Il mago del cuore, potremmo chiamarlo, colui che riusciva dove gli altri fallivano, colui che dimezzava i tempi di ricovero facendo risparmiare un sacco di soldi alle casse dello stato, e per questo osteggiato, boicottato, calunniato (perfino con insinuazioni su una presunta vicinanza alla mafia), perché è molto più facile e comodo impedire di lavorare a chi è più bravo che darsi da fare per tentare di esserlo altrettanto. Ora se n’è andato, nell’immeritato silenzio del mondo medico e dei mass media.
Per meglio ricordarlo, riprendo questo breve testo altrui, fra i pochissimi comparsi in questi giorni.
Se n’è andato Gaetano Azzolina, uno dei più noti cardiochirughi italiani, talmente grande da esser paragonato a Barnard. E uno di quelli dal cuore d’oro, chiamato “il cardiochirurgo dei bambini. Ne salvò a centinaia nella sua lunghissima carriera, o per meglio dire missione.
Di lui non si è occupato nessuno, neanche i media, impegnati a scrivere di un boss mafioso e dei suoi covi, di un’amante e di un medico infedele. O di una Ferrari e di una Twingo.
È un abominio che la dice lunga sulla decadenza morale di questo paese e sulla scadentissima qualità della sua informazione.
Per questo, caro Professore, desidero ricordarla non con parole mie, ma con quelle – molto più illuminanti – di Renzo Bresci e Sabrina Talarico. Che spiegano in modo perfetto chi Lei è stato, e rimarrà.
“Due giorni fa è deceduto il collega raffigurato nella foto a destra, si chiamava Gaetano Azzolina, uno dei più bravi cardiochirurghi italiani.
All’inizio della mia professione mi capitò di visitare un bambino di pochi mesi che aveva avuto una brutta sintomatologia respiratoria. Dopo averlo visitato ne parlai con il prof Vichi che dirigeva la Radiologia al Meyer. “Portalo” mi disse. Mentre eseguiva l’rx torace ” guarda l’esofago del bambino, è compresso in questo punto qui, accanto all’arco aortico. Questo bambino ha un doppio arco aortico ( l’arco aortico è unico, nds ), telefona ad Azzolina a Massa”. Questo mi disse il prof Vichi. Con i familiari contattammo Azzolina. Questi confermo’ la diagnosi e dopo pochi giorni operò il bambino. Oggi il bambino è un adulto maturo e conduce una vita come tutti noi. Questi due colleghi, che conoscevo e bene, hanno concorso in modo determinante a rendere la Sanità italiana una delle primissime al mondo”.
“𝗚𝗮𝗲𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗔𝘇𝘇𝗼𝗹𝗶𝗻𝗮 non c’è più. L’ho saputo solo ora, a distanza di diversi giorni dalla sua scomparsa.
Quasi nessuno ne ha parlato, poche notizie di stampa locale, e questo mi rammarica molto. Perché Azzolina é stato un grande cardiochirurgo, forse uno tra i più bravi d’Italia, insieme a 𝗣𝗮𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮𝗻 e pochi altri. Italiano di nascita (siciliano) e americano d’adozione, era il cardiochirurgo dei bambini. Quelli 𝗯𝗹𝘂 in particolare, affetti da tetralogia di Fallot. Ne ha operato e salvato migliaia e migliaia. Dopo aver lavorato negli Stati Uniti a fianco di 𝗗𝗲 𝗕𝗮𝗸𝗲𝘆 e 𝗖𝗼𝗼𝗹𝗲𝘆, leggende della cardiochirurgia toracica e vascolare (tra i primi ad effettuare trapianti di cuore dopo 𝗕𝗮𝗿𝗻𝗮𝗿𝗱), é rientrato in Italia. Per mia fortuna. Non finirò mai di ringraziare mio papà, che ha visto in lui il medico di cui fidarsi. Il mio cuore l’ha conosciuto e non potrò mai dimenticarlo. La sua bravura, semplicità, disponibilità, empatia. La sua energia, competenza e tenacia. Ha combattuto contro la burocrazia italiana e i baroni della medicina di quegli anni. É stato il primo in Italia ad intervenire sul cuore di un paziente per curare una malformazione genetica. Sapeva amare e curare i bambini. Sapeva farli sopravvivere e rivivere. A lui devo molto, la mia seconda vita. Addio Azzolina, il tuo 𝗲𝘀𝗲𝗿𝗰𝗶𝘁𝗼 𝗯𝗹𝘂 non ti dimenticherà. Hai salvato tanti cuori, mi sarebbe piaciuto salvare il tuo”.
Buon viaggio, e grazie
Piero Gurrieri tra la gente

Questo l’ho letto, molti decenni fa, e lo suggerisco a chi non lo avesse fatto.

barbara