Oggi mi occupo esclusivamente di scienza, ossia di cose che io, sulla base del buon senso, dico da sempre e che adesso dice – e documenta – anche la scienza.
Sottovalutati gli effetti negativi del lockdown e il terrorismo mediatico. Parla il dottor Samadi
di Daniele Meloni, 1 Set 2020
Il dottor David Samadi, americano cresciuto nella comunità ebreo-persiana di Teheran prima di essere costretto alla fuga dalla Rivoluzione Islamica del 1979, è a capo della Chirurgia Robotica presso l’Ospedale Lenox Hill ed è una delle voci che più si è distinta per ragionevolezza e competenza in questi mesi in cui la crisi legata alla pandemia del coronavirus ha diviso l’America e la sua politica come non mai. Atlantico Quotidiano lo ha intervistato.
DANIELE MELONI: In passato, quando il presidente Trump ha suggerito che il coronavirus avrebbe potuto essere eliminato dai raggi UV, i media hanno ridicolizzato le sue frasi e lo hanno deriso. Di recente abbiamo visto che non era una cosa del tutto peregrina. Perché gli esperti stanno cambiando idea?
DAVID SAMADI: L’uso degli ultravioletti per eliminare i virus e i batteri è roba vecchia di cent’anni, non è nulla di nuovo negli ospedali. Ha ottenuto un buon successo nel combattere l’influenza H1N1 e altri coronavirus come il SARS-CoV e il MERS-CoV, così ora c’è un rinnovato interesse nel loro utilizzo in posti come le scuole, i ristoranti e gli uffici, per ridurre la trasmissione del virus. La gente vuole tornare alla normalità e abbandonare la “nuova normalità” post-Covid. Le ricerche si stanno attivando riguardo alla possibilità di installare unità di raggi UVF per decontaminare l’aria negli spazi pubblici e anche la possibilità di utilizzare un’altra onda di raggi chiamata UVF-222 o Far-UVF che si crede possa avere meno effetti sulle cellule umane. Credo che questi dispositivi abbiano un grande potenziale per l’eliminazione di virus come il Covid-19 e sono la nostra più grande speranza per tornare alle nostre vite pre-Covid.
DM: Molte persone hanno visto solo gli aspetti positivi del lockdown ma la realtà è che ha avuto un effetto terribile sull’economia e sulle persone. Pensi che gli aspetti sociali e psicologici del lockdown siano stati sottovalutati?
DS: Sì, certamente. La pandemia è diventata una crisi sia epidemiologica sia psicologica. All’inizio il focus era su chiudere tutto e mettere in quarantena quante più persone possibile con l’intento di non affollare gli ospedali con i pazienti del coronavirus. Le intenzioni erano buone ma deleterie sul lungo termine. In una società libera il lockdown non può che avere effetti negativi sulla psiche delle persone. I media hanno diffuso paura e negatività costantemente, ripetendo le varie misure di precauzione (indossate le mascherine, lavatevi le mani, distanziatevi) senza alcuna menzione degli aspetti legati alla salute mentale. E i dati che abbiamo ci raccontano di un aumento di suicidi, utilizzo di alcool e droghe, molestie e crimini. Vivere in isolamento cambia la vita e inficia il benessere di ciascuno di noi. Ora ci si sta occupando anche di questo ma avremmo dovuto essere vigili sin dall’inizio, calibrando meglio i messaggi. Soprattutto quelli mediatici.
DM: Come si uscirà dalla pandemia?
DS: Nessuno può dirlo con certezza. Il Covid-19 è un nuovo coronavirus, non sappiamo come e quando se ne andrà. In passato le pandemie legate alla suina o all’H1N1 sono durate dai 12 ai 36 mesi. Anche se ora siamo molto più preparati nelle cure del Covid-19 rispetto all’inizio della sua diffusione, c’è ancora molto da imparare riguardo a esso. Credo che nel 2021 ci sarà un vero e proprio progresso riguardo alla lotta al virus. Il modo più semplice per uscire dalla pandemia è legato all’immunità di gregge. Questa si ottiene in due modi: o lasciando il virus circolare naturalmente nella maggioranza della popolazione e facendo sì che si sviluppino anticorpi che porterebbero all’immunità. Purtroppo, con questo metodo si rischia un numero di vittime molto elevato e la nostra società non è disposta a tollerarlo. Oppure si può uscire dalla pandemia grazie allo sviluppo di un vaccino efficace contro il virus. In questo modo si raggiungerebbe l’immunità di gregge più velocemente e con meno vittime. Una volta che il vaccino è sviluppato si tratterebbe solo di calibrare la sua distribuzione e la graduatoria delle persone che dovrebbero essere vaccinate per prime.
DM: Pensi che il coronavirus abbia esposto la presenza di un problema di fondo della sanità americana? L’Obamacare è servito a qualcosa?
DS: Sicuramente il nostro sistema sanitario ha dei problemi, ma voglio rilevare che come Paese l’America tutte le volte che si è trovata di fronte a problemi monumentali ha sviluppato delle soluzioni creative e all’avanguardia, ampliando il suo know-how nel sistema sanitario. Lo scoppio della pandemia ha colto di sorpresa tutti, non solo l’America. I problemi avuti qui legati alla mancanza di camici, guanti e mascherine per gli operatori sanitari, quella dei ventilatori nei reparti di terapia intensiva e la dipendenza dalla Cina in farmaci come gli antibiotici e l’aspirina sono stati evidenti. Dobbiamo far sì che la produzione di questi elementi fondamentali per combattere il Covid torni sul suolo americano. Un altro problema è legato alla telemedicina e alle leggi ormai fuori dai tempi che la regolano. L’Affordable Care Act – meglio conosciuto come Obamacare – ha manifestato tutti i suoi difetti. Non è un’assicurazione sanitaria sul modello europeo che copre tutte le persone: per molti la sanità rimane off-limits o comunque troppo onerosa. Specialmente per la working class, che avrebbe dovuto beneficiare al massimo dall’Obamacare. (qui)
Questo secondo articolo lo metto nella versione del traduttore automatico, per chi ha qualche problema con l’inglese; l’originale lo trovate qui.
Un nuovo studio mostra che i blocchi di COVID-19 sono 10 volte più letali del virus stesso
Di Debra Heine •31 agosto 2020
I blocchi di COVID-19 hanno ridotto la durata della vita degli americani molto più del virus stesso, ha scoperto un nuovo studio che apre gli occhi.
Secondo lo studio, commissionato da Revolver News, i blocchi del Coronavirus sono dieci volte più mortali per i cittadini americani rispetto all’attuale virus COVID-19 e hanno devastato la stabilità finanziaria e sociale a lungo termine.
Attingendo agli studi economici esistenti sugli effetti sulla salute della disoccupazione, lo studio Revolver ha cercato di quantificare il danno netto dei blocchi in termini di una metrica nota come “anni di vita” e ha confrontato quel numero con quante vite saranno state salvate dal blocchi.
… Abbiamo scoperto che si stima che 18,7 milioni di anni di vita andranno persi negli Stati Uniti a causa dei blocchi del COVID-19. L’analisi dei dati comparativi tra le nazioni mostra che i blocchi negli Stati Uniti hanno probabilmente avuto un effetto minimo nel salvare anni di vita. Utilizzando due diversi gruppi di confronto, stimiamo che i blocchi di COVID-19 negli Stati Uniti abbiano risparmiato tra un quarto e tre quarti di milione di anni di vita.
Il notiziario ha affermato che i risultati dello studio confermano che “le misure di blocco del COVID-19 che gli americani hanno dovuto sopportare per la maggior parte del 2020 rappresentano una delle misure politiche più drammatiche, consequenziali e dannose intraprese nella storia di questa nazione. “
I risultati sono a dir poco sbalorditivi e suggeriscono che i blocchi finiranno per costare agli americani oltre 10 volte più anni di vita quanti ne risparmieranno dal virus stesso.
I blocchi sono stati ampiamente accettati fin dall’inizio come precauzione temporanea per rallentare la diffusione del virus e salvare vite umane, ma con il passare del tempo, molte persone hanno notato un doppio standard in termini di applicazione, con regole diverse per gruppi diversi in base a criteri politici. affiliazione. Man mano che emergono nuovi dati che mostrano che il virus è meno letale di quanto inizialmente pensato, gli americani che hanno subito gravi conseguenze economiche si sentono sempre più ribelli.
I media hanno costantemente diffuso cattive notizie sul virus, provocando paura e panico tra la popolazione, ma come ha recentemente ammesso il New York Times, il conteggio giornaliero dei casi annunciato dal MSM è stato estremamente impreciso.

Anche il conteggio dei decessi del corononavirus è stato enormemente gonfiato.
Dati recenti dei Centers of Disease Control and Prevention (CDC) indicano che solo un numero minuscolo di americani è morto a causa del solo coronavirus.
Un’analisi dei decessi tra il 2/1 e il 22/8 2020 ha rilevato che solo il 6% dei decessi per COVID-19 negli Stati Uniti si è verificato in persone senza comorbidità.

[A questo proposito, come ho sempre fatto, anche qui faccio forte obiezione sulla faccenda del “solo virus”. Anch’io, quasi settantenne con una leggera ipertensione, verrei classificata come “morta con”, ma se non mi casca una tegola in testa, seguendo l’andamento famigliare mi aspettano ancora 20-25 anni di vita. E resta il fatto che raramente ci si ammala e si muore per un’unica causa (non viene il tumore ai polmoni solo per il fumo, non viene la cirrosi epatica solo per l’alcol, l’ipercolesterolemia non viene solo dall’alimentazione e l’ictus non viene solo dall’ipercolesterolemia), per cui non vedo perché questa precisazione debba essere fatta per il covid]
Il presidente Trump ha chiarito che si oppone a ulteriori blocchi devastanti, sottolineando nel suo recente discorso alla Convention nazionale repubblicana che hanno avuto un effetto devastante sulla vita di molti americani.
“Il costo della chiusura di Biden sarebbe misurato in aumento di overdose di droga, depressione, dipendenza da alcol, suicidi, attacchi di cuore, devastazione economica, perdita del lavoro e molto altro. Il piano di Joe Biden non è una soluzione al virus, ma, piuttosto, è una resa al virus “, ha dichiarato Trump.
Il candidato presidenziale democratico Joe Biden, nel frattempo, ha indicato che imporrebbe ulteriori blocchi se gli “scienziati” gli dicessero di farlo.
E infine questo delizioso articolo in cui si contempla il primo guru della pandemia, Roberto Burioni, eccellente virologo ma che pretende di occuparsi anche di campi in cui non è competente e, come il famoso ofelè milanese, quando non fa el so mesté toppa di brutto, fa previsioni cinofalliche che i fatti smentiscono, insomma, per dirla in buon italiano, spara cazzate a raffica; si contempla, dicevo, Roberto Burioni beccato a fare del terrorismo mediatico, presentando dei dati in modo tale da farli sembrare l’esatto contrario di quello che effettivamente dicono, e quando un lettore glielo fa notare, che cosa fa? Elimina democraticamente la critica e, ancor più democraticamente, banna l’importuno critico. Requiescat.
barbara