Quindici anni fa se ne andava, in questo giorno, Emanuele – Lele Luzzati. E lo voglio ricordare con un bel libro a lui dedicato dall’amica Adriana Ferrari, Lelegìa, appunto: un po’ biografia, un po’ narrazione rievocazione ricordo nostalgia, un po’, anche, autobiografia, e un po’ elegia: l’elegia di Lele. E un po’ tanto tanto sorriso, a cui è dedicato il sottotitolo: il sorriso di Lele Luzzati,

così candido, così timido, così ingenuo, così disarmante. Così infinitamente dolce. Quelli narrati qui sono gli anni della frequentazione di Adriana col Maestro, dalla folgorazione di una trasmissione di Sorgente di vita fino all’ultima visita, una settimana prima della morte, all’ultima telefonata, due giorni prima che se ne andasse – forse, chissà, ucciso dal buio:
«Siamo al buio, devo tenere le luci accese, ci sono i ponteggi con gli operai che rifanno la facciata, e le persiane sono chiuse. Non posso aprirle.»
Aveva scrollato un po’ la testa, mestamente; Lele amava tanto la luce del sole.
[…]
«Mi hanno detto: Stia tranquillo, in tre mesi finiamo. Non capiscono che, alla mia età, tre mesi sono un tempo lunghissimo. Senza luce, non vivo».
Un piccolo grande atto d’amore nei confronti di un grande Artista, un grande Maestro, un grande Uomo, che lo fa conoscere meglio anche a noi.
Adriana Ferrari, Lelegìa, CTL (Livorno)

E un piccolo omaggio, al grande Emanuele Luzzati, anche da me.
barbara