SGOMENTA

Ho trovato in giro diversi commenti che, senza nominarmi esplicitamente, parlano di me: con stupore, con delusione, con incredulità, incapaci di capire come una persona solitamente così lucida possa avere preso una simile deriva. Ebbene: la cosa è assolutamente reciproca. Anch’io non riesco a capacitarmi che persone fino a ieri così lucide si siano lasciate prendere dal pensiero unico del nemico comune, che abbiano sostituito gli orwelliani due minuti di odio con ventiquattr’ore di odio ininterrotto, pronti a bersi la più becera propaganda distribuita a piene mani, si siano accodati al terrorismo mediatico che imperversa ovunque e che ha affiancato quello sanitario (calano fortemente i ricoveri ordinari, calano fortemente le intensive, calano i morti MA i contagi sono aumentati dell’ 0,7%, guai abbassare la guardia!), e soprattutto stiano facendo di tutto per estendere il conflitto a livello globale, e pazienza se poi diventerà nucleare e farà qualche miliardo di morti e ridurrà il pianeta all’età della pietra. Non riesco a capacitarmene e sono sgomenta. Atterrita. Pietrificata.

Vogliamo parlare del terrorismo mediatico? Uno dei temi grossi del momento è Chernobyl: il bombardamento dei russi su Chernobyl, l’incendio della centrale nucleare di Chernobyl, il rischio di olocausto nucleare da Chernobyl: TUTTE le notizie in questione sono clamorosamente false, documentatamente false, e anche se fossero vere il rischio sarebbe comunque pari a zero (e magari se non avete fretta leggete anche questo). Ma voi continuate a diffondere terrorismo.

Quanto alla campagna di odio abbiamo la notizia che campeggia ovunque: BOMBE SUI BAMBINI! con tutto il corollario di indignazione, raccapriccio, odio, maledizioni, anatemi, grida di vendetta. Ma il fatto, puro e semplice, è che in quell’ospedale non c’erano né bambini né puerpere: c’erano i miliziani nazisti del battaglione Azov, che ne avevano cacciato dieci giorni prima i legittimi occupanti per installarvi il proprio covo (identici ancora una volta ai palestinesi), cosa che, in base alle Convenzioni di Ginevra e dell’Aja ha automaticamente reso l’edificio legittimo obiettivo militare, essendo stato trasformato in edificio militare (chi volesse saperne di più sul battaglione Azov può documentarsi qui). Dite che avete visto le immagini di quella povera donna incinta, col bellissimo viso ferito,

evacuata con mezzi di fortuna?

Sì, l’ho vista anch’io:

Tra l’altro, non è curioso che prima scende le scale e attraversa a piedi, da sola, lo spiazzo antistante l’ospedale, con tutte le sue cose tra le braccia, e poi (o era prima?) la devono trasportare con quella specie di barella improvvisata? E comunque già in precedenza la Russia aveva informato l’Onu che l’ospedale era stato trasformato in base militare

– non che alle menzogne e alle vigliacche partigianerie dell’Onu non siamo più che abituati.

Poi ci sarebbe quella bazzecolina dei laboratori di armi biologiche che l’America ha impiantato in Ucraina, che la Russia ha denunciato,

ma ci hanno assicurato che non era vero niente, era la solita disinformazione da parte della Russia E se lo ha detto la Russia è chiaro che deve per forza essere una menzogna, no?

E io vi chiedo, anime belle: chi ha portato la guerra a casa di chi?

Ho visto poi, su più profili FB, un video sull’Holodomor, lo sterminio perpetrato novant’anni fa da Stalin, per mezzo di una carestia fabbricata a tavolino, sul ceto contadino in generale e su quello dell’Ucraina in particolare (tema di cui questo blog si è più di una volta occupato), affinché non si dimentichi chi sono i russi, che cosa sono capaci di fare, e quali sono i loro sentimenti nei confronti degli ucraini. Quindi nessuno si stupirà se per spiegare che razza di feccia immonda sono gli italiani e di come dobbiamo guardarcene vi ricorderò di quando, ottant’anni fa, requisivano agli ebrei (notoriamente tutti ricchissimi) vecchi zoccoli di legno, stracci usati, uncinetti termometri schiaccianoci calze rammendate pettini bicchieri portasapone lampadine rotte mestoli scolapasta pantofole gomitoli di lana… Spero che a nessuno al mondo venga mai in mente di fidarsi di questa gentaglia e di credere a quello che dice. Adesso, per inciso, tramite l’invio di armi all’Ucraina abbiamo di fatto dichiarato guerra alla Russia, che non aveva portato la guerra a noi, ed è la seconda volta che lo facciamo. Spero che stavolta ci costi un po’ meno di 77.000 morti e dispersi (ma secondo altre fonti oltre 90.000 ) e 40.000 feriti e congelati, lo spero davvero, però ce lo meriteremmo – o almeno lo meriterebbe chi lo ha deciso, chi lo ha fatto e chi ha caldamente approvato. Il problema è che noi – non solo nel senso di noi italiani – non siamo molto bravi a vedere la realtà che ci sta davanti, e preferiamo crogiolarci in qualche sogno di pace universale, siamo tutti fratelli, il mondo non ha confini – tranne quando vengono violati dal nemico che ci è stato ordinato di odiare –, se qualcuno ti odia tu dagli amore e anche lui ti amerà.

“L’Occidente viveva in un paradiso. Non ha avuto realismo nei rapporti con la Russia”

Intervista-podcast per la newsletter con Efraim Inbar, uno dei maggiori strateghi in Israele. “Tutti sapevano che avvicinare l’Ucraina alla Nato avrebbe innescato una reazione dell’orso russo”

La terribile guerra in Ucraina ha due settimane. Ma in questo breve lasso di tempo lo spazio del dibattito si è già fortemente ristretto. Nessun punto di vista è stato stigmatizzato così rapidamente come la teoria secondo cui l’espansione sempre più a est della Nato ha svolto un ruolo significativo nell’infiammare le tensioni tra la Russia e le potenze occidentali e nel far precipitare la guerra. Chi lo dice è “pagato dal Cremlino” o è il “sicofante di Putin”.
La Federazione Russa ha spiegato cosa vuole dall’Ucraina: no all’ingresso nella Nato, indipendenza del Donbass e riconoscimento della Crimea nella Russia (il presidente ucraino Zelensky ha aperto al compromesso). Donbass e Crimea erano da anni già di fatto indipendenti, il primo come repubbliche non riconosciute e la seconda come parte della Russia dopo un referendum. Perché Vladimir Putin insisteva tanto per tenere l’Ucraina fuori dalla Nato?
“I tanti esperti russi nei ‘think tank’ pensavano davvero che Putin avrebbe piazzato un esercito al confine con l’Ucraina perché si stancava di rievocare la battaglia di Borodino con i soldatini di latta?”, si domanda Henryk Broder su Die Welt.
Già nel 1997 Joe Biden, allora senatore del Delaware, diceva che “l’unica cosa che potrebbe provocare una risposta russa ‘vigorosa e ostile’ sarebbe se la Nato si espandesse oltre gli stati baltici”.
Sempre nel 1997 Jack F. Matlock Jr., ambasciatore degli Stati Uniti in Unione Sovietica dal 1987 al 1991, avvertì che l’espansione della Nato “incoraggia una catena di eventi che potrebbe produrre la più grave minaccia alla sicurezza dal crollo dell’Unione Sovietica”. Anche nei giorni scorsi, Matlock è tornato a spiegare perché l’apertura della Nato all’Ucraina è stato un errore strategico.
Il segretario alla Difesa di Bill Clinton, William Perry, nelle sue memorie scrive che per lui l’allargamento della Nato è la causa della “rottura dei rapporti con la Russia” e che era così contrario che “forte della mia convinzione, ho pensato di dimettermi”.
Stephen Cohen, uno dei più famosi studiosi americani di Russia, avvertiva nel 2014 che “se spostiamo le forze della Nato verso i confini della Russia questo militarizzerà la situazione e la Russia non si tirerà indietro, è esistenziale per loro”.
Il direttore della CIA di Biden, William J. Burns, ha messo in guardia sull’effetto provocatorio dell’espansione della NATO dal 1995. Fu allora che Burns, ufficiale dell’ambasciata americana a Mosca, riferì a Washington che “l’ostilità nei confronti dell’espansione della Nato è quasi universalmente avvertita in tutto lo spettro politico”.
Nel 1997, 50 diplomatici americani scrissero una lettera in cui spiegavano che “l’espansione della Nato sarebbe un errore di proporzioni storiche”.
Cosa sapevano tutti questi dirigenti americani?
Che in gioco nella mentalità russa c’è il “divario di Volgograd”, la fascia di terra fra il Mar Caspio e il Mar Nero. Durante la Seconda guerra mondiale, i nazisti la conquistarono, arrivando al Caspio e fermati soltanto a Stalingrado (al costo di 1.1 milioni di vite russe). Un anno fa, nell’aprile 2021, Caspian Report ha pubblicato un dossier dal titolo “Russia e Ucraina preparano una nuova guerra”, in cui si spiegava l’importanza della regione per tutti.
Ora si aprono due scenari.
Se la Russia assumerà il controllo totale dell’Ucraina, creerà una nuova minaccia alla sicurezza dell’Occidente e assisteremo alla nascita di un nuovo ordine mondiale, con la creazione di una nuova cortina di ferro che andrà dai confini orientali della Finlandia ai confini sudorientali della Romania.
Se l’Ucraina si unisse alla Nato, i Russi dovrebbero difendere 1.500 chilometri di pianura. In questo scenario, la Nato si troverebbe a 200 chilometri da Volgograd (ex Stalingrado). Questo è il motivo per cui, nella “logica” della Russia, Mosca deve assicurare la neutralità dell’Ucraina, anche a costo di questa guerra spaventosa. Anche il generale Marco Bertoliniex comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, ha spiegato che l’Ucraina nella Nato avrebbe “privato la Russia dell’accesso al Mar Nero”.
Chiunque, fino al 20 febbraio, credeva che non sarebbe successo niente facendo dell’Ucraina il grande terreno di scontro fra due super potenze atomiche e che ora pensa che tutto “tornerà alla normalità” vive in un pericoloso paradiso per stolti.
C’è una parte del discorso di Putin che avrebbe dovuto allarmarci: “Non ho più spazio per arretrare”. E un impero, perché è così che si sente ancora la Russia, quando non arretra, attacca…

Ne parlo per la newsletter con Efraim Inbar, uno dei maggiori strateghi in Israele, presidente del Jerusalem Institute for Strategic Studies e prima del Begin-Sadat Center, consigliere dell’ex premier Benjamin Netanyahu.

Lei ha scritto un articolo a ottobre sul Jerusalem Post in cui invitava al realismo nei rapporti con la Russia…
Ho proposto la realpolitik, sì. Nei media, che sono tutti di sinistra, dicono che dobbiamo essere più idealisti sull’Ucraina, ma questo non riflette la popolazione israeliana. Abbiamo un interesse diretto nel rapporto con l’orso russo. Gli ucraini non dovevano parlare di entrare nella Nato. Per i Russi sarebbe stato come per noi la Giordania che diventa un satellite dell’Iran.

Ok, ma le risponderebbero che la Nato non minaccia i propri vicini, a differenza della Russia…
Non importa, i Russi hanno paura della Nato. ‘Non è razionale’, dice l’Occidente, ma i Russi non ragionano così. Il governo israeliano per questo ora cerca di navigare fra considerazioni morali e strategiche. L’Occidente ha una posizione non realistica.

Molti ufficiali americani in passato hanno detto che sarebbe stato un errore strategico espandersi sempre più a est…
Sono d’accordo con loro. Ne ho scritto. Fu un errore strategico incorporare i paesi baltici. E ora abbiamo una crisi. E se l’Occidente non è disposto a combattere, perderà. Se uno viene con un fucile e l’altro con le parole, chi ha un fucile ha un vantaggio.

Lei sta dicendo, ‘se non sei disposto a vincere la guerra, devi fare un compromesso’…
La finlandizzazione dell’Ucraina era il compromesso. Consentire che l’Ucraina fosse una democrazia, ma nell’orbita di sicurezza russa. Realismo.

Cosa pensa del fatto che si dice che Putin sia irrazionale, folle e senza sostegno popolare….
Nessuno sa quello cosa pensi l’opinione pubblica russa. C’è una opposizione, ma è in galera. Putin è stato molto popolare, la sua idea ‘Make Russia great again’ ha un appeal nella popolazione.

La debacle americana in Afghanistan ha giocato un ruolo nella percezione della debolezza e della naiveté?
Certo. Ma da prima. Putin ha preso un pezzo di Georgia. E non è successo niente. Putin ha preso la Crimea. E non è successo niente. Putin ha stabilito due repubbliche in un pezzo di Ucraina. E non è successo niente. E ora l’Occidente si sveglia.

Cosa potrebbe succedere se ci fosse una disintegrazione russa? C’è un grande shock economico al momento…
Le sanzioni non funzionano. Cuba è sotto sanzioni e non è successo niente. L’Iran è sotto sanzioni e non è successo niente. La Corea del Nord è sotto sanzioni e non è successo niente. Non sono sicuro che la pressione economica avrà risultati tangibili. L’Occidente dovrebbe togliere la Russia alla Cina, la loro alleanza è il vero pericolo. Avremmo dovuto fare un accordo come Kissinger negli anni ’70.

L’Occidente non prende sul serio la storia come fanno i Russi o Israele…Perché?
L’Occidente è consumato dal presente. Vive bene. Non vuole sacrifici. E questo ha portato a una amnesia. E ora paga. Forse ci sarà un risveglio da quello che pensavate fosse il paradiso.
Giulio Meotti

Aggiungo ancora una riflessione pacata e sensata.

Debrief

Ciò che il Generale Marco Bertolini, già capo del Comando Cperativo interforze (COI) e presidente dell’Anpdi, che alla Verità e al Messaggero dice:
1. Le armi all’Ucraina sono “un atto di ostilità che rischia di coinvolgerci” nella guerra, mai visto prima: “Bastavano le sanzioni, anche inasprite”.
2. Putin non è un pazzo né il nuovo Hitler: “Voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l’Ucraina nella Nato” per non perdere “l’agibilità nel Mar Nero”.
3. Il governo italiano non conta nulla e Di Maio che dà dell’ “animale” a Putin “ci taglia fuori da ogni trattativa”, diversamente dalla Francia di Macron.
4. Guai a seguire Zelensky sulla no fly zone, che “significherebbe avere aerei Nato sull’Ucraina e l’incidente inevitabile”.
5. I negoziati non sono un bluff, ma una “dimostrazione di buona volontà delle due parti”.
6. La sconfitta di Putin esiste solo nei nostri sogni e nella propaganda occidentale: la Russia s’è già presa l’Est, collegando Crimea e Donbass; “le grandi città al momento sono state risparmiate e non è partita la caccia a Zelensky” per “precisa volontà” di Mosca, che finora ha limitato al minimo “i bombardamenti dall’alto” per non moltiplicare le stragi e non provocare un “intervento della Nato”.
7. Putin non ha bombardato la centrale di Zaporizhzhia: “Non ho visto missili, ma bengala per illuminare gli obiettivi” degli scontri con gli ucraini lì vicino: le radiazioni avrebbero colpito pure il Donbass e la Russia, che le centrali vuole controllarle, non farle esplodere.
8. Putin non vuole conquistare l’Europa, né rifare l’Urss né “governare l’intera Ucraina”, ma “trattare una ricomposizione”: un regime fantoccio sull’intero Paese scatenerebbe anni di guerriglia antirussa.
9. “La Russia vuol essere europea e noi non facciamo che schiacciarla verso Asia e Cina”.
10. Un successo ucraino è, purtroppo, fuori discussione. I possibili esiti sono due: una vittoria russa dopo “una lunga guerra”; o un negoziato che i soli mediatori credibili – Israele, Francia, Cina e Turchia – possono favorire se aiutano le due parti a trattare con reciproche concessioni anziché “istigarle a proseguire” nella guerra.
Molti di noi avevano sollevato le stesse osservazioni giungendo alle medesime conclusioni.
Dire queste cose con pacatezza e realismo non significa prendere le parti di nessuno ma capire il perché del precipitare degli eventi.
Significa conoscere per deliberare e scongiurare altre inutili vittime.

POST SCRIPTUM, che ieri mi sono dimenticata di aggiungerlo: Hava Nagila suonata col cazzo – in realtà col playback, ma ai fini del discorso la cosa non cambia – è la dimostrazione di quanto questo pseudo ebreo sia disposto a prostituire il proprio ebraismo, esattamente come il nostro saltimbanco buffone ebreo di casa nostra, che mi rifiuto di nominare. Dedicato a chi si fida di lui “perché è ebreo”.
E per concludere, al posto dei soliti pattinatori russi, oggi vi regalo questa spettacolare intervista di una giornalista americana mandata, un anno e mezzo fa, a “demolire” Putin.

barbara

Una risposta

  1. purtroppo il covid l’ha dimostrato; troppi son drogati dai due minuti di odio, e se il governo assolve chi odia Emanuel Goldstein, lui verrà odiato senza remore.
    In tempi normali il video di un immane dispiegamento di forze e di risorse per fermare un “runner” o andare a multare chi prendeva il sole in una spiaggia deserta avrebbe causato polemiche a non finire, anche solo per l’evidentissimo spreco di risorse, invece ha bucato il video come suol dirsi.

    Sulle tecniche palestinesi: ricordiamo che in italia abbiamo avuto uno dei buoni più buoni che aveva sperato che sulla nave acquarius crepasse almeno un bambino (possibilmente piccolo e basso e non un marcantonio palestrato alto 1.80) per mettere in imbarazzo il governo… una figura di merda del governo vale la vita di un marmocchio…

    Riguardo al trattamento degli ebrei: come dovresti ben sapere l’avere in tasca il certificato di bontà rilasciato da chi di dovere assolve da tutte le colpe e concede una amnistia generalizzata. Mentre il cattivo deve vergognarsi anche di quello che fece un suo antenato all’epoca dei romani, il buono invece non deve vergognarsi di quello che fece lui, anzi ha tutto il diritto di rivendicarlo con orgoglio, anche se è un comportamento più cattivo di quello di un cattivo. Vedi tanti ex repubblichini o “fermate la russia” che applaudirono i carri armati a praga.

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    • All’epoca ho avuto una discussione infinita in un blog, a un certo punto della quale li ho mandati tutti affanculo a proposito del tipo che si stava facendo una corsetta sulla spiaggia deserta, inseguito con l’elicottero, le concitate segnalazioni alla polizia a terra, sta uscendo dalla spiaggia, ha passato quel cancello… facendo presente che era da solo su una spiaggia larga un centinaio di metri e lunga chilometri. Dice sì, era da solo perché tutti gli altri rispettavano le regole, se tutti avessero fatto come lui la spiaggia sarebbe stata affollatissima. Dico scusate, io al mare ci vivo, a marzo sulla spiaggia in un’ora incontrate un paio di ragazzi che fanno la corsa e due vecchietti che portano a spasso il cane. Non importa, se la legge dice che non devi uscire tu non devi uscire. Quindi il trasgressore va punito con la tortura dell’olio bollente.
      E a proposito di ebrei, e di cose vecchie che è bene ricordare perché sia chiaro chi sono i buoni e chi i cattivi, chi i carnefici e chi le vittime, di quei sei milioni, un milione pieno lo hanno ammazzato gli ucraini. Non con le camere a gas, dove uno li spinge dentro e un altro versa dei cristalli in un’apertura e nessuno vede in faccia le vittime mentre le sta ammazzando, bensì sparandogli sull’orlo di una fossa, fila dopo fila, per ore e ore e ore e ore.

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      • E il bello è che i fanatici che giustificano l’elicottero perché la legge yabba yabba doo…son gli stessi che chiedono applicazioni intelligenti delle leggi (ovverossia chiudere occhi, orecchie, bocca e magari anche un poco di stitichezza non guasta…) in altri ambiti, dalla risorsa che distribuisce erba e altre sostanze in piazza all’eroico antifassista che combatte strenuamente contro i fascistissimi bancomat e fast food…

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  2. Sono molto più sgomento io a leggere sta roba.

    Purtroppo non si può postare il link all’articolo de Il Post (fonte affidabilissima) che spiega che questa influencer era veramente ricoverata in quell’ospedale.

    Guarda Barbara che stai toppando su tutta la linea stavolta, tutte le tue battaglie e i tuoi post li ho sempre seguiti con grande interesse (giusto sul green pass non ero d’accordo, ma poteva starci una differenza di vedute), ma ora sei completamente fuori strada. So che non te ne frega nulla e che potrei anche semplicemente andarmene e basta. Ma a me importa ancora meno che a te non te ne frega!

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    • 1. Se lo dice Il Post sicuramente nessuno al mondo potrebbe dubitare, certo.
      2. L’ospedale da dieci giorni era occupato unicamente dai miliziani di Azov che ne avevano sfrattato i pazienti. Altre foto coi pazienti? Tanti anni fa Israele ha demolito a Gaza un certo numero di abitazioni da cui i terroristi avevano cacciato gli abitanti per usare le case come base per i tunnel da far sboccare in Israele per farci arrivare armi e terroristi. Dopo la demolizione Arafat ci ha mandato qualche decina di persone con le coperte sulle spalle e qualche pentola in mano e poi ha chiamato i giornalisti, che hanno “documentato” la tragedia dei poveri civili innocenti rimasti senza casa, con un’unica pentola superstite dalla devastazione perpetrata dai sionisti. Solo Graziano Motta di Avvenire ha riferito il numero esatto delle case demolite, gonfiato da tutti gli altri, le circostanze delle demolizioni, e il fatto che le case erano disabitate (lo ricordo perfettamente in tutti i dettagli perché ci ho fatto un articolo quando collaboravo con Informazione Corretta).
      3. Interessanti le espressioni “stai toppando” e “sei completamente fuori strada”.

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  3. Sul laboratorio di armi batteriologiche in Ucraina, sentiremo più tardi: la Russia ha convocato una riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU per le 11, credo ora di New York (perfetta per i nostri telegiornali, ma ho come il sospetto che non ne parleranno). Sembra pazzesco, ma d’altra parte avevano anche finanziato (grazie, Fauci!) il laboratorio di Wuhan, che era sotto il controllo dell’Esercito cinese.
    Che poi, gli Americani fare una cosa del genere? Mai successo!
    Ricordo che le armi chimiche erano state messe al bando dopo la Prima guerra mondiale.
    https://www.galileonet.it/armi-chimiche-iprite-italia-bari-john-harvey/

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  4. Posso dire una cosa ?
    Non siamo riusciti a capire un cazzo di cosa fosse “vero” o “falso” in due anni e più di covid in casa nostra… che cosa pretendiamo di capire riguardo fatti che stanno accadendo in un altro paese e che vediamo attraverso milioni di lenti distorte in ogni direzione ?
    E l’ overdose di informazione che ci frega: qui per ogni “ding” che si sente c’è subito un “dong” che lo smentisce. Pensiamo di sapere tutto e non sappiamo un cazzo di niente.

    E poi c’è Di Maio. Che non sa un cazzo di niente neanche lui, ma parla a nome di un intera nazione.

    E tu guarda se davvero non ci troviamo l’ armata rossa a Trieste. Ne riparliamo quando fotografano la Ferragni in barella.

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  5. Ho scoperto che la bloggherina carina col pancione, che intanto si è sgonfiato perché ha partorito una bellissima bimba di nome Veronika, scrive prevalentemente in Russo e il 25 febbraio ha inaugurato anche un canale sul servizio di messaggistica, anch’esso russo, per paura che instagram potesse essere chiuso. E scrive così:

    “Così anche io ho seguito l’esempio della maggioranza e ho deciso di creare anche un canale Telegram come pagina di riserva a Instagram. Sono dell’opinione che le voci sul fatto che Instagram potrebbe non funzionare più siano solo voci, ma una rete di sicurezza in più non fa male, quindi duplicherò tutte le pubblicazioni qui.
    Sì, anche durante la guerra lo saranno, perché la vita continua e starmene sdraiata a guardare il soffitto non è un’opzione per me.
    Vi auguro tutta la salute, che le vostre famiglie siano al sicuro e che gli uomini tornino a casa sani e salvi.”

    Tutto scritto in Russo, su un servizio russo. E anche questo mi ricorda il modo di fare dei palestinesi, parassiti di Israele.

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    • L’ospedale era occupato da dieci giorni dai miliziani di Azov che ne avevano cacciato i pazienti. Poi basterebbe una sola, piccolissima riflessione logica: un ospedale di quelle dimensioni, pieno di neonati, partorienti, puerpere e bambini ridotto in macerie in quella maniera, quante centinaia di morti e feriti avrebbe dovuto far contare?

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