Da terra






Dall’alto
Il dopo
E un saggio commento:
Si affrettano a raccontarci come l’esplosione del vulcano Tonga, il 15 gennaio scorso, sia stata “500 volte più potente della bomba di Hiroshima”!
(che era uno sputacchio all’epoca, figuriamoci oggi)
Nessuno scienziato che ci racconti quante mila mila mila tonnellate di polvere, gas acidi e CO2 abbia scaraventato in atmosfera?
L’esplosione del Pinatubo, nel 1991, abbassò le temperature a livello planetario per 2-3 anni.
L’esplosione del Krakatoa nel 1883 fu seguito da 4 anni freddi fino all’eccezionalmente freddo 1887.
Chiude la storia recente il Tambora, in Indonesia, che nel 1815 fece registrare la più grande eruzione conosciuta nella storia umana.
L’eruzione portò a provocare quello che fu conosciuto come l'”Anno senza estate” nel 1816 provocando carestie in tutto il mondo.
Già, perché, checché ne pensino i gretardi, la civiltà si sviluppa con il caldo, l’agricoltura prospera con il caldo, la felicità fiorisce con il caldo (qualcuno si è chiesto come mai il più alto tasso di suicidi in Europa lo ha la Groenlandia e in Italia la Valdaosta?) la salute migliora con il caldo. A quelli poi che sostengono che possiamo influire significativamente sul clima e migliorarlo con le nostre scelte, vorrei chiedere che cosa propongano per controllare le eruzioni e soprattutto le esplosioni vulcaniche – e magari, già che ci siamo, anche i terremoti.
barbara
Qualcuno si è chiesto come mai il più alto tasso di suicidi in Europa lo ha la Groenlandia e in Italia la Valdaosta?
Naturalmente sì, ma in realtà non ha a che fare con il caldo, ma con la luce. Almeno dagli anni ’80 in Svezia, e poi anche altrove, la depressione si cura anche con la luce, utilizzando delle lampade che hanno la stessa temperatura di colore del Sole:
https://www.health.com/depression/best-light-therapy-boxes
E sì, naturalmente qualche coglione ha già detto che le eruzioni vulcaniche disastrose sono figlie del riscaldamento globale, ma naturalmente è vero il contrario: ne sono le madri. Oltre che del raffreddamento, dipende se prendi in considerazione le polveri o i gas emessi.
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Sì, lo so: io ho passato una vita a dire che la depressione dipende dalla mancanza di sole, poi dopo un sacco di studi e ricerche hanno scoperto che la depressione si può curare esponendo i pazienti per un’ora al giorno a una luce che simula quella solare, che se lo chiedevano a me mi davano metà dei soldi impiegati nelle ricerche e risparmiavano tempo e soldi. Sta però di fatto che dove non c’è il sole fa più freddo – vedi il Sahara di notte.
Il commento che ho riportato cita casi in cui grandi eruzioni vulcaniche hanno provocato un abbassamento della temperatura su tutto il pianeta: conosci casi in cui l’abbiano fatta alzare?
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Naturalmente no, ma i vulcani emettono enormi quantità di gas serra: CO2, anidride solforosa, vapore acqueo. Tutti gas molto presenti nell’atmosfera primordiale, quella di qualche milione di anni fa, prima che le piante e il plancton iniziassero a convertire in Ossigeno la CO2: e allora faceva molto più caldo di adesso.
Il caldo invece potrebbe avere conseguenze importanti, oltre che sul buon umore, sulle difese immunitarie, e potrebbe essere la ragione per cui le malattie infettive hanno il picco d’inverno: meno vestiti –> maggiore esposizione della pelle al sole –> maggiore produzione di vitamina D.
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Sì, però se i dati che abbiamo ci dicono che dopo una potente eruzione vulcanica le temperature sono sempre diminuite, significa che i gas serra emessi non sono sufficienti a contrastare gli elementi che provocano raffreddamento. E a questo punto, meno male che ci sono quelli, altrimenti andremmo incontro ad anni di vera e propria era glaciale che ci porterebbe parecchio vicino all’estinzione della vita – almeno quella animale – sulla terra.
Gli effetti del caldo sulla salute li ho detti anch’io nel post.
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Il più alto tasso di suicidi in Europa è in Lituania, la Groenlandia non è Europa. La latitudine da sola non può spiegare questo fenomeno, la luce nemmeno. C’è una correlazione molto forte con il consumo di alcol, non a caso la Lituania è il Paese europeo in cui se ne consuma di più e la Groenlandia ha problemi mostruosi di alcolismo. Ma c’è anche un problema di relazioni familiari e sociali. Laddove queste sono scarse o degradate i suicidi sono più alti.
Vent’anni fa ero a cena con una coppia svedese e a un certo punto si è toccato il discorso dei suicidi. Il tizio mi ha detto: da voi sono bassi perché ogni persona è parte di una famiglia con forti legami o comunque ha dietro una fitta rete di amicizie; da noi non è così; da noi lo Stato pensa a tutto, ma gli individui sono molto più soli; voi pensate che la gente si suicida perché fa freddo o perché d’inverno c’è poca luce e d’estate troppa, ma non è così.
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Ok, la Groenlandia è più in là e fa parte del continente americano, mi dice google, allora forse ho letto male e diceva che ha il più alto tasso di suicidi nel mondo, non in Europa, dove comunque la Lituania non è proprio meridionalissima.
La famiglia, dici? E tutta la gente che si suicida proprio a causa della famiglia? Io ogni giorno di lockdown ringraziavo Dio che sia capitato adesso, perché se fosse capitato quando vivevo in famiglia non avrei avuto alternative al suicidio, assolutamente nessuna, nessuna via di scampo, nessuna possibilità di salvezza, zero. Ed è un dato di fatto che le terapie antidepressive con esposizione a una luce che simula quella del sole funzionano. Anche l’alcol, certo, ha il suo peso, ma meno di luce e calore. Guarda per esempio questa tabella
PADANIA 1.628 5,9/100.000
ETRURIA (Toscana, Umbria, Marche) 358 5,8
MERIDIONE (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria)
478 3,4
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Il senso del mio commento è che quello dei suicidi è un tema complesso, con varie cause, non ancora totalmente comprese e chiarite. Io ho parlato di correlazione (e non causazione) con l’alcolismo, mentre quella coppia svedese ha parlato di causazione, che ho riferito.
Ci si può suicidare anche per l’effetto di alcuni farmaci che inducono appunto al suicidio. È capitato nel 2016 al padre di mia moglie.
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Ho letto un libro autobiografico di una ragazza che ha dovuto fare chemioterapia, e dopo la prima, mentre suo padre la riportava a casa, per tutto il tragitto ha dovuto lottare contro l’impulso di aprire la porta e buttarsi giù. Poi arrivata a casa si è chiusa nel bagno di servizio, che non aveva finestre, per non cedere all’impulso di buttarsi di sotto. Le volte successive era preparata ma era durissima lo stesso, e nessun medico le credeva, tutti le dicevano che era lei che se lo metteva in testa (e se anche fosse? Una volta che mi sono buttata giù dell’auto in corsa cambia qualcosa se è un farmaco che me lo provoca o io che me lo metto in testa?). Solo dopo parecchio tempo ha trovato un medico che le ha confermato che in quel cocktail c’era un componente che provocava una sofferenza cerebrale con l’effetto di stimolare istinti suicidi.
Ovvio che cause e concause e fattori predisponenti sono molteplici, ma quello dei tuoi amici mi sembra davvero, fra tutte, la meno consistente. I suicidi dei ragazzini per esempio, al 99% hanno alla base la famiglia. E poi c’è la luce.
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La Lituania si trova esattamente attorno al centro geografico d’Europa. Ci sono un parco e una stele che lo certificano. Una trentina scarsa di km a nord di Vilnius. Se vieni a trovarmi quest’estate ti ci porto.
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Però ha un clima freddo e si affaccia su un mare freddo.
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La luce ha la sua importanza, ma non sembra la determinante fondamentale.
Se fosse come dici tu dovremmo partire dalla Lituania, muoverci verso nord, e notare un incremento del tasso dei suicidi, mentre avviene esattamente il contrario.
Poi, se a parità di latitudine ci spostiamo dalla Russia verso ovest, dalla Finlandia alla Svezia alla Norvegia, abbiamo un altro decremento dei tassi di suicidio.
C’è una correlazione forte con alcolismo e condizioni socio-economiche (su quest’ultimo punto basta pensare ai tanti suicidi anche da noi in occasione dell’ultima crisi economica, pochissimi anni fa), anche se – come è noto – la correlazione non implica causazione (il viceversa ovviamente sì).
Per capire la complessità della situazione pensiamo alla Groenlandia. Il tasso di suicidi non era affatto elevato all’inzio degli anni ’70, poi le cose sono cambiate rapidamente.
Il tasso di suicidio varia molto con l’età e con il sesso.
Inoltre i picchi di suicidio sono massimi a Giugno (luce massima) e minimi in inverno (luce minima).
Quella coppia svedese non ha affatto torto a mio avviso. La loro prospettiva sembrava strana anche a me sul finire degli anni ’90, finché non ho visto con i miei occhi quanto può essere degradata la vita nelle zone rurali della Lituania, cose che – prima – avrei faticato a immaginare.
Nel breve periodo in cui ho vissuto in Finlandia, nei periodi più lunghi in cui ho vissuto in Estonia, sono sempre stato in un ambiente “protetto”, come dentro una bolla, ma in Lituania, senza quei filtri, ho avuto modo di vedere la bassezza di certe esistenze. Quindi il nesso tra relazioni sociali/familiari e il tasso di suicidi ha senso.
Ripeto: problema complesso, con varie cause e concause, in evoluzione rapida, e non semplice da comprendere.
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—Joke mode on—
Alternative al suicidio per cause familiari? L’omicidio.
—Joke mode off—
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Anche senza joke mode, con tutte le circostanze attenuanti che mi avrebbero riconosciuto, di galera avrei fatto al massimo un paio di mesi. Il fatto è che non ne avevo proprio la possibilità materiale. L’altro fatto è che quando vivi costantemente nel terrore non hai sufficiente lucidità per trovare soluzioni. O anche solo per pensarci.
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