La cosa brutta dell’inverno è che fa freddo. E perché è brutto il fatto che fa freddo? Perché gli automobilisti viaggiano coi finestrini rigorosamente chiusi. E perché è brutto il fatto che gli automobilisti viaggiano coi finestrino chiusi? Perché quando su una strada piena di pozzanghere grandi e profonde uno stramaledetto figlio di puttana ti passa a cinque centimetri di distanza a velocità folle inzaccherandoti dalla testa ai piedi (sì lo so, in realtà sarebbe da piedi alla testa, ma il modo di dire è dalla testa ai piedi e così lo lascio) e tu gli urli “Puttana to mare!” (in questo caso anche noi veneti lasciamo la doppia, perché senza la doppia sarebbe una normale interlocuzione e non l’espressione di un’incazzatura quasi omicida e non sono neanche tanto sicura che il quasi ci debba stare), lui non ti può sentire. E la frustrazione è alle stelle.
Poi sì, anche il fatto che grazie ai gretardi la bolletta bimestrale del gas per un normale appartamento ammonti a mille euro meno qualche spiccio e quella della luce a oltre centotrenta non è una cosa proprio bellissima.
Non è tanto entusiasmante neanche i fatto che siccome anche il covid, come tutte le influenze, in inverno peggiora, qualcuno se ne approfitti per sentirsi il Padrone dell’Universo e comportarsi come tale.
Vero tutto, ma il valore catartico di urlare a qualcuno “Puttana to mare” e riuscire a farsi sentire, credetemi, non ha paragoni, non ha prezzo, ed è più salutare di una bomba vitaminica.
Vabbè, facciamoci tirare un po’ su il morale con i bambini, con la luna, e con Beethoven. Anche se il ghiaccio è freddo.
barbara