Sono solo io ad avere, a sentirlo parlare, l’impressione che sia decisamente ritardato? Indipendentemente da quello che dice, solo per come parla (beh, anche a guardarlo in faccia, a dirla tutta).
Qui tutto l’articolo. Comunque adesso abbiamo imparato una cosa nuova: non si chiamano negri, non si chiamano neri, non si chiamano persone di colore, non si chiamano afroamericani: si chiamano melanined (melaninati?) Ma allora, se il punto è questo, a fine estate quando ho preso un po’ di colore, posso sperare di essere un pelino meno bestia? Un pelino meno selvaggia? Un pelino meno lontana dalla specie umana rappresentata da questo splendido esemplare di sapiens sapiens sapiens?
barbara
E così, con buona pace delle anime belle, abbiamo l’ennesima dimostrazione dell’assoluta parità delle razze umane, anche nei campi del razzismo e dell’imbecillità.
Concordo sulla tua opinione circa le capacita intellettive del figuro, che d’altra parte sono perfettamente dimostrate dai suoi sproloqui e, certo, guardandolo in faccia mi viene da pensare che il buon Lombroso non aveva poi tutti i torti…
Per quanto riguarda la faccenda dei nomi ne ho da tempo le tasche piene dei talebani del politically correct che pretendono di cambiare nomi e comportamenti più in fretta di quanto cambino le mutande.
Per conto mio ho deciso di adottare il termine “negher” che nel mio dialetto significa tanto “nero” che “negro” e se questo risulta offensivo per qualcuno lo invito a considerare l’opzione di far mercimonio del proprio tafanario. ..
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Da noi persino il vino rosso lo si chiama più volentieri vin negher che vin russ (OK, tecnicamente si scrive “ross”, ma ho messo come si pronuncia per farla semplice).
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Anche a casa mia ci sono sempre stati vin bianco e vin nèro. Non so se sia roba di casa mia è in generale del Veneto.
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Piemonte orientale uguale: vin biànc e vin negar, uga bianca e uga negra. “Vin rus” è un italianismo, come “pumudor” (tumatica) e “carciof” (articioc) e “fagiulin” (curneta).
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@ Cullà
Ecco gli equivalenti milanesi:
uga bianca (pr. [ü]ga bja[n]ka)
uga negra (pr. [ü]ga n[é]gra)
tomates (pr. tum[a]tés), sia singolare sia plurale
articiocch (pr. artič[ò]k)
cornitt (ku[r]nit]
A sinistra la grafia e tra parentesi tonde la pronuncia.
Tra parentesi quadra ho messo la vocale o la consonante su cui cade l’accento.
Gli accenti sulle “e” e “o” indicano l’apertura o chiusura della vocale.
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@Nautilus
disquisizione sul dialetto/
Ammetto di aver scritto come suona e non come si scrive (ad esempio dovrebbe essere cornëta la grafia corretta, pronunciato “kurn[œ]ta”).
Doi povron bagnà ‘nt l’euli -> D[u]i pur[ò]n bágn[a] ‘ntl'[ö]li
Seguendo la tua convenzione per la scrittura fonetica. Si noti che il torinese doc leggerebbe “pur[u]n”.
/disquisizione sul dialetto
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