QUESTA NON POSSO NON RUBARLA

“Fantozzi e Filini arrivarono con due micidiali frac presi in affitto: Filini sembrava un mutilato, Fantozzi praticamente in bermuda…”

Novantadue minuti di applausi al genio che ha trovato la citazione adeguata.

E visto che siamo in vena di supermegacazzate, vi regalo anche Cicciolina che offre una notte di sesso a Putin in cambio della pace (e viene in mente Madonna che offriva pompini a chi avesse votato per la Clinton). Ora, già l’idea che uno statista possa cambiare la propria politica per una scopata è da demenza all’ultimo stadio; aggiungiamo che come immagine pubblicitaria ci ha messo questa,

che già così è un orrore che dubito farebbe gola a qualcuno, ma se poi andiamo a cercare qualche foto un po’ meno taroccata troviamo roba così

e ho idea che le tempeste ormonali di Putin saranno abbastanza contenute, e giustamente uno nei commenti ha scritto che

va bene che Putin merita una lezione, ma infilarlo nel letto di un’attempata porno attrice sarebbe infierire.

Poi magari consideriamo che la sua amante è questa tizia qui

e non so, vedete un po’ voi.

Restando in parte in tema aggiungo quest’ultima chicca, raccolta fresca fresca di prima mano. Sabato mattina, reparto di radiologia. Il sabato mattina la radiologia è aperta, e funziona per le urgenze. Arrivano due bambine di dieci anni, che devono essere sedate per la risonanza, una con una pancreatite e una con menarca precoce. E con l’anestesista si svolge il seguente dialogo:

– Bene, fammi passare quella con la pancreatite.
– No, devi fare prima l’altra.
– Ma la pancreatite è più urgente.
– Sì, ma l’altra è ucraina.
– E chi se ne frega da dove viene: l’altra è più urgente e quella più urgente viene prima cazzo!
– Non hai capito: viene dall’Ucraina, è arrivata dieci giorni fa, devi fare prima lei.

Non c’è stato niente da fare: quella con la pancreatite non gliel’hanno fatta passare, e ha dovuto sedare e far fare la risonanza per prima all’ucraina.

Tornando al primo tema, rifacciamoci gli occhi e le orecchie con un concorso d’altri tempi, in cui si vinceva con le canzoni e con la voce, e per vestirsi si passava dal sarto, non dallo straccivendolo.

barbara