aggressione razzista e omofobica di quei due infami suprematisti bianchi razzisti omofobici e, naturalmente, sostenitori di Trump (what else?).
Attore nero gay aggredito dai bianchi. Come non credergli?
Ma era tutto falso. Biden, Kamala, Pelosi e tutta la brava gente si lanciò sul caso indignata. Pensare che siamo tutti razzisti omofobi e che la società vada rieducata può tirare brutti scherzi
Si chiude il patetico caso di Jussie Smollett, la star della serie tv “Empire” (trasmessa anche in Italia), che disse di essere stato aggredito in quanto nero e gay e che invece è stato condannato da una giuria di Chicago per aver mentito alla polizia ed essersi inventato tutto. L’attore è riconosciuto colpevole di aver messo in scena l’aggressione per farsi pubblicità. Un mitomane. Caso chiuso? Non proprio.
Quello di Smollett era il caso perfetto degli ideologi progressisti: bande di suprematisti bianchi che vagano per le strade della nazione cercando di attaccare gli afroamericani. Come scrive Wilfred Reilly su Unherd, tutti volevano credere all’attore. Ma i politici e le celebrità opportuniste che erano subiti saliti sul carro dei vincitori per denunciare l'”assalto” a Smollett due anni fa adesso sembrano decisamente meno rapidi nel celebrare il fatto che non vi era alcun razzismo o omofobia.
Il caso non era perfetto affatto, ma in un certo senso sì per quello che ci rivela.
I giornali tutti partirono all’assalto dell’America che aveva votato Trump. Perché come scrive il Wall Street Journal, “i media volevano credere a Jussie Smollett”.
Nancy Pelosi, la potentissima speaker della Camera, scrisse (lo ha poi cancellato): “L’attacco razzista e omofobo a @JussieSmollett è un affronto alla nostra umanità. Nessuno dovrebbe essere attaccato per quello che è o per chi ama. Prego che Jussie abbia una pronta guarigione e che sia fatta giustizia. Possiamo tutti impegnarci a porre fine a questo odio una volta per tutte”.
Poi fu la volta di Joe Biden: “Quello che è successo oggi a @JussieSmollett non deve mai essere tollerato in questo Paese. Dobbiamo alzarci e chiedere di non dare più rifugio a questo odio; che l’omofobia e il razzismo non hanno posto nelle nostre strade o nei nostri cuori. Siamo con te, Jussie”.
Non poteva mancare la reginetta del woke Kamala Harris: “@JussieSmollett è uno degli esseri umani più gentili che conosca. Prego per la sua rapida guarigione. Questo è un tentativo di linciaggio dei giorni nostri. Nessuno dovrebbe temere per la propria vita a causa della propria sessualità o del colore della propria pelle”.
Gli attivisti neri oggi dovrebbero essere furiosi con Smollett. Nella sua egoistica ricerca di denaro e fama, si è preso gioco dei veri crimini d’odio. Invece, Black Lives Matter dice di non credere alla colpevolezza del loro beniamino, polizia e giudici devono essere dei suprematisti bianchi!

Fin dall’inizio, c’era qualche motivo per dubitare delle affermazioni di Smollett: sostenitori di Trump che alle 2 del mattino durante una tormenta invernale vanno in giro con un cappio e candeggina? Eppure, come non credere alla storia perfetta di un attore famoso, nero e gay, aggredito da due uomini mascherati per strada (“Non sei quel frocio nero di Empire?”), inseguito, che gli mettono il cappio al collo, lo cospargono di candeggina, gli rompono una costola e li dicono “Questa è la nazione del Make America Great Again”? Poi si è scoperto che i due aggressori, che non erano bianchi ma neri, erano stati pagati da Smollett per simulare l’aggressione.
Come il caso di Kyle Rittenhouse, il giovane ragazzo bianco che uccise due persone e ne colpì una terza durante le proteste a Kenosha in seguito al ferimento di un afroamericano, Jacob Blake, da parte della polizia. Lo volevano tutti colpevole, ma i giudici hanno stabilito che Rittenhouse ha agito per legittima difesa. L’attore nero non poteva aver mentito e il bianco qualunque non poteva essere innocente, questo pensava la “narrativa” liberal. Non è che molti di quelli che chiamano “hate crimes” (i “crimini d’odio”) vengono fomentati sistematicamente dal coro dei media?
Il razzismo è una cosa seria, come picchiare gli omosessuali. Ma quando si pensa che tutta la società sia sistematicamente razzista e omofoba e che vada rieducata, un furbo attore esibizionista può lasciare nudi l’imperatore e i suoi scagnozzi del Quarto Potere che ordinano il giusto vivere e sentire.
Giulio Meotti

Ora, vedete, il punto non è che sono disonesti (voglio dire, certo che SONO disonesti, solo che non è questo il punto), il primo punto è che sono deficienti, loro e i loro sostenitori che chiedono appassionatamente giustizia per la povera vittima – e i deficienti non possono che fare danni. Il secondo punto è che, come in passato la ragazzina bianca che accusava il negro di averla violentata, o per giustificare qualche scappatella amorosa, o per il gusto di vedere l’effetto che fa, scatenava immediatamente la caccia al negro,così oggi le accuse inventate da un pezzo di merda non bianco scatenano irrimediabilmente la caccia al bianco fascista razzista suprematista omofobo da impiccare all’albero della piazza o linciare o bruciare vivo nella prigione in cui era stato rinchiuso per proteggerlo dal linciaggio. Non c’è niente da fare: l merda,m quando non viene sapientemente usata per concimare, si lascia irrimediabilmente tentare dall’ebbrezza del montare in scranno, da dove diffonde la sua puzza nauseabonda e fa un immane danno.
barbara
“mai permettere ad una brutta realtà di inficiare una meravigliosa narrazione”.
Siccome molti pensano che la gggente abbia la memoria di un pesce rosso, sfruttano l’emozione del momento per portare avanti le loro tesi sperando, nel caso, di non essere chiamati in corresponsabilità quando queste si riveleranno false. Vedi ad esempio le aggressioni fasciste o le accuse del mitu. Non ricordo grandi scuse degli accusatori compulsivi per Fausto Brizzi o verso Salvini e Meloni addittati come mandanti morali dell’uovo a Osakue.
Comportamento molto pericoloso perché. come tu stessa hai scritto riguardo al mitù, chi va a frignare di improbabili e inverosimili stupri finisce a far pensare che anche lo stupro, vero, denunciato da una vera vittima sia una balla come le loro.
Secondo effetto indesiderato, se accusi a sproposito le persone di essere X qualunque cosa facciano, si finirà che le persone avranno poche remore morali a compiere l’azione X ogni qualvolta convenga, visto che in qualunque modo io mi comporti mi accuseranno tanto vale comportarsi nel modo più vantaggioso per me.
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Al pessimo attore (non ha convinto la giuria, anche per colpa di una pessima sceneggiatura) manca ancora parecchio per chiudere la storia: la sentenza non è ancora stata emessa, si è solo stabilito che è colpevole; e devono ancora partire le cause civili, che sono quelle costose. Poi, c’è anche il caso che parta il caso penale più grave, quello della lettera minatoria contenete polvere bianca, che è stato così fesso da spedire alla produzione conservando i giornali da cui aveva ritagliato le lettere. Siamo a questo livello di imbecillità. D’altra parte, è stato anche così imbecille da pagare con un assegno i due nigeriani. Ma quello della lettera è una caso federale, difficile che questo Dipartimento di Giustizia faccia partire il processo.
Qui il grande Charles Barkley (altri tempi rispetto ai Lebron James di oggi):
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Vogliano parlare dell’omicidio di Davide Giri e del ferimento di Roberto Malaspina avvenuti a New York ad opera di un esponente della etnia “perseguitata”?
I Giornaloni nostrani e bidetniani hanno subito parlato di rapina. Peccato che l’assassino e feritore dalla pelle fotoassorbente si sia limitato ad accoltellare le vittime e poi a scappare, senza portare via alcunchè alle vittime. Si tratta di due chiari delitti a sfondo razziale, ma non si può dire, perchè il colpevole non è bianco.
Che dire poi delle quotidiane aggressioni subite in USA da asiatici ad opera di gente nera?
Il fatto non solo non è negato, ma è anche ripreso con smarphone dagli aggressori stessi, per raccogliere migliaia di “like”.
Le aggressioni sono conseguenza di invidia sociale. Gli asiatici sono minoritari anche rispetto ai neri e non fruiscono della normativa privilegiata che apre autostrade ai neri nel mondo scolastico e nel mondo del lavoro. Autostrade, però, che pochi neri riescono a percorrere. Gli asiatici hanno solo una maggiore forza di volontà, un senso del dovere culturalmente innestato da millenni e famiglie presenti ,sempre pronte a vigilare sui figli e ad aiutarli negli studi. Il risultato è che, pur senza corsie preferenziali, gli asiatici ottengono risultati inifinitamente superiori negli studi e nelle professioni rispetto ai neri.
Cosa fanno i neri? Li imitano? Li prendono ad esempio? No li riempiono di botte (quando va bene).
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Ne ha parlato sul Corriere Federico Rampini, che è un liberal che ha scelto la pillola rossa.
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per fare la colonna “black on black” avrebbero dovuto usare un rotolone Regina, e forse manco sarebbe bastato….
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I famosi 10 piani. È che qui – giustamente, visto che era il Grande Tema del momento ci sono solo quelle interrazziali.
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ho un cognato coreano, arrivato bambino in America verso la metà degli anni ’70….. purtroppo per lui stava nel Bronx (genitori medici ma ancora “poveri”), e ogni giorno veniva pestato dai compagni di classe neri al grido di fucking viet.
comprensibile, molti avevano effettivamente un parente in Vietnam, meno accettabile, ma altrettanto comprensibile, che non sapessero che tra Vietnam e Corea ci passano circa 6000 km, e che i due popoli non abbiano praticamente nulla in comune, se non i capelli lisci, il colore della pelle e il taglio degli occhi.
comprensibile alla luce della loro cultura media, ovviamente.
lui poi è cresciuto, è diventato cintura nera di taekwondo (e i compagni hanno iniziato a prenderle secche e smesso di dargli fastidio), ha cambiato quartiere e non ha più avuto problemi con i neri, anche perché nelle nuove condizioni ne vedeva pochi. poi la scuola di medicina, il matrimonio, il trasferimento a Los Angeles e la pratica da medico di emergenza nell’ospedale Matin Luther King al centro di Compton. maggioranza dei pazienti neri, in overdose, oppure picchiati, sparati, accoltellati, impiccati, stuprati da fratelli neri.
regolarmente, appena entrati in reparto, per prima cosa chiedono un medico nero, perché i bianchi non li vogliono (accontentati subito, altrimenti apriti cielo. e guai soltanto a immaginare la scena opposta, di un paziente bianco o giallo che rifiuta il medico nero….). subito dopo inizino a litigare col medico nero, con insulti pesantissimi a base razziale o omofoba (“pagliaccio dei bianchi, con quel camicione da frocio” vs “negro di merda tossico e cretino che si fa sparare in mezzo alla strada da una banda di checche nere con la giacca fica” sono i più gentili)….. durante uno dei tanti periodi di disordine, in cui come al solito se la prendevano con i gialli picchiandoli o andandogli a bruciare il negozio, doveva andare al lavoro sdraiato sul fondo dell’auto, altrimenti gli sparavano al semaforo.
ma queste cose, in un paese funestato dal razzismo sistemico, non si possono dire. ed è vero che in USA c’è un razzismo sistemico, ma c’è da parte di quasi tutte le razze, purtroppo quello che poteva svilupparsi come un grande paese è soltanto un insieme di ghetti che si odiano senza rispetto e cordialità, e dove soltanto i soldi (non importa fatti come) portano cortesia e considerazione. finendo poi per creare un ennesimo ghetto basato sul censo invece che sul colore della pelle. se non si danno una sveglia non finisce bene, a mio avviso
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E’ una visione un po’ pessimistica, BL. Non tutta l’America è un cesso segregato come NY e LA.
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vero, ma purtroppo è la cosa che meglio riescono a diffondere all’estero, e se ne stanno sempre più convincendo….. è una cosa che non fa bene a nessuno, e rischia di corrodere e corrompere alla base anche quelle migliaia di città cittadine e regioni dove i problemi razziali sono tra gli ultimi con cui dover trattare.
quel che mi stupisce è il fatto che tutto questo circo è completamente autoalimentato, e l’unico motivo valido che trovo in tutto ciò è il tornaconto personale di qualcuno a spese di altri, almeno a livello di dirigenza dei vai movimenti.
poi la manovalanza non s’interroga nemmeno, fa quel che dice il capo e magari ci crede anche (come capta qui per i No-Tav, giusto per fare un esempio), e intanto chi sta sopra ottiene soldi visibilità e potere, chi sta sotto e intorno si vede inficiata alla base qualsiasi possibilità di rapporti umani tra persone, l’individuo scompare e al suo posto c’è solo il simbolo, la macchietta, la razza, l’idea. invece di basare le relazioni umane sulle persone fisiche, con i loro pregi e difetti personali e unici, li si raggruppa in base a categorie preconfezionate (e non necessariamente rispondenti al vero) e li si fa giocare a Risiko mentre si contano i dollari e si mangiano popcorn.
facciano pure eh, quello che non sopporto è la pretesa tutta americana che il resto del mondo ragioni con lo stesso metro di giudizio.
e invece no: i neri americani NON sono afroamericani, sono americani al 100% e come tali ragionano e agiscono. e poi piangono e si lamentano quando i neri africani li schifano e disprezzano perché “discendenti di schiavi”, e non riescono a farsene una ragione. appunto, perché la loro cultura è quella americana, razzista ma di un razzismo diverso da quello di mamma Africa, molto ma molto più complesso e stratificato
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*poi la manovalanza non s’interroga nemmeno*
Alla manovalanza basta dare un nemico contro cui prendersela e cui attribuire tutte le colpe dei propri fiaschi. Son contenti e felici di fare da “culi a buon mercato” per i vari caporioni.
*la pretesa tutta americana che il resto del mondo ragioni con lo stesso metro di giudizio.*
Confermo. Son convinti che tutto il mondo segua le convenzioni americane e i suoi modi. Non riescono a capire che posti diversi dall’america possono avere usanze diverse e che certi comportamenti, come il dipingersi la faccia di nero, che in america son considerati offensivi fuori di essa possano essere giudicati invece non offensivi. Quello che a me fa ridere comunque son gli idioti, non americani, che si precipitano a scimmiottare qualsiasi moda, vedi i pipponi sui pronomi e sul stravolgere il linguaggio per includere i non binari etc. etc.
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Basti pensare all’esperimento liberiano.
Non appena gli schiavi liberati sono tornati in una pseudo casa natale, hanno cominciato a scannarsi tra loro;salve le pause dedicate a scannare i bianchi che si avvicinano a quelle terre. Non a caso a Monrovia non ci sono praticamente ambasciate.
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I “non binari” sono la monorotaia?
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E a proposito, trasferirsi da NY a LA chiarisce esattamente il concetto di “Flyover Country”, che probabilmente non è noto al tuo parente.
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no no, ce l’ha ben presente il concetto di Flyover Country, ma sia lui che mia sorella hanno scelto LA per motivi a me incomprensibili (è un brutto campeggio grosso quanto mezza pianura padana, caldo secco e pieno cdi cretini), ma evidentemente pet loro importanti in termini di carriera, specializzazione, possibilità per i figli ecc. ecc. ecc.
e hanno mollato gli ospedali del ghetto da un bel pezzo, trovando posti di lavoro meglio pagati e più soddisfacenti dal pdv personale e professionale.
ho un altro conoscente che sta a Charlotte, NC. a sentire lui è un mezzo paradiso, con l’unico difetto di un’accentuata noia provinciale. però bei posti, ottimo clima, prezzi bassi, tranquillità pulizia e sicurezza, nessuna tensione razziale (per forza, sono nel sud repubblicano, mica in una qualche città democratica del nord….)….
il rischio per l’America è di una secessione dei posti normali dagli stati votati all’estremismo, o di una guerra nemmeno tanto nascosta tra coste ricche violente e polarizzate e un interno benestante, tranquillo e non ideologizzato, con reciproca diffidenza e disprezzo
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