DUE PAROLE SULLA CRISI UCRAINA

Senza tifo da stadio. Senza isterismi come ne vedo troppi in giro. Senza ideologie preconcette. Le faccio dire da Alexandre Del Valle tramite Giulio Meotti.

“È solo una guerra energetica. Americani e monarchie islamiche contro i Russi”
“Stati Uniti e amici dei Fratelli Musulmani vogliono sostituire Mosca in Europa”. C’è puzza di gas dietro al fumo degli slogan acchiappa clic su democrazia e diritti. Una grande partita geo-energetica

Dal settimanale Valeurs Actuelles pubblico l’analisi di Alexandre Del Valle sulla vera partita dietro allo scontro America-Russia…Domani si apre a Doha, in Qatar, il vertice internazionale sull’energia, mentre il segretario di Stato americano Blinken in queste ore è in Yemen per incontrare il ministro degli Esteri saudita. Le petromonarchie islamiche sono fra i vincitori della guerra raccontata da Del Valle. La domanda è una sola: quali sono le conseguenze politiche, culturali ed economiche della dipendenza energetica ai Russi e quali ai paesi islamici come il Qatar, il secondo esportatore mondiale di gas liquido?

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Il progetto dell’oleodotto South Stream ha subito il peso maggiore di quella che è stata soprannominata la “nuova Guerra fredda” Usa-Russia. Questo gasdotto, lungo 3.600 chilometri, destinato all’esportazione del gas siberiano, aggirando l’Ucraina, doveva fornire fino a 63 miliardi di metri cubi all’anno ai paesi europei grazie a due diramazioni, una all’Austria, l’altra ai Balcani e all’Italia. Avviato nel 2007, questo progetto, sostenuto in particolare dall’Italia e da altri paesi dell’Europa meridionale e balcanica, è stato abbandonato nel dicembre 2014, a causa delle pressioni dei paesi più antirussi dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, che volevano vedere gli alleati ucraini restare nel gioco del gas e soprattutto non dipendere da Mosca.
Il gasdotto Nord Stream, che passa sotto il Baltico e termina in Germania settentrionale, è stato messo in servizio nel 2012. Il progetto Nord Stream 2 mirava a raddoppiare la capacità delle consegne di gas russo dalla rete Nord Stream 1, per raggiungere i 110 miliardi di metri cubi all’anno. Con investimenti stimati in 11 miliardi di euro, finanziati per metà dalla società russa Gazprom (e il resto dalle società europee OMV, Wintershall Dea, Engie, Uniper e Shell), il progetto ha suscitato le ire degli Stati Uniti, che hanno pubblicamente accusato la Germania di essere “prigioniera” della Russia e ne ha chiesto l’abbandono… prima di adottare sanzioni “extraterritoriali” contro le aziende che collaborano al progetto nel dicembre 2019.
Il progetto è stato così interrotto bruscamente per un anno, prima di sembrare riprendere nel dicembre 2020. Nonostante i 1.230 chilometri terminati (manca il 6% del gasdotto da completare, 74 chilometri), il progetto che collega la Russia e la Germania, che doveva essere messa in servizio all’inizio del 2020, non è alla fine dei suoi guai. L’America continua a moltiplicare i mezzi per ritardare o compromettere l’avvio del gasdotto, vedendo in Europa uno sbocco perfetto per il suo abbondante gas naturale di scisto.
Oltre al gas russo, gli europei si riforniscono anche da Norvegia, Algeria e Qatar, il che spiega il permissivismo dell’Unione Europea nei confronti dei Fratelli Musulmani in Europa, sponsorizzati e finanziati da Doha… Tutto è collegato. Grazie alla demonizzazione del concorrente geo-energico russo da parte degli Stati Uniti in nome dei fascicoli ucraini e siriani o della questione dei diritti umani, molto ipocritamente orientati scagionando le petromonarchie molto più dittatoriali di Mosca, l’Unione Europea non è più padrona del suo destino energetico.
A tal fine, l’ex segretario di Stato americano per l’Energia, Rick Perry, non ha esitato a lodare i meriti del gas americano, che è tuttavia molto più costoso del gas russo. La rivoluzione americana dello shale gas, iniziata nel 2000-2008, durante l’era del cosiddetto “Obama ecologico”, ha cambiato completamente la situazione energetica americana e mondiale, facendo del Paese una superpotenza del petrolio e del gas e sconvolgendo gli equilibri geopolitici globali.
Curiosamente, i paesi dell’Europa occidentale, all’avanguardia nelle esigenze ecologiche, non hanno cercato di bloccare l’arrivo di questo gas ecologicamente molto scorretto, la cui estrazione avviene mediante il processo di fratturazione idraulica, che consuma molte sostanze chimiche e tanta acqua. Il motivo è che il loro servilismo verso la Nato e la loro ostilità verso la Russia (tranne la Germania che ha un bisogno vitale di gas russo e ha appoggiato il Nord Stream 1 e 2, ne è emblema Gerhard Schroeder, l’ex cancelliere che colleziona incarichi nelle aziende di stato russe), spinge l’Unione Europea a non fare nulla contro il crescente arrivo di questo shale gas che potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza europea dagli idrocarburi russi. Secondo la Commissione Europea, le esportazioni di gas naturale liquido americano verso l’Europa sono aumentate del 272% da luglio 2018…
Tornando all’argomento dell’Ucraina e del gasdotto North Stream 2, che lo bypasserà e “rischierà” di rendere molto più sicuro il trasporto di gas russo in eccedenza in Europa – normalmente molto più economico e più ecologico dello shale gas – si capisce perché gli Stati Uniti insistano nel non dare garanzie a Mosca sulla non estensione della Nato all’Ucraina: se Washington facesse questa concessione richiesta da Mosca fin dal 1991, la Russia sarebbe meno antioccidentale, quindi più difficile da demonizzare…
Giulio Meotti

Non ho mai nutrito la minima simpatia nei confronti di Putin, però una cosa va detta: Putin è uno statista. Cinico, ovviamente (qualcuno è in grado di citare uno statista degno di questo nome che non lo sia?), probabilmente assassino (qualcuno può immaginare un alto funzionario del KGB che, direttamente o indirettamente, non lo sia?), ma è uno statista; l’altro è un fantoccio in mano a una banda che a Putin, quanto a criminalità, ha ben poco da invidiare. E abbiamo sempre saputo che lui alla presidenza avrebbe significato guerra. Quello che non sapevamo è che avremmo addirittura rischiato la terza guerra mondiale. L’unica cosa su cui possiamo contare, a questo punto, sono i nervi saldi di Putin. Se poi vogliamo vedere un confronto a tutto tondo fra i due, eccone qui uno significativo

Poi, comunque, ci sarebbe anche questa cosettina qui. E se vogliamo proprio dirla tutta, l’Ucraina, a rigor di termini, non è propriamente uno stato sovrano, bensì uno stato cliente della famiglia Biden, che ne tira le leve arrivando persino a sostituire i magistrati che indagavano sui loschi traffici del figlio Hunter, faccendiere internazionale che colleziona i miliardi estorti dal padre nonché – buon sangue non mente – pedofilo seriale. E noi, come Europa, siamo pronti a svenarci per sostenere le losche manovre (non dimentichiamoci le elezioni di midterm ormai vicine che, se non si riescono a distrarre gli elettori con un bel nemico comune, dopo tutti i disastri che ha combinato nel primo anno di presidenza, rischiano di risolversi nella peggiore catastrofe della storia elettorale americana) di questi loschi e immondi figuri? Beh, a quanto si sente in giro sì, pare proprio che siamo pronti. Perché siamo furbi noi, altroché se lo siamo

barbara