto di Sir Winston (un colonialista alcolizzato che ebbe perfino il cattivo gusto di non arrendersi a Hitler quando costui era il padrone d’Europa), nel cuore del Vecchio Continente viene edificato un monumento alla memoria imperitura di Vladimir Ul’janov, detto… Lenin. Precisamente, nel cuore di quella che fu la Germania occidentale (ed è la prima volta!), l’ultima landa libera prima della tirannide per tutta la Guerra Fredda, a Gelsenkirchen.
A più di trent’anni dal crollo del Muro, un grugnito balordo della Storia, una surreale rivincita ideologica che danza su milioni di cadaveri. L’iniziativa è del Partito Marxista-Leninista Tedesco, che detto così sembra una burla vintage, in realtà oggi è il più grande partito della sinistra radicale teutonica.
I cadaveri sono quelli fabbricati in serie dalla macchina sterminatrice del comunismo sovietico, di cui Lenin fu teorico principe e primo attuatore. In questo senso, sl, si può dire che “era un pensatore in anticipo sui tempi”, come ha blaterato il presidente del Partito Gabi Fechtner in occasione della presentazione della statua (alta 2,15 metri, originariamente realizzata nella Repubblica Ceca nel 1957, poi finita all’asta perché i cechi ovviamente non volevano nemmeno più sentirne pronunciare il nome): ha anticipato tutto il canovaccio dell’ideologia più mortifera del secolo scorso, e per distacco.
La dittatura del proletariato, l’omicidio politico di massa, il Terrore istituzionalizzato dal Partito/Stato. C’era già tutto in Lenin, gli allievi successivi, da Stalin a Mao a Pol Pot, possono aver superato il maestro nella contabilità della strage, ma non hanno fatto che replicarne la ricetta. Solo qualche pillola del leninismo: «I tribunali devono non già abolire il terrore, bensì, all’opposto, sancire il terrore in linea di principio, in modo chiaro e netto, senza ipocrisie e senza orpelli». «L’obiettivo comune e unico: ripulire il suolo della Russia di qualsiasi insetto nocivo, delle cimici: i ricchi». «I kulalki.. questi ragni velenosi, queste sanguisughe hanno succhiato il sangue dei lavoratori… A morte!».
Fu proprio Lenin a massacrare per primo questa classe di piccoli contadini-proprietari (un’eresia vivente per il bolscevismo) col «comunismo di guerra», poi Stalin ultimò la pratica internandone 2,5 milioni nei campi di concentramento.
La stessa istituzione dei campi, questo non-luogo che segnerà tutto il Novecento (e che sopravvive tuttoggi, pensiamo ai 1400 lager cinesi di cui ormai è démodé raccontare) fu collaudata dal padre della Rivoluzione d’Ottobre nelle isole Solovki, nel Mar Bianco, dove andò in scena tutto il campionario di fame, tortura, sadismo, perfino antropofagia, che sarà poi la costante del gulag e del lager.
Crimini per cui nessuno si è mai inginocchiato o si inginocchierà, infamie per cui nessuno assalterà il monumento eretto dai compagni, morti sempre considerati minori dall’intellighenzia cresciuta a champagne e Soviet, se non rivendicati come effetti collaterali nella faticosa ascesa al paradiso socialista («per fare una frittata bisogna rompere delle uova», è d’altronde un vecchio detto leniniano). Questa è la biografia politica e umana dell’unico che oggi, nel mondo “civile”, riesce ad andare in controtendenza, a farsi erigere, e non ad essere abbattuto.
In America hanno preso a martellate i busti di Cristoforo Colombo, Thomas Jefferson, Abramo Lincoln. Ma quello di Lenin esposto nel quartiere hippie di Seattle è ancora intatto.
In Europa imbrattiamo la memoria di Churchill (l’uomo grazie a cui questo articolo non è scritto in tedesco, e sottoposto al vaglio preventivo della Gestapo) e glorifichiamo quella del “rivoluzionario di  professione”. Non sta tramontando, l’Occidente, si sta capovolgendo in farsa: pagliacci di tutto il mondo, unitevi. (qui)

Già: mentre si abbatte la statua dell’uomo che per oltre un anno e mezzo ha tenuto testa, letteralmente da solo, a Hitler e all’esercito più potente del mondo,  non solo viene lasciato là dove c’è, [Siattle]
Lenin-a-Seattle
ma viene addirittura messo dove non c’era, [Gelsenkirchen]
Lenin
il capostipite del comunismo reale, due miliardi di schiavi e cento milioni di morti, a tenerci bassi.

Stefano Burbi

Dal centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari sono numerosi i tentativi di fuga e le evasioni di migranti giovani e forti provenienti da paesi che non sono in guerra ed addirittura sono mete turistiche di grande attrazione: le loro domande, quindi, molto prevedibilmente verranno respinte in un prossimo futuro e nel frattempo questi signori sfruttano il nostro welfare sottraendo le scarse risorse a italiani e immigrati regolari.
Per loro nessun drone o pattuglia con il chiaro mandato di intercettarli in quanto trasgressori di chiare e precise regole: evadendo, questi soggetti senza identità certa e dalle intenzioni poco chiare, commettono infatti un reato, e, soprattutto in periodo di pandemia, potrebbero costituire un pericolo per la salute pubblica.
Ricordo ancora lo zelo con cui forze dell’ordine e polizia locale multavano gli italiani – spesso anziani o cittadini chiaramente inermi – rei di correre per i parchi deserti, di sedersi su una panchina, di andare a fare la spesa “troppo spesso”, di accompagnare la moglie al lavoro. Ieri l’altro un treno regionale diretto a Cosenza da Napoli è rimasto 2 ore fermo a Sapri perché una donna tossiva troppo ed i passeggeri hanno dato l’allarme temendo un caso di Covid-19: bene, non si è mai troppo prudenti, ma allora perché questa indifferenza alla libera circolazione di soggetti perfettamente sconosciuti entrati illegalmente in Italia?
Se qualche nostro amministratore ha a cuore la sorte di cittadini extracomunitari, che meritano rispetto come chiunque altro, PIU’ del benessere dei cittadini che amministra, si dimetta e si candidi in Tunisia, Marocco, Nigeria, Senegal, o dove più gli aggrada: se gli permetteranno di presentarsi alle elezioni e se lo voteranno, potrà finalmente fare in modo più semplice ed immediato quello che in realtà vuole fare qui, senza far ricadere su altri le proprie scelte.
Solo un paese sano e prospero può essere di aiuto per se stesso, prima di tutto, e poi per il mondo intero.
Siamo tutti esseri umani: benissimo. Tutti. Anche i nostri concittadini.
E se qualcuno è in difficoltà, non va lasciato indietro: diciamolo ai capi dei governi di quei paesi che evidentemente non fanno abbastanza per i propri amministrati.
E se qualcuno, dall’esterno, ostacola il processo di sviluppo di tali paesi, diciamogli di smettere.

P.S. Nei prossimi mesi è probabile un collasso vero e proprio della nostra economia con ricadute sulla tenuta sociale. Non giochiamo con il fuoco.

Stefano Burbi

Il problema, caro Burbi, è che noi il fuoco lo vediamo, “loro” no.

La gaffe di Cancelleri: «Sono tornati i turisti». Invece era la nave dei migranti

22/06/2020

Il viceministro delle Infrastrutture a Porto Empedocle scambia la Moby Zazà (affittata dal suo ministero) per una nave da crociera.

Beh, cosa c’è da meravigliarsi: se non fosse scemo, mica lo avrebbero fatto entrare nel governo. E giusto a proposito di governo:

E dopo questa montagna di cacca retorica io chiedo: e dunque? In conclusione? Da questa vagonata di soldi che ci avete sfilato dalle tasche, che cosa è sortito?

Dite che può bastare? Che la vostra dose quotidiana massima di deliri è stata raggiunta? OK, per oggi mi fermo qui, e continuo domani.

barbara

  1. Il buffone non dà tregua:
    Ustica, Conte: basta veli, faremo luce
    La volontà dell’esecutivo di fare chia-
    rezza “non sarà un impegno isolato. E’
    nostra intenzione far luce anche su
    tutte le altre pagine buie che hanno
    segnato la storia della nostra Repub-
    blica”. Basta “veli”. E annuncia: “Sto
    lavorando a una nuova direttiva” per
    “allargare il perimetro” delle ricerche

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    • E Sergino nostro:
      “La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 è impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare. Nella ricorrenza dei quarant’anni, sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale”.
      Liquame che scorre.

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  2. Non so se avete notato che Giuseppi usa solo il futuro e il gerundio, mai il passato prossimo. E’ uno che racconta le balle che saranno e mai le cose che ha fatto. Si tratta di un individuo dotato di inconfondibile vanità: più di Berlusconi e perfino di Renzi.

    Poi c’è Cancellieri, magazziniere promosso a geometra e dunque figura ideale per svolgere il semplice ruolo di vice ministro delle infrastrutture.
    Poi c’è Di Maio che piazza i suoi compagni di liceo nei ministeri con retribuzioni da 140000 euro l’anno.

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    • Ahiahiahi, non mi leggi con attenzione! Su gerundio e futuro ho postato anche il video! E comunque è un fatto che siamo in mano a una manica di cialtroni delinquenti. E non ci si venga a dire che ognuno ha il governo che si merita, perché questi ci sono stati imposti CONTRO la nostra volontà e impedendoci di esprimerla, la nostra volontà.

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      • Grazie per la segnalazione.
        Riguardo alla legittimazione popolare, chi li sostiene si trincera dietro l’idea di legalità formale: poiché è legale allora è anche giusto. Ragionamento che presuppone che l’interpretazione delle norme della Costituzione sia sempre univoco mentre evidentemente non è così (vedi l’assoluta discrezionalità nel conferimento del mandato esplorativo da parte del Presidente della Repubblica). Per cui, mentre il cittadino statunitense, francese, tedesco, inglese etc. si reca alle urne e, vinca o non vinca il suo candidato, sa chi sarà il futuro capo di Stato (altra anomalia: quanti altri paesi sono sostanzialmente bicefali?) in Italia non solo non votiamo il PdR ma, a urne chiuse e spogli elettorali espletati, non sappiamo chi sarà il Presidente del Consiglio perché finite le elezioni inizia il valzer delle consultazioni.
        Mi tocca citare Berlusconi (vedi tu…) che in un raro momento di saggezza ha detto che agli italiani non è mai stato insegnato a votare, penso abbia perfettamente ragione.

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        • A tutto questo va aggiunto che quest’ultimo governo il sergino l’ha messo insieme allo scopo preciso di impedirci di andare al voto per impedirci di mandare al governo chi non piaceva a lui. Il che sarà anche formalmente legale, ma è pur sempre un attentato alla sovranità popolare.

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        • Su questo punto non siamo d’accordo.
          Il PdR scioglie anticipatamente le camere solo quando queste non sono in grado di esprimere una maggioranza parlamentare. Non è sufficiente (e nemmeno plausibile) che ad ogni calo nei sondaggi di uno dei partiti di maggioranza si decida di riandare ad elezioni.
          In presenza di una compagine parlamentare in grado di votare la fiducia, il Pdr deve tentare di formare un Governo. Si tratta di prassi costituzionale che si è ripetuta dal 1948 in poi con una sola eccezione (lo scioglimento anticipato del 1993 determinato però dal referendum in materia elettorale).
          Questo sono abbastanza sicuro è quello che ti direbbe ogni costituzionalista.
          Al di là di questo, non condivido l’argomento secondo cui se un partito è nettamente favorito nei sondaggi allora bisogna andare ad lezioni (e quel partito era già al governo!) perché quel singolo partito condivide la speranza di ottenere da solo una maggioranza assoluta. Dal 4 marzo 2018 il partito che si era guadagnato saldamente la preferenza degli elettori ottenendo quasi il doppio dei voti ottenuti dal secondo partito è diventato il secondo e poi il terzo. Quello che era il secondo è diventato il terzo e poi è ritornato secondo e forse ritorna ad essere il primo. Quello che era arrivato terzo è diventato secondo, poi primo e ora forse ritorna secondo. Con una tale volatilità dei consensi e una legge elettorale (approvata da Pd, Lega e Fi) che crea un sistema tripolare non è pensabile andare ad elezioni ad ogni piè sospinto.

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  3. Per inquadrare meglio il contesto del cappio, giova ricordare che:
    1) il pilota è una schiappa, in due anni mai neanche un piazzamento, credo solo una volta nei primi dieci, mai un giro più veloce. Gli sponsor se ne stavano andando.
    2) La mamma del pilota è una guerriera della giustizia sociale, probabile che la truffa l’abbia ideata lei
    3) Per indagare sulla maniglia-cappio, che come dici giustamente è attaccata uguale alla saracinesca di quasi tutti i box, sono stati inviati in loco 15 (quindici) agenti dell’FBI, ovviamente con nota spese.
    4) dopo lo smascheramento della bufala, invece di chiedere scusa hanno rincarato la dose, cioè la NASCAR è comunque razzista anche se stavolta no.

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    • Mi viene in mente quel racconto, probabilmente autobiografico, dell’alunno diventato poi scrittore, che siccome era il primo dell’elenco ogni volta che succedeva qualcosa il professore se la prendeva con lui e gli strillava di tutto, e visto che gli strillava così spesso, si era convinto che fosse poco meno che un avanzo di galera. Un giorno gli arriva una pallina di carta in fronte e immediatamente tuona “A***! Di nuovo tu!!” Uno si alza e dice no scusi, sono stato io. E lui: “Ah, questa volta non sei stato tu”. Anni dopo professore ed ex alunno si incontrano e il professore gli ricorda quante ma quante ma quante ne ha combinate. L’altro “Ma io…” “Sì sì, lo so, quella volta della pallina non eri stato tu, ma tutte le altre volte…”
      Le uova sode, per esempio: quella volta lì no, ma tutte le altre volte…

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    • 1) vedi in italia dove i “partecipanti ad amici” hanno iniziato con le storie strappalacrime di razzismo e discriminazione
      2) imho hanno solo sfruttato la situazione “calcando la mano”. Chi è in malafede vede gombloddi ovunque.
      3/4) e come spesso capita, smentita una accusa, se ne tira fuori immediatamente un’altra. O come capitato con l’uovo, dalle invettive contro i fascisti lanciatori di uova, si è taciuto sugli autori e si son lanciate invettive su quanti esultavano per l’uovo, quasi che i lanciatori avessero fatto un gesto meritorio per permettere a simili *** di venire fuori…

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