Chi sta vincendo la guerra in Ucraina? – The American Conservative
I media americani si sono talmente immersi nel linguaggio doppio della guerra che i lettori hanno l’impressione che l’Ucraina abbia già sconfitto la Russia più volte
Tratto e tradotto da un articolo di opinione di Peter Van Buren per The American Conservative
La guerra è una caratteristica costante tra i superstati fittizi dell’Oceania, dell’Eurasia e dell’Eastasia in “1984” di George Orwell. Il governo del romanzo distopico usa il suo controllo quasi perfetto dei media per riscrivere la storia ogni volta che un vecchio alleato diventa il nuovo nemico, facendo sembrare che “l’Oceania sia sempre stata in guerra con l’Eastasia”.
Qualcosa di simile sta accadendo in Ucraina, dove è diventato impossibile sapere chi sta avanzando e chi si sta ritirando. I media americani sono rimasti così invischiati nel linguaggio doppio della guerra che i lettori hanno l’impressione che l’Ucraina abbia già sconfitto la Russia più volte.
A cominciare dalla centrale nucleare di Zaporizhzhya. Ci è stato detto che i russi detengono il controllo dell’impianto. Gli ucraini ci hanno anche avvertito di un incidente nucleare qualora il bombardamento dell’impianto non cessi. Gli ispettori dell’ONU sono sul posto e si interrogano sulle conseguenze nel caso in cui altre bombe colpiscano l’impianto ed i sistemi di raffreddamento si guastino.
Ma se i russi detengono l’impianto e gli ucraini lo rivogliono, quale parte sta facendo questi pericolosi bombardamenti? Anche se l’Ucraina attacca l’impianto, i media occidentali credono che la responsabilità sia della Russia. Non ha senso, ma nemmeno “l’Oceania è sempre stata in guerra con l’Estasia” quando si ricorda che il mese scorso la guerra era con l’Eurasia.
Molti degli articoli di denuncia si fanno apertamente beffe del nostro buon senso. Uno inizia dicendo che “la cattura da parte della Russia della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia… ha immediatamente scatenato il timore che il mondo possa trovarsi di fronte ad un altro disastro nucleare della portata dell’esplosione di Chernobyl di quasi 40 anni fa”, aggiungendo che l’ambasciata americana a Kiev ha definito il “bombardamento” un “crimine di guerra”. Il presidente Zelensky ha detto che l’Ucraina è “sopravvissuta ad una notte che avrebbe potuto fermare la storia, la storia dell’Ucraina e la storia dell’Europa”, aggiungendo che un’esplosione nella centrale sarebbe stata l’equivalente di “sei Chernobyl”, aumentando le probabilità di sei volte solo con le parole.
Ci viene detto che gli ucraini, quando non bombardano la centrale nucleare, sono impegnati in un’offensiva titanica per riconquistare le aree ad est precedentemente prese dai russi. Nessuno dei dettagli ha importanza: le cittadine su cui si combatte sono “punti strategici” quando l’Ucraina li conquista o “frazioni senza importanza” quando sono ancora in mano alla Russia. Anche le fonti di queste informazioni insultano la nostra intelligenza, come l’organizzazione made-for-the-internet Kyiv Independent (“I corpi riesumati dalle fosse comuni mostrano segni di violenza”), The New Voice of Ukraine (“Il mondo deve essere pronto per la disintegrazione della Russia”), Institute for the Study of War (“La ‘sconfitta strategica’ della Russia potrebbe minacciare il suo regime”) e Ukrayinska Pravda (“Le forze ucraine distruggono l’elicottero russo Mi-8 e uccidono oltre 120 soldati russi”).
Queste fonti hanno tutta la credibilità di una pubblicità trasmessa a tarda notte: “Ordina entro i prossimi dieci minuti e raddoppieremo il numero di russi uccisi”. Se si osserva attentamente, si notano anche alcuni schemi curiosi: quando Zelensky ha smesso di mostrare foto di bambini armati e donne anziane che preparano le molotov, i russi hanno smesso di prendere attivamente di mira i “civili” nei complessi di appartamenti.
Per quanto riguarda i villaggi, i video ricordano i primi giorni del conflitto, quando i corpi nelle strade erano etichettati come combattenti per la libertà disposti a resistere ai carri armati russi, mentre i corpi sepolti erano il risultato di atrocità. Tutto questo manca di contesto. Come l’ennesimo video di otto secondi di un carro armato che salta per aria. Dove è stato colpito? Quando? L’esplosione è stata causata da una mina, da un missile oppure da qualcosa di interno al carro armato? Il carro armato è russo o ucraino? Nella maggior parte dei casi i media non hanno idea delle risposte a queste domande, né tanto meno di chi abbia girato il video e a quale scopo.
Anche se i media si sono imbattuti nel “chi-cosa-dove” di base, il classico video del carro armato che esplode è privo di contesto. È stato colpito il carro armato di testa, che ha bloccato l’avanzata russa verso un villaggio? Oppure si trattava di un carro armato russo che si era attardato in campo aperto ed è stato colpito da un colpo fortunato, senza grandi conseguenze strategiche? Si presume che mani intelligenti possano cambiare una mini-bandiera ucraina in una “Z” dipinta con lo spray, a seconda delle necessità, perché la maggior parte dei mezzi utilizzati da entrambe le parti sono gli stessi. Alcuni dei video potrebbero anche essere filmati truccati di Ohio State vs. Michigan.
Chiedete a Baghdad Bob come funziona. Come ha detto un commentatore, probabilmente imiterebbe i resoconti della stampa occidentale sull'”offensiva lampo” dell’Ucraina. Quasi tutti i media mainstream usano la parola “umiliante” per descrivere le perdite della Russia. Le difese russe sono “crollate” e i russi sono “fuggiti nel panico”. Questo è stato ampiamente attribuito al presunto “esaurimento” e “basso morale” delle truppe russe. Di conseguenza, le linee di battaglia sono state “ridisegnate” e i contorni della guerra “rimodellati”. Si dice che Putin sia “livido ed isolato”. La “vittoria ucraina ha infranto la reputazione della Russia come superpotenza militare”.
Ad un certo punto, l’Ucraina si è vantata di aver distrutto 509 carri armati russi usando missili a spalla. Forse, una delle tecniche della propaganda moderna è quella di lanciare qualche numero scandaloso, sfidare la gente a confutarlo e poi proclamare: “Non potete confutarlo, quindi ho ragione”. Quindi, nessuna prova. Ma la storia suggerisce che 509 uccisioni di equipaggi montati su carri armati è una cifra ridicola. Durante la Guerra del Golfo 1.0, una delle più grandi battaglie di carri armati dei tempi moderni ha visto le forze della Coalizione distruggere appena 160 carri armati iracheni, e questo utilizzando il carro armato M-1 Abrams con la sua sofisticata tecnologia di puntamento e la visione notturna. Anche nella famosa offensiva delle Ardenne, furono distrutti solamente 700 carri armati… da entrambe le parti.
I media americani hanno per lo più ritirato i loro corrispondenti dai combattimenti; tutte le star dei network si sono fatte fotografare con i proiettili che sfrecciavano per i loro show reel. Ogni rifugiato è stato intervistato almeno due volte. I rifugiati si sono dimostrati meravigliosamente articolati, parlando per punti e concludendo con slogan come “non vedere mai la sconfitta” o qualcosa di altrettanto raffinato. A quanto pare, il pubblico americano ha gradito molto; i biglietti per questo spettacolo costano miliardi.
Il resto della vittoria sull’Eastasia è stato a lungo dimenticato. Ma ricordate la difesa dell’Isola dei Serpenti? Ricordate tutte le volte che la Russia stava per finire le bombe o i missili? Ricordate il convoglio russo in stallo, le colonne che si supponeva avessero finito la benzina, i potenti droni che hanno ucciso cento volte il loro peso in russi (Wolverines!) e tutte le altre chicche sanguinarie? Ma sono tutte coincidenze, perché le vittorie ucraine sembrano coincidere con gli annunci degli Stati Uniti sulla necessità di un altro paio di miliardi di dollari di aiuti.
Quindi chi sta vincendo? Chi lo sa?
Per conoscere i punti di vista alternativi sul conflitto in Ucraina – tutti interessanti, anche se non tutti condivisibili – si possono consultare gli account Twitter di Michael Tracey, Will Schryver, Aaron Maté e Catilin Johnstone. C’è anche il canale YouTube di Douglas MacGregor ed il podcast Russians with Attitude.
Considerate questo pensiero alternativo di uno pseudonimo su Substack: “Gli entusiasti dell’Ucraina propagandano avidamente le rivendicazioni ucraine, per quanto assurde, ma le informazioni provenienti dalla parte russa assumono per lo più la forma di aridi briefing del Ministero della Difesa. L’Ucraina sta recitando un film della Marvel, la Russia sta organizzando un webinar”.
TheAmericanConservative.com (qui)
L’articolo mi sembra sufficientemente obiettivo ed esauriente, per cui non aggiungo commenti. Aggiungo invece due post di Vittorio Rangeloni, che si trova sul posto (da anni) e al posto delle favole dei nostri media venduti ci offre i fatti, entrambi di due giorni fa.
Vittorio Nicola Rangeloni
Donbass- Lysichansk è una cittadina nella regione di Lugansk che da luglio si trova sotto controllo russo. I segni dei combattimenti sono meno presenti rispetto ad altre città, come ad esempio la vicinissima Severodonetsk, perché di fatto le truppe ucraine sono state costrette a ritirarsi in quanto accerchiate, evitando di ripetere quanto accaduto a Mariupol.
Poco per volta il fronte si è allontanato da Lysichansk, ma in seguito alla recente controffensiva ucraina partita dalla regione di Kharkov, il fronte si è assestato sulla linea Svatovo-Kremennaya-Lysichansk. La situazione si è stabilizzata. I tentativi ucraini di spingere anche in direzione di questa città sono falliti, la risposta dei russi è stata dura e decisa. In città non ho trovato panico ed allarmismo ma solo speranza e voglia di pace.
Vittorio Nicola Rangeloni

La mappa delle città ucraine in cui oggi si sono registrati attacchi missilistici o per mezzo di droni. I bersagli principali sono state le centrali elettriche e l’infrastruttura critica del paese (undici obiettivi in otto regioni). In molte regioni si registrano blackout.
Secondo il Ministero della Difesa ucraino, 43 missili su 83 sono stati intercettati.
A proposito dell’eccidio di civili provocato dai bombardamenti russi, con corollario di astronomiche cifre circostanziate in donne bambini eccetera (ve le ricordate le cifre sparate da pallestinari e filopallestinari dopo ogni azione israeliana in risposta agli attacchi terroristici?):
Luigi Biagini
Il sindaco di Leopoli conferma che gli attacchi missilistici colpiscono le infrastrutture critiche (AFP)
Secondo quanto riferito, l’elettricità è interrotta nella città ucraina, anche parzialmente interrotta a Khmelnitsky e nella regione circostante.
Se poi nelle infrastrutture critiche, al pari dei loro maestri e sodali pallinazi, anche i naziucraini ci sistemano i civili, meglio se donne e bambini, per guadagnare solidarietà col numero delle vittime civili, la responsabilità della loro morte, in base alle Convenzioni di Ginevra e dell’Aja, ricade interamente e unicamente su di loro. Poi guardate questo delizioso articoletto di oggi:
“Un solo giorno per riparare le strade distrutte dai missili russi”. Quello che non torna sulla foto del Corriere

Di certo, il ponte di Kerch è stato ripristinato al traffico ferroviario e automobilistico poche ore dopo l’esplosione di un camion bomba: una prova tangibile dell’efficienza di uno stato, quello russo, il cui esercito, secondo il Corriere, si era ridotto ad uccidere cani e rubare galline per sfamarsi.
Ora, sempre il Corriere, nel suo servizio “Un solo giorno per riparare le strade distrutte dai missili russi: i tempi (e le foto) record da Dnipro e Kiev” ci consegna la “prova” della straordinaria efficienza dello stato ucraino e dei suoi indomiti dipendenti che, in pochissimo tempo, nullificano gli effetti dei missili russi.
Strano, comunque, che la foto dell’avvenuta “riparazione” mostri anche un chiosco (quello sovrastato dal condizionatore d’aria) già con le pareti distrutte dall’esplosione del missile ora perfettamente ricostruito. Merito della straordinaria efficienza dello stato ucraino? O la prova che quella foto era stata scattata PRIMA dell’esplosione del missile? Chissà se al Corriere della Sera se l’è domandato qualcuno.
Francesco Santoianni (qui)
Da leggere anche questo.
E questo, per concludere, è il ponte “distrutto” da un attacco terroristico (gli atti di guerra si fanno con gli aerei e i carri armati: le autobombe sono lo strumento dei terroristi) che, come ha scritto qualcuno “potrebbe cambiare le sorti della guerra” circa 12 ore dopo l’attentato (e guardate che bei colori che ha!)
https://vk.com/video633428607_456239432
Il traffico leggero e quello ferroviario sono stati ripristinati, per quello pesante dovrebbe occorrere una manciata di giorni.
Infine un bel Chiaro di una, che non ci sta mai male.
barbara