FAMIGLIE: QUELLE TRADIZIONALI E QUELLE NO

Quando qualcuno manifesta diffidenza o perplessità nei confronti di adozioni o affidi a coppie omosessuali, la replica usuale chiama in causa i maltrattamenti nelle famiglie normali. Mi è capitato addirittura di vedere, in risposta a Guido Barilla che aveva dichiarato di volere nei suoi spot solo famiglie tradizionali, uno spot che in apertura mostrava Hitler seduto a tavola con una donna come esempio di “famiglia normale” in quanto eterosessuale, a cui i conservatori retrogradi e oscurantisti sicuramente affiderebbero i bambini più volentieri che alle coppie omosessuali. Che in quanto tali sarebbero, esattamente come i negri, ontologicamente buoni. Tutti. Senza eccezione.

Affidi, minori maltrattati da gay: «Torino come Bibbiano»

Per la procura di Torino ci sono “preoccupanti analogie con i fatti di Bibbiano”. Quanto scoperto dai carabinieri non può non riportare alle dinamiche viste nell’inchiesta Angeli & Demoni sul sistema illecito di affidi della Val d’Enza. In particolare, la consuetudine di affidare minori a coppie omosessuali, contrariamente a quanto dispone la legge, che si rivelano poi inadatte a ricoprire ruoli genitoriali arrivando persino a maltrattare i bambini che vengono affidati loro.

A Bibbiano aveva fatto clamore il caso della ragazzina maltrattata dalle due affidatarie, una coppia di lesbiche che era in amicizia con la responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza Federica Anghinolfi. Ora quelle donne sono state tutte rinviate a giudizio e dovranno rispondere di maltrattamenti nel prossimo processo che si aprirà a giugno sui fatti di Bibbiano. A Torino la dinamica ha tutta l’aria di essere la medesima.

Nel capoluogo piemontese, infatti, si è verificata una vicenda simile che è venuta alla luce grazie al corposo dossier attraverso cui l’assessore regionale al Welfare Maurizio Marrone (esponente di Fratelli d’Italia) ha rilevato tutte le irregolarità nella gestione affidi da parte di molti comuni che dall’Ente regionali ricevono i necessari fondi.

Ebbene: dopo l’indagine presentata da Marrone (di cui la Bussola ha dato conto l’anno scorso  QUIQUI e QUI) i carabinieri hanno iniziato a indagare e a un anno di distanza sono arrivati a scoprire qualcosa che però è solo all’inizio dato che sono state annunciate verifiche su dirigenti e amministrativi dei servizi sociali.

La notizia di ieri, annunciata nel corso di una conferenza stampa, riguarda l’iscrizione nel registro degli indagati di tre donne, due ex affidatarie e una psicologa, Nadia Bolognini. Si tratta della presidente della Onlus Hansel e Gretel, già rinviata a giudizio per i fatti di Bibbiano e moglie di Claudio Foti, già condannato per i fatti di Bibbiano.

Le due ex affidatarie avrebbero maltrattato per otto anni, dal 2013 al 2021, due bimbi, fratello e sorella di origini nigeriane, affidati loro da “casa affido” dei servizi sociali presso il Comune di Torino. Alle donne i carabinieri hanno notificato due divieti di avvicinamento.

Come è stato spiegato nel corso della conferenza stampa dell’attività coordinata dal pubblico ministero Giulia Rizzo, l’inchiesta è nata da uno stralcio di una precedente indagine del 2019 per verificare le modalità di affido e di custodia e mantenimento dei minori e accertare «preoccupanti analogie con le note vicende giudiziarie relative ad affidi di cui si è occupata la Procura della Repubblica di Reggio Emilia».

I militari dell’Arma hanno perquisito l’abitazione della Bolognini e il suo ufficio e hanno sequestrato computer, cellulare e tablet. “Le violenze – si legge su Corsera -, soprattutto quelle psicologiche, sarebbero state indirizzate a spezzare quel delicato equilibrio tra loro e la madre. In particolare, le vittime nel tempo avrebbero maturato un rifiuto delle proprie origini: non solo affettive, ma anche culturali. Nel corso delle indagini, inoltre, sarebbe emerso che successivamente all’affido – da parte dei servizi sociali – la coppia si sarebbe rivolta alla psicoterapeuta Bolognini. La professionista avrebbe aperto alla possibilità che i minori fossero abusati dal padre: una ricostruzione che sarebbe avvenuta sulla base di disegni e colloqui (di cui però al momento mancano le registrazioni)”. Le indagini proseguono per verificare eventuali responsabilità delle istituzioni coinvolte nelle dinamiche degli affidi. 

Soddisfatto l’Assessore regionale Morrone dalle cui segnalazioni è partito tutto: «Finalmente si accende anche a Torino un faro degli inquirenti sul sistema piemontese dell’allontanamento dei minori – ha commentato l’esponente di FdI -. Evidentemente la relazione della nostra indagine conoscitiva in consiglio regionale, che ho portato con un esposto proprio ai carabinieri, si è rivelata utile a far emergere la verità”.

Al telefono con la Bussola, Marrone ha poi aggiunto che “sebbene il caso finito sotto indagine non sia tra quelli che abbiamo segnalato noi, l’Arma ha lasciato intendere che si continuerà ad indagare su eventuali illeciti in particolare sull’affidamento di minori a coppie omosessuali, cosa che è proibita dalle normative perché la legge sul punto è chiara”.

L’assessore ha aggiunto poi che l’Arma ha definito molto utile l’apporto dato dalla Regione e che ora sta indagando anche sugli aspetti economici della gestione affidi e “se emergeranno delle responsabilità da parte dei servizi la Regione si costituirà parte civile perché i Comuni ricevono soldi dalla Regione”.

Ma è sull’aspetto degli affidamenti alle coppie omosessuali che Marrone vuole puntare l’accento: «In particolare avevo denunciato gli affidi di minori a coppie omosessuali disposti dai servizi sociali del Comune di Torino contro il parere delle famiglie di appartenenza e, soprattutto, contro la lettera della norma nazionale che prescrive che il bambino venga affidato, se non c’è il consenso della famiglia, ad una coppia preferibilmente con figli o, se questo non è possibile, ad una persona sola». Negli atti dell’indagine, infatti, come era stato riportato anche dalla Bussola si parlava di diversi casi di affidamenti. Come quello risalente al 2016 in cui – si leggeva – «è stata reperita come risorsa affidataria idonea all’accoglienza di (omissis) la coppia formata dai signori Federico e Stefano. Si sta procedendo alla conoscenza graduale tra (omissis) e i signori».

I casi si stanno dimostrando non sporadici e gli episodi di inadeguatezza delle coppie omosessuali ad essere figure genitoriali sollevano più di un dubbio su queste decisioni. Al di là dei maltrattamenti, casi come questi dimostrano che è molto pericoloso affidare minori, soprattutto se strappati da un contesto problematico, a chi, come una coppia di lesbiche, non può essere genitore, ma pretende di farlo solo sulla base di un escamotage come la maternità surrogata. O anche l’affido minorile.
Andrea Zambrano, qui.

Che ci possano essere negri o finocchi (o negri finocchi) cattivi o stupidi o disonesti o ladri o assassini, è evidentemente qualcosa che va al di là delle capacità di comprensione degli illuminati luminosi luminescenti progressisti.

barbara

  1. Credo che ci si trovi di fronte ad una concatenazione di interessi, sia ideologici che economici.
    Da un lato abbiamo assistenti sociali e psicologi contigui ad associazioni per la promozione del’idelogia LGBTQ; dall’altro abbiamo i ricchi compensi giornalieri che vengono erogati ai soggetti affidatari, anche se non è detto che questi siano poi i destinatari finali dell’intera somma.
    Credo che gli psicologi deviati (perchè antempongnoo l’ideologia al benessere del minore) vorrebbero raccogliere materiale sperimentale, per dimostrare la tesi che l’affido ai gay è migliore dell’affido agli eterosessuali. Gli esperimenti non devono andare un granchè bene. In caso contrario saremmo innondati di congressi ed articoli scientifici per magnificare gli affidi ai gay; il tutto con strascico di servizi nei vari Tg asserviti al PD.
    Sarebbe, però, disonoìesto affermare l’equazione affidatari gay=bimbi maltrattati.
    Considerato che molti affidatari (indipendentemente dall’orientamento sessuale) ritengono i bimbi in affido dei bancomat, quando c’è da incassare, e delle seccature, quando c’è da assisterli e da dargli attenzioni, il maltrattamento è molto diffuso. Per non parlare, poi, degli ostacoli che assistenti sociali e affidatari frappongono fra i bambini e le coppie dichiarate idonee per l’adozione. L’aspetto tragicomico è che gli ideologi dell’adozione gay affermano che ci sono tanti bambini in atesa di adozione e che, quindi, c’è posto anche per i “genitori” gay. Niente di più falso. In Italia ci sono migliaia di coppie dichiarate idonee, la cui pratica di adozione viene sabotata da chi dovrebbe favorirla. Certo che perdere tra i 70 ed 140 euro al giorno non fa piacere a nessuno.

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    • Nessuno si sogna di dire che le coppie gay producono bambini maltrattati: questo articolo è semplicemente una risposta a chi magnifica gli affidamenti ai gay con l’argomento dei bambini maltrattati nelle famiglie etero come se nelle altre fossero tutti angeli. Quanto all’espressione “psicologi deviati”, direi che è una ridondanza: non ho mai conosciuto psicologi che non fossero fortemente disturbati e, in una direzione o un’altra, deviati.

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        • Sì, c’è scritto che è psicologo, ma le posizioni che sostiene riguardano la sociologia.
          L’ho cercato su YT, ho aperto un video a caso e ho dovuto chiuderlo precipitosamente dopo poche manciate di secondi: ha quel modo di parlare velocissimo, esagitato e sopra-tono che mi genera angoscia, mi fa proprio stare male fisicamente e psicologicamente. E dunque ritratto in parte quanto ho scritto prima: deviato non lo è, ma disturbato sì, perché una persona serena e in pace con se stessa non parla in quel modo.

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  2. Chissà quanto nella vicenda abbia pesato il piagnisteo “mi scarti solo perché sei X-ista/Y-fobo.” con pavidi per che, per evitare di doversi discolpare davanti al gran giurì del politically correct si son tappati il naso e hanno chiuso gli occhi.

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  3. Se c’è un motivo al mondo – uno solo – per il quale a volte vorrei essere “credente”, è proprio questo: mi piacerebbe credere in una entità superiore con il potere di individuare senza errore ed istantaneamente (ed altrettanto istantaneamente punire) chiunque usi violenza sui bambini in primis e sugli indifesi in generale. E ci vorrebbe, visto che se continuiamo ad affidarci alla legge, visto come vanno le cose e visto chi la amministra, siamo belli che finiti.

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    • Come quelLA giudice che ha assolto il marito denunciato dalla moglie per stupro, perché «appare arduo sostenere che sia provata la consapevolezza (da parte dell’uomo, ndr) della non consensualità al rapporto sessuale, considerato anche comune negli uomini dover vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito tenta un approccio.»
      O quelLA che in Canada, tanti anni fa, ha condannato a 11 mesi l’arabo che sodomizzava sistematicamente la figliastra di nove anni, motivando la mitezza della pena col fatto che agendo in quel modo ne aveva preservato la verginità, che in quella cultura è considerata molto importante.

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  4. Vista la fonte, mi viene da pensare a secondi fini.
    Quando dei “papisti” (ancora un secolo fa noi “dei cinque sola” chiamavamo i cattolici così) parlano di “famiglia tradizionale” intendono non quella etero in genere, che per inciso sarebbe allora anche quella fra me e la mia fidanzata, ma solo quella di persone sposate.
    Per questo un po’ diffido di quella gente. Noi “dei cinque sola“, valdesi-metodisti specialmente, accettiamo anche le famiglie di fatto: ne conosco almeno cinque, tutte di trasfughi dal “papismo”…

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    • Credo che in tutto il mondo protestante i cattolici vengano chiamati papisti -magari non di fronte a loro, ma “in famiglia” sì. Qui comunque, visto il tema specificamente trattato, penso che sia intendere come la famiglia formata da un uomo e una donna.

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    • Se posso, il problema non lo vedo tanto in questo senso. Laddove per “famiglia” si intenda un nucleo più o meno allargato di esseri umani legati da reali sentimenti reciproci di amore e rispetto, secondo una mente aperta e liberale va bene tutto.
      Anche una famiglia composta da due uomini, due donne, o più.
      E secondo questo assunto (parlo sempre a mio modo di vedere, e non pretendo di detenere la Verità), ci possono essere famiglie “storte” sia fra quelle etero-tradizionali (più o meno formalmente sposate), che fra quelle omo-innovative (che poi esistono da sempre, tanto nuove non sono).
      Il problema vero sorge quando qualcuno pretende di essere migliore di qualcun altro, proprio per la sua “diversità” e sulla base di questa pretesa decide di avere più diritto di altri ad ottenere – per esempio – l’ affidamento di un bambino. Questo ultimo gruppo, avendo fatto della propria diversità una bandiera, raramente vi rinuncerà in favore della serena e pacifica educazione dell’ affidato. Molti rappresentanti di questa parte di umanità non cercano un bambino perchè lo vogliono ma solo perchè gli fa fare un gradino in più verso l’accettazione sociale del loro status. Ma siccome il loro status non riesce ad affermarsi se non attraverso eccessi ed atteggiamenti del cazzo (pardon), il bambino verrà su già “storto” poichè l’obiettivo è quello di aggiungere un altro componente al gruppo.
      Per fare un paragone, è come chi si compra un pitbull, gli mette il collare con le punte e fa di tutto per farlo diventare aggressivo e pericoloso.
      Non ultimo, non bisogna dimenticare che prima di essere “famiglia”, siamo tutti individui: basta che uno sia violento, tutta la famiglia sarà violenta. Compito degli altri componenti sarà coprire le violenze e tenerle fra le mura di casa.
      Per questo, credo che le pratiche per gli affidamenti non saranno mai abbastanza accurate e selettive. E per gli stessi motivi trovo una stronzata sesquipedale che qualcuno metta avanti i paventati rischi che un minore correrebbe in una famiglia etero per accreditare il suo essere “più adatto”.
      Fermo restando poi che, per quanto io possa essere liberale nel pensiero, credo sempre che l’ultima parola spetti alla Natura, unico vero giudice titolato per queste faccende: questo a dire che se la Natura ha deciso che un figlio non devi averlo forse è bene così. E vale per tutti, se hai deciso di vivere con una persona del tuo stesso sesso il non poter procreare naturalmente fa parte delle condizioni: se non sei pronto ad accettarle non credo che vivrai mai serenamente.

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      • Totalmente d’accordo. Aggiungo che un bambino che viene affidato arriva o da un abbandono, o da violenze, e la prima cosa di cui ha bisogno è stabilità. E parte fondamentale della stabilità è trovarsi in una famiglia che, oltre a essere al suo interno serena e armoniosa, sia anche socialmente accettata da tutta la comunità, cosa che non si può dire per le coppie omo. Chiamalo pregiudizio, chiamala ingiustizia, ma è un dato di fatto, e non puoi non tenerne conto quando decidi il destino di un bambino che ha già sofferto.

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        • E andiamoooo ! “Totalmente d’accordo”. Bingo ! Lo sapevo, lo sapevo che prima o poi… 😀 Deve essere il natale che si avvicina.
          Facezie a parte, perchè l’argomento è serio, aggiungo che ognuno è libero di giocare il gioco della vita come vuole, ma dal momento in cui non gioca più da solo ha il fottuto DOVERE di accertarsi che gli altri giocatori siano d’accordo, consapevoli e responsabili. E mi dispiace, ma questo tipo di consapevolezza non puoi cercarlo in un bambino. A volte nemmeno in un adulto, ma in un bambino sicuramente no.

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  5. ma che poi, zitti zitti, se uno pensa che il 99,9% delle famiglie è composta da una coppia etero e dai figli della coppia o di una parte di essa con varie combinazioni…..
    è ovvio e scontato che un ipotetico 5% (sparo a caso) dei genitori abusanti e disfunzionali siano etero, non è che l’omosessualità doni di per sé gioia felicità e tolleranza (anzi….)

    non vorrei farne un discorso di comportamenti legati o conseguenti all’orientamento sessuale, è proprio soltanto una questione statistica, e se le famigli arcobaleno fossero il 30% del totale, credo che i genitori arcobaleni stronzi sarebbero esattamente la stessa percentuale di quelli che si contano tra le coppie etero, potrei scommetterci una decina di cm di capelli

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    • Le “famiglie” non etero sono sicuramente parecchie di più dello 0,1%, solo che ci sono anche di quelli che, come Dolce e Gabbana per dire un nome a caso, ritengono che i bambini debbano avere un padre e una madre per cui non ci pensano neanche di striscio a tentare di farseli dare in adozione o affido, o a farseli fabbricare approfittando del fatto che sono ricchi e se lo potrebbero permettere. Fermo restando ovviamente il discorso statistico: la bastardaggine non guarda in faccia all’orientamento sessuale, quindi dove c’è più gente ci sono più bastardi, e siccome gli etero sono di più, hanno anche più bastardi. Appunto perché sono di più, non perché sono più propensi alla bastardaggine.
      NOTA: la bastardaggine non guarda in faccia all’orientamento sessuale, ma alle paranoie di gender sì, per cui in caso di emergenza – e ovviamente dopo accurato esame – un bambino a una coppia omo (preferibilmente donne) potrei anche decidere di affidarlo, ma a una “persona non binaria”, come la stronza del video che ho postato recentemente, o a una “ragazza col cazzo”, come amano definirsi, assolutamente mai.

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