Ovvero: il teatro al tempo del coronavirus. Dato che, bloccati a partire dalla fine di febbraio, non ci siamo potuti esibire in teatro con la cosa che avevamo appena iniziato a preparare, abbiamo ripiegato su una micro-rappresentazione via zoom. Eccola. Però vi suggerisco di andarla a guardare direttamente su youtube, dove potete vederla a grandezza naturale anziché ridotta come qui.
barbara
👏👏👏
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Applausi soprattutto ai nostri maestri-registi, che hanno curato questo strepitoso montaggio (e che si sentono in due recitazioni-eco).
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bravissimi!
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Facciamo bravini, dai… (Bentornato su questi schermi)
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Complimenti! Veramente una bella performance! Devo riascoltare al computer e riflettere bene sul testo. Da chi è stato scritto? Comunque, tutti bravissimi!
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Drogo? Buzzati, direi a orecchio, ma non ho ancora avuto il tempo di guardare tutto il video, solo i primi secondi. Piuttosto, chi è in basso a sinistra? Sei tu? UGUALE a Franca Valeri, che io adoro (ovviamente non la FV novantenne).
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Sì, il primo è quello. Poi ci sono gli altri sei.
In basso a sinistra non c’è niente! Sono sette riquadri, 3+3+1, e quello in basso è al centro. Franca Valeri comunque di anni ne ha cento.
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Il testo che, da programma – poi sospeso causa covid – avremmo dovuto portare in scena era il dramma “7 Minuti” (poi trasposto anche in versione cinematografica con la regia di quella merda di Michele Placido; ne ho visto su YT alcuni spezzoni: fa cagare, però il lavoro, basato su un’episodio realmente accaduto, è molto bello). Giusto per non perdere proprio tutto, i nostri insegnanti hanno proposto di fare una cosa online sul tema del tempo, e hanno invitato ognuno di noi a cercare e inviare qualcosa su questo tema, esclusivamente cose d’autore, e poi loro hanno rielaborato il tutto: tagliato un po’ le cose troppo lunghe, spezzato il testo del Deserto dei Tartari, e anche quello di Virginia (quella con quella meravigliosa voce da fumatrice, profonda calda e suadente) facendolo inframmezzare da altri. Curiosamente io e Renza abbiamo mandato la stessa poesia, così ce l’hanno fatta recitare un pezzo per ciascuna. Poi sul lavoro che abbiamo fatto noi (lettura ognuno del proprio pezzo, registrata e inviata a loro, lettura fatta tutti insieme, lettura fatta da Francesca mentre noi, liberi dal condizionamento della lettura, potevamo fare i movimenti prescritti), Francesca e Filippo hanno fatto quell’enorme lavoro di editing il cui risultato possiamo ora ammirare.
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