SÌ, ANCHE A CASA NOSTRA

Simone Pillon 

Buongiorno amici. Oggi parliamo di cosa è successo in Italia in questi giorni a Cristina Sanulli e Denise Neumann. Si tratta di due atlete che hanno saputo costruirsi, a prezzo di duri sacrifici, un percorso di eccellenza sportiva nel panorama dell’atletica leggera, riuscendo a conciliare il loro lavoro e gli impegni familiari con il costante allenamento settimanale.
Erano imbattibili. Erano.
A fine 2020 tuttavia Cristina e Denise sono state costrette a lasciare la medaglia d’oro a Valentina Petrillo, atleta transgender uomo che si percepisce donna.
Sentiamo le loro parole: “L’altezza, la larghezza di spalle e bacino, il livello muscolare erano diversi dai nostri. A livello internazionale capita di incontrare avversarie – soprattutto tra le americane – grandi e potenti, ma con Valentina l’impressione è stata un’altra. Come detto, ho giocato a lungo a calcio, incrociando i tacchetti con atlete anche molto mascoline. Ma mi sentivo alla pari, sensazione che non ho mai percepito quando, in campo, giocavamo contro uomini che, per quanto scarsi, hanno una stazza e una potenza superiori. Sensazione che non ho percepito nemmeno ad Arezzo, contro Valentina”. “Condivido – aggiunge Sanulli –: non mi sono sentita di avere gareggiato alla pari. Era la mia gara, l’obiettivo della stagione. La preparavo da tempo, volevo vincere. È innegabile: l’amarezza c’è”.
In questi giorni, secondo quanto riportato dalla stampa on line, Cristina Sanulli, Denise Neumann e altre atlete hanno presentato ricorso e chiesto l’intervento del ministro Bonetti, che tuttavia fino ad ora ha rifiutato ogni risposta.
Mi chiedo se col ddl Zan le legittime pretese di parità e di lealtà delle competizioni sportive femminili non rischierebbero di esser processate e punite come transfobiche.
Eppure basta uno sguardo alla fotografia del podio per capire…
Massimo rispetto per tutti, ma i maschi gareggino coi maschi, e le femmine con le femmine.
E questa non è transfobia, ma autentico buon senso…

E oltre alla faccia, indiscutibilmente maschile, e alla stazza, c’è anche – meglio visibile nella foto più grande – quella patta decisamente troppo gonfia, il che significa che il signore, oltre a tutto il resto, sta anche continuando a produrre testosterone.

barbara