Penso dentista e mi viene in mente Calderoli. Che sulla provocazione della maglietta con la caricatura di Maometto aveva totalmente ragione, su questo non ho mai avuto il minimo dubbio, chiunque abbia il coraggio di sfidare quella feccia immonda, quell’orrida banda di assassini, ha tutta la mia approvazione. Però, detto questo, la faccia è quello che è, l’espressione è quella che è, l’aspetto è quello che è, e non credo proprio che mi verrebbe voglia di farmi mettere le mani in bocca da quello lì. Per fortuna ci sono anche altri dentisti. Come il mio attuale, che riesce addirittura a non farmi sentire l’ago che entra quando mi fa le anestesie, e bello da far piegare le ginocchia. E dolcissimo gentilissimo delicatissimo eccetera. E poi c’è stato il grande amore della mia vita, quarantacinque anni fa (ormai quasi quarantasei), la bella copia di Humphrey Bogart (per cui ho guardato 13 volte Casablanca), a cui quattro anni fa ho dedicato questo post. E poi c’è lei:
“Non vedo l’ora che finisca questo anno di merda”.
Eccerto, perché tra le 23h 59’ 59” del 31 dicembre e le 00h 00’ 01” del primo gennaio il mondo, che sa benissimo che adesso l’anno di merda è finito e ne comincia un altro, si capovolge e tutto cambia, il virus sparisce, le imprese morte resuscitano, il PIL risale miracolosamente di quel 10%, o quello che è, che aveva perso, la sanità italiana ritorna miracolosamente come prima dei tagli degli ultimi vent’anni, un benefico infarto collettivo si porta via conte casalino arcuri di maio grillo mattarella azzolina lamorgese e tutti gli altri che al momento non mi vengono in mente e già che ci siamo anche tutta la banda biden harris clinton obama e visto che costa uguale aggiungiamoci anche erdogan e la cricca iraniana e magari succede addirittura che giovanotti diventi intonato (no, non che si metta a scrivere canzoni dotate di senso: essere visionari va bene, ma a tutto c’è un limite) e sul mondo regnerà la pace universale ma andate un po’ a cagare, va’.
Come quelli che allo scadere dei 30 40 50 si sentono crollare addosso tutto il decennio, oddio compio 40 anni, già, perché ieri ne avevi 30 coglione, e va’ un po’ a cagare anche tu, va’.
E nel frattempo, in attesa della mezzanotte che cambierà i nostri destini
Arcuri ne ha già fatta un’altra. L’errore clamoroso sul piano vaccini
Franco Bechis 29 dicembre 2020
Ci risiamo. Basta dare una cosa da fare a Domenico Arcuri e puoi stare certo che non funziona. E così scricchiola dopo poche ore dall’indegno show nazionale l’operazione vaccini. Non che abbiamo i frigoriferi pieni di dosi da iniettare ma insomma dopo il misero anticipo arrivato in Italia (un quindicesimo delle quantità arrivate lo stesso giorno in Germania) ora dovrebbero arrivare oltre 400 mila fiale del «modello Pfizer» ogni settimana, quindi si potrebbe cominciare a vaccinare qualcuno. Solo che mancano i vaccinatori, perché ancora una volta Arcuri che avrebbe dovuto occuparsene con largo anticipo, ha fatto tutto all’ultimo. Solo l’11 dicembre ha pubblicato il bando necessario a reclutare 3 mila medici e 12 mila infermieri che secondo lui sarebbero necessari per l’operazione vaccino. Contratti di nove mesi da 58.842 euro lordi per i medici e da 27.693 euro lordi per gli infermieri, comprensivi entrambi di tre quarti della tredicesima a cui si ha diritto. Non è però il ministero della Salute, né le Regioni, né la struttura commissariale di Arcuri a doverli assumere: si tratterà di lavoro in affitto. Il bando infatti cercava cinque agenzie di lavoro interinale che si offrissero di fornire a loro carico quel personale necessario all’operazione vaccini, perché non si può in questo momento usare nelle condizioni in cui sono le strutture sanitarie la rete ospedaliera e il suo personale che ha già ben altri impegni. La sua scadenza originaria era ieri sera alle 18, ma siccome anche nella documentazione pubblicata Arcuri ha compiuto per l’ennesima volta un pasticcio, ha prorogato la scadenza alle 18 di questa sera. Entro quell’ora le agenzie di lavoro interessate dovranno presentare la loro offerta. Ma il pasticcio fatto dagli Arcuri boys ha complicato molto il percorso. E la struttura commissariale è stata bombardata da richieste di chiarimento sulla cosa più importante per le agenzie di lavoro: quanto possono ricavare loro dalla fornitura di quel personale? Nel bando c’era scritto che il margine di guadagno per le agenzie era del 5%. Ma tutte hanno scritto la stessa domanda alla struttura commissariale: «Lordo o netto? Perché se comprende pure l’Iva, allora si scende al 3,9% ed è difficile proporre ribassi…». Risposta di Arcuri: «Si precisa che per mero errore materiale nell’avviso non è stato indicato correttamente il margine di agenzia al netto dell’Iva». Quindi avevano intuito bene le agenzie la trappola: il loro guadagno è 5% ma poi sulla cifra bisogna pagare l’Iva al 22%, quindi si riduce al 3,9%. Siamo in queste mani qui, bisogna rassegnarci. Perché solo con una faccia di bronzo si può ribattere che «per mero errore materiale» ci si era dimenticati di inserire nel testo di una gara di appalto il dato più importante di tutti: quanto può guadagnare chi vi concorre. Siccome la gara si basa sulla migliore offerta le agenzie interessate dovrebbero proporre per vincere un margine di guadagno più basso di quello. Entro stasera Arcuri saprà se ce ne saranno o meno, perché poi questi dati talvolta nemmeno vengono resi pubblici, altre volte sono pubblicati solo dopo molte settimane o mesi. La trasparenza non è certo il loro forte. I 15 mila vaccinatori dunque al momento non ci sono. Come li dovrebbero trovare? Un po’ ce li mette lo stesso Arcuri che dal 16 dicembre ha aperto on line un questionario dove potevano registrarsi inserendo il loro curriculum vitae eventuali aspiranti medici e infermieri. Ovviamente non c’è alcuna notizia sui numeri di questa operazione. Quali che siano, questo elenco verrà fornito alle agenzie che dovessero vincere la gara che debbono usarlo. Se insufficiente si mettono loro a cercare i medici e gli infermieri che mancano a quei numeri. A quel punto bisognerebbe fare i contratti a seconda delle richieste territoriali. Per averne però certezza bisognerebbe avere già pronti gli hub di vaccinazione con il famoso fiorellino di Stefano Boeri. Al momento gli assessori regionali a cui si chiede conto allargano le braccia e dicono che non sanno né dove né come né a spese di chi verranno realizzati. Quindi bisognerà aspettare un bel po’ di tempo. Una volta che tutto fosse a posto (e l’esperienza insegna che mai qualcosa è stato a posto quest’anno), bisognerà procedere alla formazione sia dei medici che degli infermieri. Perché nessuno nasce vaccinatore, e nessun vaccino per altro sarà uguale all’altro. Quello da somministrare ora – il Pfizer – è contenuto in una minuscola fiala che racchiude però 5 dosi. Ci vuole una supervista per dividere le parti giuste aspirando con la siringa, tanto è che già ci sono i primi errori di somministrazione (in Germania per errore hanno somministrato con una sola iniezione tutte e 5 le dosi contenute nella mini fiala). Il corso di formazione ai vaccinatori sarà fatto dall’Istituto superiore di sanità, dove non è che ci sia una esperienza pazzesca nella somministrazione di questo tipo di vaccini che non ha alle spalle alcun precedente. Però avranno già letto il manuale delle istruzioni della Pfizer e qualcosa avranno da raccontare. Durata del corso? Non prevista. Ma è compresa nei nove mesi di contratto. Ci sono i vaccini, ma prima di avere i vaccinatori necessari bisognerà che quei frigoriferi a -80 gradi li tengano a lungo in modo sicuro. Pregando che tutti insieme in funzione non provochino un black out, perché allora la nottata di attesa sarà davvero lunga. (qui)
E anche a quest’altra patacca va attribuito il disastro totale in cui annaspa l’Italia
E vale la pena di leggere anche queste altre considerazioni
Le discussioni sul vaccino sono inutili, se non assurde, anzi a dirla tutta sono fuorvianti, alimentate in malafede da parte dei filogovernativi, approfittando anche della dabbenaggine degli altri. Il vaccino, ciascuno ne pensi ciò che vuole, c’è, è disponibile, e c’è anche che l’80% (l’ottanta percento!) degli italiani si dichiara pronto a vaccinarsi, ed è la quota di popolazione più che sufficiente a integrare la cosiddetta immunità di gregge, posto che il vaccino fermi anche il contagio, e questo è quanto, è tutto, dovrebbe essere tutto quello che c’è da dire. Chi devia la discussione sugli antivaccinisti militanti o su quel 20% che ha dubbi -sempre legittimi- su questo innovativo vaccino, lo fa per distrarre l’attenzione dall’inefficienza, in questo caso criminale, dello stato, in particolare del governo ed in generale della P.A., la cui colpevole inettitudine “arcuriana” è nuovamente dimostrata dal fatto che in Italia, dopo aver cincischiato con le tensostrutture a forma di fiore di Boeri, e mostrato in pompa magna l’arrivo di un furgoncino al Brennero, in realtà si parte solo oggi (forse!) ad “organizzare” la campagna vaccinale, mentre altri paesi nell’attesa delle autorizzazioni del vaccino, avevano già approntato per filo e per segno il personale e le strutture necessarie. Qui non esiste ancora neppure un “piano vaccinale” … . Se riusciranno, nel 2021, a vaccinare un quarto di quelli che lo vogliono, cioè 10 milioni di italiani su 48 milioni, al ritmo serrato di 34 mila vaccinati al giorno, il tutto da moltiplicare per le due somministrazioni distanziate di un mese, dunque 70 mila al giorno (dovendo mettere in conto che non è una somministrazione semplice) sarà un miracolo, per dire che è del tutto improbabile. Perciò discutere sull’ “obbligatorietà” di un vaccino che realisticamente avranno solo alcuni, pochissimi, tra i “volontari” è intempestivo e demenziale e si capisce bene per quale ragione il governo ed i media filogovernativi facciano di tutto per alimentare (ahimè riuscendoci) questa surreale discussione.
Credo meriti di essere letto anche questo articolo
Poi, sempre in tema di cialtroni, ancora la storia del vaccino di De Luca.
“La fiala di De Luca era la mia”. Parla il chirurgo dell’ospedale Cotugno, primo nella lista delle “riserve” escluse dal Vaccine Day
29 DICEMBRE 2020
Luigi Ricciardelli, 51 anni, da 13 è in servizio come medico chirurgo all’ospedale di Cotugno, luogo simbolo della lotta al Covid-19 in Campania e presidio vaccinale per tutta l’azienda ospedaliera dei Colli. Secondo quanto riporta Il Mattino, il medico domenica scorsa, nel giorno del Vaccine Day, è stato escluso dalla vaccinazione ed è tornato a casa come primo nella lista delle “riserve“: la sua dose quindi potrebbe essere andata al governatore Vincenzo De Luca, di cui non era previsto il coinvolgimento nella prima fase della campagna vaccinale. “Ma – dichiara Ricciardelli al quotidiano – non ne faccio una questione personale”. La dose prima che di De Luca doveva essere “mia o di un altro collega in fila o di un infermiere che lavora in prima linea”, sostiene il chirurgo, primo a operare un paziente colpito da Covid al Cto durante la prima ondata. “De Luca ha una personalità forte – dice Ricciardelli al Mattino -. La sua adesione alla campagna può essere un segnale: ma a chi ha dato l’esempio, in questo caso? A medici e infermieri?”. Secondo il chirurgo il presidente della regione Campania non sarebbe l’unico ad aver avuto priorità sul vaccino “con un criterio diverso da quello della prima linea”. A scavalcare qualche operatore sanitario sarebbero stati anche dirigenti amministrativi e dipendenti. “Sono arrivato alle 11 e rimasto fino alle 13: ne ho contati 4 o 5 – racconta il chirurgo al Mattino -. Sia chiaro: anche loro hanno diritto alla fiala, al secondo giro a mio avviso, in quanto non hanno contatti diretti con gli ammalati”. Ricciardelli, in quanto segretario aziendale di Fesmed, la federazione dei medici dirigenti, si dice pronto a sollevare il caso: “Ho intenzione di scrivere una nota ai vertici ospedalieri” dell’azienda dei Colli. (qui)
E ancora due parole sul terrorismo sanitario sparso a piene mani su tutta la penisola.
Dirigente medico dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Tutta la mia stima a titolo personale nonché a nome dei gruppi Mille Avvocati per la Costituzione e Mille Medici per la Costituzione.
“…Mi sento di chiedere scusa a nome di tutti i miei colleghi che disseminano il terrore in questo momento così delicato.. noi che da sempre siamo chiamati a dare parole di conforto e speranza a pazienti terminali, ora terrorizziamo perfino i “NON PAZIENTI”..siamo al paradosso !
1. È vero..nel pronto soccorso c’è il delirio.. ho i volti terrorizzati dei pazienti che ho visitato in questi ultimi giorni stampati dinanzi agli occhi e non riesco a trovare pace.. da una parte, una miriade di persone positive asintomatiche che si sono fiondate in ospedale terrorizzate.. perché impossibilitate ad isolarsi preservando i propri cari (non tutti possiedono una villa a tre piani, come biasimarli..) e/o per paura di essere abbandonate dalla medicina territoriale ormai fallimentare e su cui non conviene intervenire.. dall’altra tutti gli altri pazienti negativi da ospedalizzare realmente,per patologie acute o oncologiche avanzate, completamente terrorizzati.. il loro unico pensiero è non avere il covid.. ho amaramente sorriso ieri dicendo ad un vecchietto in barella, che piangeva a telefono con la figlia, “non si preoccupi, non ha il covid ma solo un polmone completamente collassato..ma non è per il covid, glielo giuro”
2. Vedo pubblicare, come ha fatto anche il nostro esimio governatore (ma quello neanche lo commento) immagini radiologiche di polmoni devastati dal covid.. sì, è vero la polmonite da covid è devastante.. ma perché non si diffondono le immagini tac di ragazzini, adolescenti devastati da leucemie/linfomi aggressivissimi, immagini che ci gelano il sangue nelle vene quando quotidianamente le scorriamo ? Ragazzini che forse la movida non sapranno mai neanche cos’è.. Questi numeri non interessano nessuno ? Eppure la mortalità è di gran lunga superiore allo 0,4%.. … eppure non è necessario andare alla ricerca affannata dell’untore, perché le responsabilità sono sotto gli occhi di tutti (mi riferisco ovviamente alla terra dei fuochi, allo smaltimento illecito dei rifiuti ecc )
3. Mi rivolgo sempre ai miei colleghi.. torniamo ad essere medici, non sprofondiamo in questo vortice oramai più politico economico che sanitario.. confortiamole e rassicuriamole le persone, è questo il nostro compito, lo abbiamo sempre fatto prima del covid con patologie infauste, perché ora facciamo il contrario ? Restate a casa se non necessitate di cure ospedaliere.. permetteteci di curare chi ne ha necessità.. affidatevi ai medici curanti.. e se non vengono a visitarvi, chiamatela questa maledetta polizia.. che una volta tanto sia al fianco di chi ha necessità e non sempre contro chi manifesta perché la propria dignità venga rispettata.. che non cerchi inutilmente camorristi nel caos di un manifestazione, ma nei silenzio dell’illegalità e dei traffici occulti. E soprattutto..SIATE SERENI.. PRUDENTI MA SERENI.. sorridete per strada quando incontrate lo sguardo di qualcuno, non guardatelo in cagnesco, che non vi sta infettando.. E ricordate che non abbiamo una vita di riserva.. e che la qualità della vita vale molto più della durata della vita stessa…”
Vi invito poi a leggere questo articolo a proposito della centrale nucleare slovena, sulla quale tante idiozie si stanno sparando, e concludo con questo importante comunicato:
“Le grandi manovre militari per la vaccinazione di massa, che dovevano incominciare domani per iniziativa di sua eccellenza il cavalier Benito Giuseppi, sono state rinviate causa maltempo. Otto milioni di baionette, pardon, di vaccini, sono bloccati alla frontiera del Brennero, pronti a riprendere la strada non appena la congiura pluto- meteo-giudaico-massonica sarà stata sgominata. Vinceremo! “.
Mi ero addormentata verso le dieci e tre quarti (di mattina). A mezzogiorno e venti mi hanno svegliata i violenti scossoni del letto, che continuava a ballare e continuava e continuava, sembrava non volersi fermare più. Ho pensato: speriamo che l’epicentro sia qui, anche se è forte non dovrebbe avere fatto granché di danni. Invece l’epicentro era lontano, e ha fatto un disastro.
Covid, Israele: vaccini record per la sicurezza di tutti
Ieri Israele è entrato nel terzo lockdown. Dicono sarà l’ultimo, dopo l’avvio della campagna vaccini a ritmo serrato, con l’obiettivo dichiarato di festeggiare senza restrizioni la Pasqua ebraica, a fine marzo. Il via l’aveva dato in diretta televisiva il premier Netanyhau otto giorni fa e, da allora, la prima dose del vaccino Pfizer è stata somministrata ad altri 300.000 israeliani, portando il Paese in testa alle classifiche mondiali per numero di vaccinati. La risposta della popolazione è stata immediata e più entusiastica del previsto: i centralini delle quattro casse mutua sono stati presi d’assalto, con il calendario degli appuntamenti che si allunga fino a marzo, gente che accetta appuntamenti anche in città a ore di viaggio da casa, file che si formano già dall’alba per essere i primi a ricevere l’agognata iniezione. Al momento possono accedere al vaccino solo i cittadini sopra i 60 anni, persone con malattie pregresse e personale medico, tra due settimane il vaccino verrà esteso ad altre categorie. Ma c’è chi ha scoperto, così ha raccontato un gruppo di giovani, che se si arriva verso la fine del turno degli ambulatori, si può ricevere le dosi avanzate, che non possono essere ricongelate. Le casse mutua hanno arruolato personaggi famosi per invitare la gente a prendere appuntamento. La foto a spalla nuda e iniezione è la nuova moda. Da ieri anche gli ospedali sono coinvolti nell’operazione per alleggerire il carico sulle casse mutua. Alcuni centri hanno iniziato a lavorare non stop, notti e sabati inclusi, con l’imprimatur dato dai rabbini che hanno invitato i fedeli a vaccinarsi «senza perdere tempo, per prevenire il pericolo per sé e per gli altri». Il sindaco di Gerusalemme Moshè Leon ieri si è recato, insieme agli imam locali, in uno degli ambulatori di Sheikh Jarrah, quartiere est della città, per sensibilizzare la popolazione che, stando ai dati finora, è la più esitante a vaccinarsi. Netanyahu ha alzato la puntata annunciando che entro la fine di questa settimana si arriverà a 150.000 vaccini al giorno (ieri ne sono stati somministrati 80.000) e che l’obiettivo è in due mesi vaccinare metà del Paese, che conta 9 milioni di abitanti. Con le quarte elezioni in meno di due anni fissate per il 23 marzo, il premier in carica ha fatto dell’operazione vaccini e della promessa che questo sarà l’ultimo lockdown il proprio cavallo di battaglia. La campagna elettorale si giocherà tutta tra l’uscita dalla pandemia e — sul fronte delle opposizioni, a sinistra come a destra — l’uscita di scena del premier più longevo della storia del Paese. Sharon Nizza, qui.
Da noi si parla (e sappiamo quanto valgono le parole della feccia che ci governa) di settembre-ottobre. E non mi si venga a dire che loro sono 9 milioni e noi 60: siamo sette volte tanti e abbiamo sette volte tanti medici e sette volte tanti ospedali; l’unica differenza è che noi siamo governati da individui tanto inetti quanto criminali. E veniamo dunque alle cose di casa nostra (o dovrei forse dire di Cosa Nostra, viste tra l’altro le intimidazioni mafiose di certi personaggi quando qualche eroico giornalista osa porre domande scomode?)
Secondo uno studio della Società italiana di Cardiologia la mortalità per infarto è triplicata rispetto al 2019. Un effetto evidente della psicosi da Covid che ha bloccato le strutture sanitarie e scoraggiato i pazienti da prevenzione, terapie e interventi per molte patologie. Questo vuol dire che se il trend continua così a fine anno si conteranno 500.000 morti in più per malattie cardiovascolari. Cinquecentomila. Quasi 10 volte i morti (dichiarati, e che sarebbero tutti da verificare) per il Covid. È una cifra spaventosa, che parla da sola. E che conferma dolorosamente quello che io e altri pochi matti andiamo predicando nel deserto da mesi: non c’è una emergenza sanitaria Covid, ma un’emergenza politica, quella del regime autoritario sanitocratico; un’emergenza economica, quella dello sfacelo da esso provocata; e un’emergenza psicologica, quella di una società che per la psicosi di salvare a tutti i costi la “nuda vita” la sta perdendo.
E alle cause elencate da Capozzi, aggiungerei il sequestro di persona messo in atto dal governo per due interi mesi col divieto di allontanarsi da casa, che ha impedito alle persone consapevoli di essere a rischio di ridurre il rischio stesso con lunghe camminate all’aria aperta. Aggiungerei la depressione causata dal suddetto sequestro di persona e dal conseguente isolamento, che non è certo la migliore difesa della salute. E aggiungerei ancora la criminale complicità dei mass media col criminale governo nel fare del vero e proprio terrorismo sanitario, che su tante persone fragili e su tante menti deboli ha avuto uno spaventoso successo. E poi c’è quest’altra cosa
Appena confermato al tg2: la Germania rompe il patto europeo e compra 30 milioni di vaccini BionTech-Pfizer fuori quota. Secondo Der Spiegel, l’insufficiente numero di vaccini rispetto all’obiettivo dell’immunità di gregge in Germania e in Europa è colpa dell’atteggiamento della Commissione europea, che sotto la pressione del governo di Parigi avrebbe frenato sugli ordini a BionTech-Pfizer, nel tentativo di proteggere e raggiungere una sorta di parità con Sanofi, il gigante farmaceutico francese alle prese con lo sviluppo di un altro vaccino, che tuttavia, essendo basato su proteine ricombinanti, ha bisogno di più tempo. La Germania punta sia a nuovi accordi anche con Moderna e sia a intensificare la produzione del vaccino BionTech-Pfizer sul proprio territorio nazionale, facilitando l’operatività dei nuovi impianti della fabbrica di Novartis, di recente acquisita da BionTech a Marburg. Fine della storia triste: l’Europa è solo una questione di soldi. Da Marcella Del Vecchio
La Germania ha avuto 150 mila dosi. La Svizzera 107 mila. In Israele, un Paese di 9 milioni di abitanti, si sono, già, vaccinati in 300 mila. L’Italia, con appena 9750 striminzite dosi ricevute, è al di sotto anche di Slovacchia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Romania. È proprio vero che, dopo un anno di politica comunista, a noi ci considerano come un Paese (minore) dell’ex Patto di Varsavia
Un numero simbolico, ha detto quello lì. Simbolo, appunto, per la cricca al governo, da appuntare alla giacca per mantenere ben saldo il tafanario alla poltrona, un po’ come la cimicetta fascista
per conservare i posti ministeriali. Gli altri ordinano i vaccini per trattare i propri cittadini, liberare lo stato e salvare l’economia, questi ordinano un simbolo da rifilare ai sudditi, una cimicetta, per salvare la poltrona.
Un breve salto all’estero, prima negli Stati Uniti
Per la cronaca il nostro Presidente preferito ha firmato il Tibetan Policy and Support Act (TPSA) che richiede formalmente la creazione di un consolato statunitense in Tibet nonché la costituzione di una coalizione internazionale per garantire, tra l’altro, che il prossimo Dalai Lama venga nominato esclusivamente dalla comunità buddista tibetana, senza l’interferenza del Partito Comunista Cinese. Ci fu un tempo in cui la benemerita causa tibetana andava di moda anche a Hollywood, prima che la stessa diventasse provincia di Pechino. The President of Justice
E se non ricordo male, il presidente musulmano si è rifiutato di ricevere il Dalai Lama, al pari del sedicente papa sedicente cattolico, del resto. E dagli Stati Uniti passiamo all’Onu, che non delude mai:
Italia 27 dicembre 2020 Vaccino ai primi tre italiani allo Spallanzani
Israele 25 dicembre 2020 […] Intanto prosegue a tutto ritmo la campagna vaccinale: solo ieri sono state circa 74 mila le persone immunizzate con la prima dose per un totale, ad oggi, di oltre 200mila soggetti.
E a proposito di numeri
Simbolo, appunto
E comunque
Ovviamente sappiamo già come andrà a finire: non arriveremo neanche al 10% del minimo degli altri, e non riusciremo a mandare a casa nessuno, come non siamo riusciti a mandarli a casa col massimo dei morti e il massimo del disastro economico e il massimo della cancellazione dei diritti costituzionali, della legalità e della libertà. Oltre a questo, c’è anche la barzelletta del trasporto
Ma tranquilli: tutto il mondo ci ammira e ci prende a modello.
Sul Washington Post è uscito un reportage firmato dal corrispondente Chico Harlan sulla situazione di Roma. Il quadro che ne esce fuori è desolante. Ciò che colpisce il giornalista è il contrasto tra un passato ricco di vita ed un presente fatto di povertà e disoccupazione. È l’Italia del lockdown: un Paese tenuto fermo, senza alcun aiuto. Tintorie e negozi storici chiusi, boutique costrette a mettere il cartello “vendesi”, ristoranti una volta colmi di clientela ridotti a raccogliere qualche soldo con gli ordini d’asporto. Strade come Via dei Banchi Vecchi, da sempre traboccanti di vitalità, divenute silenziose e vuote. E poi l’immagine più straziante: la fila di persone davanti ad una chiesa, in cerca di un posto per dormire e di un pasto caldo. Famiglie che hanno perso tutto: il lavoro, i soldi, la casa. Questo racconto sembra essere ambientato nell’Italia del dopoguerra, invece ci troviamo nei giorni nostri. È la realtà che in molti non vogliono neppure vedere, per paura di veder crollare le proprie sciocche certezze. D’altronde l’ISTAT ha già fotografato la situazione con la freddezza dei numeri: negli ultimi mesi, 73.000 imprese hanno dovuto chiudere e di queste ben 17.000 non riapriranno più. Capite questo cosa significa? Significa che intere famiglie saranno trascinate nel vortice della povertà e dei debiti. È stato il Covid? No. Sono state le scelte criminali di un esecutivo che ha puntato a distruggere le piccole e medie imprese, ovvero il 95% del tessuto imprenditoriale italiano. Sono state le menzogne vendute come “potenza di fuoco”, aiuti mai giunti e soldi insufficienti. Sono state le bollette che hanno continuato a tartassare gli italiani, le limitazioni che hanno azzoppato gli esercizi, le chiusure insensate, le multe, le spese aggiuntive. Andrà tutto bene? No. Non finché avremo a capo del Paese gente nemica dell’interesse nazionale. Non finché saremo privi della nostra moneta e di una Banca Centrale in mano allo Stato, prestatrice di ultima istanza come nel resto del mondo libero e sovrano. Non finché continueranno a rifilarci impunemente la storiella del “non ci sono i soldi.” Fino ad allora, possiamo solo puntare a rimanere a galla. Matteo Brandi, 27 DICEMBRE 2020
Sempre restando in materia di Covid, andiamo in America, dove, ci informa TGCOM24:
Covid, Trump non firma la legge per gli aiuti economici: milioni di americani senza sussidi
Terribile, vero? Mostro infame, delinquente, farabutto, affamatore del popolo! Solo cliccando ed entrando nella pagina – e non tutti lo fanno – apprendiamo che il motivo per cui non ha firmato è che
Il presidente insiste per innalzare gli assegni da 600 a 2mila dollari, ma sono gli stessi repubblicani ad opporsi mentre i Dem sono favorevoli
Non ha firmato perché gli aiuti proposti sono elemosina da fame. E sapete perché i soldi per chi ha avuto gravissime perdite a causa dell’epidemia, sono una tale miseria? Premesso che il motivo per cui è passato tanto tempo dai precedenti aiuti erogati è che i democratici ne hanno bloccato la discussione e l’andata in porto nella speranza di farla approvare in “era Biden” per attribuirne a lui il merito (tipo il vaccino, per intenderci), e che una parte dei democratici sono favorevoli alla revisione (e tocca addirittura trovarsi d’accordo con Alexandria Ocasio Cortez, roba da non credere) e una parte dei repubblicani è contraria, quindi anche il sottotitolo è almeno parzialmente falso, premesso questo, il motivo per cui per gli aiuti è stata approvata quella miserabile elemosina da fame è che il grosso dei fondi disponibili per il programma “aiuti per il covid” è stato stanziato per aiuti alla Cambogia, Burma, Egitto, Pakistan, Belize, El Salvador, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panana, finanziamenti al Tibet per determinare il prossimo leader spirituale, per il Kennedy Center, per gallerie d’Arte, per la costruzione di edifici per l’FBI, per i pesci della barriera corallina e per la carpa asiatica, per contare le seriole del Golfo del Messico, per la riproduzione di pesci in incubatrici federali, per l’allevamento dei polli, per l’impatto degli alberi caduti, sconti fiscali aggiuntivi per i produttori di alcolici e per le piste di corse di automobili, cambiamenti della legge sul copyright, una riduzione delle penalità per il trasporto dei giacinti (cazzo, pare quasi di essere in Italia!) eccetera. Qui il video con dati completi (è una piattaforma nuova e non sono riuscita a trovare il modo di incorporarlo). Qui altri dati interessanti sullo scenario che si prospetta se davvero alla fine il presidente risultasse Biden – e non mi sento di condividere la speranza dell’estensore sull’effetto benefico che il “moderato” Biden potrebbe esercitare sugli estremisti. E per concludere, torno brevemente alla questione dei vaccini in casa nostra.
PS: non c’entra niente (un po’ però anche sì), ma se vi avanzano ancora due minuti, andate a leggere anche questo.
Stando alle cifre ufficiali l’Italia ha avuto ad oggi 71.319 decessi per covid, 1.188 per milione di abitanti. Siamo al secondo posto nel mondo, dopo l’ultra europeo Belgio, per numero di decessi raffrontato all’ammontare della popolazione. Ora, i casi sono due, forse tre. A) Il numero dei decessi è artificiosamente gonfiato per terrorizzare la popolazione e farle accettare le misure incostituzionali messe in atto dal governo Conte. In questo caso siamo governati da mascalzoni. B) Il numero dei decessi è veritiero. In questo caso le misure di lokdown sono del tutto inutili al fine di contenere l’epidemia ed hanno il solo risultato di distruggere l’economia. In questo caso siamo governati da perfetti imbecilli. C) Sono possibili diverse combinazione fra A e B. In ogni caso, prima il signor Conte e la sua schiera di buoni a nulla capaci di tutto vanno a casa meglio è. Per tutti.
Io propendo decisamente per il C. Più D: sono venduti. E sappiamo benissimo a chi.
Finito di festeggiare il primo Natale EC (Era Covid) – perché a capire che, senza ribellione, questo sarà solo il primo di tanti altri ci siete arrivati anche voi, vero? – con la Costituzione sospesa da dieci mesi e la gente costretta ad andare in giro mascherata, con il coprifuoco notturno, con trattamenti sanitari sperimentali imposti a una popolazione di zombie, la propaganda martellante e l’economia in ostaggio, e mentre negli USA un altro “partito democratico” ha grossolanamente falsificato i risultati elettorali per mandare al potere un candidato manciuriano, e mentre autobombe dotate di altoparlante esplodono qua e là, sembra davvero di essere in uno di quei cupi film di fantapolitica dove il cielo è sempre piovoso. Film che sono sì angoscianti per il mondo di follia, miseria e oppressione che rappresentano, ma che poi finiscono sempre per essere noiosamente ripetitivi e sconclusionati. Più che altro, spiace constatare che noi, in questa specifica produzione, ci stiamo lasciando trattare da comparse, di quelle che si intravedono sullo sfondo nelle scene di massa e poi non hanno neanche il nome nei titoli di coda. (Inoltre, penso che Conte, il PD e i Cinque Stelle debbano essere trascinati a processo per i loro crimini, assieme ai magistrati eversivi e golpisti.)
Il problema è la qualità della poltrona
e mi sa che ci hanno messo sopra il Bostic.
Aggiungo questo grafico
E una mia osservazione: ogni santo giorno sentiamo e leggiamo (con qualche variante) che “il maggior numero dei contagi si registra in Lombardia Veneto Piemonte Emilia Romagna Lazio Toscana…” Ci fosse un cane che si ricordasse che
“Il furgone passava e quell’uomo gridava: ‘Vaccini!’. Al 21 del mese i nostri anticorpi erano già finiti. Io pensavo a Borrelli e rivedevo i suoi bollettini. Il più bello era quello con gli asintomatici non ancora guariti. Che anno è? Che V day è? Questo è il tempo di vaccinarmi insieme a te… Mascherine, retrovirus ed allergie Dove corrono gravissime le mie ipocondrie L’Rna cerca spazio dentro me… Ma il coraggio di uscire quello ancora non c’è… “
Molti siti riferiscono il 25, ma non è vero: se fosse stato il 25 non avrei passato il pomeriggio in centro a fare spese. Altri più correttamente dicono “la notte di Natale”, che va già meglio, anche se neppure questo è del tutto preciso. In centro a fare spese, dicevo. E quando sono arrivata a casa ho trovato i miei genitori vestiti e pronti a uscire: aveva chiamato mia zia, la prima ad essere avvertita, per dire che la nonna stava molto male. Ci siamo precipitati all’ospedale, ma siamo arrivati troppo tardi. Di ritorno a casa, abbiamo sentito al telegiornale che era morto anche lui, e poi hanno dato Luci della ribalta. Anni dopo, quando vendevano le videocassette insieme ai giornali, l’ho presa, ma ci ho messo quindici anni prima di riuscire a guardarla. E ancora oggi, dopo quasi mezzo secolo, quelle cinque note sono sufficienti a trasformarmi in una fontana. Un piccolo omaggio a lui (i primi due sembrano uguali ma non lo sono, fidatevi), e un pensiero a quella grande, coraggiosa e straordinaria donna che è stata mia nonna.