UNA RISPOSTA SERIA A UN NOTO CAZZARO

(È lungo, ma vi ho lasciati riposare per tre giorni interi, quindi non lamentatevi)

Perché non c’è niente da fare: quando si piscia fuori dal vaso si sporca e ci si sporca. E quando si pretende di parlare di cose al d fuori dei proprio ambito, si piscia SEMPRE fuori dal vaso.

Caro Cacciari, si può chiedere “alla Scienza” ma si devono accettare le sue risposte

Dunque: i filosofi Agamben e Cacciari hanno sollevato un polverone, pubblicando un documento che, accusando chi è favorevole al green pass di voler introdurre un’ulteriore, pericolosa forma di restrizione della libertà sulla strada che porta a forme non democratiche di governo, in realtà esprimono anche una serie di argomenti, sotto la forma retorica di domanda, che sono tipicamente utilizzati dalla galassia di chi si oppone al vaccino per giustificare le proprie scelte. Domande, cioè, che sottintendono dubbi tali da rendere legittima la scelta di non vaccinarsi, al pari di quella di vaccinarsi; e, per converso, rendono illegittima ogni forma di coercizione al vaccino, cui è assimilata anche la richiesta del green pass.

Non intendo rispondere al documento pubblicato originariamente il 26 luglio sul sito dell’Istituto per gli studi filosofici di Napoli: altri, anche più titolati di me visto il genere di argomenti utilizzati, ne hanno mostrato l’ovvia inconsistenza e la grossolanità. Per esempio, Flores d’Arcais su MicroMega si chiede sarcasticamente perché il suo amico Cacciari non abbia speso una parola “di indignazione, vituperio, condanna, per la ‘pratica di discriminazione’ che non consente di guidare liberamente un’automobile (ma eventualmente anche un Tir, se aggrada), e impone di passare per le forche caudine di esami orali e scritti, solo al termine dei quali il cittadino (ma non è ormai così ridotto a suddito?) riceve un ‘green pass’ definito ‘patente di guida’”. Oppure D’Alessandro sull’Huffington Post, che parla esplicitamente di “cantonata” presa dai due filosofi. E ancora Di Cesare sull’Espresso, che scrive: “E’ indubbio che oggi viviamo la insolita condizione per cui il nostro corpo può essere arma di contagio e morte per gli altri. Proprio ciò dovrebbe spingere a mettere al primo posto la responsabilità. Questo – e non altro – è il messaggio del green pass”. O infine Sorrentino sul Sole 24 Ore, che in un’accurata disamina dell’origine del documento di Agamben e Cacciari parla di “salti logici” dei due filosofi.

A me, tuttavia, interessa rispondere al solo Cacciari, perché ieri, pressato evidentemente dalle numerosi reazioni, ha sentito il bisogno di articolare meglio il suo pensiero, trovando ospitalità sulla Stampa. Di questo articolo ci sarebbe molto da dire, ma a me interessa rispondere su alcuni punti precisi, laddove cioè il filosofo “con grande umiltà” pone alla “Scienza” con la maiuscola una serie di domande. Domande che, come accennavo in precedenza, assomigliano agli artifici retorici dei No vax, volti a dimostrare l’esistenza di dubbi che non sussistono, nel senso che si tratta di questioni già risolte, le quali però si finge che siano ancora aperte.

Chiede “alla Scienza”, innanzitutto, Cacciari: “Non dovrebbe un cittadino leggere e sottoscrivere prima della vaccinazione l’informativa dello stesso ministero della Salute?” Questa, naturalmente, non è affatto una domanda di pertinenza scientifica, né per merito né per metodo; ma proverò comunque a dare una risposta. Al sottoscritto, come a tutti coloro che si sono presentati per la vaccinazione, è stata presentata la documentazione necessaria per poter prestare il proprio consenso informato; documentazione differente per ogni tipo di vaccino e aggiornata a mano a mano che nuove informazioni divenivano disponibili. Già la modulistica in questione conteneva informazioni di significato non accessibile a tutti, per esempio la composizione del vaccino utilizzato; e per questo presso ogni hub vaccinale era possibile porre domande o formulare richieste di chiarimento con i medici presenti; questo per non parlare dell’opera dei medici di base, che si sono prestati alla campagna vaccinale e hanno fornito informazioni personalizzate ai propri pazienti. [Confermo. Essendo a rischio di reazioni allergiche, ho chiesto alla dottoressa se non fosse opportuno che facessi la stessa profilassi che faccio quando devo fare una risonanza con contrasto, e lei mi ha spiegato le razioni per cui non era per niente opportuno, inopportunità confermata dal medico con cui ho avuto il colloquio al centro vaccinale. E il modulo con le informazioni l’ho scaricato nel momento in cui ho prenotato, avendo quindi tutto il tempo di leggere, pormi eventuali domande e, nel caso, chiedere al medico al momento della vaccinazione] Mai i cittadini hanno conosciuto con così grande dettaglio, aggiornamento e meticolosità la natura di ciò che si iniettavano; dunque trovo l’obiezione fuori luogo.

La seconda domanda è un tipico cavallo di battaglia degli antivaccinisti, che è usato per instillare paura, e Cacciari la formula così: “Che cosa ne pensa la Scienza del documento integrale Pfitzer [sic!] in cui si dice apertamente che non è possibile prevedere gli effetti del vaccino a lunga distanza, poiché non si sono potute rispettare le procedure previste (solo 12 mesi di sperimentazione a fronte degli anni che sono serviti per quello delle normali influenze)?”. Mi piacerebbe innanzitutto verificare le fonti di questa affermazione, ma assumiamo che sia vera, e che davvero da qualche parte Pfizer abbia scritto una cosa del genere “apertamente”. Intanto, per il vaccino influenzale che inoculiamo ogni anno non vi è affatto un periodo di anni di sperimentazione clinica, visto che ogni anno si cambia vaccino a causa della variazione di quelli che si ritengono saranno i ceppi prevalenti nell’inverno. In secondo luogo, come ho già scritto più volte, quello di “lunga distanza” è un concetto relativo: quanto sarebbe la “distanza” temporale che si vorrebbe, per essere convinti? E perché proprio quella? In ogni caso, sappia Cacciari che i tempi di sviluppo e di somministrazione di massa di alcuni vaccini sono stati anche più ristretti del caso attuale; e anche se in quelle occasioni ci fu già chi prospettò potenziali e indefiniti “effetti a lungo termine”, questi non sono stati osservati. Il problema comunque è che la richiesta di “escludere effetti a lungo termine” è semplicemente impossibile da soddisfare, ed è pertanto usata dagli oppositori di qualunque sviluppo tecnologico nella forma di un malinteso principio di precauzione; non si può rispondere a questa richiesta, così come non si può provare l’inesistenza o l’esistenza di un dio. Il ragionamento è diverso: di fronte a un pericolo concreto, che si manifesta nel presente, si raggiunge il massimo di sicurezza che sperimentazioni su decine di migliaia di persone per alcuni mesi possono garantire, e poi, in presenza di morti e malati di virus, si procede con il vaccino. In alternativa, cosa avrebbe detto il filosofo Cacciari, se al propagarsi del virus e all’impilarsi dei morti, le aziende farmaceutiche avessero tenuti chiusi i depositi, attendendo qualche anno per maggior sicurezza di non arrecare danno? Sarebbe stato etico veder morire le persone, avendo a disposizione i dati che si avevano quando è iniziata la campagna vaccinale?

Vi è poi un’ulteriore domanda di Cacciari, e cioè: “Risponde alla realtà o no che i test per stabilire genotossicità e cangerotossicità dei vaccini in uso termineranno solo nell’ottobre del ’22? La fonte è European Medicine”. Dove, caro Cacciari, Ema avrebbe scritto una cosa simile? Io trovo nel “Risk Management Plan” per il vaccino Pfizer, redatto da Ema alla fine di aprile, quanto segue (coerentemente ripetuto in tutti i documenti precedenti): “I componenti del vaccino, lipidi e Rna, non sono attesi avere potenziale cancerogeno o genotossico”. Questo, come ricordato nello stesso documento, è in accordo con le linee guida di sviluppo dei vaccini redatte nel 2005 da Oms, che semplicemente si basano su tutte le evidenze disponibili ed escludono la genotossicità e la cancerogenicità di certi prodotti, per la stessa ragione per cui non si testa la genotossicità dell’acqua o quella dei prodotti omeopatici. In ogni caso, sarebbe interessante capire chi e dove starebbe conducendo per Ema tali studi fino al 2022, visto che se così fosse ciò sarebbe in contrasto con quanto Ema nel documento citato dichiara; le fonti della sua affermazione, caro Cacciari, sarebbero molto utili per questa verifica.

Infine, il filosofo pone un’ultima domanda “alla Scienza”: “E’ vero o no che mentre lo stesso ministero della Sanità ha dichiarato che la somministrazione del vaccino è subordinata a condizioni e in via provvisoria, nessun protocollo è ancora stabilito per quanto riguarda soggetti immunodepressi o con gravi forme di allergia?”. Per quel che riguarda i soggetti immunocompromessi, non è che non sia stabilito un protocollo: il suggerimento è di vaccinare, anche se ci si attende una risposta inferiore, perché è meglio una bassa risposta al vaccino che una totale esposizione al virus. Per quel che riguarda i soggetti gravemente allergici, invece, le indicazioni sono chiare, e si riflettono anche nei moduli che ogni vaccinato deve firmare: il vaccino della Pfizer, per esempio, non deve essere somministrato a chi “è allergico al principio attivo o a uno qualsiasi degli altri componenti” e l’allergia, specialmente se in forma grave, va dichiarata al medico vaccinatore (nella modulistica appropriata) specificando l’allergene, consentendo al medico di valutare quale sia il vaccino più appropriato. Per il resto, si procede.

Io non sono “la Scienza”, cui Cacciari rivolge le domande che ho elencato; ma siccome nessuno lo è, ho provato a rispondere come meglio potevo – e come può chiunque non sia proprio a digiuno della materia. 
Le domande sue e dei No vax, caro Cacciari, e il fatto che possano esistere dubbi, non significano affatto che non esistano risposte, e che tali dubbi non siano già stati affrontati dalla comunità scientifica e dagli enti regolatori; bisogna però avere la pazienza e l’umiltà – quell’umiltà con cui lei asserisce di voler chiedere “alla Scienza” – di accettare le risposte, non come verità rivelata, ma come la più probabile tesi fra quelle possibili. I dati potranno certo cambiare alcuni particolari o anche molto di ciò che oggi ci sembra di sapere; ma, per procedere in scienza e coscienza, ci si basa sulla scienza che si ha al momento, e sulla coscienza di doversi proteggere da un virus che circola oggi, non che arriverà fra due anni.

Chiedo quindi infine “alla Filosofia”: è vero o non è vero che Talete, mentre studiava gli astri e guardava in alto, cadde in un pozzo?
Enrico Bucci, qui.

In effetti fare domande – con l’aria di fare domande intelligenti – ignorando, o fingendo di ignorare, che a quelle domande la risposta è già stata data, interrogare “la Scienza” ma non prendersi il disturbo di ascoltarne le risposte, non è una grandissima prova di intelligenza.
Passo a un tema affine. Capita spesso, ultimamente spessissimo, di trovare negli spazi dei vaccinofobi ogni giorno più assatanati, video e tabelle che mostrano come i vaccini siano, al contempo, pericolosi per la salute e inutili contro il virus. Bene, leggete un po’ qua.

La strana storia degli youtuber pagati per fare disinformazione sui vaccini

Lo youtuber e divulgatore scientifico francese Leo Grasset ha rivelato su Twitter a metà maggio di avere ricevuto una strana proposta. Un’agenzia di marketing gli aveva offerto una cifra ragguardevole per pubblicare un video a tema, con una consegna ben precisa: mostrare, numeri alla mano, l’aumento della mortalità fra le persone che avevano ricevuto il vaccino di Pfizer in Francia.
Nello stesso periodo, l’influencer scientifico tedesco Mirko Drotschmann riceve un’email con un’offerta analoga a quella di Grasset. La stessa agenzia di influencer marketing (si chiama Fazze) gli chiede di pubblicare un video sul suo canale da quasi 1,5 milioni di follower in cui si dimostra la pericolosità del vaccino Pfizer rispetto a quello di AstraZeneca.
Il brief dell’agenzia sembra uscito da un manuale sulla disinformazione mirata: l’agenzia chiede di partire da un articolo uscito su Le Monde avente per oggetto l’hackeraggio dei server dell’Ema, l’Agenzia europea per i Medicinali, e di collegare il fatto (realmente accaduto) a una tabella con i dati sulla mortalità dei pazienti ottenuti da fonti diverse, presi fuori contesto, e aggregati ad arte per dimostrare la pericolosità del vaccino Pfizer. Lo scopo, fin troppo ovvio, è suggerire un collegamento fra il furto di dati e quella tabella.
Non appena Drotschmann e Grasset svelano l’offerta di Fazze, gli articoli segnalati dall’agenzia ai due youtuber spariscono dal Web. Solo quello di Le Monde, usato come involontaria testa di ponte, rimane consultabile online. Nel frattempo altri 4 influencer tra Francia e Germania seguono l’esempio dei colleghi e rivelano pubblicamente di avere ricevuto la stessa proposta.

Due youtuber accettano l’offerta
In Europa la campagna salta, ma va a segno in India e in Brasile: il giornalista tedesco Daniel Laufer, indagando sulle segnalazioni di Drotschmann e Grasset per Netzpolitik, scopre i video degli youtuber Everson Zoio e Ashkar Techy, che solitamente non condividono alcun tipo di contenuti scientifico. In due video pubblicati a metà maggio, entrambi escono dal loro personaggio per mostrare ai follower i dati che Fazze stava cercando di diffondere sui canali degli influencer tedeschi e francesi. In entrambi i casi, non rivelano in alcun modo di essere stati pagati né la provenienza reale di quei dati. Proprio come Fazze aveva chiesto di fare a Drotschmann e Grasset, invitandoli di fatto a violare le leggi tedesche e francesi sulla pubblicità occulta.
La chiave di volta dell’intera operazione è la tabella con il numero dei morti legati alle vaccinazioni che Ashkar Techy ed Everson Zoio mostrano nei video. Secondo i dati relativi alla Germania, quelli che Fazze aveva inviato a Drotschmann, su un milione di dosi di vaccino Pfizer ci sarebbero stati 29,9 morti, contro i 6,5 decessi registrati fra chi aveva ricevuto un vaccino AstraZeneca. Contattati da Laufer, i due youtuber non hanno risposto e hanno prontamente cancellato i video incriminati.

Nessuna correlazione
Secondo il Paul Ehrlic Institute, organismo tedesco che si occupa della regolamentazione sui vaccini, i dati della tabella sono grossolani e fuorvianti: “Le cifre per la Germania, che sono apparentemente basate su dati forniti al pubblico dal Pei dall’inizio di aprile, non dicono quante persone sono morte a causa della vaccinazione, come sostiene il titolo, ma solo quante persone sono morte entro 40 giorni dalla vaccinazione”, ha spiegato Laufer nell’inchiesta.
I numeri, in sostanza, non mostrano alcuna correlazione diretta fra il vaccino e le morti registrate dall’ente tedesco. Come illustrato dal Pei, tra i morti registrati l’età media era superiore a 80 anni e quasi tutti erano ad alto rischio per la loro storia clinica. In altre parole, quei morti della tabella sono persone che sono sì decedute entro 40 giorni dalla somministrazione del vaccino, ma generalmente per cause naturali, per malattia o per incidenti. E allora perché quella differenza così netta nel numero di morti tra Pfizer e Astrazeneca? Semplice, perché come mostra il grafico che si vede qui sotto (che arriva da Impfdashboard.de) in Germania il Comirnaty di BioNTech/Pfizer è di gran lunga il vaccino più utilizzato.
Insomma, un’altra trovata da manuale della disinformazione: i numeri sono reali, ma vengono presentati in maniera fuorviante per arrivare a creare una fake news a partire da fatti concreti, ma completamente scollegati fra loro.

Chi c’è dietro
Fazze, l’agenzia di influencer marketing che ha gestito la campagna, è in realtà solo una facciata di un’operazione che ha evidenti legami con la Russia. L’indirizzo della sede londinese di Fazze, il numero 5 di Percy Street nel quartiere di Fitzrovia, appartiene a una cosiddetta corporate mailbox, cioè una sede virtuale cui sono collegate centinaia di imprese. Una ricerca con Google Street View mostra all’indirizzo la placca della Company Formation Advice (già Company Advice): la società, secondo un report di BellingCat sul riciclaggio internazionale, ha registrato nel Regno Unito centinaia di Ltd con legami alla Russia, incluse molte aziende che hanno a che fare con il gioco d’azzardo, il trading e il forex, e in generale altre attività sospette.
Dal sito del Registro delle Imprese britannico, dove Fazze non è però registrata, si scopre poi che allo stesso indirizzo era stata fondata nel 2014 anche un’altra azienda di marketing, la AdNow Llp. Nel corso della sua inchiesta per Netzpolitik, Laufer ha scoperto che il legame fra AdNow e Fazze non è poi così difficile da rilevare: molti dei domini da cui opera l’agenzia, infatti, rimandano a proprietà Web che fanno capo ad AdNow, e così pure le email inviate a indirizzi di Fazze.
Qui i legami con la Russia si fanno ancora più evidenti: AdNow è stata fondata da un inglese e dal russo Stanislav Fesenko nel 2014. Uno dei dipendenti, Vyacheslav Usoltsev, era indicato su un profilo LinkedIn ora rimosso come l’Ad di Fazze. Non solo: fino al 2018 la direttrice della divisione russa di AdNow era Yulia Serebryanskaya, una veterana delle campagne politiche e responsabile di marketing per United Russia, il partito di maggioranza che sostiene Putin. Serebryanskaya, come illustrato da un’inchiesta di RadioFreeEurope, ha inoltre fondato e dirige un’organizzazione chiamata Russian Initiative, che si propone di “promuovere la cultura della Russia e di rappresentarne le tradizioni e i successi sociali, anziché tollerare un’idea distorta della madre patria”.

Il committente ignoto
Quale sia il fine ultimo di questa campagna, nonostante questi collegamenti evidenti con la Russia, si può però solo ipotizzare, perché non ci sono tracce dirette di un coinvolgimento di altri mandanti istituzionali. La teoria più accreditata è che l’iniziativa faccia parte di una serie di operazioni volte a promuovere il vaccino Sputnik V [nota per gli imbecilli: V sta per vaccino, non per 5], visto che alcuni dati della campagna di Fazze sono curiosamente simili ai materiali ufficiali per la promozione del farmaco di produzione russa. Intanto le autorità francesi e tedesche hanno avviato indagini indipendenti per provare a capire chi sia il cliente di AdNow che ha commissionato l’intera operazione.
Quel che già sappiamo è che la campagna che ha visto coinvolti i due youtuber europei è solo la punta di un iceberg. La piattaforma video di Google e gli altri social sono ormai diventati in tutto il mondo i target perfetti per operazioni di disinformazione a pagamento su larga scala, e non solo quelle incentrate sui vaccini anti-Covid. Un mercato che secondo gli esperti di sicurezza e gli analisti è esploso negli ultimi anni, grazie a un numero crescente di società e agenzie internazionali capaci di condurre campagne globali che un tempo erano appannaggio degli enti di spionaggio.
Corrompere influencer e comprare visibilità sui social per posizioni divisive o per diffondere disinformazione mirata, è solo una delle tattiche. Ci sono i network di bot su Twitter, gli account falsi su Facebook, gli interventi anonimi su Reddit, in un trend la cui genesi, secondo molti esperti di settore, si può ricondurre allo scandalo Cambridge Analytica del 2018. La vera differenza fra le campagne pro-Cina a Taiwan, per esempio, o la disinformazione pro-francese o pro-russa in Repubblica Centrafricana e la campagna di Fazze è che finora in pochi avevano provato a coinvolgere dei pesi massimi del calibro di Drotschmann e Grasset. Un errore grossolano per un gruppo disinformatori esperti, ma che lascia inevitabilmente aperta una domanda: in quanti altri casi la stessa tattica è andata a buon fine e nessuno se n’è accorto?
di Andrea Nepori, qui.

Ecco: quando sentite dire ma i numeri, ma le tabelle, ricordatevi di questo. E questa storia, per inciso, ricorda quella del medico che aveva messo a punto un nuovo vaccino contro il morbillo, ma dato che ce n’era già uno perfettamente funzionante, che cosa fare per screditarlo e promuovere il proprio? Ha inventato che il vecchio vaccino provocava l’autismo, e un sacco di polli non solo se la sono bevuta, m hanno addirittura esteso la favola a tutti i vaccini esistenti.
Leggo infine su ANSA:

Covid: Cina, 2 casi a Pechino dopo 6 mesi, Nanchino isolata

PECHINO, 29 LUG – Il Covid-19 torna a Pechino con due casi di trasmissione domestica, i primi in sei mesi, sufficenti per far alzare l’allerta alle autorità sanitarie della capitale. La Cina è nella peggiore emergenza da mesi legata al coronavirus con la situazione più critica a Nanchino, il capoluogo del Jiangsu ormai isolato: sono stati istituiti posti di blocco e sospeso tutti i voli.
Oltre 170 persone, infatti, sono state diagnosticate con la variante Delta negli ultimi 10 giorni. La Commissione sanitaria nazionale ha reso noto che mercoledì sono stati registrati 49 nuovi casi di Covid-19, di cui 25 di trasmissione domestica e 24 importati.

Due casi in una città di 21 milioni e mezzo di abitanti. I primi in sei mesi. 170 persone contagiate su quasi un miliardo e mezzo: emergenza, anzi, la peggiore da mesi: ma veramente siamo ancora disposti a farci prendere per il culo da questa banda di assassini e continuare a berci le loro montagne di balle?

barbara

Una risposta

  1. L’articolo è pieno di stronzate. Il vaccino anti influenzale è strutturato nello stesso modo da decenni, semplicemente si adegua di anno in anno al nuovo ceppo. Invece i vaccini mRna sono una novità assoluta di cui la stessa Pfizer non conosce gli effetti nel lungo periodo. Leggi il bugiardino e così trovi dove è scritto. Sono 34 pagine in Inglese e io le ho lette.
    Il massimo del marciume poi lo raggiunge la EMA che non ha atteso un istante per approvare lo Pfizer e quell’altro ritrovato inglese che uccide le trentenni, ma non approva un vaccino di concezione collaudatisdima come lo Sputnik, neanche adesso che è stato testato su un numero di persone ben maggiore del campione di volontari della Pfizer, anche contando i soli cittadini sammarinesi. Il resto dell’articolo non ho avuto la pazienza di leggerlo, ma immagino sia tutto sullo stesso tono. Propaganda.

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    • Quindi, qualunque nuovo farmaco dovrebbe essere messo in commercio solo quando ne sono stati studiati gli effetti nel lungo periodo, cioè dieci anni? Venti anni? Trenta? Facciamo cinquanta, per essere sicuri? Meglio abbondare.

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      • E resterebbe poi da capire su chi si dovrebbero studiare questi effetti a lungo termine, dal momento che il farmaco non si può commercializzare e quindi far provare. E immagino che se venissero presi, che so, trentamila volontari e venissero seguiti per vent’anni – tolti quelli che finiscono sotto una macchina + varie ed eventuali (ma sperimentando come? Prendendo il farmaco una volta e poi basta? Per una settimana e poi basta? Per un mese? Continuativamente?) – e dopo vent’anni venissero pubblicati i risultati, l’obiezione più ovvia sarebbe: e voi con trentamila persone pretendete che i risultati siano validi per otto miliardi?

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    • Entrando un po’ più nel merito:
      1. mRna si sta studiando e sperimentando da trent’anni.
      2. Pfizer è stato sperimentato su 40.000 volontari, San Marino ha 33.800 abitanti.
      3. Sputnik è stato messo in commercio prima che fossero completate le canoniche tre fasi di sperimentazione.
      4. Mi permetto di ricordarti che quando hai pubblicato la notizia della morte del volontario per la sperimentazione di Pfizer ho provveduto a informarti che è vero che era morto un volontario, ma era morto per conto suo PRIMA di ricevere il vaccino, e tu hai risposto ah non lo sapevo, ma non hai provveduto a togliere o correggere il post disinformante e terrorizzanti nei confronti di Pfizer.
      5. La parte che non hai letto ma immagini è una rigorosa documentazione di come venga diffusa la disinformazione per mezzo di video, quelli che tu e gli altri vaccinofobi ossessivi compulsivi a vostra volta diffondete poi a piene mani.
      Potrei continuare, ma sono buona e mi fermo qui, anche perché da molto tempo ormai mi sono resa conto che non esistono più argomenti, fatti, prove in grado di scalfire la corazza che vi siete costruiti intorno alle vostre fantasie.

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    • 5.5 Purchaser Acknowledgement.Purchaser acknowledges that the Vaccine and materials related to the Vaccine, and their components and constituent materials are being rapidly developed due to the emergency circumstances of the COVID-19 pandemic and will continue to be studied after provision of the Vaccine to Purchaser under this Agreement. Purchaser further acknowledges that the long-term effects and efficacy of the Vaccine are not currently known and that there may be adverse effects of the Vaccine that are not currently known.

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        • Sì, ok, ma io non ci trovo niente di anomalo né preoccupante. Rapid non è sinonimo di hurried o rushed, e se si è potuto fare più rapidamente di altri è primo, per i grandi investimenti che sono stati messi a disposizione, secondo perché per misurare l’efficacia di un vaccino deve esserci una determinata quantità di esposizione al contagio, ed essendo in piena pandemia non è stato necessario aspettare che capitasse per caso: era sufficiente muoversi e il contagio era dappertutto. Quindi si precisa, scegliendo l’avverbio giusto, che è stato fatto rapidamente e si spiega perché, cosa decisamente opportuna visto che un sacco di gente ha cominciato a remare contro e mettere in giro le più colossali assurdità fin da quando ancora ci stavano lavorando.

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        • Guarda che queste sono clausole contrattuali, con lo scopo di tutelare il fornitore. Non sono destinate alla pubblicazione, tanto che ci sono voluti molti mesi per ottenere la disclosure.

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  2. Supponenza a partire dal titolo del post.
    Cacciari in sostanza dice che si va verso lo stato d’emergenza perenne e che nessun vaccino impedirà questo processo. Si può non essere d’accordo. Nella storia però abbiamo già sentito dei “come è potuto capitare tutto ciò, come è iniziato”?

    Rispondo nel merito solo a una delle diverse inesattezze-disinformazioni.
    Come si fa a paragonare un vaccino tradizionale (vettori virali innocui tipo adenovirus o dallo stesso virus contro cui ci si vaccina ma attenuati) come quello dell’influenza con un vaccino a mRNA, già in studio da anni per la cura dei tumori ma mai inoculato in massa?
    Per sapere cosa sono tempi medi o lunghi, su cui vengono fatte batture, basta leggere uno dei tantissimi documenti scientifici a riguardo.
    “Quello che non sappiamo circa i vaccini a mRNA è (l’eventuale) l’incidenza di eventi avversi a medio (1-2 anni) e lungo (>3-5 anni) termine in quanto, oltre al fatto che è la prima volta che essi sono usati su larga scala, va anche tenuto presente che il loro disegno è ideale per far scattare una forte reazione infiammatoria anti-tumorale (ideale per stimolare il sistema immune a combattere e eliminare un tumore); ma tale qualità potrebbe in soggetti predisposti (a rischio autoimmune) indurre reazioni autoimmuni esagerate la cui frequenza e severità non potremmo conoscere prima di 2-5 anni”
    Più umiltà e meno spocchia!

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    • Cacciari in sostanza dice che si va verso lo stato d’emergenza perenne e che nessun vaccino impedirà questo processo.
      Ti sembra che sia questo che viene contestato nell’articolo?
      Quanto al resto
      – mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina avrebbe risparmiato un sacco di guai
      – isolare immediatamente i focolai più virulenti avrebbe risparmiato un sacco di guai
      – fare le autopsie ai primi morti avrebbe risparmiato un sacco di guai
      – estendere a tutto il territorio nazionale le cure precoci man mano che emergevano avrebbe risparmiato un sacco di guai
      Però purtroppo tocca fare i conti con quello che abbiamo sul tappeto, e quello che abbiamo è che niente di questo è stato fatto. Stabilito questo: tu avresti scelto di lasciare che la gente continuasse a morire per altri 2-5 anni prima di mettere in commercio il vaccino?
      PS: Dato che non conosco i tuoi titoli per darmi lezioncine di vita e di stile, mi permetto umilmente di rimandarle al mittente.

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      • Io ho semplicemente confutato, con informazioni mediche che nessuno mette in discussione, alcune cose scritte. Di corbellerie e previsioni totalmente sbagliate ne abbiamo sentite a iosa, anche da tantissimi “esperti”.. Dirle con la supponenza di possedere la verità chiamando cazzari altri, a mio avviso è sbagliato. E’ un parere, non lezione di vita. Per l’educazione non servono titoli accademici.

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    • Cacciari sicuramente capirebbe la frase, ma non capirebbe perché tu gliela rivolga. Una volta che ero a cena con Gian Antonio Stella, si è divertito a farne il ritratto: Cacciari è quello che pretende di saperne di letteratura più dei letterati, di pittura più dei pittori, di architettura più degli architetti, di medicina più dei medici, di ingegneria più degli ingegneri, di botanica più dei botanici… No, decisamente non capirebbe.

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  3. Vivissimi complimenti a Flores d’Arcazz per il paragone con la patente di guida. Curioso mondo quello in cui l’esistenza umana è una conseguenza dello Stato e non viceversa.

    E anche al Di Cesare per quel “oggi viviamo l’insolita condizione per cui il nostro corpo può essere arma di contagio e morte per gli altri”. Oggi e negli scorsi 2 milioni di anni. Buongiorno.

    Si può benissimo criticare certe scorrettezze e sparate di Cacciari senza fare per forza la figura degli idioti: ha detto una serie di inesattezze dal punto di vista medico, ma dal punto di vista politico e civile è decisamente più centrato dei detrattori a qualunque costo.

    Lo Stato dei patentini, dei lasciapassare e del bene comune al di sopra di quello individuale è uno Stato molto pericoloso.

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    • Concordo pienamente! Riguardo l’ultima frase, riporto ” La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e tutela, gli avvenimenti prendono sempre una brutta piega, tragica e distruttiva” Chi l’ha detta? Un “ca22aro” populista, complottista,..NO il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 25 aprile 2019.
      Poi è arrivato il covid e deve aver fatto un reset di tutta la storia.

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      • Mattarella, il capo supremo di una magistratura corrotta che ha attivamente lavorato a mantenerla corrotta – immagino che avrai letto il libro di Palamara e Sallusti – e che da due anni mantiene in piedi un governo sostenuto da un parlamento ormai lontanissimo dalla reale maggioranza del Paese e ha permesso il costante stupro della Costituzione senza battere ciglio, lo ritengo una delle persone più sporche che abbiamo in circolazione. La frase che hai citato dice una verità sacrosanta, ma che lui l’abbia realmente pensata non ci metterei la mano sul fuoco.

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        • Concordo in tutto! Era solo a beneficio dei tanti che prima con il confinamento, ora con i lasciapassare, sostengono “è giusto limitare le libertà quando c’è di mezzo la salute” . Ma Stavolta è la salute, la prossima volta l’ordine pubblico, poi chissà cosa …qualche emergenza la si trova sempre per giustificare la strada che è stata intrapresa. Che poi è il pensiero di fondo di Cacciari, al di là delle questioni più tecniche (con anche errori) in cui si è spinto.

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        • Oltretutto c’è il fatto che il GP vale finché restiamo in zona bianca: appena si cambia colore – e decidono loro, di volta in volta, a seconda di come gira, i criteri per cambiarli: se rischiano di non cambiare perché i valori sono troppo bassi, loro abbassano i parametri e il gioco è fatto – ti ci puoi pulire il culo.

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    • Quella della patente è una cazzata grande come un’astronave e non credo che abbiamo bisogno di stare a discuterne. La Di Cesare – un’ebrea che passa il suo tempo a difendere il nazista Heidegger, e non credo serva altro per qualificare la sua intelligenza e la sua onestà – sarebbe da suonare le campane il giorno che riuscisse a non dire cazzate.
      Chiarito questo, sono altrettante cazzate quelle cose specifiche che Bucci contesta a Cacciari, che a volte dice cose estremamente sensate, e le ho in passato pubblicate, e a volte piscia fuori dal vaso.

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