OBAMA E IL DISASTRO SIRIANO

Essendovi, in un precedente articolo, un accenno alla pesantissima eredità lasciata a Donald Trump da Obama, ritengo utile proporre questo articolo di poco meno di due anni fa.

Tre modi in cui Obama ha causato il disastro siriano

A Obama appartiene il disastro in Siria come a nessun altro. Tre delle sue politiche si sono intrecciate per provocarvi lo spargimento di sangue, la devastazione e gli orrori.

  1. Il ritiro in Iraq
  2. La primavera araba
  3. L’accordo con l’Iran

Il ritiro di Obama in Iraq ha consegnato il paese all’Iran e all’ISIS. Le tensioni tra il regime fantoccio sciita di Baghdad (che Obama ha sempre sostenuto) e la popolazione sunnita hanno creato un ciclo di violenza che ha condotto il paese a una sanguinosa guerra civile tra le milizie sciite e Al Qaeda in Iraq.
Il crollo dell’esercito iracheno multiculturale ha permesso ad Al Qaeda in Iraq di impadronirsi di vasti territori. E l’ISIS e l’Iran hanno iniziato a spartirsi l’Iraq impadronendosi di territori etnicamente purificati.
Quindi la sua primavera araba ha autorizzato le forze sunnite dei Fratelli Musulmani a prendere il potere in vari paesi della regione circostante. A differenza dell’Egitto e della Tunisia, i cui governi caddero sotto la pressione della Casa Bianca, e della Libia, che Obama ha bombardato e invaso, gli iraniani e i russi non hanno liberato i loro alleati siriani.
La guerra civile irachena si è diffusa in Siria. All’inizio, Obama ha appoggiato le milizie della Fratellanza sunnita. Questi gruppi si presentavano come liberi, laici e democratici. In realtà non erano niente del genere. Ma quando la Libia e lo Yemen si sono trasformati in disastri e le milizie siriane hanno chiesto a gran voce un intervento militare diretto, Obama si è invece rivolto all’Iran. Gli islamisti sunniti non avevano funzionato, quindi ha stretto un accordo con gli sciiti.
Il nuovo accordo di Obama con l’Iran è stato siglato con una fortuna in valuta estera spedita illegalmente su aerei cargo non contrassegnati, un’autentica carta bianca per il programma nucleare iraniano, la cancellazione delle sanzioni e il ritiro del sostegno alle milizie sunnite in Siria. E questo ha lasciato all’Iran mano libera in Siria.
Se vuoi capire perché la Siria è un’area disastrata, questi sono i tre motivi.
Obama ha messo l’ISIS e l’Iran in condizione di mettere le mani sulla Siria. Quindi ha dato potere alle milizie musulmane e ad Al Qaeda in Siria. E infine ha rafforzato Iran, Assad e Russia in Siria.
Se avesse deciso di provocare quante più morti e devastazioni possibili in Siria, non avrebbe potuto fare più danni senza far cadere bombe atomiche o la sua propaganda elettorale nelle sue principali città.
Tutti i più grandi terroristi in Siria sono stati potenziati dalle terribili decisioni di Obama.
L’ISIS e l’espansionismo iraniano sono cresciuti nel vuoto creato dalle sue politiche. Ha appoggiato le milizie della Fratellanza e Al Qaeda con addestramento, supporto politico e spedizioni di armi. Quindi ha deciso di creare un altro vuoto che avrebbe permesso all’Iran di invadere la regione per fare al suo posto il lavoro sporco che lui non voleva fare.
La Siria è solo il culmine di una serie di decisioni sbagliate guidate da un’unica filosofia disastrosa.
La politica estera di Obama è stata una risposta di sinistra all’11 settembre e alla guerra in Iraq. La sua premessa centrale era che il terrorismo islamico era colpa nostra. I terroristi islamici ci avevano attaccato a causa del nostro sostegno ai governi Egiziano e saudita. Questa idea era implicitamente espressa nel suo discorso sulla guerra in Iraq.
“Combattiamo per fare in modo che i nostri cosiddetti alleati in Medio Oriente, i sauditi e gli egiziani, smettano di opprimere la propria gente, sopprimere il dissenso, tollerare la corruzione e la disuguaglianza e gestire male le loro economie in modo che i loro giovani crescano senza istruzione , senza prospettive, senza speranza, diventando così pronte reclute per le cellule terroristiche “, aveva dichiarato.
La soluzione era ritirarsi dall’Iraq. E togliere il sostegno politico ai nostri alleati.
I terroristi islamici si candideranno, vinceranno le elezioni e poi smetteranno di essere terroristi. O almeno limiteranno il loro terrorismo alla violenza domestica e regionale. Non ci saranno più giustificazioni per i nostri interventi militari “imperialisti” nella regione. Questa era la politica estera del “potere intelligente” di Obama.
Invece, tutto è andato storto.
Non ha mantenuto gli impegni in merito alla linea rossa.
L’alleanza tra i Fratelli Musulmani, il Qatar e il regime di Obama ha rovesciato governi amici e li ha sostituiti con stati terroristi in tutto il Medio Oriente. Ma le sollevazioni popolari contro il dominio islamista in Tunisia e in Egitto hanno deposto gli alleati di Obama: Mohammed Morsi e Rashid Ghannouchi. L’invasione illegale di Obama in Libia ha portato di tutto, dal ritorno dei mercati degli schiavi alle città controllate dell’ISIS. La Fratellanza libica alleata di Al Qaeda ha influenzato le milizie terroristiche che hanno portato all’attacco di Bengasi.
Gli altri peggiori disastri della primavera araba di Obama sono avvenuti in Siria e Yemen. L’Iran ha usato le offerte della Fratellanza per il potere come apertura. I combattimenti tra jihadisti sciiti e sunniti hanno devastato entrambi i paesi. Obama voleva che i Fratelli Musulmani vincessero, ma non voleva continuare a invadere i paesi per farlo.
I Fratelli Musulmani non potevano prendere il potere o conservarlo senza supporto militare. Hillary Clinton aveva convinto Obama a invadere la Libia. Ma lui non voleva più guerre. Soprattutto dopo la Libia.
Quando alcuni dei suoi consiglieri lo hanno esortato a intervenire più energicamente in Siria, ha esitato.
Il vincitore del premio Nobel per la pace, che è stato in vacanza in tutto il mondo,  non è riuscito a trovare nessuno,  tranne  i francesi,  a sostenere effettivamente l’azione in Siria. Ed era troppo abituato a guidare da dietro le quinte per prendere il comando. La linea rossa era stata superata. Si è trascinato lentamente fino alla soglia dell’azione e poi è scappato accusando pateticamente  gli inglesi  per la propria codardia, il doppio gioco e le promesse non mantenute.
L’ ex primo ministro britannico  avrebbe  descritto Obama come una delle “persone più narcisiste ed egocentriche”.
Obama ha evitato la guerra umiliando il proprio segretario di stato e colludendo con i russi. Ha rinunciato a rispettare gli impegni presi in merito alla sua linea rossa, accettando di fingere che la Siria avesse distrutto le armi di distruzione di massa.
Trionfali comunicati stampa e resoconti dei media hanno affermato che tutte  le armi chimiche  erano sparite.
Questo falso accordo sarebbe servito da precedente per un altro falso accordo per fermare il programma iraniano sulle armi di distruzione di massa. Entrambi gli accordi erano ugualmente privi di valore e sostenuti da esperti e giornalisti che ora chiedono di nuovo un’azione contro le armi di distruzione di massa siriane che, a dar retta a loro, non sarebbero dovute esistere.
“La credibile minaccia dell’uso della forza ha provocato un’apertura alla diplomazia, che ha portato a qualcosa che nessuno pensava fosse possibile”, ha detto Derek Chollet, ex vice segretario alla Difesa per gli affari della sicurezza internazionale.
Non vi era alcuna minaccia credibile di uso della forza. E c’era una ragione per cui nessuno pensava che fosse possibile: non lo era.
I russi e gli iraniani avevano giocato Obama. E avrebbero continuato a giocarlo. Ma Obama voleva essere giocato. Voleva salvare la faccia passando il suo disastro ai russi e all’Iran.
Voleva attuare il cambio di regime in Medio Oriente. Ma non voleva sporcarsi le mani.
Tutto è iniziato con il suo sostegno alle prese di potere islamiste sunnite. Quindi passò al sostegno degli islamisti sciiti.
Come disse una volta Hillary, “Che differenza fa?” Tranne che per i morti.
Supportiamo i mostri.
Questa è la consueta critica di sinistra della politica estera americana durante la guerra fredda. Gli stessi radicali che hanno sostenuto i razzisti sandinisti, che hanno cantato, “Ho Ho Ho Chi Minh, il NLF vincerà” ai loro raduni contro la guerra, e indossavano magliette rosse di Che, hanno affermato che abbiamo sbagliato a sostenere i dittatori anticomunisti.
Ma la sinistra è sempre due volte più colpevole di coloro che accusa.
In Siria, Obama non ha sostenuto solo un mostro. Ne ha sostenuti due. La carneficina in Siria è interamente il risultato delle sue decisioni. Ma non gli è bastato sostenere solo un gruppo di fanatici islamici genocidi in una guerra santa. In uno dei crimini più straordinari, li ha sostenuti entrambi.
E ha chiuso gli occhi e permesso a un terzo, l’ISIS, di innalzarsi.
Obama voleva rovesciare i dittatori che erano nostri alleati. E ha affidato il lavoro alla Fratellanza. E quando la Fratellanza non è stata in grado di resistere all’Iran o all’ISIS, si è rivolto all’Iran. Ha violato ripetutamente la legge, fornendo armi ai jihadisti sunniti e denaro ai jihadisti sciiti, lanciando una guerra illegale e minacciando di lanciarne un’altra, e tutto si è concluso in un miserabile disastro da cui è fuggito.
Il sangue di 500.000 persone è sulle sue mani.

Daniel Greenfield, 17/04/2018 (qui, traduzione mia)

Se penso che quando ho affermato che Obama era il più grande pericolo per la pace mondiale dopo Hitler, mi sono sentita dare della nazista. Se penso che sono stata criticata perché Oggi poi il mondo applaude a un passo verso la distensione [cioè l’accordo con L’Iran] qua non ne vedo parola e il terrorista che vuole la terza guerra mondiale [leggi Netanyahu] l’ha già criticato. Se penso a quante bende il mondo si mette diligentemente sopra gli occhi per impedirsi di vedere il baratro che gli viene scavato sotto i piedi, non posso meravigliarmi di quanto profondamente i nemici del genere umano siano riusciti a scavare. Ma non posso non meravigliarmi di come l’umanità possa avere sviluppato un tale istinto suicida, che finisce per portare al disastro anche chi al suicidio non aspira proprio per niente.

barbara

GLI IRANIANI E DONALD TRUMP

Sorpresa: l’Iran è pieno di sostenitori di Trump

Scrive Menashe Amir: I siti delle emittenti che trasmettono in farsi riceverono quotidianamente migliaia di reazioni dall’Iran. Negli ultimi giorni la maggior parte dei messaggi è costituita da espressioni di gratitudine e apprezzamento per il ritiro del presidente americano Donald Trump dall’accordo nucleare del 2015, e danno voce all’aspettativa che gli Stati Uniti aiutino la popolazione iraniana a rovesciare il regime oppressivo. Si tratta di messaggi anonimi o sotto pseudonimo, a causa del timore generale che incute il regime. “Il nome di Trump andrebbe scritto a lettere d’oro sulle stelle nel cielo” scrive un cittadino iraniano. Un altro dice: “Siamo pronti a sopportare qualsiasi sofferenza purché vi sia una speranza di rovesciare il regime di oppressione”. Sono centinaia i messaggi di questo tipo pubblicati su siti web e mass-media in lingua farsi al di fuori dall’Iran. Un iraniano ha fatto la sua analisi della situazione al telefono con un amico in Germania: “Tutto è pronto per la ripresa della rivolta popolare, il cui obiettivo questa volta sarà di rovesciare il regime”. Ha parlato delle difficoltà economiche nel paese ipotizzando che rinnovate sanzioni potrebbero distruggere definitivamente la maggior parte dei meccanismi economici della repubblica islamica. In effetti la valuta locale si è dimezzata nel giro di pochi giorni. Oggi un dollaro viene scambiato con oltre 40.000 rial, e anche a questo prezzo è praticamente impossibile trovarlo. Un altro iraniano ha raccontato ai parenti all’estero che dovrà chiudere il suo negozio d’importazione a Teheran perché il picco dei tassi di cambio delle valute estere è stato talmente drastico da non poter più importare prodotti né ottenere alcun guadagno. Si ritiene che la stragrande maggioranza degli iraniani sia a favore di un cambio di regime, pur sapendo che il prezzo potrebbe essere elevato, anche in vite umane. Vedono quello che accade in Siria e sono scoraggiati dallo spaventoso numero di vittime dovute a una rivolta fallita. Lamentano l’assenza di un leader degno, che unisca e diriga il movimento di resistenza. Si aspettano assistenza vera e concreta dagli Stati Uniti e accolgono con favore qualsiasi pressione che Trump possa esercitare sul regime. Solo alcuni, fra le migliaia di messaggi, sembrano sostenere il regime, ed è probabile che siano scritti da cyber-soldati iraniani incaricati di diffondere la propaganda pro-regime sui social network. Uno, ad esempio, afferma che “gli unici paesi che sostengono la politica di Trump sono l’Arabia Saudita, che sostiene il terrorismo, Israele, che commette continuamente crimini contro il popolo palestinese, e una manciata di emirati essenzialmente satelliti sauditi”: senza alcun riferimento personale e alla vita concerta nel paese, sembra un copia-incolla dai proclami del regime. (Da: Israel HaYom, 10.5.18, qui, dove è possibile leggere anche un altro interessante articolo)

Comunicato stampa

Il presidente Donald Trump ha strappato l’accordo nucleare con il regime terroristico degli ayatollah. A nome dell’associazione rifugiati politici Iraniani residenti in Italia esprimendo la nostra approvazione e la soddisfazione ringrazio il popolo iraniano che con la sua tenacia e resistenza quattro decennale ha dimostrato al mondo intero che questo regime è irriformabile e va abbattuto in ogni sua forma e bande che lo costituiscono. Ringrazio il presidente americano che ha accolto intelligentemente questo grido del popolo iraniano e ha stracciato “ il peggior accordo che l’America abbia mai sottoscritto”. Questa divisione è lungimirante e garantisce e protegge il mondo intero dall’espansione del fondamentalismo e il suo braccio: il terrorismo internazionale. Grazie America Grazie il presidente Donald Trump. È iniziata una nuova era che grazie alle piazze iraniane porterà pace, libertà e la democrazia in Iran.
Davood Karimi, presidente dell’associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

Dedicato a quel tot di persone che si stracciano le vesti per questo “pagliaccio” di presidente guerrafondaio che rovinando tutto il bellissimo lavoro del suo predecessore mette a repentaglio la pace mondiale e fa piangere tutti i poveri iraniani.

barbara