MA SI PUÒ VIVERE COSÌ?

Ho una zia in fin di vita, in provincia di Padova. Chiamo i carabinieri – visto che sono loro a punire gli sgarri alle norme stabilite dal boss, dovrebbero sapere quali siano esattamente le cose che si possono e quelle che non si possono fare – spiego la situazione e chiedo se la partecipazione a un funerale rientri fra i motivi riconosciuti validi per uscire dalla regione. Non lo sa, e mi dà il numero della prefettura, dove dovrebbero saperlo di sicuro. Chiamo, rispiego la situazione, ripropongo la domanda e lui mi dice che: oltre all’autocertificazione devo farmi mandare dall’agenzia di pompe funebri tramite PEC l’indicazione esatta, giorno e ora, di quando si terrà il funerale, nome e indirizzo della chiesa in cui si svolgerà e indirizzo del cimitero in cui verrà sepolta; copia del manifesto dei condoglianti in cui io compaia con nome e cognome e qualifica di nipote; devo andarci per la via più breve senza deviazioni; devo partire in un orario che mi consenta di arrivare giusto in tempo per il funerale e rientrare subito dopo, tranne il caso che si svolga nel tardo pomeriggio e non abbia modo di rientrare in nottata, nel qual caso mi è consentito pernottare in loco e ripartire la mattina successiva. Detto questo, mi ha avvertita che comunque, in caso di controllo, il controllante potrebbe decidere, in base ai propri criteri personali, che partecipare a un funerale non è una inderogabile necessità o che una zia non è una parente sufficientemente stretta da giustificare lo spostamento, e quindi multarmi.
Servono commenti?

barbara

QUANDO L’ARTE È PIÙ FORTE DELLA MALATTIA

Anche della più infame.

Marta C. González faceva parte del balletto di New York negli anni Sessanta
di Alessandro Vinci
Negli anni Sessanta la spagnola Marta C. González incantava le platee internazionali in qualità di prima ballerina del New York City Ballet. Affetta da Alzheimer, è morta il 9 novembre 2019. Per omaggiarne la memoria a un anno dalla scomparsa, domenica l’ente benefico Musica Para Despertar [musica per svegliarsi] ha condiviso un video che ha commosso i social. Registrato negli ultimi mesi di vita della donna, la ritrae seduta su una sedia a rotelle mentre ascolta un brano a lei familiare: «Il lago dei cigni» di Čajkovskij. Lo aveva infatti ballato ben 53 anni fa, nel 1967, all’apice della carriera. E come dimostra il filmato, nonostante la malattia ne ricordava perfettamente i passi. Tempo dunque di farle indossare le cuffie, ed ecco materializzarsi un piccolo grande prodigio: già dalle prime note si vede l’anziana muovere sinuosamente le mani, le braccia e il busto. La sua è un’interpretazione di rara intensità, inframmezzata proprio dalle immagini di allora. E sul volto traspare, oltre che una forte emozione, anche un temporaneo sollievo dalle sofferenze dell’età. Poi il meritatissimo applauso da parte dei presenti, gli operatori della casa di cura di Valencia dove l’ex ballerina viveva. «Questo mi emoziona», dice González al termine dell’esibizione. «È normale – le risponde un volontario di Musica Para Despertar, il cui scopo è proprio quello di aiutare i malati di Alzheimer a far riaffiorare i ricordi attraverso la musica –, ma sei stata tu a emozionare noi ballando così bene». Lei però non sembra convinta: «Bisognerebbe alzare le punte», afferma. Come accennato, il video è diventato presto virale su tutti i social network: da Facebook a Instagram, da Twitter a YouTube. Centinaia di migliaia le visualizzazioni, numerosissime anche condivisioni e retweet. «Lei è stata prima ballerina del New York City Ballet negli anni Sessanta – ha scritto l’associazione su YouTube –. Questo è uno dei momenti più emozionanti che abbiamo mai vissuto. Poter ascoltare questa immensa opera d’arte insieme a una persona che la ballò e per la quale fu una parte fondamentale della sua storia. Il potere della musica è incommensurabile. Grazie alla vita». A commentare il filmato anche Antonio Banderas, che su Facebook ha scritto: «La musica di Čajkovskij è riuscita a prendersi gioco dell’Alzheimer. È già passato un anno da questo. Ora la diffusione di queste immagini serva come meritato riconoscimento della sua arte e della sua passione». Emblematiche di quanto i ricordi più intensi possano radicarsi in profondità nell’animo umano, queste immagini sono la conferma di quella che sembra ormai un’evidenza scientifica: il fatto che l’Alzheimer tende ad aggredire meno, rispetto ad altre… ( Música para Despertar/YouTube / Corriere Tv ).

barbara