Un pensiero al nostro amato governo

che però non è per mania di protagonismo: il motivo c’è:

e i miei due antidepressivi preferiti, uniti in un unico spettacolo
(quindici anni! Peccato solo quel fastidiosissimo battimani per segnare il tempo, che nella marcia di Radetsky ci sta d’incanto, ma altrove disturba proprio, e quegli imbecilli ormai lo fanno dappertutto, perfino sulla musica classica)
barbara
La mia fidanzata ha un corpo simile, forse un po’ più consistente sul popò e una modesta pancetta dovuta ai “sessanta e…”. No, pattinaggio non l’ha mai fatto, ha il corpo così “di suo”. Un metro e settantadue per cinquantaquattro chili.
In ditta la marcia Radetzky più che ai battimani la associamo agli impegni di pagamento dei committenti, detti appunto “a marcia Radetzky”. Cioè scandendo “Pagherò, pagherò, pagherò domàn, pagherò, pagherò, pagherò domàn…” con quel “doman” che resta sempre tale. E per noi c’è ben poco da sorridere: un lavoro fatto circa a Halloween ci sarà finito di pagare quasi a Pasqua (hanno chiesto di farlo in tre rate: 90, 120 e 180 giorni).
Prima che l’anno finisca abbiamo in commissione tre interventi, vedremo quando “riceveremo”. Già due volte, causa chiusure, abbiamo rischiato la liquidazione perchè pochi ci hanno pagato (e se hanno chiuso, col cavolo che recuperiamo i crediti). Di fatto fino a maggio scorso la società è riuscita appena a pagare tasse e contributi. Immagina un paio di corna peggio che di fronte a un arbitro venduto.
Sono tranquillo solo con la mia fidanzata, di questi giorni (anche lei è un’artigiana, sa cosa provo).
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Beh, almeno in mezzo a questo sfacelo puoi consolarti con la morosa: dai che non è poco.
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