CI PENSATE CHE FIGATA?

Prova a immaginare: dopo che con la sciagurata gestione della pandemia il governo ci ha messi in ginocchio; dopo che con la sciagurata cosiddetta transizione verde ci ha messi bocconi; dopo che in obbedienza all’infame cricca che governa l’America (+NATO+CIA ecc.) con l’approvazione delle sanzioni alla Russia ci ha tolto i vestiti che avevamo addosso; dopo che con le armi mandate ai nazisti ucraini e l’aumento delle spese militari per fare la guerra alla Russia ci ha tolto anche le mutande; dopo tutto questo la Russia alla fine vince la guerra e per ritorsione (legittima) ci impone sanzioni e per giustizia nei confronti dei soldati uccisi con le nostre armi ci impone anche il risarcimento dei danni. Beh, io la troverei, come dicevano i giovani un po’ di tempo fa, una figata pazzesca.
Fine della mia disquisizione e passo la parola ad altri. A Marcello Foa, per cominciare, 2015

E poi a questa cosa spettacolare:

Ucraina, la mossa di Biden: “Pronto a usare armi nucleari”

Il presidente torna alla vecchia dottrina: l’uso della minaccia nucleare come deterrente. Continua l’escalation

Sembra un libro di Ken Follett. L’avete letto, l’ultimo? Si intitola “Per Niente al Mondo” e parla del terzo confitto globale, stavolta atomico. Non staremo qui a svelare il finale, eppure chi l’ha sfogliato sa che sembra il film di quanto sta succedendo in questi giorni in Ucraina: un conflitto regionale che si trasforma in mondiale perché nessuno ha la forza, o il coraggio, di porre un freno a quella che viene chiamata “escalation”.
Ora, proviamo a mettere insieme i puntini. A fine febbraio, dopo aver ammassato le truppe al confine e dopo tentativi di mediazione andati a vuoto, Putin ha deciso di invadere l’Ucraina. I Paesi occidentali avrebbero potuto limitarsi ad una debole condanna, invece sono scesi in campo seppur non direttamente: hanno applicato sanzioni durissime, mobilitato l’opinione pubblica e infine inviato armi a Kiev. Lo Zar ha reagito mettendo in stato di pre allerta le sue forze nucleari, spiegando alla Nato e agli Stati Uniti che qualora intervenissero al fianco dell’Ucraina provocherebbero la reazione nucleare di Mosca.
Gli Stati Uniti l’hanno ritenuta in un primo momento poco più di un bluff: eppure il conflitto atomico, per quanto improbabile, resta pur sempre possibile. E non ci vuole poi molto a premere un bottone. La dottrina russa sulle armi nucleari è chiara, o quasi: Mosca intende rispondere solo in caso di grave minaccia. L’ha spiegata chiaramente Peskov nei giorni scorsi. Già, ma chi valuta quando è sufficientemente grave una minaccia da provocare il disastro mondiale? Serve che la Nato bombardi il territorio russo? Oppure basta abbattere un caccia in territorio di guerra? E poi: la dottrina della “risposta” o al massimo della contemporaneità riguarda solo gli ordigni strategici, quelli a lunga gittata, o anche le bombe tattiche utilizzabili sul campo?
Dopo giorni di tentennamenti, Biden ieri ha preso una decisione importante: segnare una linea rossa (l’uso di armi chimiche) nella guerra in corso. Se Putin dovesse superarla, gli Usa reagirebbero. E allora si aprirebbe uno scenario incontrollabile. Non solo. Sebbene durante la campagna elettorale avesse sposato sul piano nucleare una linea più morbida, ora Joe sembra aver cambiato idea. Secondo il WSJ, infatti, il presidente americano sarebbe tornato sull’approccio tradizionale: minacciare una risposta nucleare usandola come deterrente per i pericoli convenzionali e non nucleari, lasciandosi dunque mano libera alla possibilità di usare le armi atomiche in “circostanze estreme“. Più o meno la stessa posizione assunta da Putin: il “first nuclear strike” americano prevede “l’attacco nucleare preventivo” anche in casi di minaccia convenzionale, biologica, chimica e chissà cos’altro. Lo stessa cosa che è pronta a fare Mosca: se gli Usa o la Nato dovessero lanciare attacchi convenzionali contro bersagli strategici russi (come i centri di comando e controllo centrali o la capitale), la Russia risponderebbe con un attacco nucleare. Cosa significa?
Significa che Ken Follet ci aveva visto giusto. L’escalation nasce e si alimenta quando ogni parte in causa aggiunge un pezzettino: l’invasione di uno Stato sovrano, l’invio di armi alla resistenza, la minaccia atomica, la controminaccia nucleare, poi magari un errore di calcolo sul tiro di un missile e il patatrac è servito. (Qui)

Ed è davvero spettacolare, perché che Putin è pazzo, no? Lo sanno tutti, lo dicono tutti, è scritto su tutti i giornali. È pazzo, è squilibrato, non sa quello che fa, si muove senza logica, è paranoico, è l’egocentrismo fatto persona… E che cosa si fa quando si ha di fronte un simile mostro preda dei peggiori istinti? Si provvede a informarlo che “siamo pronti a usare l’atomica anche per primi”. E credo che qui valga la pena di ricordare i miliardi di film western di cui gli americani sono maestri: quando entrambi gli avversari hanno la mano posata sulla pistola, quello che spara una frazione di secondo più tardi è un uomo morto. Detto in parole semplici, si sta aizzando Putin a usarla per primo. Come ho detto fin dal primo giorno, l’unica cosa su cui conto sono i nervi saldi di Putin, che ha dimostrato di averli per venti interi anni, e in modo particolare negli ultimi otto. Ma con mezzo mondo che ce la sta mettendo tutta a punzecchiargli il culo, sinceramente non so quanto ancora riuscirà a reggere.
Poi c’è questa cosa molto carina:

Ucraina, centinaia di transgender in fuga respinte al confine: devono combattere per il Paese

La legge marziale non perdona: le giovani hanno cambiato sesso ma sui passaporti hanno ancora il loro nome al maschile. Per questo non possono lasciare le città sotto le bombe
Centinaia di donne transgender sono state respinte al confine ucraino mentre tentavano di fuggire dal Paese, a causa dei loro passaporti che riportano ancora il loro nome e genere di nascita maschili, nonostante abbiano effettuato il cambio di sesso.
Lo riferiscono associazioni di attiviste citate dalla Bbc: le leggi attuali in Ucraina vietano ai cittadini maschi dai 18 ai 60 anni di lasciare il Paese. Per loro c’è l’obbligo di imbracciare le armi e difendere la patria.
In Ucraina cambiare il genere e il nome sul passaporto richiede un lungo processo, che coinvolge anche diverse valutazioni psichiatriche e questo induce molte persone che hanno cambiato genere a non andare fino in fondo alla pratica burocratica. Così chiunque ha un passaporto con scritto “maschio” rischia di essere respinto al confine. (Qui)

Ma no, dai, questa è sicuramente una bufala, una volgare propaganda russa! Lo sappiamo tutti che gli ucraini che combattono sono tutti volontari, tutti entusiasti di offrire il proprio sangue perché All’ombra dei nostri gagliardetti è bello vivere, ma se sarà necessario sarà ancora più bello morire, per la Patria, per il Duce e per il Re, eia eia alalà. Niente, non possiamo crederci.
Poi vi racconto di Orban, forse l’unico statista nell’UE degno di questo nome, che ancora una volta resiste al ricatto e dice no. Poi vi racconto che Putin, oltre a essere l’unico al mondo a difendere gli armeni dallo sterminio azero, ha anche, come rivelato da Netanyahu in questo articolo di due anni fa, salvato Israele dalle grinfie dell’ONU. E poi vi mostro quanto è bello quando anche gli indiani, nel loro piccolo, si incazzano

Proseguo con due interessanti commenti, botta e risposta, trovati da Porro

Franco Maloberti
Il 22 marzo, su La Stampa, ha pubblicato un articolo che considerava la possibilità dell’uccisione del presidente della Russia. Non c’è bisogno di dire che questo è fuori dall’etica e dalla morale e dalle regole del giornalismo. “Ecco perché ho presentato l’esposto”, ha detto l’ambasciatore della Russa a Roma, aggiungendo: “Nel codice penale della Repubblica italiana si prevede la responsabilità per l’istigazione a delinquere e l’apologia di reato. In precisa conformità alla legislazione italiana oggi mi sono recato in procura per presentare una querela con la richiesta alle autorità italiane di esaminare obiettivamente questo caso.”

Stefano à Franco Maloberti
“Siamo certi che l’eliminazione violenta e oligarchica del tiranno non inneschi un caos peggiore? Il pessimismo è obbligatorio. Quasi mai il risultato è stato conforme ai desideri di chi pensava di risolvere tutto al prezzo di una sola vita per di più sciagurata. Nel 1914 il serbo Gavrilo Princip si illuse: ammazzando l’erede al trono austriaco i problemi dei Balcani sarebbero stati risolti, pensava. Invece eliminò l’unico personaggio che probabilmente, non per indole pacifista, avrebbe impedito che l’Europa precipitasse nella tragedia della Prima guerra mondiale (D.Quirico)”

Ma la Storia, purtroppo, è maestra solo per pochi – che quasi mai sono fra coloro che prendono le decisioni.
E concludo con la marionetta.

La fiction NATO must go on

Dopo che Zelensky ha ufficialmente bandito i restanti partiti di sinistra (quello comunista era già stato messo al bando nel 2015), i suoi sceneggiatori gli indicano la mossa successiva: terminare la videoconferenza al vertice NATO di Buxelles col pugno chiuso.
Perché?
Per confondere.
Perché un’immagine è più potente delle parole, qualsiasi sceneggiatore lo sa, e quel pugno ci dice molte cose. 
Quel pugno ci dice che il problema dell’ultranazionalismo in Ucraina non esiste. Ci dice che di rifugiati politici in Ucraina non ce ne sono mai stati. Che non vi è mai stato nessun morto tra i dissidenti. Che nessun n4zista di nome Bandera è diventato eroe nazionale. Che nessuna bandiera dei collaborazionisti di H1tler è mai stata sventolata nel 2014, durante una rivoluzione democratica. 
E il battaglione Azov?
Un’aggregazione in cui si legge Kant, dicono i media. Per questo motivo, forse, il presidente Zelensky ha conferito il titolo di “eroe dell’Ucraina” a Denis Prokopenko, comandante dello stesso battaglione. 
Cosa dire, invece, degli altri battaglioni punitivi neonazisti, regolarmente inseriti nell’esercito ucraino? Il Dnepr, il Donbass, l’Aidar?Nulla, non se ne parla, quindi non c’è niente da dire.
Persino il massacro compiuto dagli estremisti del Settore Destro contro i civili a Odessa: non è stato mostrato, quindi evidentemente non c’è stato. 
E otto anni di guerra in Donbass, i profughi, le migliaia di vittime, i disabili? 
Spariti, non ci sono prove, forse è partito solo qualche sparo.
I media russi che potevano testimoniare sono stati oscurati in Occidente.
È stato cancellato quasi tutto. Non si può più verificare.
Restano quattro pazzi a gridare che questa è fiction, non è la realtà.
La fiction e il pugno chiuso. 
Gli sceneggiatori di Zelensky usano la stessa tecnica utilizzata all’epoca del movimento Otpor (in serbo: “resistenza”), il cui simbolo era appunto un pugno chiuso. 
Il movimento, che alle elezioni in Serbia ottenne appena il 2% dei voti, ma che ebbe una sovraesposizione mediatica in Occidente, utilizzava un’insospettabile estetica di sinistra per promuovere una politica di destra.
Nulla di nuovo dunque: si svuota l’oggettività del suo significato e, mistificando il reale, si falsificano deliberatamente i fatti.
Chi è ancora lucido, coglie la differenza che c’è tra fiction e realtà.
Del resto, non erano reali neanche le armi chimiche, pretesto usato per distruggere l’Iraq: la stessa provetta agitata da Colin Powell faceva parte di una fiction. Ormai si sa.
Ma le armi sono state usate nella realtà. 
La guerra non è un film, i morti sono veri.
In molti vogliono la pace, in molti dichiarano di volere la fine dell’occupazione russa.
Ma nessuna mediazione è possibile nella fiction, al di là della realtà.
Sara Reginella, qui.

Come detto fin dall’inizio, quell’uomo (vabbè, si fa per dire) non ha ancora capito la differenza fra il palcoscenico e la vita reale, e soprattutto non ha capito di essere una marionetta manovrata per interessi altrui, pago della ribalta che gli offrono. Peccato solo che fuori dal palcoscenico, poi, ci siamo noi.

E infine, do ancora una volta spazio alle bellezze che Europa e America hanno messo al bando, scegliendo di privarsene.

barbara

  1. Putin ha oramai perso la guerra. Come i russi ben sanno -vista l’esperienza di Stalingrado nel 1942- se non si riesce a concquistare una città nemica nell’arco di una settimana, la guerra è persa. Le truppe occupanti finiscono con logorare solo loro stesse e non quelle nemiche, che conoscono perfettamente il territorio, L’uccisione di ben cinque generali russi dimostra che l’armata russa è pesantemente infiltrata da spie ucraine o americane, che hanno consentito di individuare ed uccidere gli alti ufficiali. Credo che sia solo questione di tempo, prima di leggere la notizia che Putin ha lasciato questo mondo a causa di un infarto.

    "Mi piace"

        • Guarda che ho lavorato per la stessa banca d’affari del Dragone. Pensi che mi farei scrupoli a far massacrare la gente in nome della libertà, della democrazia e dell’umanità?
          Nello specifico, il mio lavoro era rendere appettibili immobili per soggetti che -con il cambio lira-euro- si trovavano in pancia soldi da fare sparire. Il tutto con la benedizione di Bankitalia.
          Il progetto ottenne il rating AAA, dopo numerose serate passate in vari ristoranti italiani a fare scolare litri di vni pregiati agli ammmerrricani inviati dalle società di rating.
          Su queste premesse, puoi capire quale sia la mia opinione sull’attuale presidente del consiglio e manutengoli vari.
          Poi non è che altri siano verginelli. Bastano due minuti di controlli su banche dati pubbliche per verificare che lo studio romano del’avvocato del popolo si trova nello stesso edificio che ospita l’ Istituto di Cultura Russa in Italia. Non occorre leggere Le Carrè per sapere quale sia la funzione degli istituti di cultura russi. Comunque, stando seduti sulle scale del sagrato della chiesa antistante, si possono osservare entrare e uscire delle vere pozze di scienza della cultura russa. Anche l’occhio vuole la sua parte.

          "Mi piace"

  2. Beh se fossi uno sceneggiatore noterei che in questa “guerra” ci sono un bel po’ di “buchi di trama”.
    Il primo: l’esercito russo è potentissimo e se non lo si ferma in ucraina poi conquisterà l’europa fino a spagna e portogallo e contemporaneamente è così incapace da restare infognato in ucraina.
    Secondo: il popolo ucraino è entusiasticamente coinvolto nella resistenza contro l’invasore e contemporaneamente i transgender cercano di allontanarsi dall’ucraina…
    A margine, ho letto articoli sulle trans m2f cui viene impedito di andar via ma pochi articoli su quelle f2m che premono per combattere…

    A margine, dopo l’esposto dell’ambasciata russa è tutto un fiorire di solidarietà al giornale, di proteste per l’attacco da parte dell’ambasciata russa etc. etc.
    Quando il console ha semplicemente chiesto, alla magistratura italiana, di valutare se nel comportamento del giornalista e della testata ci potessero essere risvolti penali. Non ha mandato una squadra del KGB a far saltare in aria la testata.
    Questi piagnistei mi sanno tanto di coda di paglia lunga qualche km. E come ciliegina sulla torta molti di quelli che protestano erano quelli del sacro mantra: “ci si difende nel processo e non dal processo…”

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...