DUE PAROLE SUL COVID

Da una parte e dall’altra.

Ogni giorno leggiamo i terrificanti bollettini con stratosferici numeri di contagi, ricoveri e terapie intensive in aumento, sfracelli di morti eccetera. Partiamo dal cosiddetto numero di contagi, per il quale ripeto quello che vado dicendo da due anni: non lo conosciamo. Non abbiamo la più pallida idea di quante siano le persone positive in circolazione, né abbiamo modo di averla: l’unica cosa ch conosciamo è il numero di quanti sono risultati positivi fra quelli che sono stati testati, e il numero di quelli che risultano positivi è in funzione di due fattori: quanti vengono testati, e con quale criterio (se si testano quelli che hanno qualche sintomo compatibile con il covid, è ovvio che la percentuale di positivi sarà maggiore che in un campionamento casuale). Quanto a ricoveri e decessi, sappiamo perfettamente che vengono calcolati come pazienti covid e decessi covid tutti coloro che, qualunque sia la loro patologia, siano risultati positivi al tampone, quindi sono numeri privi di qualunque significato, numeri che sulla diffusione del contagio non ci danno alcuna informazione.

Dall’altra parte ci sono quelli che, con questi numeri, “dimostrano” che con la vaccinazione a tappeto che ha raggiunto la maggior parte della popolazione i “casi” e i decessi sono raddoppiati, triplicati o qualunque altro fattore la fantasia voglia suggerire: è la stessa identica cazzata, dato che questi calcoli vengono basati su numeri che non hanno alcun rapporto con la diffusione della malattia e con la sua maggiore o minore gravità.

Quindi piantiamola, tutti, di occuparcene, piantiamola di leggere i bollettini, piantiamola di specularci sopra, e regaliamoci piuttosto una bella mattina di carnevale.

barbara