OGGI CI DEDICHIAMO ALLA SCIENZA

Partiamo da quel gran genio del Crisanti, che straparla del vaccino Pfizer in fase ultimativa di sperimentazione senza averne capito un caprifoglio in salmì (non con tutti la menopausa è misericordiosa). Spieghiamogli dunque come funziona la faccenda visto che lui lo ignora.

Umberto Minopoli

Crisanti scambia il progresso, che accorcia i tempi nella preparazione di farmaci e vaccini, per un limite. Dire che per un vaccino occorrevano “prima”, tra i 5 e gli otto anni di preparazione e ora è servito solo 1 anno, è una sconcertante affermazione: reazionaria e “tecnicamente” infondata. Progresso in medicina significa dotazione di risorse, mezzi, personale per la ricerca medica. Che oggi sono enormemente più elevati del passato. Se “prima” occorrevano 5 anni per la scoperta di un farmaco o di un vaccino , oggi i tempi sono accorciati, in modo considerevole, dal progresso nelle tecnologie di indagine e ricerca, dal numero dei ricercatori dedicati, dai mezzi finanziari (investimenti privati e pubblici a disposizione). Le aziende private (Pfeizer, Moderna, Astra Zeneca e tante altre) che hanno lavorato ai vaccini sono una garanzia per chi conosce le procedure di validazione e certificazione delle scoperte su vaccini e farmaci. Loro fanno profitti soltanto se il vaccino o farmaco, su cui hanno investito, risulta efficace. Nessuna azienda può passare all’incasso sui suoi investimenti iniziali se il prodotto della ricerca- farmaco o vaccino- non supera la “fase due”, quella in cui si testano efficacia e controindicazioni. Solo se il prodotto dà confortanti risultati in questa seconda fase può poi godere del supporto finanziario pubblico. Infine la terza fase, il “test sulla popolazione” (volontari) e la verifica degli effetti collaterali. La dotazione di mezzi finanziari e di risorse tecniche, superiori al passato, è stata la novità di oggi. Ed è questo che ha permesso una, relativamente, rapida seconda fase. Ed ha permesso di passare, nel giro di un anno, alla 3 fase: confezionamento del vaccino e test su un campione di popolazione. A differenza di ciò che dicono gli scettici, non sono affatto brevi i tempi della 3 fase. Anzi. Le verifiche di efficacia andavano fatte subito. Nel pieno dell’epidemia. Conta di più un dato invece: il numero del campione e la sua rappresentatività. È il contrario delle bugie (e delle diffidenze) che si raccontano. Sinora si arrivava ad un campione di volontari compreso fra 10 mila e 30 mila persone. Oggi tutti i candidati vaccini contro il Covid registrano più di 40 mila persone sottoposte ai test e qualcuno sta raggiungendo i 60 mila. Mai successo. Infine, precisiamo circa la paura degli effetti collaterali. Anche qui, quanta ignoranza! Il vaccino anticovid è, naturalmente, un nuovo vaccino. Ma rientra in una famiglia di prodotti e di tecniche (uso dell’Rna messaggero o di vettori virali depotenziati o resi innocui) conosciute da tempo. Non siamo a tecniche da Frankstein. La tipologia di tali vaccini non ha mai mostrato particolari problemi di sicurezza. Gli effetti biologici di queste tecniche sono noti. E verificati. E se hanno collateralità la mostrano, esclusivamente, al momento della somministrazione. Cioè nella seconda e terza fase del trial. Che è stata effettuata per alcuni vaccini ed è in via di completamento per altri. Non servono anni per verificare effetti collaterali. Proprio perché il meccanismo cellulare di un vaccino è noto. Non parliamo di un effetto (quello di un vaccino sull’organismo) sconosciuto e misterioso. Ma ampiamente noto. Pochissimi vaccini, infine, nella storia della lotta alle epidemie sono stati volontari e non obbligatori. Quella della libertà di scelta, in un’epidemia in atto, è una stramberia populista. Crisanti, se le autorità farmaceutiche statali autorizzano il vaccino non potrà rifiutare di vaccinarsi. Se vorrà continuare a fare il medico. Non è la sua personale salute il problema. Il problema è l’immunità di gregge.

Piccola nota di colore: il capo dell’equipe medica di MODERNA è israeliano e si chiama TAL ZAKS.

Confesso, anch’io all’inizio ero piuttosto scettica proprio per il fatto dei tempi brevi, poi lui mi ha spiegato con pazienza perché lo scetticismo non ha ragione di essere. E mi ha anche spiegato perché, a differenza di me, è molto preoccupato per la seconda ondata e ritiene indispensabile il vaccino (“capiscimi, sono di Bergamo”). Ho già postato un importante articolo suo sul tema, qualche giorno fa, e oggi vi segnalo quest’altro.

Proseguo con l’ineffabile signora Sandra Zampa, sottosegretario (sì, con la “o”) alla Salute, di cui già avevamo apprezzato il pensare rigorosamente scientifico, che adesso ci spiega che per Natale se, e sottolineo se, la situazione risulterà molto migliorata, potremo sì pranzare insieme, ma solo con parenti di primo grado

Quindi niente fratelli, niente nonni, niente zii, niente nipoti, per non parlare – diocenescampieliberi – di cugini, e, suppongo, neanche i coniugi che sono congiunti (“affetti stabili” con cui nella prima ondata era consentito trombare ma adesso non più), ma non parenti.

Passo a Maria Rita Gismondo, quella del covid banale influenza, quella che attenzione attenzione, il vaccino ci rende OGM, vade retro Satana. Leggo adesso queste interessantissime note.

A febbraio, era una banale influenza per tutti: virologi da palcoscenico, direttori sanitari, lo stesso Cnr… Un mese dopo, l’aveva detto solo lei [che evidentemente non si è accorta che in quel mese era cambiato qualcosina]. L’hanno crocifissa e lei ricambia scrivendo un libro sull’infodemia. Maria Rita Gismondo, direttore del laboratorio Microbiologia clinica, virologia e bioemergenze del polo universitario L. Sacco di Milano, è l’autrice di “Ombre allo specchio – bioterrorismo, infodemia e il futuro dopo la crisi” edito da La nave di Teseo. [Mi pare giusto: quale cosa più urgente da fare, nel bel mezzo di una pandemia, dello scrivere un libro per vendicarsi dei propri critici?]

Ci riproviamo. Il Covid-19 è “poco più grave di un’influenza” – la frase scandalo – solo perché lei è una donna?

Guardi, non sono una femminista sfegatata, mio padre voleva un maschio e io sono venuta su testarda e ribelle, ma la domanda mi tocca sul vivo, lo ammetto. [Mi autorizzate a mandarla a cagare?]

Bene, adesso ci spiega, anche se con un ragionamento contorto assai, che vengono contati come morti tutti quelli che escono dalla terapia intensiva, sia che ne escano coi piedi in avanti, sia che vengano spostati ad altri reparti in quanto migliorati, ascoltare per credere:

Molto scientifiche anche le dichiarazioni del conticino nostro del 25 febbraio 2020

Poi abbiamo finalmente una ineccepibile e inconfutabile documentazione sulla vera nascita del virus

sul migliore metodo scientifico per garantire la distanza di sicurezza

sul metodo, rigorosamente scientifico, con cui vengono approntati i dicipiemme che governano la vita di 60 milioni di persone

e sul modo migliore per affrontare un’epidemia.

Concludo con un sano proposito, che condivido al 100%.

Marco Taradash

– Hai sentito?
– ?
– La Destra propone una limitazione agli spostamenti di chi ha più di 70 anni. L’idea è di Toti ed è stata condivisa da Fontana e Cirio
– Per il nostro bene?
– Certo
– Domani passo da te
– A fare?
– Andiamo a ritirare il porto d’armi
– Ok, ti aspetto alle 8.

E badate che ho cominciato a essere addestrata all’uso delle armi da quando avevo sette anni, quindi regolatevi.

barbara

Una risposta

  1. Premetto che i continui annunci sull’arrivo imminente dei vaccini e la gara a chi l’ha fatto più efficace a me fa pensare che un vero vaccino sul covid19 è ancora lontano dall’essere prodotto (ma questo lo vedremo presto). Invece sull’immunità di gregge la maggior parte dei commentatori televisivi (virologhi o pseudovirologhi) hanno sempre affermato il contrario: non ci si può immunizzare al covid19! Quindi chi ha ragione?

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    • Che non ci si possa immunizzare dal covid non l’ho mai sentito, quello che si è sempre detto è che l’immunità non è permanente – come non lo è quella data dai vaccini contro tetano, difterite ecc. e quella dell’influenza stagionale, sia che derivi dalla malattia o dal vaccino – e che c’è una piccolissima percentuale di persone su cui “non attacca” e che quindi possono avere una ricaduta, peraltro meno forte del primo passaggio.
      Allo stadio attuale non ci sono continui annunci sull’arrivo imminente, bensì aggiornamenti sullo stadio raggiunto, che ci dicono che tutti hanno superato con successo la fase 2 ed è in fase di attuazione – e per alcuni di completamento – la fase 3.

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