Come accennato ieri, sono andata a vedere Lo Schiaccianoci. L’annunciatrice l’ha presentato come “una delle opere classiche, legata al la ricorrenza del Natale”: nessun accenno all’autore, meno che mai a collegamenti ancora più compromettenti, ma hanno comunque avuto almeno il coraggio di andare contro il generale boicottaggio di tutto ciò che è russo. Qualche anno fa l’avevo visto nello stesso teatro col balletto di San Pietroburgo, stavolta con una meno prestigiosa ma comunque pregevole compagnia di ballo italiana e lo spettacolo è stato senz’altro godibile.
L’Adagio, o Grand pas de deux stavolta ve lo presento in due diverse esecuzioni della stessa pattinatrice, Angelina Leonova, la prima del 31 maggio di quest’anno, all’età di quattro anni e mezzo
la seconda cinque mesi più tardi
E poi ve la faccio sentire solo suonata, questa robaccia fin de siecle, con la direzione del superboicottato Valery Gergiev, licenziato dalla Filarmonica di Monaco di cui era direttore, estromesso dalla Scala di Milano eccetera per non avere rispettato l’ultimatum che gli era stato intimato, di firmare una presa di distanza dalla guerra (NON, come qualcuno ha affermato, per essersi espresso a favore della guerra, ma semplicemente per essersi rifiutato di sottostare a un infame, ricattatorio, ultimatum), ultimatum deciso in nome della “linea della fermezza per quanto riguarda la solidarietà e la condivisione dei valori di Pace europei”.
I nazisti, nel frattempo, continuano a bombardare il Donbass.
barbara