ECCO DOVE CI VOGLIONO PORTARE

Clima, ci vogliono imporre il maoismo energetico

Nelle giornate di conferenza sul clima svoltesi la settimana scorsa a Milano è apparsa chiara la volontà di imporre una rivoluzione economica ed energetica dall’alto, con il pretesto dell’emergenza climatica. E spuntano idee che rimandano al “Grande balzo in avanti” che Mao impose alla Cina nel 1958 e che creò una vera catastrofe economica e umanitaria.

Un passaggio non deve sfuggire di questi giorni di “Circo del Clima” che si è esibito a Milano come antipasto della Cop26 (Conferenza Internazionale sul Clima) di novembre a Glasgow. E la chiave ce la fornisce ancora una volta il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. Nel suo discorso davanti ai giovani di Youth4Climate il 1° ottobre ha detto che sul clima l’Italia è «pronta a scelte audaci» perché «dobbiamo agire adesso». Ma cosa vuol dire «scelte audaci»? Rimanendo in discorsi astratti, l’affermazione suona bene, dà l’idea di una svolta che finalmente farà fare cose buone che uniscono il benessere delle persone al bene dell’ambiente; sa di investimenti fatti a fin di bene e non per arricchire pochi speculatori, e così via.

Ma se entriamo nel concreto, Draghi suggerisce ben altro. Teniamo presente che tutti i discorsi sentiti in questi giorni a Milano (almeno quelli seri, non i bla bla di Greta e Vanessa) parlano di una transizione ecologica ed energetica che è in realtà, almeno nelle intenzioni, una vera e propria rivoluzione che intende rifondare da zero l’intero sistema economico. La novità sta nel fatto che dopo anni ed anni in cui si è venduta l’idea “green” con la promessa di tanti, nuovi posti di lavoro che avrebbero realizzato un mondo idilliaco fatto di aria profumata e tanti soldi per tutti, il nostro presidente del Consiglio ha fatto capire come stanno effettivamente le cose.

E cioè: «La transizione è una necessità: o la affrontiamo ora o pagheremo un prezzo ancora più alto in futuro». Tradotto: la transizione ecologica sarà un bagno di sangue (economicamente parlando), ma serve per evitare che tra 30-50 anni siamo tutti spazzati via dalle catastrofi naturali. Dunque, dichiarare lo stato di emergenza climatica serve per spingere le persone ad accettare grossi sacrifici ora, reali (il clamoroso aumento delle bollette di luce e gas è solo l’antipasto), per evitare ipotetici e non meglio identificabili sacrifici futuri. Del resto, si sa, se c’è una emergenza tutto diventa lecito da parte dei governi.

Eppure, malgrado la propaganda ecocatastrofista, nessuno può dire oggi cosa accadrà al clima tra 20-30-100 anni e che conseguenze avrà sulla vita delle persone; e le previsioni degli scorsi decenni, che alla prova dei fatti si sono rivelate sballate, inducono almeno alla cautela nel prendere per oro colato gli scenari drammatici che ci vengono prefigurati.

Di sicuro vediamo che c’è oggi una volontà di ridisegnare l’economia dall’alto; far vivere l’opinione pubblica nella paura e nell’emergenza rafforza il potere dello Stato sul cittadino e anche sulla libertà d’impresa. Al riguardo si faccia memoria del discorso con cui Draghi ha presentato il governo alle Camere: con la pandemia – era il concetto espresso – tante attività economiche vengono azzerate o messe in difficoltà, noi aiuteremo a farle ripartire; ma non tutte, solo quelle che sono utili. Chiaro no? È il trionfo del modello cinese, l’economia socialista di mercato. La presunta emergenza climatica serve solo a imprimere la svolta definitiva, e ora si può cominciare a dire che i costi della transizione saranno molto alti, perché la gente nell’emergenza Covid ha già dato prova di essere pronta a sopportare e supportare le «scelte audaci» che il governo ci imporrà.

Se poi andiamo nel dettaglio, vediamo delle proposte concrete decisamente inquietanti, una in particolare vorremmo segnalare: le “comunità energetiche”. Tutti sappiamo che al cuore del programma contro i cambiamenti climatici sta la rinuncia ai combustibili fossili entro 10, 30 o 40 anni secondo i diversi programmi. Il problema è che tale proposito – dati alla mano – appare semplicemente irrealizzabile, essenzialmente perché solare ed eolico, checché se ne dica, sono destinate a rimanere fonti energetiche marginali. Ma invece che prendere atto della realtà, i nostri grandi strateghi sono alla ricerca di soluzioni per realizzare l’obiettivo.

Ed ecco dunque l’idea: trasformare tutti i cittadini da consumatori a produttori di energia. Lo ha ben spiegato nei giorni scorsi dalle colonne di Avvenire Leonardo Becchetti, che è uno degli economisti italiani più in vista, molto ben inserito sia negli organismi internazionali sia nella Chiesa (è anche nel Comitato promotore delle Settimane sociali dei cattolici italiani). È stato coniato anche un nuovo termine per definire il cittadino modello: prosumer, ovvero l’unione tra le due parole producer e consumer (produttore e consumatore, in pratica una crasi energetica). Così condomini e quartieri possono avere la loro mini-centrale elettrica, piazzando pannelli solari sui tetti o turbine eoliche negli spazi verdi e immagazzinando questa energia (che non è continua e stabile) in appositi accumulatori. In questo modo i condomini possono consumare l’energia che producono e possibilmente vendere il di più prodotto immettendolo nella rete nazionale. 

Non entriamo in questa sede nel dettaglio tecnico di questo progetto, ma siamo sicuri che i lettori più attenti avranno a questo punto la sensazione di aver già sentito qualcosa del genere tanti anni fa. Esatto: era il 1958 e Mao Zedong lanciava il piano quinquennale che avrebbe dovuto garantire alla Cina comunista “Il grande balzo in avanti”. Il piano si prefiggeva un rapido sviluppo agricolo e industriale basato su collettivizzazione agraria e produzione dell’acciaio. E come sfidare l’Occidente sul terreno dell’acciaio, visto che Mao prevedeva che in 15 anni la Cina avrebbe prodotto tanto acciaio quanto l’Inghilterra? Con gli “altiforni da cortile”. Cioè, ogni piccolo villaggio o agglomerato doveva dotarsi di piccole fornaci in cui fondere tutto il metallo possibile per produrre l’acciaio necessario.
Decine di milioni di agricoltori e operai furono obbligati a dedicarsi a questa impresa (visto che le fornaci, così come le centrali elettriche, non funzionano da sole). Chiunque può andare a leggersi come andò a finire: nel giro di tre anni si consumò un vero disastro economico, e “Il grande balzo in avanti” provocò una carestia che provocò dai 15 ai 40 milioni di morti [su una popolazione, all’epoca, di circa 600 milioni, ndb].

Qualsiasi persona di buon senso poteva capire che il piano di Mao – sostenuto dagli esperti del tempo – era una vera e propria follia, ma l’ideologia acceca e rende possibile qualsiasi disastro. Anche l’ecologismo è una ideologia, e sta accecando le élites occidentali. A fare veramente paura non dovrebbero essere i cambiamenti climatici, ma questi esperti che ripropongono oggi, come fossero una novità geniale, gli stessi concetti che già tante catastrofi hanno provocato nella Cina di Mao.

Riccardo Cascioli, qui.

Come già detto in altre occasioni, l’ecologismo è una religione fondamentalista con vocazione terroristica, da parte degli adepti, e un colossale affare da miliardi di miliardi per i gran sacerdoti. E la convinzione che l’uomo possa determinare il clima ha un nome ben preciso: delirio di onnipotenza, patologia grave ed estremamente pericolosa, per sé e per gli altri. E adesso state a sentire questa chicca.

Emanuel Segre Amar

E adesso gli ebrei controllano anche il clima: lo sapevate? Questo tipo che afferma questa assoluta verità spera di diventare il sindaco della capitale degli USA, Washington.

Un membro del consiglio di Washington, D.C., che ha suscitato clamore quando ha insinuato che i finanzieri ebrei controllano il clima, è in corsa per diventare il prossimo sindaco della capitale degli Stati Uniti.
Trayon White Sr., un democratico, ha confermato che sperava di spodestare l’attuale sindaco Muriel Bowser, che deve ancora confermare se si candiderà per un terzo mandato.
“Ha un enorme sostegno che gli sta arrivando perché è intenzionato a parlare e a difendere coloro che hanno più bisogno della leadership” ha detto mercoledì uno dei consiglieri di White.
White ha fatto notizia a marzo 2018 quando si è filmato mentre guidava nella neve nel centro di Washington, D.C. e ha affermato che i “Rothschilds controllano il clima per creare disastri naturali per i quali possono pagare per possedere le città.”
Il commento si riferisce alla famiglia ebrea Rothschild, che è stata oggetto di numerose teorie della cospirazione antisemite.

D’altra parte, cosa aspettarsi da un fervente sostenitore di Louis Farrakhan?
(segue alla prossima puntata)

barbara

  1. Per dimostrare che la produzione di energia da condominio è una stronzata non servono avanzate conoscenze di fisica teorica ma banalmente saper fare le divisioni cioè (“superficie tetto” * “energia media prodotta”) / “numero appartamenti” e confrontarlo con il fabbisogno medio di energia.
    (imho la pianificazione settimanale delle lavatrici verrà ricordata dagli storici come la causa scatenante delle varie guerre condominiali)
    Al più potrebbe andare bene per una villetta dove sei solo e non devi litigare con la maniaca della pulizia del terzo piano o l’appassionato di torte al forno del quinto. A patto ovviamente di non avere hobby energivori come le torte.
    Per il resto aleggia su tutto il fantasma del nucleare, l’unica fonte usabile ed efficace per la decarbonizzazione,,, chissà come mai…

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    • Il nucleare, oltre ai timori oscuri che suscita – un po’ in comune con quello dell’aereo, che fa un numero di morti infinitamente più piccolo di quelli delle auto, ma siccome sei lì sospeso per aria fa più impressione – deve evidentemente rendere di meno, a chi di dovere, di pannelli solari pale eoliche auto elettriche gatti imburrati eccetera eccetera. E’ l’unica spiegazione ragionevole, altrimenti sarebbero stati perfettamente in grado di fare campagne di persuasione a tappeto come le hanno fatte per quelle ciofeche delle cosiddette rinnovabili – come se fossero rinnovabili pannelli pale e batterie.

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  2. Confido nel fatto che il Mercato è nato prima della Politica. Anche la Società è nata prima della Politica, così come ovviamente la Natura e l’ Essere umano. Tutti nati prima.
    La Politica resta una convenzione, una sovrastruttura: che pretenda di controllare ciò che è venuto prima è anche lecito… ma se esagera, le entità primordiali sapranno come rimetterla al suo posto.
    E siccome siamo arrivati al punto che è la Politica a cercare di controllare come mi lavo le mani o che luci posso o non posso accendere, mi sa che siamo vicini al “redde rationem”.

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    • La politica esisteva anche quando non si chiamava politica: dove vivono almeno due persone, si stabiliscono automaticamente i rapporti di forza, le reciproche competenze e campi d’azione, le regole di comportamento eccetera. Anche decidere se il mercato debba essere libero e rispondere unicamente alla legge della domanda e dell’offerta o essere regolato dall’alto è politica.

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      • “automaticamente” è la parola chiave. L’ individuo A è più prestante dell’ individuo B e in caso di conflitto – automaticamente – l’ individuo B verrà sopraffatto. Il bene A è più scarso del bene B e a parità di domanda – automaticamente – il bene A verrà scambiato contro un prezzo più alto.
        Fatta questa premessa, ed aggiunto che è possibile che abbiamo due concetti diversi del termine “politica” (il che non vuol dire che uno sia corretto e l’ altro no o viceversa), nella mia visione la politica è quella che interviene in questo ordine di cose e “politicamente” decide che nel conflitto debba vincere B o che il prezzo di A venga abbassato sotto quello di B, cosicchè B si venda di più. Può esserci ogni nobile motivazione dietro queste decisioni, a volte anche logica, ma rimane un’ ingerenza politica nel naturale ordine delle cose e a me provoca violente reazioni allergiche.

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        • Il “naturale ordine delle cose” è l’anarchia, la legge della giungla, il leone che sbrana la gazzella e la gazzella che, se non provvedesse il leone a fermarla, distruggerebbe ogni vegetale esistente sul pianeta decretando l’estinzione di tutti i viventi.

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        • Resta il fatto che vale anche per noi: se decidi (e sei capace) di essere leone, per sopravvivere devi sbranare, se sei gazzella devi rassegnarti a soccombere – materialmente, non socialmente culturalmente politicamente finanziariamente. E in maniera non esattamente indolore. Non è la rappresentazione del mio mondo ideale.

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    • In Cina controllano davvero come ti lavi le mani: infatti ad ogni cittadino è permesso consumare solo una certa quantità di acqua ogni giorno, e se osi superare quel limite il governo proietta una tua foto sul maxischermo più vicino a casa tua, con sotto il tuo nome e cognome e la scritta “Nemico del popolo”. L’ho letto sul Fatto quotidiano.

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        • Il conduttore ha definito formidabile il reportage, non la politica di sorveglianza totale della Cina. Comunque il coraggio delle 2 donne inquadrate alla fine del video è commovente. Grazie mille per avermelo segnalato! 🙂

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        • “Quanto siano capaci i cinesi non solo di fare contact tracing ma anche di imporre un vero e proprio stile di vita grazie al controllo elettronico, hanno creato una vera e propria intelligence interna capace di trackare ogni singolo comportamento dandogli anche un voto, e questo spiega probabilmente anche le loro capacità e il successo che hanno avuto nel controllo.”
          Unito all’espressione e al tono della voce, se non è entusiasmo questo non so davvero cos’altro lo sia. Quanto alle due donne, ho letto che questa intervista alla televisione francese gli è costata molto cara.

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