NON CHIEDERE PERCHÉ

Davvero, non dovete chiederlo, perché sono domande che non possono avere risposta. Non chiedetegli perché proprio Sarajevo, e non un altro inferno. Non chiedetegli perché quella bambina, e non un’altra delle piccole sopravvissute. Non chiedetegli perché, da un momento all’altro, gli scatti la follia di volerla adottare e portare via di lì, combattendo con tutte le proprie forze contro la burocrazia, contro la ragionevolezza, contro la logica, contro gli ostacoli che sembrano essersi coalizzati per rendere impossibile la sua impresa. E non chiedetevi neanche perché tutto, improvvisamente, cominci a girare per il verso giusto, compreso il casuale incontro con quella grandissima – perfettamente riconoscibile benché mimetizzata – donna che, pur comparendo così poco, tanta parte ha avuto nella nostra storia, e che con raffinata sapienza riesce a sistemare, col sorriso sulle labbra, le situazioni più disperate. No, non c’è assolutamente niente che dobbiate o possiate chiedere; l’unica cosa che dovete fare è leggerlo: non ve ne pentirete.
non chiedere perché
Franco Di Mare, Non chiedere perché, BUR

barbara

UN INTERO VILLAGGIO

Quello adottato da Israele.

Un villaggio nepalese da “adottare”. Ricostruendolo dalle fondamenta, ripristinando i servizi di base e anche quelli accessori, prestando soccorso alla popolazione, mostrando il volto di un’umanità che non torce lo sguardo altrove ma è impegnata per alleviare le sofferenza di chi ha perso tutto in pochi secondi. È la nuova sfida di Israele, già in prima fila da giorni nell’azione di assistenza straordinaria attivata poche ore dopo il sisma. “Quando nella storia recente si sono verificati cataclismi naturali Israele c’è sempre stato. Siamo stati ad Haiti, in Giappone e in Turchia. Siamo e resteremo ancora a lungo in Nepal” ha affermato il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. L’adozione del villaggio nepalese, che verrà individuato nei prossimi giorni, prevede un’azione intensiva sul territorio che si svolgerà nell’arco di alcuni mesi, concertata direttamente con il governo centrale di Katmandu. “Appena la situazione sarà maggiormente stabilizzata, ci confronteremo con il governo e con i nostri professionisti così da individuare la strada più efficace da percorrere”, conferma il direttore generale del ministero Nissim Ben Shitrit. (qui)
Israele in Nepal

E questi qua, pensa un po’, non solo non ci pensano minimamente a boicottare, ma ringraziano pure. E in ebraico, per giunta.

Qui le spiegazioni per chi non sa l’ebraico. Se non sai neanche il francese fattelo tradurre da bing o da google translate, però potresti anche darti da fare e studiarlo, eh!

barbara

VORREI FARVI UNA DOMANDA PERSONALE

Mentre cercavo tutt’altro, mi sono imbattuta in youtube in una rissa da pescivendole fra l’onorevole Alessandra Mussolini e l’onorevole Paola Concia sul tema delle adozioni da parte di coppie omosessuali. Mi ha in particolare colpita un intervento della signora Mussolini, sconvolta al pensiero di quei poveri bambini adottati da coppie omosessuali, costretti a vedere “due uomini che si rotolano nel letto”. Ecco, io vorrei chiedere ai miei lettori figli – naturali o adottivi, non ha importanza – di coppie eterosessuali: per voi, quando eravate bambini, era esperienza quotidiana – vabbè, facciamo settimanale – vedere i vostri genitori che si rotolavano nel letto? E, in caso di risposta affermativa, ogni volta che ciò accadeva la cosa vi lasciava sereni e indifferenti visto che si trattava di un uomo e una donna e non di due persone dello stesso sesso?
Grata per il contributo che vorrete dare al riempimento di questa mia non trascurabile lacuna, attendo con ansia le vostre cortesi risposte.
           
barbara