LEGGI O LETTORE

E impara dalla signora Cristina!
(In relazione a questo post  – il cannocchiale come al solito funziona a singhiozzo, quindi se non vi fa accedere e il tema vi interessa riprovate più tardi).

commento di Cristina

Sono musulmana italiana..amo il mio velo…e Iddio l’altissimo ha comandato la modestia…ad ogni modo per le sorelle che hanno deciso la copertura integrale vorrei farvi notare che le donne hanno anche una vita privata dove sono liberissime di scoprirsi..nei paesi islamici esistono luoghi(piscine,parchi,spiagge)ad uso esclusivo in cui una donna puo godersi tutto il sole che vuole…
e visto che si e’ aperto un discorso di quanto faccia male non prendere il sole(fatto unicamente per colpire nuovamente il mondo islamico) perche’ non parliamo di quanto e’ aumentato in italia il ricovero di ragazze per coliche renali e addominali a causa della moda dell’ombelico al vento…o di quanto faccia male prendere il sole in topless..o comunque senza le necessarie precauzioni…si parla tanto di prevenzioni contro i tumori della pelle!!!!
e per mia idea personale il velo e’ l’espressione di liberta’ piu’ forte che una donna possa scegliere..perche’ in questa societa’ maschilista non mi piego e non mercifico il mio corpo per soddisfacere il piacere maschile…basta pensare che per publicizzare uno yogurt bisogna mostrare una donna col seno al vento…nessuno parla di come la donna viene sfruttata solo come immagine di natura prettamente sessuale????!!!!!!!!
io non ho nessun uomo-orco padrone….non mi svendo,ma valorizzo davanti ad Allah la mia modestia.

commento di barbara

1. Potresti fornire qualche dato documentato sull’aumento dei ricoveri per coliche renali e addominali?
2. Potresti fornire qualche dato documentato sulla correlazione fra ombelico scoperto e coliche renali e addominali?
3. Sei sicura di sapere che cosa sia una colica renale o addominale?
4. Tu conosci personalmente qualcuno che a causa di una colica renale o addominale si sia fatto ricoverare? (io no)
5. Io l’esistenza di spazi separati la chiamo apartheid, non privilegio, e l’apartheid è figlia del più infame razzismo.
6. Non ti è mai venuto in mente che un uomo che ha bisogno che le donne si coprano per non cedere alla tentazione di saltare loro addosso non è un uomo bensì uno schifoso maiale? Se a te fa piacere vivere in mezzo ai maiali accomodati pure, io preferisco vivere in mezzo agli uomini.

Naturalmente la signora Cristina non ha risposto alle mie contestazioni delle sue grottesche corbellerie. Oltre a quanto già detto, vorrei aggiungere due riflessioni.
L’islam richiede la modestia, come giustamente ricorda la signora Cristina. Ora, la prima caratteristica di un abbigliamento modesto è quella di non attirare l’attenzione, e io chiedo: in casa nostra, per le nostre strade, nella nostra società, attira di più l’attenzione una minigonna o una abaya,
abaya
uno chador,
chador
un burqa,
burqa
un niqab?
niqab
Quando ero giovane e bella e con due gambe da sballo e giravo in minigonna, buona parte degli uomini restavano del tutto indifferenti (o, se non lo erano, non lo davano a vedere); parecchi mi guardavano con ammirazione, e si fermavano lì; qualcuno fischiava; qualcuno faceva commenti, a volte solo galanti, a volte pesanti; rarissimamente qualcuno tentava di andare oltre. C’erano amici e compagni di università che mi cercavano per la compagnia, per parlare, per discutere, per confrontarci su temi sociali, politici, culturali. Le donne musulmane invece – l’ho sentito dire molto spesso da loro e lo conferma anche la signora Cristina qui sopra – si coprono “per proteggere i loro fratelli”, si coprono perché altrimenti i loro uomini non potrebbero frenare le proprie pulsioni sessuali e salterebbero loro addosso. Ora, io chiedo, qual è la società che vede le donne unicamente come oggetti sessuali, la nostra, corrottissima, con le minigonne e lo yogurt pubblicizzato con le poppe al vento, o quella islamica?

barbara

IL CORAGGIO DI DIRE NO

Parlo di Anna Muzychuk, la campionessa del mondo di scacchi che ha scelto di rinunciare ai suoi titoli e al ricchissimo premio in caso – estremamente probabile – di vittoria, pur di non sottostare alle oppressive regole saudite.

Scacchi, la campionessa in carica boicotta i mondiali in Arabia Saudita

“Tra pochi giorni perderò i miei due titoli mondiali, uno ad uno. Solo perché ho deciso di non andare in Arabia Saudita, di non giocare con le regole di altri, di non mettermi l’abaya (lungo vestito scuro indossato dalle donne della Penisola arabica, ndr),
abaya
di non dover andare per strada accompagnata con qualcuno, per, in sintesi, non sentirmi una creatura secondaria”. Così Anna Muzychuk, campionessa del mondo di scacchi in due categorie di velocità, ha annunciato la propria decisione di non partecipare ai campionati mondiali in Arabia Saudita.

Il post – “Proprio un anno fa – continua la campionessa ucraina – vinsi questi due titoli ed ero all’incirca la persona più felice nel mondo degli scacchi, ma questa volta mi sento davvero male. Io sono pronta a battermi per i miei principi e a rinunciare al torneo dove in cinque giorni avrei potuto guadagnare più di quanto faccio in dozzine di eventi messi insieme. Tutto questo è seccante, ma la cosa più traumatizzante è che non importa quasi a nessuno [a noi sì! ndb]. Questa è una sensazione molto amara, ma non cambia la mia opinione e i miei principi. Lo stesso vale per mia sorella Mariya – e sono molto felice che condividiamo lo stesso punto di vista. E sì, per coloro a cui interessa – torneremo!“.

Il precedente – Nell’ottobre del 2016, la scacchista georgiana-statunitense Nazí Paikidze boicottò i mondiali in Iran: “Non indosserò un hijab per non supportare l’oppressione femminile. Anche se questo significa perdere le competizioni più importanti della mia carriera.

No ai giocatori israeliani – Anna Muzychuk non è la sola a non partecipare ai mondiali. Sette giocatori della federazione israeliana che avrebbero voluto prendervi parte, all’ultimo momento si sono visti negare l’ingresso in Arabia Saudita.

Una partita sullo scacchiere internazionale – L’Arabia Saudita si era aggiudicata questi mondiali per tentare di accreditare un’immagine di apertura e modernità. Per fare questo, ha messo sul piatto un primo premio di due milioni di dollari, circa quattro volte tanto quelli abitualmente conferiti nel circuito internazionale. In più negli ultimi mesi il principe ereditario Mohammed bin Salman sta cercando di portare avanti delle riforme che diano l’idea di progresso, come consentire la guida alle donne o permettere loro di assistere ad eventi sportivi. (qui)

Una persona meno decisa, meno coerente, meno onesta, avrebbe potuto accettare le regole, godere della gloria di una nuova vittoria, incassare due milioni di dollari e poi, come Oriana Fallaci, raccontare che in un momento in cui disgraziatamente non c’erano né un fotografo, né un cameraman a poter documentare la straordinaria impresa, si era orgogliosamente scoperta. Ma fortunatamente non c’è solo chi si accontenta di raccontare di avere fatto, ma anche chi veramente fa.
E quelli, i sauditi, non sanno che cosa si perdono:
Anna Muzychuk
barbara