Usa, poliziotto uccide ragazzo di colore a Minneapolis: nuove proteste
12 apr 2021
Un agente ha sparato e ucciso un ventenne afroamericano in un centro periferico della città, Brooklyn Center, e l’episodio ha innescato nuove proteste contro le forze dell’ordine, proprio mentre nella città è in corso il processo contro l’agente Derek Chauvin accusato dell’uccisione di George Floyd lo scorso maggio. Secondo le prime ricostruzioni, il ragazzo stava guidando ed era stato fermato per violazione del codice stradale.
Secondo quanto riporta Nbc, dopo l’accaduto in centinaia hanno protestato fuori dall’edificio del Dipartimento di Polizia del Brooklyn Center. In risposta, agenti in tenuta antisommossa hanno sparato proiettili di gomma e nuvole di sostanze chimiche irritanti. (qui)
Se un poliziotto uccide qualcuno, io troverei normale che mi si dicesse chi era la persona uccisa, se era già nota alla polizia per crimini precedenti, perché l’ha uccisa, che cosa aveva fatto questa persona per indurre l’agente a sparare, e se questa persona non aveva fatto niente e il poliziotto ha sparato perché razzista, perché psicopatico, perché aveva un vecchio conto con lui e non si è lascito scappare l’occasione, troverei logico che queste cose venissero dette. E invece no, niente di tutto questo.
Quali informazioni ci vengono date invece? Che l’ucciso era un negro, punto. Cioè un bel cartello a indicare la razza: non conta che cosa è accaduto, non conta come è accaduto, non conta perché è accaduto, l’unica cosa che conta è la razza. Perché noi siamo una società evoluta, antirazzista e antifascista.
Solo un bel po’ dopo emerge che il ragazzo aveva un mandato d’arresto pendente e che gli agenti, dopo averlo casualmente fermato per una violazione del codice (lo specchietto retrovisore coperto da dei deodoranti che impedivano la visione), accortisi che era ricercato, avevano tentato di arrestarlo e lui ha tentato di fuggire. Questo giustifica l’uccisione? Probabilmente no – ma comunque non lo so perché non c’ero – ma niente giustifica l’avere dato come unica notizia il colore della pelle. Questo, a casa mia, si chiama razzismo, nient’altro che vergognoso razzismo.
barbara
Beh se noti comunque rispetto all’altra volta manca anche tutta la parte in cui si racconta che la colpa è solo del POTUS quasi che sia stato lui ad ordinare direttamente l’esecuzione del tizio ai suoi squadroni della morte personali.
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Ma forse è stato lui lo stesso, anche se non comanda più. Può essere che stiano solo cercando il modo di costruire una storia possibile.
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L’informazione fa il bello e il cattivo tempo
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“Informazione”. Cioè quelli che dovrebbero farla.
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Sì, esatto.
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A dire il vero è stato detto, almeno sulla sette.
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Parlavo dei giornali. E in ogni caso la prima notizia è sempre che è stato ucciso un negro. Chiamato bizzarramente afroamericano quando con tutta probabilità è in America da almeno una dozzina di generazioni.
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La prima notizia è che l’ennesimo nero disarmato è stato ucciso.
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Se è per questo negli U.S.A. fanno fuori anche un bel pò di ‘bianchi’ parimenti disarmati.
Ma la cosa non fa notizia…
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Ti credo. Qualsiasi cosa dicano di male sugli Statunitensi ci credo.
Barbara te lo può confermare.
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Esatto: nero e disarmato. Nessun accenno al fatto che era ricercato.

Di bianchi disarmati – tipo una donna in pigiama e ciabatte sulla porta di casa – ce ne sono molti di più che di neri
Ma i dati non interessano a nessuno.
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Sì, confermo: il razzismo di unallegropessimista non conosce limiti, neanche quelli della realtà.
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Visto
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Più di 500 bianchi uccisi in incontri le forze dell'”ordine”, dall’anno scorso.
Breaking news: l’ assassino di Ashli Babbit, di non sono stati resi noti il nome né la pigmentazione (era nero, infatti), è stato prosciolto senza bisogno di un processo.
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Si direbbe che l’obiettivo sia di farci diventare razzisti come ai tempi della segregazione razziale, e che ce la stiano mettendo tutta.
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In realtà, Barbara, questo caso è molto peggio di quello di George Floyd, che ha dato il via a tutto il casino da un anno a questa parte.
Un normale arresto a seguito di un controllo stradale (il giovane era ricercato), stava andando tutto bene, gestito da un agente tranquillo e con la situazione ampiamente sotto controllo, quando è intervenuta un’agente (donna, non sappiamo nome né gradi di melanina) che ha fatto sì che il ragazzo si rimettesse in macchina cercando di scappare. A quel punto la poliziotta ha estratto il taser (*) ed ha premuto il grilletto, solo che invece del taser era la Glock. Ed è proprio vero, per quanto suoni incredibile, perché nel video dice proprio Taser! Taser! Taser!. Insomma, un’imbecille come neanche nei film “scuola di Polizia”.
Sembra insomma che demoralizzare gli agenti, tagliare i fondi al dipartimento, mettere tutti i giorni gli sbirri alla berlina, quando non a processo, non faccia bene né alla professionalità della polizia, né all’ordine pubblico, né alla sicurezza della collettività, in particolare di quella di colore.
(*) Taser, sarebbe lo scioccastronzi (Jackie Brown).
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Sì, poi ho letto che si è accorta di avere usato la pistola solo dopo avere sparato.
Sicuramente meno fondi significa anche meno addestramento. Ovviamente nessuno può garantire che con un maggiore addestramento l’incidente non sarebbe avvenuto, però è un dato di fatto che da un anno i poliziotti americani di molti stati sono meno addestrati, e questo non può non incidere sulle loro azioni.
La poliziotta comunque si chiama Kim Potter ed è bianca. In caso contrario non sono del tutto sicura che sarebbero usciti nome e foto.
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Allora è tutto spiegato! È la sorella di Harry, bocciata a Hogwarts, che per sbaglio ha trasformato il taser in una Glock.
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Se non sbaglio, una caratteristica della Glock è la leggerezza, rispetto ai “ferri” tradizionali, essendo di plastica. Comunque a confondersi ce ne vuole.
Resta il fatto che se il delinquente non si fosse infilato in macchina, dove poteva tenere un’arma nascosta, sarebbe ancora vivo.
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La pistola si tiene a destra, il taser a sinistra. Essendo destrorsa, nella concitazione del momento in cui quello si stava accingendo a fuggire, ha usato d’istinto la mano “normale”, e la leggerezza della pistola le ha impedito di accorgersi dell’errore prima di sparare. Resta un errore imperdonabile, su questo non si discute, resta appunto il fatto che se avesse obbedito all’ordine di restare fermo sarebbe vivo.
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ahia, possibile innesto di un cortocircuito mediatico isterico….
il morto è per forza innociente (#inquantodicoloreoppresso) perché vittima della polizia (#suprematismobianco), ma *l* poliziott* è dotat* di utero, e va quindi considerato se ha dovuto identificarsi con un bianco suprematista per superare gli ostacoli del #patriarcato e quindi assumere un ruolo che naturalmente aborre #inquantodonna, oppure (in caso di pigmentazione accentuata) se ha sparato perché s’è sentit* intimidit* dal numero eccessivo di colleghi #bianchirazzisti, sentendosi in dovere di superarli in razzismo facendo violenza sul proprio animo arcobaleno e #bunoaprescindere.
fondamentale è evitare di dire che ha fatto ricorso imprudente ed eccessivo delle armi in dotazione, perché corroborare le statistiche per cui il 98% delle volte che viene usata la Beretta (almeno in Italia) il dito che preme il grilletto è quello di poliziott* nat* con le ovaie potrebbe metterne in dubbio lucidità e autocontrollo in momenti di particolare tensione e concitazione, e questo andrebbe a cozzare con la naturale quanto sbandierata superiorità fisica psichica e morale di una parte dell’umanità….
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Sono problemi drammatici quelli che poni, amico mio, ma sono sicura che le illuminatissime menti che hanno preso in mano le sorti dell’umanità (ti piace l’immagine delle menti con le mani?) sapranno trovare la risposta più giusta.
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