DELL’UCRAINA

È da più di un mese che non ne parlo, e il motivo è che non ce la faccio più. Non ce la faccio più a reggere le montagne di ipocrisia. Non ce la faccio più a reggere le montagne di menzogne. Non ce la faccio più a reggere allo spettacolo di questa corsa folle e sempre più accelerata, con gli entusiastici cori della folla plaudente – quella che le bombe se le prenderà in testa – verso la guerra globale e, quasi inevitabilmente, nucleare. Andrà a finire che dovremo constatare che Greta aveva sbagliato per eccesso di fiducia: il mondo finirà molto prima di dieci anni, e con lui tutti noi. E la nausea aumenta ogni giorno di più.

E l’ultima l’avete sentita? Per 78 anni siamo stati ingannati! A liberare Auschwitz sono stati gli ucraini, altro che le balle che ci siamo bevuti, frutto della propaganda del Cremlino! E a condividere queste deiezioni ho trovato anche quella che fino a un anno fa era una delle teste più lucide in circolazione. Ora, a parte il fatto che tutti abbiamo sempre sentito parlare di Armata Rossa, e che quella che adesso “il Cremlino vuole appropriarsi dei meriti ucraini” è l’ultima della serie di invenzioni ucraine con il sistema di proiettare sui nemici le proprie perversioni, e a parte anche il fatto che nessuno “è andato a liberare Auschwitz”: semplicemente andando in quella direzione si sono trovati di fronte a questa cosa che non conoscevano e che hanno impiegato un po’ a decifrare, per cui attribuirsi il merito della liberazione è una cazzata grande come una casa; a parte questo, avevo trovato un articolo che smontava la narrativa ucraina (anche loro, come i palestinesi hanno una “narrativa” parallela alla verità – parallela nel senso che con la verità non si incontra mai, neanche per sbaglio), spiegando bene come funzionava l’attribuzione del nome ai vari battaglioni. L’articolo era stato postato dall’amico Fulvio Del Deo su VK, la nuova piattaforma su cui sono emigrati parecchi utenti di FB, stanchi dei continui blocchi e della costante censura (a proposito, avrete probabilmente sentito che FB ha censurato la pubblicità del panino alla finocchiona toscana perché la parola è un insulto a una categoria protetta. Che poi io vorrei che qualcuno me lo spiegasse perché diavolo i froci dovrebbero essere protetti: ma cosa sono, dei cuccioli di panda? E a me che non sono finocchia invece mi si può tranquillamente prendere a calci sulla pancia?). Purtroppo quando l’ho visto non avevo molto tempo, ho dato una scorsa veloce riservandomi di passare più tardi a leggerlo più attentamente e scaricarlo. E male ho fatto, perché adesso i titolari dei vari profili trovano questo annuncio,

e chi tenta di entrare nella piattaforma si trova l’accesso negato. Un po’ come quando il bambino si mette a parlare di “quel signore che viene a casa quando il papà non c’è” e la mamma si precipita a tappargli la bocca.

In ogni caso per ristabilire la verità penso possa essere utile questo video, di otto anni fa e dunque non condizionato dalle narrative di guerra. Questo è il video

e questa la didascalia:

All’età di 21 anni, il luogotenente dell’Armata Rossa, Ivan Martynushkin, era il comandante di una compagnia di mitraglieri. Durante la Seconda Guerra mondiale ha percorso migliaia di chilometri, ma c’è un giorno molto particolare che è rimasto impresso nella memoria della sua lunga vita: il 27 gennaio del 1945.

Armata Rossa, come dicevo più sopra. Nessuna appropriazione indebita da parte del Cremlino, nessuna mistificazione ad opera di Putin, sempre e solo Armata Rossa. Lui, comunque, pare che sia russo.

E in mezzo a tutto questo c’è il fatto, veramente sconvolgente, di vedere un sacco di ebrei fare un tifo sfegatato per i nazisti, vedere persone che hanno dedicato una vita intera a smontare e documentare le bufale palestinesi che capovolgono la realtà spacciando le proprie azioni terroristiche per azioni israeliane e inventando di sana pianta fatti inesistenti. Persone che hanno imparato a riconoscere a naso il tanfo della bufala e ora si bevono i videogiochi spacciati per bombardamenti notturni russi sul territorio ucraino, si bevono fotomontaggi talmente mal fatti da superare in cialtroneria perfino quelli palestinesi, si bevono qualunque ciancia del buffone in maglietta verde prostituito agli interessi di una banda di magliari, si bevono perfino l’oscena storia degli ucraini liberatori di Auschwitz. Che squallore, mio Dio. E la nausea continua a salire.

E per aiutare a distinguere i fatti dalle leggende, eccovi due video di questi giorni.

barbara