E ricomincia il carosello delle norme pasticciate, confuse, buttate là alla ‘ndo cojo cojo, che a voler pensare male – cosa che noi assolutamente non facciamo. Dico solo che se per caso uno fosse così malizioso da volere a tutti i costi pensare male – sembrerebbero studiate apposta per indurre la gente a fare la cosa sbagliata (tranne quelli che portano la mascherina anche in casa, anche se vivono soli, anche a letto, e quando parlano con qualcuno al telefono ne aggiungono una seconda per sicurezza) in modo da recuperare con le multe tutto quello che a causa della loro imbecillità, della loro incosciente cialtroneria e del loro criminale egocentrismo hanno perso di tasse. E del tutto indifferenti al piccolo dettaglio che le multe le estorcono a quelle stesse persone che non hanno pagato le tasse perché non hanno guadagnato.
Il pasticcio delle mascherine all’aperto: no se si fa jogging o si va in bici, sì per chi passeggia all’aperto
Sono esentati solo gli atleti impegnati in attività sportive. Intanto aumentano le multe in tutta Italia
Anche chi fa attività motoria all’aperto dovrà indossare obbligatoriamente la mascherina. Lo scrive il Viminale in una circolare firmata nella serata di ieri dal capo di Gabinetto Bruno Frattasi con la quale vengono dati chiarimenti ai prefetti sul decreto legge approvato il 7 ottobre scorso. La disposizione che prevede l’uso della mascherina «esenta dall’obbligo di utilizzo – scrive Frattasi – solo coloro che abbiano in corso l’attività sportiva e non quella motoria, non esonerata, invece, dall’obbligo in questione». Nelle bozze del decreto circolate nei giorni scorsi era scritto che dall’obbligo di utilizzare la mascherina erano esentati «i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva o motoria» ma nel testo pubblicato in Gazzetta l’esenzione è rimasta solo per coloro che fanno attività sportiva.
Poi, però, oggi pomeriggio è arrivata una ulteriore precisazione. Secondo una circolare del Viminale è esentato dall’obbligo di indossare la mascherina all’aperto solo chi fa sport mentre chi svolge ”attività motoria”, come ad esempio passeggiando, dovrà indossarla. La precisazione è contenuta in una circolare del capo di Gabinetto Bruno Frattasi, inviata ai prefetti, che fornisce alcuni chiarimenti in merito ai profili più strettamente legati ai controlli amministrativi sulla corretta applicazione del quadro regolatorio statale e regionale. Sulla disposizione che introduce l’obbligo dell’uso all’aperto di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, la circolare precisa che, tra i soggetti esentati, rientrano solo coloro che stiano svolgendo l’attività sportiva e non quella motoria, non esonerata, invece, dall’obbligo in questione.
La circolare evidenzia, inoltre, che il decreto legge 125 interviene anche sulla facoltà delle Regioni di introdurre misure derogatorie rispetto a quelle previste a livello nazionale, nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Modificando la precedente previsione, la novella legislativa stabilisce che tale facoltà derogatoria sia innanzitutto esercitabile ai fini dell’introduzione di misure restrittive, mentre quelle di carattere eventualmente ampliativo potranno essere adottate nei soli casi e nel rispetto dei criteri previsti dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e d’intesa con il ministro della Salute
Le multe
La circolare richiama inoltre l’attenzione su possibili condotte elusive in merito alla sospensione delle attività di ballo, all’aperto e al chiuso, previste dall’ordinanza del ministero della Salute, evidenziando sul punto che l’eventuale offerta di attività danzanti da parte di esercenti di altra tipologia (ristoranti, bar, pub, e simili) è da ritenersi anch’essa interdetta e passibile di sanzioni.
Intanto sono arrivate le prime multe nel weekend per chi non indossa la mascherine a Torino. In Lungo Po Cadorna, un 21enne è stato multato dalla polizia per non aver utilizzato il dispositivo. Il giovane è stato anche denunciato per resistenza, in quanto ha aggredito gli agenti. Senza mascherina anche due ventenni di origini marocchine, multati.
Sono 50 le multe elevate ieri a Palermo per il mancato uso della mascherina in strada e nei pressi dei locali. Venerdì erano state 40. Gli agenti di polizia, insieme a carabinieri e guardia di finanza, stanno intensificando i controlli. Le multe soprattutto tra i giovani davanti ai locali del centro storico.
C’è chi dice no
Fermano due persone invitandole a indossare le mascherine ma uno dei due li prende a calci e pugni poi scappa con ai polsi le manette. E’ successo a Savona, ieri sera, nei giardini delle Trincee. Nonostante le botte, i poliziotti sono riusciti a ammanettare l’uomo che però si è divincolato e è riuscito a fuggire. Le manette, che inizialmente sembrava gli fossero rimaste applicate al polso, sono state trovate in terra, poco distante dal luogo del fatto. Nel frattempo, in pochi istanti, i poliziotti si sono visti circondare da altre sei-sette persone, in atteggiamento aggressivo. Uno dei due poliziotti è stato costretto a esplodere due colpi di pistola in aria per indurre il gruppo ad allontanarsi, ma il gruppo lo ha fatto solo dopo l’arrivo di un’altra volante. L’uomo scappato, un trentatreenne di origine ecuadoriane, è stato arrestato stamani. Denunciato un suo connazionale e una ragazza italiana di 20 anni per violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale. Gli agenti aggrediti hanno prognosi di15 e 10 giorni.
Ad Arezzo, poi gli agenti della polizia locale hanno invitato un 17enne a mettere la mascherina e per tutta risposta lui li ha aggrediti. Il fatto è accaduto ieri sera durante i controlli sulla movida in centro. Il giovane, fanno sapere gli investigatori, era in evidente stato di alterazione da alcol ed èstato denunciato. La situazione tuttavia è stata giudicata difficile dalla polizia municipale che lancia un appello ai genitori. “Occorre che le famiglie intervengano – sottolinea il comandante Aldo Poponcini – la situazione anche alla luce dei recenti provvedimenti restrittivi, non è soddisfacente. Troppi minori senza controllo che rendono difficili i controlli”. (qui)
Torna il one man show di Conte
Winston Churchill, tranchant: “Date a un idiota un briciolo di potere e ne farete un tiranno”. Ora, il lettore si sarà già convinto di dove si vada a parare: ma il lettore si sbaglia. Conte, infatti, è tutto fuorché un idiota, e non è per niente uno sprovveduto, anzi è un parvenu che ha dato prova di una capacità manovriera, di una durata rotta a tutte le malizie.
Innamorato di sé
Una mano gliel’ha data il Covid: a gennaio, stava come d’autunno sugli alberi le foglie, a ottobre è diventato una sequoia e nessuno riesce a sradicarlo, tanto più che l’opposizione sembra non averne la minima voglia. Per cui, Churchill potrebbe essere riletto come segue: “date a un vanesio un briciolo di potere e ne farete un tiranno”. Vanitas vanitatum et omnia Giuseppi. Conte si piace un sacco, si ammira, si ama, si invita a cena: è innamorato di sé. E, siccome nel mondo il 99% delle cose è politica ma il 99% della politica in fondo è egolatria, a questo segno siamo dunque giunti. Decreto dopo decreto, l’avvocato del popolo è diventato il padre della patria: con un piccolo aiuto dal nonno: Mattarella.
Finché c’è virus c’è speranza; Conte dura più dell’omino Duracell quello delle pile: quando le cose si mettono male, lui spara un altro dipiciemme, lo presenta in una conferenza stampa glamour all’ora del vespro, e tira innanzi: chi tira la cinghia, sono gli italiani, che ormai si sentono rivolgere le raccomandazioni più patetiche, tipiche dell’autoritarismo paternalista: il dovere morale, la mascherina anche al cesso, vi strangolo dolcemente ma lo faccio per voi, razza d’ingrati; e il mondo me lo riconoscerà. Apres Giuseppy le deluge.
Conte è un uomo chiamato lockdown, un supereroe dei nostri tempi: così azzimato dietro la mascherina candida, giusto un accenno di patriottico tricolore, pare il babbo marpione che telefona di nascosto alle fidanzate dei figli. Conte è il maledetto gatto di Battisti: un poeta ma per poco, giusto per un platonico ricatto, maledetto d’un premier. The show must go on: e l’one man show è lui, Giuseppi. Attualmente su tutti i social, il brandello di stoffa sotto lo sguardo che fissa l’orizzonte: “La storia mi assolverà”, sembra pensare, alla Fidel Castro. Sì, ma ce ne vorrà, perché lo sfascio che sta accumulando è colossale.
Ma i dittatori, che si piacciono sempre tanto, non si preoccupano di certo dettagli e pensano: la storia sono io, attenzione, nessuno si senta escluso. Dalla clausura. Elegante, contenuto, un po’ ironico, garbato, misterioso, interessato, imbroglione, subdolo matto: maledetto d’un premier. Fesso il mio paese, quanto ingenuo non lo so, ti vorrei avvisare ma far questo non lo so, paternalista a questo punto non divento no, potresti incazzarti, ieri a chi scrive uno ha rivolto la seguente carineria: “spero che ti muoiano tutti quelli che ti stanno vicino, ammesso che ti sia rimasto qualcuno”. Si definiva “da sempre comunista”, ma era pleonastico, non sussistevano dubbi. Chi tocca Giusy se ne pente, perché lui si siede e lavora per noi. E ci raccomanda prudenza. E, la notte, non spegne mai la luce. E non si toglie mai la mascherina. E ha sempre ragione. Un intruso? Ma chi l’ha mai detto, maledetto d’un premier.
Lockdownman
Conte è un supereroe, è Lockdownman: ha il potere di bloccare qualunque cosa, attività, comparti industriali, distretti, filiere; con un dito, calmo e sereno, neutralizza un paese pieno; gli basta un balenar di mascherina per marmificare qualsiasi essere vivente, amici, nemici e semplici conoscenti. La sua autostima si nutre di restrizioni, si specchia nelle inibizioni, si riflette nelle proibizioni al popolo sovrano di obbedire; è un uomo intelligentissimo, ma buono: “Il paese si salva se è sano”, scolpisce. Perché è il tampone che traccia il contagio, ma è la mascherina che lo difende.
Anche Giusy sa bene che “governare gli italiani non è difficile, è inutile”, e, per non sbagliare, li incamicia a forza. E potrebbe ridurre l’aula sorda e grigia del Parlamento a un bivacco di manipoli: difatti l’ha fatto. Ed è a tanto così dal proclamare affacciato al balcone: “I popoli che non amano portare le proprie mascherine finiscono per portare le mascherine degli altri”. I cinesi, nella fattispecie.
Chi si ferma è perduto e Conte non è l’imbalsamatore di un passato ma l’anticipatore di un avvenire: agli arresti domiciliari. Egli sa bene che “l’avvenire della civiltà dipende dal compito che i cinesi si assumeranno in questo secolo”. Lui li asseconda senza limiti. Non dimentica che “Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione”. Non sia mai che al popolo spetti di decidere: per questo, dopo la consueta raffica di impedimenti serali, ha concesso, magnanimo, alle regioni: se volete, potete farne anche di più severe. Conte ha in testa un’idea meravigliosa, una personalissima Costituzione in tutto ottriata: io son ciò che vi ho concesso. E un giorno mi ringrazierete, ammesso che restiate vivi.
È sempre questo il dramma, quando un uomo solo al comando, un uomo della provvidenza si convince troppo, a tutti gli altri non resta che adeguarsi: l’avvocato foggiano ci ha preso gusto e non vuole tornare nel cono d’ombra, è un influencer del concentramento, non risponde a nessuno se non a Casalino, e i suoi selfie sono già leggenda: ti conosco, mascherina, e ti obbedirò alle prime luci della ribalta. La tua, solo la tua. Le sue tricoteuses sono i virologi del comitato tecnico scientifico, le sue milizie i troll e gli scalmanati su Twitter, le sue groupie le bimbe di Conte.
C’è da stupirsi se uno non voglia tornare nell’anonimato di provincia a cavillare per quattro capponi? Perché mai accontentarsi se i capponi possono essere 60 milioni e per giunta grati? Prepariamoci dunque a sostenere questo nostro Giusy fino a Natale, Capodanno, al 31 gennaio, in un eterno ritorno dello stato d’emergenza, fino alla fine del tempo e del mondo: finché c’è Covid c’è certezza che non ne usciremo, tutti clarisse, felici e impotenti. Ma niente paura, c’è chi veglia sulle nostre notti: Lockdownman è il nostro affezionato vicino di casta. Da un grande (anzi pieno) potere derivano grandi irresponsabilità.
Max Del Papa, 9 ottobre 2020, qui.
Una cosa che ho verificato all’università, in particolare in occasione degli esami, sia prima a lettere che poi a medicina: i docenti veramente validi, di solida cultura, di grande competenza, di forte personalità, possono essere esigenti, possono essere severi, anche molto, ma rarissimamente sono delle carogne; quella è una caratteristica specifica delle mezze calzette, sia sul piano professionale che su quello umano. Valendo da 0 a 0,1, per darsi consistenza esercitano tutta intera quella microscopica briciola di potere che hanno, terrorizzando, bocciando, abbassando i voti, obbligando gli studenti a sgobbare, per passare i loro esami, il doppio di quello che fanno per gli altri docenti. Nient’altro che miserabili mezze calzette, che godono nel rendere la vita degli altri un inferno e magari, se ci riescono, a rovinargliela del tutto, perché solo così possono darsi l’impressione di valere qualcosa. Poi ogni tanto interviene anche qualche circostanza che gli dà una mano:

E ora leggete questa cosa straordinaria.
Solženicyn
Una volta non osavamo fiatare, far sentire un fruscio. Adesso scriviamo per il «Samizdat», lo leggiamo, e ritrovandoci nei fumoir degli istituti di ricerca diamo sfogo al nostro malcontento: Quante ne combinano quelli, dove ci stanno portando! L’inutile smargiassata cosmica, con lo sfasciume e la povertà che c’è nel paese; rafforzano folli regimi all’altro capo del mondo; attizzano guerre civili; hanno dissennatamente tirato su (a spese nostre) quel Mao Tse-tung, e ancora una volta manderanno noi a combatterlo, e ci toccherà andarci, cosa vuoi fare? Mettono sotto processo chi vogliono, la gente sana la fanno diventare matta – loro, sempre loro, e noi siamo impotenti.
Stiamo ormai per toccare il fondo, su tutti noi incombe la più completa rovina spirituale, sta per divampare la morte fisica che incenerirà noi e i nostri figli, e, noi continuiamo a farfugliare con un pavido sorriso:
– Come potremmo impedirlo? Non ne abbiamo la forza.
Siamo a tal punto disumanizzati, che per la modesta zuppa di oggi siamo disposti a sacrificare qualunque principio, la nostra anima, tutti gli sforzi di chi ci ha preceduto, ogni possibilità per i posteri, pur di non disturbare la nostra grama esistenza. Non abbiamo più nessun orgoglio, nessuna fermezza, nessun ardore nel cuore. Non ci spaventa neppure la morte atomica universale, non abbiamo paura d’una terza guerra mondiale (ci sarà sempre un angolino dove nascondersi), abbiamo paura soltanto di muovere i passi del coraggio civico. Ci basta non staccarci dal gregge, non fare un passo da soli, non rischiare di trovarci tutt’a un tratto privi del filoncino di pane bianco, dello scaldabagno, del permesso di soggiornare a Mosca.
Ce l’hanno martellato nei circoli di cultura politica e il concetto ci è entrato bene in testa, ci assicura una vita comoda per il resto dei nostri giorni: l’ambiente, le condizioni sociali, non se ne scappa, l’esistenza determina la coscienza, noi cosa c’entriamo? non possiamo far nulla.
Invece possiamo tutto! Ma mentiamo a noi stessi per tranquillizzarci. Non è affatto colpa loro, è colpa nostra, soltanto NOSTRA!
Si obietterà: ma in pratica che cosa si potrebbe escogitare? Ci hanno imbavagliati, non ci danno retta, non ci interpellano. Come costringere quelli là ad ascoltarci?
Fargli cambiare idea è impossibile.
[…] Davvero non c’è alcuna via d’uscita? E non ci resta se non attendere inerti che qualcosa accada da sé?
Ciò che ci sta addosso non si staccherà mai da sé se continueremo tutti ogni giorno ad accettarlo, ossequiarlo, consolidarlo, se non respingeremo almeno la cosa a cui più è sensibile.
Se non respingeremo la MENZOGNA.
Quando la violenza irrompe nella pacifica vita degli uomini, il suo volto arde di tracotanza ed essa porta scritto sul suo stendardo e grida: «IO SONO LA VIOLENZA! Via, fate largo o vi schiaccio! ». Ma la violenza invecchia presto, dopo pochi anni non è più tanto sicura di sé, e per reggersi, per salvare la faccia, si allea immancabilmente con la menzogna. Infatti la violenza non ha altro dietro cui coprirsi se non la menzogna, e la menzogna non può reggersi se non con la violenza. Non tutti i giorni né su tutte le spalle la violenza abbatte la sua pesante zampa: da noi esige solo docilità alla menzogna, quotidiana partecipazione alla menzogna: non occorre altro per essere sudditi fedeli.
Ed è proprio qui che si trova la chiave della nostra liberazione, una chiave che abbiamo trascurato e che pure è tanto semplice e accessibile: IL RIFIUTO DI PARTECIPARE PERSONALMENTE ALLA MENZOGNA. Anche se la menzogna ricopre ogni cosa, anche se domina dappertutto, su un punto siamo inflessibili: che non domini PER OPERA MIA!
È questa la breccia nel presunto cerchio della nostra inazione: la breccia più facile da realizzare per noi, la più distruttiva per la menzogna. Poiché se gli uomini ripudiano la menzogna, essa cessa semplicemente di esistere. Come un contagio, può esistere solo tra gli uomini.
Non siamo chiamati a scendere in piazza, non siamo maturi per proclamare a gran voce la verità, per gridare ciò che pensiamo. Non è cosa per noi, ci fa paura. Ma rifiutiamoci almeno di dire ciò che non pensiamo.
È questa la nostra via, la più facile e accessibile, data la nostra radicata e organica codardia, una via molto più facile che non (fa spavento il nominarla) la disubbidienza civile alla Gandhi.
La nostra via è: NON SOSTENERE IN NESSUN CASO CONSAPEVOLMENTE LA MENZOGNA. Avvertito il limite oltre il quale comincia la menzogna (ciascuno lo discerne a modo suo), ritrarsi da questa cancrenosa frontiera! Non rinforzare i morti ossicini e le squame dell’Ideologia, non rappezzare i putridi cenci: e saremo stupiti nel vedere con quale rapidità la menzogna crollerà impotente e ciò che dev’essere nudo, nudo apparirà al mondo.
Ognuno di noi dunque, superando la pusillanimità, faccia la propria scelta: o rimanere servo cosciente della menzogna (certo non per inclinazione, ma per sfamare la famiglia, per educare i figli nello spirito della menzogna!), o convincersi che è venuto il momento di scuotersi, di diventare una persona onesta, degna del rispetto tanto dei figli quanto dei contemporanei. (Continua a leggere qui)
Mosca, 12 febbraio 1974 [Giorno dell’arresto di Solženicyn, precedente all’espulsione dall’URSS].
In realtà nessuno si illude di poter far cessare la menzogna e far cadere i falsari solo rifiutandosi di propagarla, però sarebbe già un buon inizio, considerando poi che questa non è una predica da un qualche pulpito, ma viene da qualcuno che, come tanti altri simili a lui, per il rifiuto di propagare la menzogna e servire i potenti ha affrontato la Siberia, e la Lubjanka, e i sotterranei della Lubjanka.
barbara
Come potremmo noi oggi, nell’agire quotidiano, evitare di propagare la menzogna? Certo non ripetere le falsità che ci vengono propinate è abbastanza semplice.
Ma non agirle? Non avallarle con il silenzio?
Essere parte attiva di un contesto in cui si instilla terrore ingiustificato e si impongono assurdità, alle quali si attribuisce potere magico di proteggere dal terrore instillato, non è come mentire? Ma allora come si può lavorare a scuola, o fare il barista, o il controllore dell’autobus?
Partecipare in muto dissenso a rituali di costruzione della Grande Palla Condivisa, non rende complici? Ma allora come si può rispettare una follia legale come l’imposizione delle mascherine ovunque? O gli obblighi di sanificazione per i locali? O gli assurdi provvedimenti di quarantena preventiva a cascata?
Qui sembra che le alternative si stiano riducendo ad essere colpevoli, seguire Thoreau nelle parole (ed essere criminali disoccupati), seguire Thoreau nei fatti (ed essere un eremita in qualche bosco) o seguire Ted nelle parole e nei fatti (ed essere un eremita criminale disoccupato in qualche bosco).
Io so che ancora non ho ripreso la mia collaborazione con le scuole e già mi è stato chiesto di istruire un ragazzino autistico sul fatto che “se si alza in piedi durante la lezione rischia di ammalarsi e di far star male i suoi compagni e la sua mamma”.
Inutile dire che scoprirò molto presto quanto queste persone credono alle loro stesse idiozie.
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Per esempio puoi, se te ne capita l’occasione, precisare che porti la mascherina perché non hai soldi da pagare le multe, non perché tu creda dell’efficacia di amuleti e affini. Che non dai la mano alle persone e non le abbracci perché loro sono realmente convinte che se lo fai loro si ammalano, e tu non le vuoi mettere in difficoltà e soprattutto in ansia (io comunque gli amici che non si lasciano indottrinare e terrorizzare li abbraccio stretti, eccome se li abbraccio). Sono cose minime, microscopiche, ma se cerchi bene ne trovi. Quanto al bambino autistico, se ti presti a questo immondo raggiro ti rendi responsabile di circonvenzione di incapace, che è un reato gravissimo.
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Per quanto riguarda il bambino ho fatto una sfuriata alle insegnanti. Punto primo perché non mi dici cosa fare con un mio paziente, punto secondo perché se deve stare seduto per regola, bene. Ma le palle le racconti a tuo figlio.
Per il resto, io banalmente continuo imperterrito a porgere la mano e aspettare l’imbarazzato sorriso. Qualcuno la stringe. Ma pochi.
Comunque hai ragione, di piccole occasioni così ne capitano (due oggi), bisogna farci attenzione.
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Senza contare che imporre una posizione a una persona autistica non credo che sia la cosa migliore da fare.
Sì, all’inizio bisogna farci attenzione, poi vengono da sole.
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Grazie, anzitutto, per aver pubblicato Solgenitzin (scritto così, un po’ semplificato, tanto la traslitterazione dal cirillico è sempre soggettiva, mi difendo così): veramente un grande Uomo, con la U maiuscola.
Dunque l’ineffabile OMS, nella persona del suo rappresentante per il Covid19 (rappresentante proprio nel senso di venditore ambulante), ci dice adesso – ADESSO! – che i lockdown sono inutili, anzi controproducenti. Chissà quando la voce arriverà anche i Italia? Certamente non prima del 31 Gennaio.
Sulle mascherine, poi, hanno detto di tutto, ma tanto gli Illuminati lo sanno, che è una inutile pagliacciata, così come viene applicata oggi. Più volte beccati senza mascherina e, a microfoni inconsapevolmente aperti, a dirsi bellamente, “massì, facciamo ‘sta messinscena per le telecamere”.
Sulla differenza fra attività sportiva ed attività motoria, guarda, è meglio se mi taccio.
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Dato che nessuno, tranne che nei testi specialistici, usa il codice fonetico internazionale, ogni lingua usa le traslitterazioni da lingue con alfabeto non latino in base ai propri codici: in passato i romanzi russi in Italia non erano tradotti direttamente bensì ripresi da traduzioni francesi, e la grafia è quella francese, mentre quelli, più rari, tradotti dall’inglese, usavano l propria. E quindi va bene anche la nostra, e dato che in italiano non c’è il segno corrispondente al francese j, va benissimo g. Io per esempio scrivo abitualmente Krusciov.
Quanto alla segregazione (chissà se qualcuno scriverà una qualche versione aggiornata dei dialoghi delle Carmelitane, con la clausura totale, la vecchia superiora col terrore della morte, la giovane che sfida fieramente il Potere facendo pubblicamente ciò che è severamente vietato…), tranquillo che qui non arriva neanche dopo il 31 gennaio. O forse pensi che a quella data lo “stato di emergenza” finirà davvero? Col boccone ghiotto delle influenze stagionali? Maffigurati.
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Mi riferisco a questo:
https://thefederalist.com/2020/10/12/lockdown-reversal-shows-that-when-science-conflicts-with-politics-who-chooses-politics/
@Cullà: ho sempre avuto una strana attrazione per Unabomber. Il suo Manifesto è un po’ noiosetto, ma a tratti è di impressionante lucidità.
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Condivido il giudizio. Un piano emotivo disastroso, un probabile disturbo da sviluppo traumatico, ma un pensiero riflessivo lucido e una grande intelligenza.
Sulla noiosità, era un matematico e per giunta americano: scrivono giusto un cicinin meglio dei filosofi, ma siamo lì.
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Se dico facce come il culo, pensi che il culo mi prenda a sganassoni per vendicarsi dell’insulto?
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Oggi ho trasgredito ! ho fumato 3 volte..sul marciapiede ..e 2 in solitaria..senza mascherina!
Sul bus..una signora molto rigorosa, tutto quello ..credo ..che viene
trasmesso ..sul’ uso della mascherina lo prende molto sul serio..come altri Così da brava seguace mi ha detto…con la mascherina non si può parlare..
..Ci mancherebbe anche questo !
L’ uso della mascherina quasi certamente durerà fino alla fine del
carnevale.
Il tutti a casa..è bastato il precedente tentativo, ha già fatto grossi
danni..certamente non si ripeterà.
Comunque mi sembra che con il virus premier e compagni con
il virus cercano di andare avanti..vivendo di virus.
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Risposta alla signora: “Ecco brava, stia zitta”.
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